From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #9048

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9048. ‘Et si damnum fuerit’: quod significet laesionem, constat absque explicatione.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

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Cielo e inferno #461

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461. 48) L’uomo dopo la morte gode della percezione dei sensi, della memoria e delle affezioni che aveva nel mondo. Nulla è perduto salvo il corpo

Mi è stato mostrato da molteplici esperienze che quando l'uomo passa dal mondo naturale in quello spirituale, alla sua morte, egli porta con sé tutte le sue facoltà, cioè tutto ciò che gli appartiene in quanto uomo, tranne il suo corpo terreno. Perché quando l'uomo entra nel mondo spirituale o nella vita dopo la morte, egli è in un corpo così come nel mondo, senza differenza apparente, poiché egli non vede né avverte alcuna differenza. Ma il suo corpo è allora spirituale e, quindi, è separato o purificato da tutto ciò che è terreno; e quando ciò che è spirituale tocca o vede ciò che è spirituale, è esattamente lo stesso di quando ciò che è naturale tocca o vede ciò che è naturale. Così, quando un uomo diviene uno spirito non sa altrimenti che è nello stesso corpo che aveva nel mondo e quindi non sa di essere morto.

[2] Inoltre, lo spirito dell'uomo gode della stessa percezione dei sensi, sia esteriore, sia interiore, di cui godeva nel mondo; vede come prima, sente e parla come prima, avverte odori e sapori, e quando toccato, si accorge di ciò, come prima; egli inoltre, spera, vuole, riflette, desidera e ama, come prima; e colui che trova il proprio diletto negli studi, legge e scrive come prima. In una parola, quando un uomo passa da una vita nell'altra, o da mondo nell'altro, è come se passasse da un luogo in un altro, portando con sé tutte le cose che possiede in quanto uomo; pertanto la morte, è solo la morte del corpo terreno, dato che non si può sostenere che l'uomo abbia perso alcunché di ciò che è suo proprio.

[3] Inoltre, conserva in sé la sua memoria naturale, mantenendo tutto ciò che ha udito, visto, letto, imparato, o pensato, nel mondo, dalla prima infanzia fino alla fine della vita, anche se gli oggetti naturali che sono contenuti nella memoria, dal momento che non possono essere riprodotti nel mondo spirituale, sono quiescenti, così come sono quando il pensiero non si sofferma su di loro. Tuttavia, essi affiorano secondo l'apprezzamento del Signore. Ma ora ci si deve soffermare su questa memoria e sul suo stato dopo la morte. Un uomo sensuale trova impossibile credere che tale sia la condizione dell'uomo dopo la morte, perché non riesce a comprenderla; perché un uomo sensuale pensa necessariamente in modo naturale, anche delle cose spirituali; per cui egli nega l'esistenza di tutto ciò che non attrae i suoi sensi, cioè, che egli non vede con gli occhi del corpo, né tocca con le mani, come si dice di Tommaso in Giovanni 20:25, 27, 29. Quale sia l'uomo sensuale può essere visto sopra, n. 267 e note afferenti.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.