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Deuteronomio 32:43

Studie

       

43 Sclamate d’allegrezza, o nazioni, o suo popolo; Perciocchè egli farà la vendetta del sangue de’ suoi servitori, E farà retribuzion di vendetta a’ suoi avversari, E sarà propizio alla sua terra, al suo popolo.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

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Dottrina sulla Sacra Scrittura # 51

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51. I - La Parola senza la dottrina non è comprensibile. Questo perché la Parola, nel senso letterale, consiste di mere corrispondenze, affinché gli spirituali ed i celesti siano in essa insieme, e che ciascun termine ne sia il contenente ed il fulcro. Perciò in molti passi le verità non appaiono nude nel senso letterale, ma sono rivestite, e si chiamano in questo caso, apparenze di verità. Vi sono poi molte cose adattate al modo d’intendere dei semplici, i quali non elevano i loro pensieri al disopra di ciò che vedono con gli occhi. E vi sono altre cose che appaiono come contraddizioni, e ciò nondimeno, la Parola considerata nella sua vera luce è priva di contraddizioni. Inoltre in taluni passi dei profeti, ricorrono sequele di nomi propri di luoghi e di persone, come quelli citati sopra al n. 15, da cui non può trarsi alcun senso. Se tale è dunque la Parola nel suo senso letterale, emerge chiaramente che non la si può comprendere senza una dottrina.

[2] Gli esempi varranno a spiegare tale affermazione. Si dice che Jehovah si pente (Esodo 32:12, 14); ma si dice anche che Jehovah non si pente (Numeri 23:19; 1 Samuele 25:29). Questi passi, senza la dottrina appaiono in contraddizione. SI dice che Jehovah visi l’iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e alla quarta generazione (Numeri 14:18); ma si dice anche che Non morrà il il padre per il figlio, né il figlio per il padre; ma ciascuno nel suo peccato

(Deuteronomio 24:16). Questi passi non sono in contraddizione, bensì in armonia, attraverso la dottrina.

[3] Gesù dice:

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto (Matteo 7:7-8; 21:21-22)

Senza la dottrina si crederebbe che chiunque possa ricevere ciò che domanda; ma la dottrina insegna a credere che ogni cosa l’uomo domandi non da se stesso, ma dal Signore, questa gli sarà data. Invero, anche il Signore lo insegna:

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete ciò che volete e vi sarà fatto (Giovanni 15:7)

[4] Dice il Signore:

Beati i poveri, perché di essi è il regno di Dio (Luca 6:20)

Senza la dottrina si sarebbe indotti a credere che il regno di Dio appartiene ai poveri e non è per i ricchi; ma la dottrina insegna che qui s’intendono i poveri in spirito. E infatti, dice il Signore:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli (Matteo 5:3)

[5] Dice il Signore:

Non giudicate affinché non siate giudicati. Secondo il giudizio con cui giudicherete, sarete giudicati (Matteo 7:12; Luca 6:37)

Senza la dottrina si può arguire da questo passo che non si deve dire che il male sia male; e così non si deve giudicare che il malvagio sia malvagio. Ma la dottrina insegna che è lecito giudicare, purché ciò sia fatto con giustizia; perché il Signore dice:

Non dovete giudicare secondo l’apparenza. Giudicate con giustizia, invece (Giovanni 7:24)

[6] Gesù dice:

Non fatevi chiamare dottore, perché uno solo è il vostro dottore, Cristo […] E non chiamate nessuno padre sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro maestro, Cristo (Matteo 23:8-10)

Senza la dottrina si concluderebbe che non è lecito chiamare alcuno, dottore, padre o maestro; ma attraverso la dottrina si comprende che è lecito farlo in un senso naturale, ma non in senso spirituale.

[7] Gesù disse ai discepoli:

Quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. (Matteo 19:28)

Da queste parole si potrebbe arguire che anche i discepoli del Signore hanno il potere di giudicare, e nondimeno, essi non possono giudicare nessuno. La dottrina rivela questo arcano, insegnando che solo il Signore, che è onnisciente e conosce il cuore di ciascuno, può giudicare, e di fatto giudicherà; e che per i dodici discepoli s’intende la chiesa in quanto a tutte le verità e tutti i beni, che sono in essa dal Signore, attraverso la Parola. Da cui la dottrina conclude che queste verità e questi beni dovranno giudicare ciascuno, secondo le parole del Signore in Giovanni (3:17-18; 12:47-48)

[8] Chi legge la Parola senza la dottrina non sa come possano conciliarsi in modo coerente le cose dette dai profeti della nazione giudaica e di Gerusalemme. Da una parte si dice che la chiesa sarebbe rimasta in eterno presso quella nazione, e la sua sede in quella città, come ad esempio nei seguenti passi:

