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Genesi 17:14

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14 E il maschio incirconciso, che non sarà stato circonciso nella sua carne, sarà reciso di fra il su popolo: egli avrà violato il mio patto".

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Arcana Coelestia #2057

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2057. Che non è circonciso nella carne del suo prepuzio. Che ciò significhi chi è nell'amore di sé è evidente da ciò che è stato detto sopra riguardo al significato di essere circonciso e di prepuzio (nn. 2039, 2049), e anche di carne (n. 2041). La carne del prepuzio simboleggia l'amore di sé. Quelli all'interno della chiesa che sono nella falsità, e allo stesso tempo sono nell'amore di sé, sono soprattutto coloro che profanano le cose sante; non coloro che sono in qualche altro amore, perché l'amore di sé è il più dannoso di tutti, perché è distruttivo della società, e quindi del genere umano, come è stato mostrato (n. 2045). Che sia anche diametralmente opposto all'amore reciproco, in cui il cielo consiste, e quindi è distruttivo dell'ordine stesso, può essere visto dagli spiriti malvagi e dai geni nell'altra vita; e anche dagli inferni, in cui nulla regna sopra l’amore di sé; e dato che l'amore di sé regna lì, dominano tutti i generi di odi, vendette e crudeltà, perché questi derivano da esso.

[2] L'amore reciproco nei cieli consiste nel fatto che si ami il prossimo più di se stessi, il cui effetto è che il cielo intero si manifesta come un solo uomo; perché per mezzo dell'amore reciproco tutti sono così consociati dal Signore, e quindi le gioie di tutti sono reciprocamente condivise, e quelle di ognuno a tutti. Di conseguenza, la forma celeste è tale che ogni cosa è come se fosse una sorta di centro, quindi un centro di condivisione, e di conseguenza di felicità, da parte di tutti; e questo in accordo con tutte le varietà dell'amore reciproco, che sono innumerevoli. E poiché coloro che sono in quell'amore percepiscono la più grande felicità nell'essere in grado di comunicare agli altri ciò che scorre in loro, e questo dal cuore, la comunicazione diventa perpetua ed eterna. A questo riguardo, all’incremento del regno del Signore, aumenta anche la felicità degli angeli. Poiché gli angeli sono in società e dimore distinte, non pensano a questo; ma il Signore dispone così tutte le cose sia in generale, sia nel particolare. Tale è il regno del Signore nei cieli.

[3] Nient'altro si sforza di distruggere questa forma e questo ordine se non l’amore di sé, e quindi tutti coloro che nell'altra vita sono nell'amore di sé, sono più profondamente infernali degli altri, perché l'amore di sé non condivide nulla con gli altri, ma estingue e soffoca la loro gioia e felicità. Qualunque gioia fluisca dagli altri, essi la ricevono in se stessi, la concentrano in se stessi, lo trasformano nel sudicio del loro proprium, arrestando ogni ulteriore condivisione, e quindi distruggendo tutto ciò che tende all'unanimità e alla cooperazione. Da ciò deriva la dissociazione e, conseguentemente, la distruzione. E dato che ogni persona di una simile indole desidera essere servita, corteggiata e adorata dagli altri, e non ama nessuno se non se stesso, di qui viene la dissociazione, che li conduce in uno stato tale che percepiscano nulla di più piacevole che torturare gli altri, in modi terribili, attraverso fantasie che affiorano dall'odio, dalla vendetta e dalla crudeltà. Quando tali persone arrivano presso una società in cui risiede l'amore reciproco, sono allontanate da loro stesso carattere, come pesi morti e impuri in un'aura pura e vivente, perché tutta la gioia influente termina in loro stessi; e poiché emanano una folle idea di sé, la loro gioia è lì trasformata in un fetore cadaverico, con cui si rende manifesto l’inferno del sé, oltre ad essere in preda ad una terribile angoscia.

[4] Da ciò possiamo vedere che è la natura dell'amore di sé ad essere distruttiva non solo del genere umano (come mostrato sopra, n. 2045, ma anche dell'ordine celeste; e così che non c'è nulla in esso se non impurità, sudiciume, profanazione e l'inferno stesso; per quanto piccolo possa sembrare a coloro che ci sono dentro. Coloro che sono nell'amore di sé disprezzano gli altri in confronto a se stessi, e odiano quelli che non li favoriscono, non li servono e non hanno una qualche forma di adorazione per loro; e provano un crudele diletto nella vendetta e nel privare gli altri dell'onore, della reputazione, della ricchezza e della vita. Coloro che sono nell'amore di sé sono in questi mali; e coloro che sono in questi mali, possono da ciò sapere di essere nell'amore di sé.

