Från Swedenborgs verk

 

Vita #0

Studera detta avsnitt

/ 114  
  

VITA

EMANUEL SWEDENBORG

Sommario:

Indice Insegnamenti sulla vita per la nuova Gerusalemme tratti dal Decalogo I, [§§ 18]

La religione concerne il modo in cui si vive, e la via religiosa alla vita è fare il bene, II [§§ 917]

Nessuno può fare qualcosa di autenticamente buono da se stesso, III [§§ 1831]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle alle cattive azioni perché sono peccati, le buone azioni che fa non procedono da lui ma dal Signore, IV [§§ 3241]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle al male perché è peccato, ama ciò che è vero, V [§§ 4252]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle al male perché è peccato, ha fede ed è spirituale, VI [§§ 5361]

I Dieci Comandamenti ci dicono quali mali sono peccati, VII [§§ 6266 ]

Tutti i generi di omicidio, adulterio, furto e falsa testimonianza, insieme con l’impulso a commetterli, sono mali ai quali si devono voltare le spalle perché sono peccati, VIII [§§ 6773]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle a ogni genere di omicidio, in quanto peccato, egli è nell’amore verso il prossimo, IX [§§ 7479]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle ad ogni genere di adulterio in quanto peccato, ama la castità, X [§§ 8086]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle a tutti i generi di furto in quanto peccato, ama l’onestà, XI [§§ 8791]

Nella misura in cui l’uomo volta le spalle è tutti i tipi di falsa testimonianza in quanto peccati, ama la verità, XII [§§ 92100]

L'unico modo di astenersi dai mali in quanto peccati, fino ad averli in avversione è combattere contro di essi, XIII [§§ 101107]

L’uomo deve astenersi dai mali come peccati, e combattere contro di essi come da se stesso, XIV [§§ 108114]

/ 114  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

Från Swedenborgs verk

 

Vita #32

Studera detta avsnitt

  
/ 114  
  

32. IV. Nella misura in cui l’uomo volta le spalle al male perché è peccato, ama ciò che è vero.

Ci sono due principi assoluti che emanano dal Signore: il Divino bene e la Divina verità. Il Divino bene procede dal suo Divino amore, e la Divina verità, dalla sua Divina sapienza. Nel Signore, questi due sono uno e quindi procedono da lui come uno. Nondimeno, non sono ricevuti come uno dagli angeli nei cieli né da noi sulla terra. Ci sono alcuni angeli e persone che ricevono più verità Divina che bene Divino, e ce ne sono altri che ricevono più bene Divino che verità Divina. Perciò i cieli sono divisi in due regni, uno chiamato “regno celeste” e l'altro chiamato “regno spirituale.” I cieli che ricevono maggiormente Divino bene formano il regno celeste, quelli che ricevono maggiormente Divina verità formano il regno spirituale. Su questi due regni in cui i cieli sono distinti, si veda in Cielo e inferno nn. 20­28.

[2] Tuttavia, gli angeli di ogni cielo godono di sapienza e intelligenza solo fino al punto in cui il bene che essi praticano è unito alla verità. Ogni loro buona azione che non sia unita alla verità, di fatto non è buona. Possiamo rilevare da questo che il bene, unito alla verità, genera amore e sapienza sia per l’angelo, sia per l’uomo e per noi; e dato che gli angeli sono angeli in virtù del loro amore e della loro sapienza, e poiché lo stesso vale per noi, possiamo vedere che il bene unito alla verità è ciò che fa di un angelo un angelo del cielo, e di una persona un autentico membro della chiesa.

  
/ 114  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

Från Swedenborgs verk

 

Vita #17

Studera detta avsnitt

  
/ 114  
  

17. Il Signore ci dice in Giovanni che nessuno può fare niente di genuinamente buono da se stesso:

L'uomo non può ricevere cosa alcuna, se non gli viene data dal cielo (Giovanni 3:27)

E ancora:

Chi rimane in me ed io in lui, questi porta molto frutto, perché senza di me non potete fare niente (Giovanni 15:5)

“Chi rimane in me ed io in lui, questi porta molto frutto” significa che tutto il bene viene dal Signore. “Frutto” significa ciò che è buono. “Senza di me non potete fare niente” significa che nessuno di noi può fare il bene da se stesso. Coloro che credono nel Signore, e che fanno ciò che è buono, da lui, sono chiamati “figli della luce” (Giovanni 12:36; Luca 16:8), “figli del matrimonio” (nella versione italiana: gli amici dello sposo – ndt) (Marco 2:19), “figli della resurrezione” (Luca 20:36), “figli di Dio” (Luca 20:36 ; Giovanni 1:12) e “nati da Dio” (Giovanni 1:13). Di essi si dice che “vedranno Dio” (Matteo 5:8); che “ il Signore dimorerà in loro” (Giovanni 14:23); che essi “hanno la fede in Dio”(Marco 11:22) e che “le loro opere sono fatte secondo Dio” (Giovanni 3:21).

Queste asserzioni sono riassunte nelle seguenti parole:

Ma a quanti lo accolsero, diede il potere di diventare Figli di Dio: quelli che credono nel suo nome, i quali non sono nati dal sangue, né da volere di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio. (Giovanni 1:12,13)

“Credere nel nome del Figlio di Dio” è credere alla Parola e vivere secondo essa. Il “volere di carne” è la nostra stessa volontà, che in sé è male, e la “volontà di uomo” è il nostro stesso intelletto, che in sé è falso, in quanto risultato del male. Coloro che sono nati da questi sono persone che nel loro comprendere, pensare, agire e parlare, attingono da loro stessi. Coloro che sono nati da Dio sono persone che nel loro comprendere, pensare, agire e parlare, attingono dal Signore. In breve, ciò che viene da noi non è bene. Ciò che viene dal Signore è bene.

  
/ 114  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.