197. Origine e natura delle tentazioni. Le tentazioni derivano dalla presenza degli spiriti maligni presso l'uomo, che ispirano scandali contro i beni e le verità che l'uomo ama e crede; e allo stesso modo eccitano anche i mali che egli ha fatto e le falsità che ha pensato (n. 741, 751, 761, 3927, 4307, 4572, 5036, 6657, 8960). Gli spiriti maligni usano ogni sorta di astuzia e cattiveria (n. 6666). L'uomo che è in tentazioni è vicino all'inferno (n. 8131). Ci sono due forze che agiscono nella tentazione, una forza dall'interno, dal Signore, e una forza dall'esterno, dall'inferno (n. 8168).
L'amore dominante dell'uomo è aggredito nelle tentazioni (n. 847, 4274). Gli spiriti maligni attaccano soltanto quelle cose che sono dea fede dell'uomo e dell'amore, quindi quelle cose che sono in relazione con la sua vita spirituale; perciò in quei momenti è la sua vita eterna che è minacciata (n. 1820). Le tentazioni paragonate con la condizione dell'uomo tra i ladri (n. 5246). Durante le tentazioni gli angeli del Signore tengono uomo nelle verità e nei beni che sono presso di lui; viceversa gli spiriti maligni lo tengono nelle falsità e nei mali che sono in lui; da cui nasce un conflitto e un combattimento (n. 4249).
La tentazione è un combattimento tra l'uomo interno o spirituale, e l'uomo esterno o naturale (n. 2183, 4256). Quindi tra i piaceri dell'uomo interno ed i piaceri dell'uomo esterno, che sono opposti tra loro (n. 3928, 8351). Essa ha luogo a causa del conflitto tra questi piaceri (n. 3928) e attiene al dominio di uno sopra l'altro (n. 3928, 8961).
Nessuno può essere tentato se non è nel riconoscimento, e allo stesso tempo nell'affezione della verità e del bene, perché altrimenti, non vi è alcun combattimento, perché non c'è nulla di spirituale che agisce contro ciò che è naturale, quindi non vi è alcuna competizione per il dominio (n. 3928, 4299). Chi ha acquistato una vita spirituale subisce le tentazioni (n. 8963). Le tentazioni esistono presso coloro che hanno coscienza, cioè presso coloro che sono nell'amore spirituale; ma sono più gravose in coloro che hanno la percezione, cioè presso coloro che sono nell'amore celeste (n. 1668, 8963). I morti, vale a dire quelli che non sono nella fede e nell'amore per Dio e per il prossimo, non sono ammessi nelle tentazioni, perché precipiterebbero (n. 270, 4274, 4299, 8964, 8968). Quindi molto pochi nel tempo presente sono ammessi nelle tentazioni spirituali (n. 8965). Ma coloro che provano ansietà per varie cause nel mondo, in passato, presente o futuro, che sono generalmente vittima di infermità e debolezza del corpo, non soffrono di ansie derivanti dalle tentazioni (n. 762, 8164).
Le tentazioni spirituali a volte si manifestano con dolori del corpo, e a volte no (n. 8164). Uno stato di tentazione è una condizione impura e sordida nella misura in cui i mali e le falsità aggrediscono, e sono anche messi in discussione i beni e le verità (n. 5246). Inoltre, perché nelle tentazioni vi è rabbia, tormenti della mente, e molti affezioni maligne (n. 1917, 6829). Vi è anche l'oscurità e il dubbio relativo al fine (n. 1820, 6829) oltre che in relazione alla Divina Provvidenza, perché le preghiere non sono udite nel corso delle tentazioni, come al di fuori di esse (n. 8179). E perché l'uomo quando è in tentazione, appare a se stesso come in uno stato di dannazione (n. 6097). Perché l'uomo percepisce chiaramente ciò che sta facendo nel suo uomo esterno, di conseguenza le cose che gli spiriti maligni insinuano e suscitano, secondo cui egli pensa al suo stato. Ma egli non percepisce ciò che sta facendo nel suo uomo interno, di conseguenza, le cose che fluiscono in lui tramite gli angeli, dal Signore, e perciò egli non può giudicare del suo stato da lì (n. 10236, 10240).
Le tentazioni sono generalmente portate alla disperazione, che è il loro limite (n. 1787, 2694, 5279, 5280, 6144, 7147, 7155, 7166, 8165, 8567). Le ragioni (n. 2694). Nella tentazione ci sono anche forme di disperazione, che però terminano in una generale disperazione (n. 8567). In uno stato di disperazione l'uomo medita cose spiacevoli, ma il Signore non le tiene in considerazione (n. 8165). Quando la tentazione termina, vi è dapprima uno stato di fluttuazione tra la verità e la falsità (n. 848, 857). Ma poi la verità risplende, e diventa serena e gioiosa (n. 3696, 4572, 6829, 8367, 8370).
Coloro che sono rigenerati, sono sottoposti alle tentazioni, non una sola volta, ma molte volte, perché molti mali e falsità devono essere rimossi (n. 8403). Se coloro che hanno acquisito una certa vita spirituale non subiscono tentazioni nel mondo, le subiscono nell'altra vita (n. 7122). Come si svolgono le tentazioni nell'altra vita, e dove (n. 537-539, 699, 1106-1113, 1122, 2694, 4728, 4940-4951, 6119, 6928, 7090, 7122, 7127, 7186, 7317, 7474, 7502, 7541, 7542, 7545, 7768, 7990, 9331, 9763). Lo stato di illuminazione di coloro che superano la tentazione, e sono elevati al cielo, e la loro accoglienza lì (n. 2699, 2701, 2704).
La qualità della tentazione dalla mancanza di verità, e il desiderio di essa nello stesso tempo (n. 2682, 8352). La tentazione dei bambini nell'altra vita, da cui essi imparano a resistere ai mali, la sua natura (n. 2294). Differenza tra tentazioni, infestazioni, e distruzioni (n. 7474).