  
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Arcana Coelestia #2049

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2049. Ogni figlio straniero che non appartiene alla tua discendenza. Che ciò significhi coloro che sono al di fuori della chiesa è evidente dal significato di figlio straniero, cioè coloro che non sono nati all'interno della chiesa, quindi non sono nei beni e nelle verità della fede, perché non sono nelle loro conoscenze. Figli stranieri significa anche coloro che sono nel culto esteriore (riguardo ai quali si veda n. 1097; ma dove questo è il significato, il soggetto concerne coloro che sono all'interno della chiesa, mentre nel versetto corrente viene trattata la chiesa del Signore in generale, e quindi i figli stranieri significano coloro che non sono nati nella chiesa, come è il caso dei gentili (gentiles). I gentili, che sono al di fuori della chiesa, possono essere nelle verità, ma non nelle verità della fede. Le loro verità, come i precetti del Decalogo, sono che i genitori siano onorati, che gli uomini non devono uccidere, rubare, commettere adulterio, o desiderare le cose che appartengono ad altri; e anche che la Divinità debba essere adorata. Ma le verità della fede sono tutte le cose dottrinali che riguardano la vita eterna, il regno del Signore e lo stesso Signore, che non può essere conosciuto dai gentili perché non hanno la Parola.

[2] Questi sono quelli che s’intendono per figli stranieri che non appartengono alla tua discendenza, e nondimeno, dovevano essere circoncisi, cioè purificati, al pari degli altri. Questo dimostra che essi possono essere purificati, allo stesso modo di quelli all'interno della chiesa; come è stato rappresentato dal loro essere circoncisi. Sono purificati quando respingono gli amori sudici e vivono l'un l'altro nella carità; perché allora vivono nelle verità, dal momento che tutte le verità sono dalla carità; ma nelle verità sopra citate. Coloro che vivono in queste verità accolgono prontamente le verità della fede, se non nella vita del corpo, nell'altra vita, perché le verità della fede sono le verità interiori della carità, ed essi allora non desiderano altro che essere ammessi nelle verità interiori della carità. Le verità interiori della carità sono quelle in cui consiste il regno del Signore (si veda nn. 932, 1032, 1059, 1327-1328, 1366).

[3] Nell'altra vita la conoscenza mnemonica-esteriore della fede non è di alcuna utilità, perché i peggiore, persino gli spiriti infernali, possono essere in tale conoscenza, talvolta più di altri. Ma ciò che ha realmente valore è una vita conforme a quelle conoscenze, poiché tutti i saperi hanno la vita come loro fine. A meno che le conoscenze non siano apprese per amore della vita, non sono di alcuna utilità per gli uomini, se non al solo fine di parlare di esse, e quindi essere stimati nel mondo, onorati e guadagnare reputazione e ricchezza. Da ciò è evidente che una vita conforme alle conoscenze della fede non è altro che una vita di carità; perché la legge e i profeti, cioè la dottrina universale della fede, insieme con tutte le sue conoscenze, consiste nell'amore per il Signore e nell’amore verso il prossimo, come è evidente a chiunque dalle parole del Signore in Matteo 22:34-39 e Marco 12:28-35.

[4] Nondimeno, le cose dottrinali, cioè le conoscenze della fede sono necessarie per forgiare la vita della carità, che non può aver luogo senza di queste. Questa è la vita che salva dopo la morte, e non c'è nessuna vita della fede senza di essa; perché senza la carità non può esserci alcuna vita della fede. Coloro che sono nella vita dell’amore e della carità sono nella vita del Signore, senza della quale nessuno può unirsi a lui. Quindi è anche evidente che le verità della fede non possono mai essere riconosciute come verità, cioè il riconoscimento delle verità della fede, di cui tanto si parla, è impossibile, tranne esteriormente, e per bocca, a meno che esse non siano impiantate nella carità; perché interiormente, ovvero nel cuore sono negate, salvo in coloro che hanno la carità come fine; e se questa non è dentro di loro, le verità sono rigettate interiormente. Quando la veste esteriore è dismessa – cosa che ha luogo nell'altra vita – l’interiore di questi individui si manifesta nel loro vero carattere, in quanto sono completamente contrari a tutte le verità della fede. Quando gli uomini non hanno avuto la vita della carità - cioè nessun amore reciproco - durante la loro vita corporea, è assolutamente impossibile che la ricevano nell'altra vita, perché sono sono nemici di essa e lo odiano, perché dopo la morte rimane la stessa vita con noi che abbiamo vissuto qui. Quando tali persone si avvicinano semplicemente ad una società in cui vi è la vita dell'amore reciproco, si agitano, rabbrividiscono e si sentono torturare.

[5] Tali persone, sebbene nate all'interno della chiesa, sono chiamate figli stranieri, incirconcisi nel cuore e incirconcisi nella carne, i quali non devono essere ammessi nel santuario, cioè nel regno del Signore; a questi si fa riferimento anche in Ezechiele:

Nessun figlio straniero, incirconciso nel cuore e incirconciso nella carne, entrerà nel mio santuario (Ezechiele 44:7, 9)

A chi credi di essere simile in gloria e in grandezza tra gli alberi dell'Eden? Tu sarai abbattuto insieme agli alberi dell'Eden nella terra inferiore, giacerai in mezzo agli incirconcisi che sono stati uccisi con la spada (Ezechiele 31:18)

dove si tratta del faraone, con il quale sono significate le conoscenze mondane in generale (nn. 1164, 1165, 1186, 1462); per gli alberi dell'Eden con cui dovrebbero scendere nella terra inferiore, sono anche rappresentate le conoscenze esteriori della fede. Tutto ciò mostra ciò che l'incirconciso deve essere inteso nel senso interno, cioè colui che è negli amori sudici e nella vita conforme a questi.

  
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