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Arcana Coelestia #2849

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2849. ‘Tanquam stellas caelorum’: quod significet multitudinem cognitionum boni et veri, constat ex significatione ‘stellarum’ quod sint cognitiones boni et veri, de qua n. 1808, 2495. Spirituales sunt qui in Verbo passim comparantur stellis, et hoc a cognitionibus boni et veri quae illis, non autem caelestes, quia his non cognitiones sed perceptiones; et praeterea quia stellae illuminant noctem, est enim spiritualibus lux nocturna qualis a luna et stellis respective ad lucem diurnam in qua sunt caelestes; quod spiritualibus obscurum respective sit, videatur n. 1043, 2708 pr. , 2715.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

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Arcana Coelestia #1409

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1409. Che gli eventi storici siano rappresentativi, e che ogni singola parola abbia un preciso significato, si evince da quanto è stato già detto e mostrato in merito agli elementi rappresentativi e significativi (n 665, 920, 1361).

Tuttavia, poiché gli elementi rappresentativi cominciano qui, è bene dare brevemente un'ulteriore spiegazione del soggetto. La chiesa più antica, che era celeste, considerava tutte le cose terrene e mondane, e anche corporee, che erano percepite dai sensi, come cose morte. Ma poiché ciascuna e tutte le cose nel mondo rappresenta qualcosa di specifico del regno del Signore, e quindi delle cose celesti e spirituali, quando questi le vedevano o le percepivano attraverso o loro sensi, non pensavano minimamente ad esse, ma alle cose celesti e spirituali; infatti essi non pensavano alle cose mondane, ma per mezzo di esse; e quindi presso di loro le cose che erano morte diventavano viventi.

[2] Le cose così rappresentate furono tramandate oralmente ai loro discendenti e furono ridotte in principi dottrinali da questi ultimi, che costituivano la Parola della chiesa antica, dopo il diluvio. Presso la chiesa antica questi principi erano significativi; perché per loro tramite essi apprendevano le cose interiori, e da queste pensavano alle cose spirituali e alle cose celesti. Ma quando questa conoscenza cominciò ad estinguersi, al punto che non sapevano quale fosse il significato di queste cose, essi iniziarono a considerare le cose terrestri e mondane come sante, e ad adorarle, ignorandone il loro significato. Così nacque la chiesa rappresentativa, che ha avuto il suo inizio con Abramo e fu poi istituita presso la posterità di Giacobbe. Da ciò si può evincere che gli elementi rappresentativi hanno avuto la loro ascesa dagli oggetti significativi della chiesa antica, e questi dalle idee celesti della chiesa più antica.

[3] La natura degli elementi rappresentativi può scorgersi dagli eventi storici esposti nella Parola, in cui tutti gli atti dei padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, e poi di Mosè, e dei giudici e dei re di Giuda e Israele, non erano altro che rappresentazioni. Abramo nella Parola, come è stato detto, rappresenta il Signore; e dato che gli rappresenta il Signore, rappresenta anche l'uomo celeste; Isacco allo stesso modo, rappresenta il Signore, e di lì, l'uomo spirituale. Giacobbe anche rappresenta il Signore, e di lì, il corrispondente uomo naturale.

[4] Nei soggetti rappresentativi, il carattere della persona non ha alcuna rilevanza, avendo riguardo unicamente per ciò che essa rappresenta; perché tutti i re di Giuda e di Israele, di qualsiasi carattere fossero, rappresentavano la regalità del Signore; e tutti i sacerdoti, di qualunque carattere fossero, rappresentavano la sua funzione sacerdotale. Così il malvagio, al pari del giusto potevano rappresentare il Signore e le cose celesti e spirituali del suo regno; perché, come è stato detto e mostrato sopra, ciò che è rappresentato è del tutto separato dalla persona rappresentante. Quindi tutti gli eventi storici hanno questa funzione rappresentativa; ed essendo tali, ne consegue che ogni singolo termine della Parola ha un preciso significato cioè, hanno un distinto significato nel senso interno rispetto al suo significato letterale.

