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Cielo e inferno #2

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2. PARTE 1 - CIELO

1.) Il Signore è il Dio del cielo

Innanzi tutto deve essere noto chi è il Dio del cielo, perché da questo discendono tutte le cose. Nel cielo intero, nessun altro se non il Signore è riconosciuto quale Dio del cielo. Lì si dice, così come Egli stesso ha insegnato,

Che Egli è uno col Padre, e chi vede Lui, vede il Padre; che il Padre è in Lui e Lui nel Padre; che tutto ciò che è santo proviene da Lui (Giovanni 10:30, 38; 14:9-11; 16:13-15)

Spesso ho parlato con gli angeli di questo argomento, ed essi hanno immancabilmente sostenuto che sono incapaci di dividere il Divino in tre, perché sanno e percepiscono che il Divino è Uno e questo Uno e nel Signore. Hanno anche detto che quelli della chiesa che nel mondo hanno sostenuto l’idea di tre entità Divine, non possono entrare nel cielo, fintanto che il loro ragionamento vaga da un Dio ad un altro; e lì non è permesso pensare tre e dire uno, 1 perché ognuno nel cielo parla secondo il proprio pensiero, infatti il discorso è il prodotto immediato del pensiero, ovvero è il pensiero che parla. Quindi quelli che in questo mondo separano il Divino in tre, e associano un’idea distinta ad ognuno di essi, e non individuano nell’idea di uno il Signore, non possono essere ricevuti nel cielo, perché nel cielo vi è una condivisione di tutti i pensieri, e perciò se qualcuno giunge lì con un’idea di tre, ma afferma uno, è subito individuato e respinto. Ma deve essere noto che tutti quelli che non hanno separato ciò che è vero da ciò che è buono, ovvero la fede dall’amore, accolgono nell’altra vita, ove sono opportunamente istruiti, l’idea del Signore che è il Dio dell’universo. Avviene altrimenti per quelli che hanno separato la fede dall’amore, cioè coloro che non hanno vissuto in conformità dei precetti della fede autentica.

Footnotes:

1. I cristiani sono stati esaminati nell'altra vita in merito alla loro idea di unico Dio ed è stato accertato che il loro pensiero è incentrato sul concetto di tre Dei (Arcana Coelestia 2329, 5256, 10736, 10738, 10821). La Divina Trinità nel Signore è riconosciuta nel cielo (nn. 14, 15, 1729, 2005, 5256, 9303).

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Arcana Coelestia #5920

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5920. ‘Et oculi fratris mei Benjamin’: quod significet imprimis a perceptione medii, constat ex significatione ‘oculorum’ et ‘videre’ quod sit 1 intelligere et inde percipere, ut 2 supra n. 5919; et a repraesentatione ‘Benjaminis’ quod sit medium, de qua n. 5411, 5413, 5443, 5639, 5688, 5822. Cum hoc ita se habet: Benjamin quia repraesentabat medium, et hoc medium erat verum interius, n. 5600, 5631, immediate dependens ex bono interno quod ‘Joseph’, idcirco ei perceptio clarior et exquisitior quam veris quae infra seu externis, quae 3 decem ejus fratres repraesentabant; verum enim et bonum, quo propius est interno, eo perfectius 4 habent' perceptivum, sunt 5 penitius in luce caeli ac ita propius Domino; influxus namque Divini Boni et Veri a Domino progreditur per continuas 6 mediationes et sic successiones, quare qui in primis seu initiis sunt, excipiunt influxum perceptione clariore quia immediatius, quam qui in mediis et ultimis; obscuratur successive bonum et verum sicut lux, ad distantias, nam imperfectiora quae per gradus succedunt, hebetant 7 . Ex his patet, 8 quomodo intelligitur testificatio imprimis a perceptione medii; est enim medium interius, 9 et vera quae ‘filii Jacobi’ repraesentant, sunt exteriora.

Footnotes:

1. perceptio

2. The Manuscript inserts nunc.

3. repraesentant decem fratres ejus

4. est illis

5. The Manuscript inserts enim.

6. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

7. The Manuscript inserts et tenebrositate per gradus imbuuntur.

8. quid intelligitur per testificationem

9. at

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

The Bible

 

Psalms 31:20

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20 Thou shalt hide them in the secret of thy presence from the pride of man: thou shalt keep them secretly in a pavilion from the strife of tongues.