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Genesi 15:6

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6 Ed egli credette all’Eterno, che gli contò questo come giustizia.

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #1799

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1799. Ed ecco un servitore della mia casa sarà mio erede. Che questo significhi che ci sarebbe solo ciò che è esteriore nel regno del Signore, si evince dal significato interiore di erede e di ereditare. Diventare erede o ereditare significa la vita eterna nel regno del Signore. Tutti coloro che sono nel regno del Signore sono figli; perché vivono dalla vita del Signore, che è la vita dell'amore reciproco; da cui vengono chiamati figli. I figli o gli eredi del Signore sono tutti nella sua vita, perché la loro vita è da lui e sono nati da lui, cioè sono stati rigenerati. Coloro che sono nati da chiunque, sono eredi; e così sono tutti quelli che sono stati rigenerati dal Signore, i quali ricevono la sua vita.

[2] Nel regno del Signore ci sono quelli che sono esterni, e quelli che sono interni. Gli spiriti retti, che sono nel primo cielo, sono esterni; gli spiriti angelici, che sono nel secondo cielo, sono interiori; e gli angeli, che sono nel terzo cielo, sono interni. Coloro che sono esterni non sono così strettamente congiunti o così vicini al Signore, come quelli che sono interiori; né questi sono così congiunti o così vicini al Signore, come quelli che sono interni. Il Signore, dal Divino amore o misericordia, vuole stringere tutti a sé; affinché non stiano alle porte, cioè nel primo cielo; dunque egli vorrebbe che fossero tutti nel terzo cielo; e, se fosse possibile, non solo presso di sé, ma in se stesso. Tale è il Divino amore del Signore. Tuttavia, essendo la chiesa a quel tempo solo esteriore, egli, in queste parole, si rammaricava dicendo, Ecco un servitore della mia casa sarà mio erede, volendo intendere che ci sarebbe solo chi è esterno nel suo regno. Ma a questo segue il conforto e una promessa concernente chi è interno, nei versi che seguono .

[3] Quale sia l'esterno della chiesa è stato affermato prima (si vedano i n. 1083, 1098, 1100, 1151, 1153).

Ciò che concerne la dottrina non fa di per sé l'esterno, e ancora meno l'interno, come è stato già affermato; né il Signore distingue di qui le chiese l'una dall'altra. Ciò che fa la differenza è una vita conforme ai principi dottrinali che, quando sono autentici, guardano alla carità come loro fondamento. Che cosa è la dottrina, se non ciò che insegna come un uomo deve vivere?

[4] Nel mondo cristiano sono le questioni dottrinali che distinguono le chiese; e per via di queste gli uomini si chiamano cattolici romani, luterani e calvinisti, o riformati, evangelici e altri nomi. È in ragione della dottrinale che ci sono queste distinzioni; che non vi sarebbero mai se essi facessero dell'amore per il Signore e della carità verso il prossimo il principio della fede. Le questioni dottrinali sarebbero allora solo varietà di opinioni che riguardano i temi della fede, che gli uomini veramente cristiani avrebbero permesso a chiunque di considerare secondo la propria coscienza, dicendo nel loro cuore che un uomo è veramente cristiano quando vive come cristiano, cioè come il Signore insegna. Così in luogo di tutte le diverse chiese ne resterebbe una; e tutti i dissidi che derivano unicamente dalla dottrina, svanirebbero; e allo stesso modo tutti gli odi dell'uno contro l'altro sarebbero dissipati in un momento e il regno del Signore verrebbe sulla terra.

[5] La chiesa antica, subito dopo il diluvio, sebbene diffusa in molti regni, era di questo carattere, cioè si dividevano tra di loro per molteplici questioni dottrinali; ciò nondimeno, la carità era il loro essenziale; ed essi guardavano al culto, non attraverso le questioni dottrinali che attengono alla fede, ma dalla carità che attiene alla vita. Questo si intende dove si dice che (Genesi 11:1), tutti avevano una stessa lingua e una stessa parola erano una; di cui sopra n. 1285 .

  
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