The Bible

 

Lamenti 2:16

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16 Tutti i tuoi nemici hanno aperta la lor bocca contro a te; Hanno zufolato, e digrignati i denti; Hanno detto; Noi l’abbiamo inghiottita; Questo è pur quel giorno che noi aspettavamo, Noi l’abbiam trovato, noi l’abbiam veduto.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #414

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414. Che per dimorare sotto le tende si intenda ciò che è santo dell'amore, è evidente dal significato di tenda nella Parola.

Come in Davide:

Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà nel monte della tua santità? Colui che cammina rettamente, opera con giustizia, e afferma la verità nel suo cuore (Salmi 15:1-2)

in questo passo, cosa s'intenda per abitare nella tenda o nel monte della santità è descritto dalle cose sante dell'amore, vale a dire, camminare rettamente, e operare con giustizia. Nello stesso libro:

La loro discendenza ha attraversato tutta la terra, e la loro lingua, la fine del mondo. In loro ha posto una tenda per il sole (Salmi 19:4)

dove il sole indica l'amore. Nello stesso libro:

Abiterò nella tua tenda per l'eternità, confiderò nel segreto delle tue ali (Salmi 61:4)

dove la tenda indica ciò che è celeste, e il segreto delle ali ciò che è spirituale che da lì deriva.

In Isaia:

Con la misericordia il trono è stato reso fermo, e su di esso siede un giudice in verità, nella tenda di Davide, che giudica con giudizio ed è sollecito nella giustizia (Isaia 16:5)

dove anche tenda indica ciò che è santo dell'amore, come si può vedere dalla menzione di giudicare con giudizio e usare sollecitudine nella giustizia.

Nello stesso profeta:

Guarda a Sion, la città della nostra festa; i tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, e tenda che non sarà più rimossa (Isaia 33:20)

facendo riferimento alla Gerusalemme celeste.

[2] In Geremia:

Così dice il Signore: Ecco, io affrancherò le tende di Giacobbe dalla cattività, e avrò pietà sulle sue dimore, e la città sarà ricostruita sulle sue rovine (Geremia 30:18)

la cattività delle tende significa la distruzione di ciò che è celeste, o delle cose sante dell'amore.

In Amos:

In quel giorno si rialzerà il tabernacolo di Davide che è caduto; ne riparerò le brecce, e ricostruirò le sue rovine, come nei giorni dell'eternità (Amos 9:11),

dove il tabernacolo in modo analogo indica ciò che è celeste e le cose sante di lì provenienti.

In Geremia:

Tutto il paese è devastato, improvvisamente sulla mia tenda e sui miei teli incombe la rovina (Geremia 4:20)

La mia tenda è devastata, e tutte le mie corde sono lacerate. I miei figli si sono allontanati da me e non sono più. Non c'è nessuno per fissare la tenda e stendere i teli (Geremia 10:20),

dove tenda implica le cose celesti, e teli e corde le cose spirituali di là derivanti.

Nello stesso profeta:

Le loro tende e le loro greggi si prendono; si portano via i loro teli, e tutta la loro roba, e i loro cammelli (Geremia 49:29),

parlando dell'Arabia e dei figli d'oriente, con i quali sono rappresentati coloro che possiedono ciò che è celeste o santo.

Nello stesso profeta:

Nella tenda della figlia di Sion, il Signore ha versato la sua ira come fuoco (Lamentazioni 2:4),

riferendosi alla distruzione delle cose celesti o sante della fede.

[3] La ragione per cui viene usato il termine tenda nella Parola per rappresentare le cose celesti e sante dell'amore è che nei tempi antichi i riti sacri del culto erano celebrati nelle loro tende. Ma quando hanno iniziato a profanare le tende con culti profani, è stato costruito il tabernacolo, e poi il tempio, e quindi le tenda rappresentava tutto quello che è stato successivamente indicato in primo luogo dal tabernacolo, e poi dal tempio. Per lo stesso motivo un uomo santo si chiama tenda, tabernacolo e tempio del Signore. Che tenda, tabernacolo e tempio abbiano lo stesso significato, è evidente in Davide:

Una cosa ho chiesto al Signore, che io perseguo, che io possa rimanere nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, contemplare il Signore nella mitezza, visitare presto il suo tempio. Perché nel giorno del male, egli mi nasconderà nel suo tabernacolo, nel segreto della sua tenda, egli mi nasconderà, egli mi porterà in alto, sopra una roccia. E ora il mia volto sarà innalzato contro tutti i nemici intorno a me, e offrirò nella sua tenda sacrifici di esultanza (Salmi 27:4-6).

