The Bible

 

Genesi 26:30

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30 Ed egli fece loro un convito; ed essi mangiarono e bevvero.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #1197

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1197. Da cui ebbero origine i Filistei. Che questo significhi una nazione di là derivata, e che questa nazione significhi la mera conoscenza mondana delle cose inerenti la fede e la carità, è evidente dalla Parola, dove ricorrono di frequente i Filistei. Nell'antica chiesa erano chiamati Filistei coloro che parlavano copiosamente della fede, e sostenevano che la salvezza fosse nella fede, ma non ha avevano la vita della fede. Perciò essi erano chiamati specialmente incirconcisi, che significa coloro che sono privi della carità. Che essi fossero chiamati incirconcisi può essere visto in 1 Samuele 14:6; 17:26, 36; 31:4; 2 Samuele 1:20, ed in altri luoghi. Poiché erano tali, non potevano che ridurre le materie della fede a conoscenze mondane; perché la conoscenza delle cose spirituali e celesti, e gli stessi misteri della fede divengono nulla se non materie mondane, quando l'uomo che ha familiarizzato con esse è privo della carità. La conoscenza esteriore della fede è come materie morta, a meno che l'uomo è tale che dalla coscienza vive in accordo con essa. Quando egli agisce così, nello stesso tempo le cose che sono della memoria sono anche cose della vita; e solo allora esse restano presso di lui per il suo uso e la salvezza dopo la vita del corpo. Tali conoscenze sono di alcuna utilità per uomo nell'altra vita, anche se avesse conosciuto tutti gli arcani che sono stati rivelati, a meno che non abbiano influenzato la sua vita.

[2] Questi s'intendono ovunque per i Filistei nelle parti profetiche della Parola, e anche nella parte storica, come per esempio, quando Abramo soggiornò nella terra dei Filistei, e fece un patto con Abimelech, re dei Filistei (Genesi 20:1 fino alla fine; 21:22 fino alla fine; 26:1-34).

Siccome le conoscenze della fede sono qui significate dai Filistei, Abramo, in quanto rappresentava le cose celesti della fede, soggiornò lì, ed fece un'alleanza con loro; e allo stesso modo Isacco, con cui erano rappresentate le cose spirituali della fede; ma non Giacobbe, perché egli rappresentava gli esterni della chiesa.

[3] Che i Filistei significhino, in generale, la mera conoscenza mondana delle cose inerenti la fede, e specialmente quelli che riducono la fede e la salvezza nelle sole conoscenze, che essi fanno materie della memoria, può essere visto in Isaia:

Non rallegratevi voi Filistei, perché la verga che ti ha percosso è stata spezzata, perché dalla radice del serpente uscirà un basilisco, e il suo frutto sarà come un serpente ardente che vola (Isaia 14:29)

Qui la radice del serpente indica le conoscenze mondane; il basilisco, il male dalla falsità che ne deriva; e il frutto di un serpente ardente che vola, sono le loro opere, che sono chiamate, serpente ardente che vola, perché esse provengono delle bramosie.

[4] In Gioele:

Che cosa avete a che fare con me voi Tiro e Sidone, e tutta la Filistea? Osereste vendicarvi su di me? La mia vendetta incombe sul vostro capo, nella misura in cui avete preso il mio argento e il mio oro, e avete portato nei vostri templi i miei tesori più ragguardevoli. Avete anche venduto i figli anche di Giuda e i figli di Gerusalemme ai figli degli Javaniti, per allontanarli dai loro confini (Gioele 3:4-6)

Qui è evidente cosa si intenda con i Filistei, e per tutta la Filistea, o tutti i suoi confini. Argento e oro qui sono le cose spirituali e celesti della fede. I tesori ragguardevoli sono le conoscenze di tali cose. Che le hanno portate nei loro templi, significa che le possedevano e le proclamavano. E che avevano venduto i figli di Giuda e i figli di Gerusalemme, significa che non avevano né amore, né fede. Giuda nella Parola è il celeste della fede e Gerusalemme è lo spirituale della fede che ne deriva, che sono stati condotti lontano dai loro confini. Così anche in altri luoghi nei profeti, come in Geremia 25:20; 47:1 fino alla fine; Ezechiele 16:27, 57; 25:15-16; Amos 1:8; Abdia 1:19; Sofonia 2:5; Salmi 83:7; 87:4. E riguardo a Caphtorim in Deuteronomio 2:23; Geremia 47:4; Amos 9:7.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

The Bible

 

Genesi 26:1-34

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1 Or ci fu la carestia nel paese, oltre la prima carestia che c’era stata al tempo d’Abrahamo. E Isacco andò da Abimelec, re dei Filistei, a Gherar.