Il Signore visiterà il suo gregge, la casa di Giuda, e ne farà come un cavallo di gloria. Da lui uscirà la pietra angolare, da lui il chiodo, da lui l’arco di guerra (Zaccaria 10:3-4, 6-7)

Ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te; e il Signore farà Giuda sua eredità; e Gerusalemme sarà di nuovo prescelta (Zaccaria 2:10-12)

In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda […] e Giuda in eterno sarà, e Gerusalemme di generazione in generazione (Gioele 3:18, 20)

Ecco verranno i giorni - dice il Signore - nei quali seminerò la casa di Israele e la casa di Giuda con un seme d’uomo […] in cui concluderò con la casa di Israele e la casa di Giuda un’alleanza nuova […] Questa sarà l’alleanza: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo (Geremia 31:27, 31, 33)

In quel giorno dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Verremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi (Zaccaria 8:22-23)

E allo stesso modo, altrove, come in Isaia 44:24-26; 49:22-23; 65:9; 66:20-22; in Geremia 3:18; 23:5; 50:19-20; Nahum 2:1; Malachia 3:4. In tutti questi passi si parla dell’avvento del Signore, e si dice che tutte le cose avrebbero avuto luogo.

[9] Ma si dice il contrario in molti altri passi, di cui è sufficiente addurre il seguente:

Nasconderò loro il mio volto; vedrò quale sarà la loro fine. Sono una generazione perfida, sono figli infedeli […] Li voglio disperdere, cancellarne tra gli uomini il ricordo! […] Sono un popolo insensato e in essi non c’è intelligenza […] La loro vite è dal ceppo di Sòdoma, dalle piantagioni di Gomorra. La loro uva è velenosa, e i grappoli sono amari. Veleno di dragoni è il loro vino, crudele come fiele di aspide. Non è forse tutto ciò nascosto presso di me, sigillato nei miei forzieri? Mia sarà la vendetta e il castigo (Deuteronomio 32:20-35)

Queste cose pure sono dette di quella stessa nazione giudaica. E simili cose altrove, come in Isaia (3:12, 8; 5:3-6) in Deuteronomio (9:5-6) in Matteo (12:39; 23:27-28) in Giovanni (8:44) e ovunque in Geremia ed Ezechiele. Ma ciò che appare quale contraddizione si rivela concordante attraverso la dottrina, la quale insegna che nella Parola, per Israele e Giuda, non s’intendono Israele e Giuda, bensì la chiesa in entrambi i sensi, quando cioè è devastata, e quando è instaurata dal Signore. Molti altri passi nella Parola sono simili a quelli qui citati, da cui emerge ad abundantiam che la Parola senza la dottrina non è comprensibile.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Geremia 49

Studie

   

1 Riguardo ai figliuoli di Ammon. Così parla l’Eterno: Israele non ha egli figliuoli? Non ha egli erede? Perché dunque Malcom prend’egli possesso di Gad, e il suo popolo abita nelle città d’esso?

2 Perciò, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, ch’io farò udire il grido di guerra contro Rabbah de’ figliuoli d’Ammon; essa diventerà un mucchio di ruine, le sue città saranno consumate dal fuoco; allora Israele spodesterà quelli che l’aveano spodestato, dice l’Eterno.

3 Urla, o Heshbon, poiché Ai è devastata; gridate, o città di Rabbah, cingetevi di sacchi, date in lamenti, correte qua e là lungo le chiusure, poiché Malcom va in cattività insieme coi suoi sacerdoti e coi suoi capi.

4 Perché ti glori tu delle tue valli, della tua fertile valle, o figliuola infedele, che confidavi nei tuoi tesori e dicevi: "Chi verrà contro di me?"

5 Ecco, io ti fo venire addosso da tutti i tuoi dintorni il terrore, dice il Signore, l’Eterno degli eserciti; e voi sarete scacciati, in tutte le direzioni, e non vi sarà chi raduni i fuggiaschi.

6 Ma, dopo questo, io trarrò dalla cattività i figliuoli di Ammon, dice l’Eterno.

7 Riguardo a Edom. Così parla l’Eterno degli eserciti: Non v’è egli più saviezza in Teman? Gl’intelligenti non sanno essi più consigliare? La loro saviezza è dessa svanita?

8 Fuggite, voltate le spalle, nascondetevi profondamente, o abitanti di Dedan! Poiché io fo venire la calamità sopra Esaù, il tempo della sua punizione.

9 Se de’ vendemmiatori venissero a te non lascerebbero essi dei racimoli? Se de’ ladri venissero a te di notte non guasterebbero più di quanto a loro bastasse.