[4] Nel senso supremo, il Signore, quanto alla sua essenza umana è la tenda, il tabernacolo e il tempio, quindi ogni uomo celeste è così chiamato, e anche tutto ciò che è celeste e santo. Ora, siccome la più antica chiesa era amata dal Signore più intimamente della chiesa che ne seguì, e siccome gli uomini a quel tempo vivevano da soli, cioè, nelle loro famiglie, e celebravano un culto santo nelle loro tende, perciò le tende sono state considerate più sante del tempio, che è stato profanato. In ricordo di ciò è stata istituita la festa dei tabernacoli, quando si riunivano nel periodo del raccolto, durante la quale, come il popolo più antico, dimoravano nelle tende (Levitico 23:39-44; Deuteronomio 16,13; Osea 12:9).

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Deuteronomio 16

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1 Osserva il mese di Abib e celebra la Pasqua in onore dell’Eterno, del tuo Dio; poiché, nel mese di Abib, l’Eterno, il tuo Dio, ti trasse dall’Egitto, durante la notte.

2 E immolerai la Pasqua all’Eterno, all’Iddio tuo, con vittime de’ tuoi greggi e de’ tuoi armenti, nel luogo che l’Eterno avrà scelto per dimora del suo nome.

3 Non mangerai con queste offerte pane lievitato; per sette giorni mangerai con esse pane azzimo, pane d’afflizione (poiché uscisti in fretta dal paese d’Egitto); affinché tu ti ricordi del giorno che uscisti dal paese d’Egitto, tutto il tempo della tua vita.

4 Non si vegga lievito presso di te, entro tutti i tuoi confini, per sette giorni; e della carne che avrai immolata la sera del primo giorno, nulla se ne serbi durante la notte fino al mattino.

5 Non potrai immolare la Pasqua in una qualunque delle città che l’Eterno, il tuo Dio, ti ;

6 anzi, immolerai la Pasqua soltanto nel luogo che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto per dimora del suo nome; la immolerai la sera, al tramontar del sole, nell’ora in cui uscisti dall’Egitto.

7 Farai cuocere la vittima, e la mangerai nel luogo che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto; e la mattina te ne potrai tornare e andartene alle tue tende.

8 Per sei giorni mangerai pane senza lievito; e il settimo giorno vi sarà una solenne raunanza, in onore dell’Eterno, ch’è l’Iddio tuo; non farai lavoro di sorta.

9 Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella mèsse comincerai a contare sette settimane;

10 poi celebrerai la festa delle settimane in onore dell’Eterno, del tuo Dio, mediante offerte volontarie, che presenterai nella misura delle benedizioni che avrai ricevute dall’Eterno, ch’è il tuo Dio.

11 E ti rallegrerai in presenza dell’Eterno, del tuo Dio, tu, il tuo figliuolo e la tua figliuola, il tuo servo e la tua serva, il Levita che sarà entro le tue porte, e lo straniero, l’orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto per dimora del suo nome.

12 Ti ricorderai che fosti schiavo in Egitto, e osserverai e metterai in pratica queste leggi.

13 Celebrerai la festa delle Capanne per sette giorni, quando avrai raccolto il prodotto della tua aia e del tuo strettoio;

14 e ti rallegrerai in questa tua festa, tu, il tuo figliuolo e la tua figliuola, il tuo servo e la tua serva, e il Levita, lo straniero, l’orfano e la vedova che saranno entro le tue porte.

15 Celebrerai la festa per sette giorni in onore dell’Eterno, del tuo Dio, nel luogo che l’Eterno avrà scelto; poiché l’Eterno, il tuo Dio, ti benedirà in tutta la tua raccolta e in tutta l’opera delle tue mani, e tu ti darai interamente alla gioia.

16 Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti all’Eterno, al tuo Dio, nel luogo che questi avrà scelto: nella festa de’ pani azzimi, nella festa delle settimane e nella festa delle Capanne; e nessuno si presenterà davanti all’Eterno a mani vuote.

17 Ognuno darà ciò che potrà, secondo le benedizioni che l’Eterno, l’Iddio tuo, t’avrà date.

18 Stabilisciti de’ giudici e dei magistrati in tutte le città che l’Eterno, il tuo Dio, ti , tribù per tribù; ed essi giudicheranno il popolo con giusti giudizi.

19 Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali, e non accetterai donativi, perché il donativo acceca gli occhi de’ savi e corrompe le parole de’ giusti.

20 La giustizia, solo la giustizia seguirai, affinché tu viva e possegga il paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti .

21 Non pianterai alcun idolo d’Astarte, di qualsivoglia specie di legno, allato all’altare che edificherai all’Eterno, ch’è il tuo Dio;

22 e non erigerai alcuna statua; cosa, che l’Eterno, il tuo Dio, odia.