From Swedenborg's Works

 

Ultimo Giudizio (Supplemento) #1

Study this Passage

/ 90  
  

1. L’ultimo giudizio ha già avuto luogo

Nel precedente libretto Ultimo giudizio si è trattato dei seguenti argomenti: Ultimo giudizio non significa la fine del mondo (nn. 15)

La riproduzione del genere umano non cesserà mai (nn. 613) Il cielo e l'inferno vengono dall'umanità (nn. 1422)

Tutti gli esseri umani, senza eccezioni, che sono nati e poi morti dall'inizio della creazione sono o nel cielo o nell'inferno (nn. 2327)

Un giudizio finale deve avvenire dove tutti sono radunati, dunque deve avere luogo nel mondo spirituale, e non nel mondo fisico (nn. 2832)

Un giudizio finale si verifica quando la chiesa è alla sua fine; e la Chiesa è alla sua fine quando non c'è fede perché non c'è carità (nn. 3339)

Tutto ciò che è stato predetto nel libro dell'Apocalisse, si è pienamente compiuto nel tempo presente (nn. 4044)

Il giudizio finale ha già avuto luogo (nn. 4552) Babilonia e la sua distruzione (nn. 5364)

Il primo cielo, e in che modo è cessato (nn. 65-72) Lo stato futuro del mondo e della chiesa (nn. 7374)

/ 90  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

From Swedenborg's Works

 

Ultimo Giudizio #13

Study this Passage

  
/ 74  
  

13. VI. Ogni opera di Dio guarda a ciò che è infinito ed eterno. Questo può essere confermato da molte cose che si verificano sia in cielo, sia nel mondo. In entrambi non c'è mai niente esattamente uguale o identico a un altro. Non v'è una faccia esattamente uguale o identica a un’altra, né ci sarà mai. Allo stesso modo il carattere di una persona non è mai esattamente identico a quello di un altro. Di conseguenza, ci sono tanti volti e tante persone quanti sono gli esseri umani e gli angeli. In una sola persona, che contiene innumerevoli parti che compongono il corpo e innumerevoli affezioni che costituiscono il carattere, non c'è mai una cosa che è esattamente uguale e identica a quella di un altro. È per questo che ogni individuo vive una vita diversa da chiunque altro. La situazione è simile in ogni dettaglio nel mondo. Tale necessaria varietà infinita si deve al fatto che tutte le cose devono la loro origine al Divino, che è infinito. V'è dunque una certa immagine dell'infinito ovunque, in modo che tutte le cose possono essere considerate dal Divino in quanto sua opera, e allo stesso tempo tutte le cose, essendo opera del Divino, guardano al Divino.

Un esempio piuttosto banale può servire ad illustrare in che modo ogni cosa in natura guarda all'infinito e all'eterno. Ogni seme, sia esso frutto di un albero, di un cereale o di un fiore, è così creato in modo che sia in grado di moltiplicarsi per una durata infinita ed eterna. Perché un solo seme ne può produrre molti di più, forse cinque o dieci o venti o cento, e ciascuno di questi può produrne molti altri. La fecondità di un solo seme perpetuata ininterrottamente, potrebbe in soli cento anni coprire la superficie non solo di questo pianeta, ma di decine di migliaia di pianeti. Perciò la vegetazione è stata così create affinché possa sussistere per sempre. Di qui appare chiaramente che i semi contengono un’immagine di ciò che è infinito ed eterno; ed è lo stesso per ogni altra cosa.

Il cielo angelico è la ragione per cui tutto l'universo è stato creato. Perché il cielo angelico è il fine per cui è stato creato il genere umano, e il genere umano è il fine per cui sono stati creati i cieli visibili sopra di noi e pianeti in essi contenuti. Di conseguenza, questa Divina opera, il cielo angelico, guarda al di sopra di ogni cosa all'infinito e all'eternità, e quindi guarda alla sua moltiplicazione illimitata, perché il cielo è dove il Divino stesso risiede. Da questo si può constatare che il genere umano non si estinguerà mai; infatti, se così fosse, l'opera di Dio sarebbe limitato ad una misura fissa, e quindi cesserebbe di guardare all'infinito.

  
/ 74  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.