2 E l’Eterno gli apparve e gli disse: "Non scendere in Egitto; dimora nel paese che io ti dirò.

3 Soggiorna in questo paese, e io sarò teco e ti benedirò, poiché io darò a te e alla tua progenie tutti questi paesi, e manterrò il giuramento che feci ad Abrahamo tuo padre,

4 e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo, darò alla tua progenie tutti questi paesi, e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie,

5 perché Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi".

6 E Isacco dimorò in Gherar.

7 E quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno alla sua moglie, egli rispondeva: "E’ mia sorella"; perché avea paura di dire: "E’ mia moglie". "Non vorrei", egli pensava, "che la gente del luogo avesse ad uccidermi, a motivo di Rebecca". Poiché ella era di bell’aspetto.

8 Ora, prolungandosi quivi il suo soggiorno, avvenne che Abimelec re de’ Filistei, mentre guardava dalla finestra, vide Isacco che scherzava con Rebecca sua moglie.

9 E Abimelec chiamò Isacco, e gli disse: "Certo, costei è tua moglie; come mai dunque, hai detto: E mia sorella?" E Isacco rispose: "Perché dicevo: Non vorrei esser messo a morte a motivo di lei".

10 E Abimelec: "Che cos’è questo che ci hai fatto? Poco è mancato che qualcuno del popolo si giacesse con tua moglie, e tu ci avresti tirato addosso una gran colpa".

11 E Abimelec diede quest’ordine a tutto il popolo: "Chiunque toccherà quest’uomo o sua moglie sia messo a morte".

12 Isacco seminò in quel paese, e in quell’anno raccolse il centuplo; e l’Eterno lo benedisse.

13 Quest’uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò grande oltremisura.

14 Fu padrone di greggi di pecore, di mandre di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano;

15 e perciò turarono ed empiron di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre aveano scavati al tempo d’Abrahamo suo padre.

16 E Abimelec disse ad Isacco: "Vattene da noi, poiché tu sei molto più potente di noi".

17 Isacco allora si partì di là, s’accampò nella valle di Gherar, e quivi dimorò.

18 E Isacco scavò di nuovo i pozzi d’acqua ch’erano stati scavati al tempo d’Abrahamo suo padre, e che i Filistei avean turati dopo la morte d’Abrahamo; e pose loro gli stessi nomi che avea loro posto suo padre.

19 E i servi d’Isacco scavarono nella valle, e vi trovarono un pozzo d’acqua viva.

20 Ma i pastori di Gherar altercarono coi pastori d’Isacco, dicendo: "L’acqua è nostra". Ed egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli aveano conteso con lui.

21 Poi i servi scavarono un altro pozzo, e per questo ancora quelli altercarono. E Isacco lo chiamò Sitna.

22 Allora egli si partì di là, e scavò un altro pozzo per il quale quelli non altercarono. Ed egli lo chiamò Rehoboth "perché", disse, "ora l’Eterno ci ha messi al largo, e noi prospereremo nel paese".

23 Poi di là Isacco salì a Beer-Sceba.

24 E l’Eterno gli apparve quella stessa notte, e gli disse: "Io sono l’Iddio d’Abrahamo tuo padre; non temere, poiché io sono teco e ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie per amor d’Abrahamo mio servo".

25 Ed egli edificò quivi un altare, invocò il nome dell’Eterno, e vi piantò la sua tenda. E i servi d’Isacco scavaron quivi un pozzo.

26 Abimelec andò a lui da Gherar con Ahuzath, suo amico, e con Picol, capo del suo esercito.

27 E Isacco disse loro: "Perché venite da me, giacché mi odiate e m’avete mandato via dal vostro paese?"

28 E quelli risposero: "Noi abbiam chiaramente veduto che l’Eterno è teco; e abbiam detto: Si faccia ora un giuramento fra Noi, fra Noi e te, e facciam lega teco.

29 Giura che non ci farai alcun male, così come noi non t’abbiamo toccato, e non t’abbiamo fatto altro che del bene, e t’abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora benedetto dall’Eterno".

30 E Isacco fece loro un convito, ed essi mangiarono e bevvero.

31 La mattina dipoi si levarono di buon’ora e si fecero scambievole giuramento. Poi Isacco li accomiatò, e quelli si partirono da lui in pace.

32 Or avvenne che, in quello stesso giorno, i servi d’Isacco gli vennero a dar notizia del pozzo che aveano scavato, dicendogli: "Abbiam trovato dell’acqua".

33 Ed egli lo chiamò Sciba. Per questo la città porta il nome di Beer-Sceba, fino al di d’oggi.

34 Or Esaù, in età di quarant’anni, prese per moglie Judith, figliuola di Beeri, lo Hitteo, e Basmath, figliuola di Elon, lo Hitteo.