  
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Arcana Coelestia #920

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920. In questo versetto viene descritto il culto della chiesa antica in generale, e questoperché l'altare e l'olocausto erano le cose principali in tutto il culto rappresentativo. Ma, in primo luogo, sarà descritto il culto esistente nella chiesa più antica, per mostrare di lì come è sorta l'adorazione del Signore per mezzo di rappresentazioni. Gli uomini della chiesa più antica non avevano altro culto che quello interno, come ad esempio è nel cielo; infatti presso di loro il cielo era in comunicazione con l'uomo, in modo che essi facevano uno. E questa comunicazione era la percezione, di cui spesso si è fatto cenno in precedenza. Così essendo angelici, erano uomini interni, e anche se avvertivano le percezioni esteriori del corpo e del mondo, ciò nondimeno non se ne curavano. Essi associavano ogni oggetto percepito a qualcosa di Divino e celeste. Ad esempio, quando vedevano una montagna, essi percepivano non l'idea di una montagna, ma di elevazione, e associavano l'elevazione, al cielo e al Signore, da cui ne è derivato che del Signore è stato detto che abita nell'altissimo, ed egli stesso è chiamato l'Altissimo e l'Eccelso; da cui il culto del Signore si è tenuto sulle montagne; e allo stesso modo per altre cose. Così quando osservavano il mattino, non percepivano il mattino, quale cadenza del giorno, ma ciò che è celeste, e che è simile al mattino e all'alba nella mente umana, da cui il Signore è denominato Mattino, Oriente e Alba. Così, quando guardavano un albero, le sue foglie e i frutti, non si curavano di essi, ma vedevano l'uomo come è rappresentato in essi; nel frutto, l'amore e la carità, nelle foglie, la fede; e da ciò l'uomo della chiesa, non solo era paragonato ad un albero, e a un giardino, e ciò che era in lui, alle foglie e ai frutti, ma era anche chiamato così. Essi erano di una tale natura da essere in un'idea celeste e angelica.

[2] Ognuno può sapere che un'idea generale governa tutte le particolari. Così di tutti gli oggetti percepiti dai sensi, sia quelli visti, sia quelli uditi, l'uomo non se ne cura, tranne che non confluiscono nella sua idea generale. Così a chi è lieto nell'animo, tutte le cose che ode e vede appaiono liete e gioiose; ma a colui che è triste di animo, tutte le cose che ode e vede appaiono tristi e dolorose; e così in altri casi. Questo perché l'affezione generale è in tutti i particolari, e per effetto di ciò essi sono percepiti conformemente all'affezione generale; mentre tutte le altre cose non appaiono neppure, come se fossero assenti o di nessun conto. E così è stato presso l'uomo della chiesa più antica: tutto ciò che vedeva con i suoi occhi era celeste per lui; e quindi presso di lui tutto sembrava essere vivo. Questo dimostra il carattere del suo culto Divino, che era interno, e in nessun modo esterno.

[3] Ma quando quella chiesa è caduta in declino, nella sua discendenza, e quando la percezione o la comunicazione con il cielo ha cominciato ad estinguersi, un altro stato di cose è iniziato. Da allora gli uomini non hanno percepito alcunché di celeste negli oggetti dei sensi, come avevano fatto prima, ma soltanto ciò che è mondano, e questo in misura crescente e proporzionale alla perdita della loro percezione. Infine, nell'ultima posterità precedente al diluvio, essi percepivano degli oggetti soltanto ciò che è mondano, corporeo, e terreno. Così il cielo è stato separato dall'uomo, né vi è più stata comunicazione se non in un modo molto remoto; ed è stata aperta la comunicazione tra l'uomo e l'inferno, e di là è venuta la sua idea generale, che fluisce nelle idee di tutti i particolari, come è stato mostrato. Poi, quando qualche idea celeste si è presentata, essa era come nulla per loro, tale che alla fine non erano disposti a riconoscere neppure l'esistenza di alcunché di spirituale e celeste. Così lo stato dell'uomo mutò e subì un'inversione.

[4] Poiché il Signore ha previsto che tale sarebbe divenuto lo stato dell'uomo, ha provveduto alla conservazione delle cose dottrinali della fede, affinché gli uomini potessero conoscere ciò che è celeste, e ciò che è spirituale. Queste cose dottrinali sono state raccolte dagli uomini della chiesa più antica, quelli denominati Caino, e anche da coloro che sono stati chiamati Enoch, riguardo ai quali si è detto più sopra. Perciò si dice di Caino che un marchio è stato fissato su di lui perché nessuno lo debba uccidere (vedi Genesi 4:15, n. 393, 394); e di Enoch che è stato preso da Dio (Genesi 5:24).

Queste cose dottrinali consistevano esclusivamente in immagini rappresentative, e quindi, per così dire, in cose enigmatiche, cioè nel significato di vari oggetti esistenti sulla faccia della terra; come ad esempio che le montagne significavano cose celesti, e il Signore; che il mattino e l'oriente hanno lo stesso significato; che gli alberi di vario genere e i loro frutti significano l'uomo e le sue cose celesti, e così via. In simili cose consistevano le loro cose dottrinali, che sono state tutte raccolte dagli oggetti rappresentativi della chiesa più antica; e di conseguenza, i loro scritti sono anche della stessa natura. E siccome essi ammiravano questi oggetti rappresentativi, e sembrava anche a se stessi di vedere, ciò che è Divino e celeste, e anche a causa della loro antichità, il culto da cose come queste era iniziato ed è stato permesso, e questa è stata l'origine del loro culto sui monti, e in boschetti in mezzo agli alberi, e anche delle loro colonne o statue all'aria aperta, e finalmente degli altari e olocausti che divennero in seguito le cose principali di tutto culto. Questo culto fu iniziato dall'antica chiesa, e fu quindi trasmesso alla sua posterità e a tutte le nazioni d'intorno, oltre a molte altre cose, riguardo alla quale per Divina misericordia del Signore, si tratterà di seguito.

  
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