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Fatti un’arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori.
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Fatti un’arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori.
627. Poiché ogni uomo aveva corrotto la propria condotta sulla terra. Che questo significa che la natura esteriore di quell'uomo aveva distrutto tutta la capacità d'intendere la verità è evidente dal significato di carne (riguardo al quale si veda il versetto 3), che in generale significa ogni uomo, e nel particolare l'uomo corporeo, o tutto ciò che è del corpo. E dal significato di condotta cioè, la capacità d'intendere la verità, che è la verità stessa. Che condotta si riferisca alla capacità d'intendere la verità, cioè, alla verità, è evidente dai passi che sono stati addotti in diversi luoghi prima, e anche dal il seguente.
In Mosè:
Il Signore disse: Levati, scendi prontamente di qui, perché il tuo popolo si è corrotto; hanno deviato improvvisamente dalla via che avevo comandato loro; e si sono fatti un idolo (Deuteronomio 9:12, 16)
il che significa che si erano allontanati dai comandamenti, che sono le verità.
[2] In Geremia:
I tuoi occhi sono aperti su tutte le vie dei figli dell'uomo, per dare a ciascuno secondo le sue vie, e secondo il frutto delle sue opere (Geremia 32:19)
Le vie significano una vita conforme ai comandamenti; il frutto delle sue opere, è una vita dalla carità. Quindi una via fa riferimento alle verità, che sono quelle dei precetti e dei comandamenti. E il significato di figli dell'uomo e di uomo è conforme a ciò che è stato esposto in precedenza. Così in Geremia 7:3, e 17:10.
In Osea:
Visiterò le sue vie, e rendere a lui secondo le sue opere (Osea 4:9)
In Zaccaria:
Retrocedete dalle vostre vie empie, e dalle vostre opere malvagie. Questo è quanto il Signore ha in proposito di fare a noi secondo le nostre vie, e secondo le nostre opere (Zaccaria 1:4, 6)
Qui il significato è analogo, ma al contrario di prima, perché sono vie empie e opere malvagie.
In Geremia:
Darò loro un cuore, e una via (Geremia 32:39).
Cuore significa il bene, e via la verità.
In Davide:
Fammi conoscere la via dei tuoi comandamenti; rimuovi da me la via della menzogna; e concedimi la tua legge misericordiosa. Ho scelto la via della verità. Percorrerò la via dei tuoi comandamenti (Salmi 119:27, 29-30, 32)
Qui la via dei comandamenti sta per la via della verità, opposta alla quale è la via della menzogna.
[3] Nello stesso libro:
Fammi conoscere le tue vie, o Signore, insegnami i tuoi sentieri. Conduci la mia strada nella tua verità, e insegnami (Salmi 25:4-5)
Qui allo stesso modo via significa palesemente verità.
In Isaia:
A chi il Signore ha chiesto consiglio, chi lo istruisce, e gli insegna il sentiero della giustizia, e gli insegna la conoscenza e lo istruisce sulla via della comprensione (Isaia 40:14)
volendo intendere la comprensione della verità.
In Geremia:
Così dice il Signore, state sulle vie e guardate, e chiedete dei vecchi sentieri, dove è la buona strada, e percorretela (Geremia 6:16)
Anche qui via sta per la capacità d'intendere la verità.
In Isaia:
Io guiderò i ciechi in una via che non conoscevano, in sentieri che non hanno conosciuto li condurrò (Isaia 42:16)
I termini via, percorso, sentiero, strada e vicolo fanno riferimento alla verità, perché portano alla verità; come anche in Geremia:
Essi sono inciampati nelle loro vie, negli antichi sentieri, per camminare in sentieri secondari, in una via non tracciata (Geremia 18:15)
Così nel libro dei Giudici:
Ai tempi di Jael le vie erano deserte, e i viandanti camminavano su sentieri tortuosi. Le strade erano deserte in Israele (Giudici 5:6)
1
L’ottavo mese, il secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta al profeta Zaccaria, figliuolo di Berekia, figliuolo d’Iddo, il profeta, in questi termini:
2
"L’Eterno è stato gravemente adirato contro i vostri padri.
3
Tu, dunque, di’ loro: Così parla l’Eterno degli eserciti: Tornate a me, dice l’Eterno degli eserciti, e io tornerò a voi; dice l’Eterno degli eserciti.
4
Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti precedenti si rivolgevano, dicendo: Così parla l’Eterno degli eserciti: Ritraetevi dalle vostre vie malvage, dalle vostre malvage azioni! Ma essi non dettero ascolto, e non prestarono attenzione a me, dice l’Eterno.
5
I vostri padri dove son essi? E i profeti potevan essi vivere in perpetuo?
6
Ma le mie parole e i miei decreti, dei quali avevo dato incarico ai miei servi i profeti, non arrivarono essi a colpire i padri vostri? Allora essi si convertirono, e dissero: L’Eterno degli eserciti ci ha trattati secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, come avea risoluto di fare".
7
Il ventiquattresimo giorno dell’undecimo mese, che è il mese di Scebat, nel secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta a Zaccaria, figliuolo di Berekia, figliuolo d’Iddo, il profeta, in questi termini:
8
Io ebbi, di notte, una visione; ed ecco un uomo montato sopra un cavallo rosso; egli stava fra le piante di mortella in un luogo profondo; e dietro a lui c’eran de’ cavalli rossi, sauri e bianchi.
9
E io dissi: "Che son questi, signor mio?" E l’angelo che parlava meco mi disse: "Io ti farò vedere che cosa son questi".
10
E l’uomo che stava fra le piante di mortella prese a dire: "Questi son quelli che l’Eterno ha mandati a percorrere la terra".
11
E quelli si rivolsero all’angelo dell’Eterno che stava fra le piante di mortella, e dissero: "Noi abbiam percorso la terra, ed ecco tutta la terra è in riposo e tranquilla".
12
Allora l’angelo dell’Eterno prese a dire: "O Eterno degli eserciti, fino a quando non avrai tu pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei stato indignato durante quei settant’anni?"
13
E l’Eterno rivolse all’angelo che parlava meco, delle buone parole, delle parole di conforto.
14
E l’angelo che parlava meco mi disse: "Grida e di’: Così parla l’Eterno degli eserciti: Io provo una gran gelosia per Gerusalemme e per Sion;
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e provo un grande sdegno contro le nazioni che se ne stanno ora tranquille, e che, quand’io m’indignai un poco contro di essa, contribuirono ad accrescer la sua disgrazia.
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Perciò così parla l’Eterno: Io mi volgo di nuovo a Gerusalemme con compassione; la mia casa vi sarà ricostruita, dice l’Eterno degli eserciti, e la corda sarà di nuovo tirata su Gerusalemme.
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Grida ancora, e di’: Così parla l’Eterno degli eserciti: le mie città rigurgiteranno ancora di beni, e l’Eterno consolerà ancora Sion, e sceglierà ancora Gerusalemme".
18
Poi alzai gli occhi, e guardai, ed ecco quattro corna.
19
E io dissi all’angelo che parlava meco: "Che son queste?" Egli mi rispose: "Queste son le corna che hanno disperso Giuda, Israele e Gerusalemme".
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E l’Eterno mi fece vedere quattro fabbri.
21
E io dissi: "Questi, che vengono a fare?" Egli rispose e mi disse: "Quelle là son le corna che hanno disperso Giuda, sì che nessuno alzava più il capo; ma questi qui vengono per spaventarle, per abbattere le corna della nazioni, che hanno alzato il loro corno contro il paese di Giuda per disperderne gli abitanti".