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Amos 9

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1 Io vidi il Signore che stava in piedi sull’altare, e disse: "Percuoti i capitelli e siano scrollati gli architravi! Spezzali sul capo di tutti quanti, ed io ucciderò il resto con la spada! Nessun d’essi si salverà con la fuga, nessun d’essi scamperà.

2 Quand’anche penetrassero nel soggiorno dei morti, la mia mano li strapperà di là; quand’anche salissero in cielo, di là io li trarrò giù.

3 Quand’anche si nascondessero in vetta al Carmelo, io li scoverò colà e li prenderò; quand’anche s’occultassero al mio sguardo in fondo al mare, là comanderò al serpente di morderli,

4 e quand’anche andassero in cattività davanti ai loro nemici, là comanderò alla spada di ucciderli; io fisserò su di essi i miei occhi per il loro male, e non per il loro bene.

5 Il Signore, l’Iddio degli eserciti, è quegli che tocca la terra, ed essa si strugge, e tutti i suoi abitanti fanno cordoglio; essa si solleva tutta quanta come il fiume, e s’abbassa come il fiume d’Egitto.

6 Egli è colui che costruisce nei cieli le sue stanze superiori, e ha fondato la sua vòlta sulla terra; egli chiama le acque del mare, e le spande sulla faccia della terra; il suo nome è l’Eterno.

7 Non siete voi per me come i figliuoli degli Etiopi, o figliuoli d’Israele? dice l’Eterno. Non trassi io Israele fuori dal paese d’Egitto, e i Filistei da Caftor, e i Siri da Kir?

8 Ecco, gli occhi del Signore, dell’Eterno, stanno sul regno peccatore, e io lo distruggerò di sulla faccia della terra; nondimeno, io non distruggerò del tutto la casa di Giacobbe, dice l’Eterno.

9 Poiché, ecco, io darò l’ordine, e scuoterò la casa d’Israele fra tutte le nazioni, come si fa col vaglio; e non cadrà un granello in terra.

10 Tutti i peccatori del mio popolo morranno per la spada; essi, che dicono: "Il male non giungerà fino a noi, e non ci toccherà".

11 In quel giorno, io rialzerò la capanna di Davide ch’è caduta, ne riparerò le rotture, ne rileverò le rovine, la ricostruirò com’era ai giorni antichi,

12 affinché possegga il resto d’Edom e tutte le nazioni sulle quali è invocato il mio nome, dice l’Eterno che farà questo.

13 Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quando l’aratore raggiungerà il mietitore, e il pigiator dell’uva colui che sparge il seme; quando i monti stilleranno mosto e tutti i colli si struggeranno.

14 E io trarrò dalla cattività il mio popolo d’Israele; ed essi riedificheranno le città desolate, e le abiteranno; pianteranno vigne, e ne berranno il vino; faranno giardini, e ne mangeranno i frutti.

15 Io li pianterò sul loro suolo, e non saranno mai più divelti dal suolo che io ho dato loro, dice l’Eterno, il tuo Dio.

   

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Arcana Coelestia #1071

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1071. Ed egli bevve del vino. Che questo significhi che desiderava indagare le cose che sono della fede, si evince dal significato di vino. Vigna, o vite, come è stato mostrato, è la chiesa spirituale, o l'uomo della chiesa spirituale; uva, grappoli e la vendemmia sono i suoi frutti, e significano la carità, e ciò che è della carità. Ma vino significa la fede che ne deriva, e tutto ciò che ne fa parte. Così uva è il celeste di quella chiesa, e vino è lo spirituale di quella chiesa. Il primo, o celeste, è dalla volontà, come è stato detto prima; l'ultimo, o spirituale, è dall'intelletto. Che il suo bere del vino significhi che desiderava indagare nelle cose della fede, attraverso ragionamenti, è evidente dal suo divenire ebbro, cioè dal cadere in errore. Perché l'uomo di questa chiesa non aveva alcuna percezione, come era nell'uomo della chiesa più antica, ma doveva apprendere ciò che è bene e vero dalle cose dottrinali della fede, raccolte e conservate dalla percezione della chiesa più antica, le quali erano la Parola della chiesa antica. Come la Parola, le cose dottrinali della fede erano in molti casi tali che senza la percezione non potevano essere credute; perché le cose spirituali e le cose celesti trascendono infinitamente la comprensione umana, e da qui nasce il ragionamento. Ma colui che non intende credervi fino a che non le ha apprese, non potrà mai credere, come spesso è stato mostrato in precedenza. (v. n. 128-130, 195-196, 215, 232-233).

[2] Che uva nella Parola significa carità e ciò che è della carità, e che vino significa la fede che di lì deriva e le cose che ne fanno parte, si evince dai seguenti passi.

In Isaia:

Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli s'aspettava che facesse bei grappoli d'uva, ma invece produsse solo uva selvatica (Isaia 5:1-2, 4),

dove i grappoli significano la carità e i suoi frutti.

In Geremia:

Li mieterò e li annienterò, dice Jehovah; non ci sarà più uva sulla vite, né ci saranno più fichi sul fico (Geremia 8:13)

dove la vite indica la chiesa spirituale; l'uva, la carità.

