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L’Amore Coniugale #1

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1. PARTE 1

Le delizie della sapienza appartenenti all'amore coniugale

Gioie del cielo e cerimonia nuziale nel cielo

Prevedo che in molti tra coloro che leggeranno le seguenti narrazioni e quelle nei capitoli successivi crederanno che si tratti di storie inventate; ma dichiaro in verità che non sono finzioni, ma cose realmente accadute e viste. Né le stesse sono state osservate in uno stato di assopimento ma in uno stato di veglia assoluta. Perché è piaciuto al Signore manifestarsi a me, ed inviarmi per insegnare le cose che apparterranno alla nuova chiesa, che nella Rivelazione è denominata nuova Gerusalemme. A tal fine egli ha aperto l'intimo della mia mente e del mio spirito, per cui mi è permesso di essere nel mondo spirituale con gli angeli e, al tempo stesso nel mondo naturale con gli uomini, e questo, da venticinque anni.

  
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L’Amore Coniugale #506

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506. Per lussuria della varietà, di cui qui si tratta, non si intende la lussuria della fornicazione, che è stata trattata nel proprio capitolo. Questa, anche se abitualmente promiscua e vagabonda non è causa del desiderio di varietà, tranne quando si sconfina dalla moderazione e il fornicatore punta al numero e a vantarsi di ciò, da cui scaturisce tale lussuria. Tale intento accende la lussuria, ma cosa diventa e come progredisce non può essere percepito distintamente, a meno che non sia esposto nel seguente ordine:

(1) Che per la lussuria della varietà si intende la concupiscenza della promiscuità in modo del tutto sfrenato.

(2) Che questo desiderio è l'amore del sesso e, al tempo stesso un disgusto di esso.

(3) Che questo desiderio annienta completamente l'amore coniugale in loro.

(4) Che il loro destino dopo la morte è squallido, perché sono privi di una vita interiore.

Segue l'esposizione di questi capi.

  
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L’Amore Coniugale #317

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317. Seconde nozze

Può essere oggetto di discussione se l'amore coniugale, di un uomo con una moglie, possa dopo la morte di uno dei coniugi, essere separato, o trasferito; così pure se le seconde nozze abbiano qualcosa in comune con la poligamia, e possano quindi essere denominate poligamia successiva; oltre a molte altre questioni che presso gli speculatori è usuale aggiungere come scrupoli su scrupoli. Pertanto, affinché i maestri della casistica, che ragionano nell’ombra su questi matrimoni, possano vedere qualche luce, ritengo sia utile esporre al giudizio le seguenti proposizioni al riguardo:

(1) Che il contrarre matrimonio dopo la morte del coniuge è subordinato al precedente amore coniugale.

(2) Che il contrarre matrimonio dopo la morte del coniuge dipende anche dallo stato del matrimonio in cui essi hanno vissuto.

(3) Che in coloro presso i quali non vi era amore autenticamente coniugale nulla impedisce o ostacola loro nel contrarre un nuovo matrimonio.

(4) Che coloro che hanno vissuto insieme nell’amore autenticamente coniugale non desiderano sposarsi nuovamente, se non per ragioni estranee all'amore coniugale.

(5) Che lo stato del matrimonio di un giovane uomo con una vergine è di un tipo, e quello di un giovane uomo con una vedova, di un altro.

(5) Che lo stato del matrimonio di un vedovo con una vergine è di un tipo, e quella di un vedovo con una vedova di un altro.

(6) Che le varietà e diversità di questi matrimoni, quanto all’amore ed alle sue qualità, eccede qualsiasi numero.

(7) Che lo stato di una vedova è più doloroso dello stato di un vedovo.

Ora segue la spiegazione di questi.

  
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