In Osea:

Io trovai Israele come uva nel deserto. Ebbi riguardo dei vostri padri come primizia dell'albero di fico al suo inizio (Osea 9:10)

Israele significa la chiesa antica; uva, il suo essere rivestita di carità. Il significato è opposto quando Israele indica i figli di Giacobbe.

In Michea:

Non vi è alcun grappolo da mangiare; la mia anima desidererà la primizia del fico. L'uomo santo è scomparso dalla terra, e non ci sono uomini retti (Michea 7:1)

Grappolo indica la carità, o ciò che è santo; la primizia del fico rappresenta la fede, o ciò che è giusto.

[3] In Isaia:

Così dice il Signore, come il vino nuovo si trova nel grappolo, e si dice, Non distruggetelo, perché una benedizione è in esso (Isaia 65:8)

dove grappolo indica la carità, e vino nuovo i beni della carità e le verità che ne derivano.

In Mosè:

Si lavò la sua veste nel vino, e il suo manto nel sangue d'uva (Genesi 49:11)

una profezia relativa al Signore. Vino indica lo spirituale dal celeste, il sangue d'uva, il celeste delle chiese spirituali. Quindi l'uva indica la stessa carità, e il vino, la stessa fede.

In Giovanni:

L'angelo disse: Stendi la tua falce tagliente, e vendemmia i grappoli della la vigna della terra; perché le sue uve sono mature (Rivelazione 14,18)

Qui il soggetto è l'ultimo tempo in cui non c'è fede, cioè, quando non c'è la carità; perché la fede non è altro che la carità, e in sostanza, è la carità stessa; cosicché, quando si dice che non c'è più alcuna fede, come nell'ultimo tempo, si intende che non c'è più carità.

[4] Come uva significa carità, così vino significa la fede che ne deriva, perché il vino è dall'uva Questo risulterà evidente dai passi già citati riguardo alla vigna e alla vite, e anche dai seguenti.

In Isaia:

La gioia e l'esultanza sono scomparse dal Carmelo; e nei vigneti non ci saranno più canti, né grida di gioia; nessuno più pigia il vino nei tini. Ho fatto cessare il clamore di una volta (Isaia 16:10)

volendo intendere che la chiesa spirituale, rappresentata dal Carmelo, è devastata; nessuno più pigia il vino nei tini significa che non ci sono uomini che sono nella fede.

Nello stesso profeta:

Gli abitanti della terra sono bruciati, e l'uomo sarà lasciato nel languore; il vino nuovo farà cordoglio, la vite languirà; essi non berranno più vino tra i canti; la bevanda inebriante è amara per chi la beve; vi è un pianto per le strade a causa del vino (Isaia 24:6-7, 9, 11).

Il tema qui è la chiesa devastata, e vino indica la verità di fede, qui ritenuta essere di nessun valore.

In Geremia:

Diranno alle loro madri, dove è il grano e il vino, mentre cadono come feriti per le strade della città? (Lamentazioni 2:12)

Dov'è il grano e il vino significa dove è l'amore e la fede; le strade della città significano qui, come altrove nella Parola, le verità; essere feriti in esse significa non sapere quali siano le verità della fede.

[5] In Amos:

Libererò ancora il mio popolo Israele, ed essi ricostruiranno le città in rovina e le abiteranno; ed essi pianteranno vigne, e ne berranno il vino (Amos 9:14)

Questo si dice della chiesa spirituale o Israele, cui si riferiscono i vigneti che essi pianteranno e il vino che essi berranno, quando diventeranno tali da avere la fede dalla carità.

In Sofonia:

Essi costruiranno case, ma non le abiteranno; pianteranno vigne, ma non ne berranno il vino (Sofonia 1:13, Amos 5:11)

Qui viene descritta la condizione opposta, quando la chiesa spirituale è devastata.

In Zaccaria:

Essi sono come il potente Efraim, e il loro cuore si rallegrerà come attraverso il vino; sì, i loro figli vedranno e si rallegreranno (Zaccaria 10:7) ciò è detto della casa di Giuda, che sarà così dai beni e dalle verità della fede.

In Giovanni:

Che non manchino l'olio e il vino (Rivelazione 6:6)

volendo intendere che nessun danno deve essere fatto al celeste e allo spirituale, ovvero a ciò che è dell'amore e della fede.

[6] Poiché il vino significava la fede nel Signore, nella chiesa ebraica la fede è stata rappresentata nei sacrifici dalle libagioni di vino (Numeri 15:2-15; 28:11-15, 18-31; 29:7-39; Levitico 23:12-13; Esodo 29:40).

Perciò si dice in Osea:

L'aia e il tino non li nutriranno, e il vino nuovo verrà loro a mancare; essi non abiteranno nel paese di Jehovah; ma Efraim tornerà in Egitto, ed essi mangeranno cibi impuri in Assiria; essi non verseranno il vino a Jehovah, né le loro libagioni saranno gradite a lui (Osea 9:2-4)

Qui il soggetto è Israele, o la chiesa spirituale, e quelli in esso che pervertono e contaminano le cose sante e vere della fede desiderando indagare su di esse attraverso le conoscenze e i ragionamenti. Egitto sono le conoscenze, Assiria sono i ragionamenti, Efraim, colui che ragiona.

  
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