10 Ma io nuderò Esaù, scoprirò i suoi nascondigli, ed ei non si potrà nascondere; la sua prole, i suoi fratelli, i suoi vicini saran distrutti, ed ei non sarà più.

11 Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere, e le tue vedove confidino in me!

12 Poiché così parla l’Eterno: Ecco, quelli che non eran destinati a bere la coppa, la dovranno bere; e tu andresti del tutto impunito? Non andrai impunito, tu la berrai certamente.

13 Poiché io lo giuro per me stesso, dice l’Eterno, Botsra diverrà una desolazione, un obbrobrio, un deserto, una maledizione, e tutte le sue città saranno delle solitudini eterne.

14 Io ho ricevuto un messaggio dall’Eterno, e un messaggero e stato inviato fra le nazioni: "Adunatevi, venite contro di lei, levatevi per la battaglia!"

15 Poiché, ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni, e sprezzato fra gli uomini.

16 Lo spavento che ispiravi, l’orgoglio del tuo cuore t’han sedotto, o tu che abiti nelle fessure delle rocce, che occupi il sommo delle colline; ma quand’anche tu facessi il tuo nido tant’alto quanto quello dell’aquila, io ti farò precipitar di lassù, dice l’Eterno.

17 E Edom diventerà una desolazione; chiunque passerà presso di lui rimarrà stupito, e si darà a fischiare a motivo di tutte le sue piaghe.

18 Come avvenne al sovvertimento di Sodoma di Gomorra e di tutte le città a loro vicine, dice l’Eterno, nessuno più abiterà quivi, non vi dimorerà più alcun figliuol d’uomo.

19 Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del Giordano contro la forte dimora; io ne farò fuggire a un tratto Edom, e stabilirò su di essa colui che io ho scelto. Poiché chi è simile a me? Chi m’ordinerà di comparire in giudizio? Qual è il pastore che possa starmi a fronte?

20 Perciò, ascoltate il disegno che l’Eterno ha concepito contro Edom, e i pensieri che medita contro gli abitanti di Teman! Certo, saran trascinati via come i più piccoli del gregge, certo, la loro dimora sarà devastata.

21 Al rumore della loro caduta trema la terra; s’ode il loro grido fino al mar Rosso.

22 Ecco, il nemico sale, fende l’aria, come l’aquila, spiega le sue ali verso Botsra; e il cuore dei prodi d’Edom, in quel giorno, è come il cuore d’una donna in doglie di parto.

23 Riguardo a Damasco. Hamath e Arpad sono confuse, poiché hanno udito una cattiva notizia; vengon meno; è un’agitazione come quella del mare, che non può calmarsi.

24 Damasco divien fiacca, si volta per fuggire, un tremito l’ha còlta; angoscia e dolori si sono impadroniti di lei, come di donna che partorisce.

25 "Come mai non è stata risparmiata la città famosa, la città della mia gioia?"

26 Così i suoi giovani cadranno nelle sue piazze, e tutti i suoi uomini di guerra periranno in quel giorno, dice l’Eterno degli eserciti.

27 Ed io appiccherò il fuoco alle mura di Damasco, ed esso divorerà i palazzi di Ben-Hadad.

28 Riguardo a Kedar e ai regni di Hatsor, che Nebucadnetsar, re di Babilonia, sconfisse. Così parla l’Eterno: Levatevi, salite contro Kedar, distruggete i figliuoli dell’oriente!

29 Le lor tende, i loro greggi saranno presi; saranno portati via i loro padiglioni, tutti i loro bagagli, i loro cammelli; si griderà loro: "Spavento da tutte le parti!"

30 Fuggite, dileguatevi ben lungi, nascondetevi profondamente, o abitanti di Hatsor, dice l’Eterno; poiché Nebucadnetsar, re di Babilonia, ha formato un disegno contro di voi, ha concepito un piano contro di voi.

31 Levatevi, salite contro una nazione che gode pace ed abita in sicurtà, dice l’Eterno; che non ha né portesbarre, e dimora solitaria.

32 Siano i loro cammelli dati in preda, e la moltitudine del loro bestiame diventi bottino! Io disperderò a tutti i venti quelli che si tagliano i canti della barba, e farò venire la loro calamità da tutte le parti, dice l’Eterno.

33 Hatsor diventerà un ricetto di sciacalli una desolazione in perpetuo; nessuno più abiterà quivi, non vi dimorerà più alcun figliuol d’uomo.

34 La parola dell’Eterno che fu rivolta in questi termini al profeta Geremia riguardo ad Elam, al principio del regno di Sedekia, re di Giuda:

35 Così parla l’Eterno degli eserciti: Ecco, io spezzo l’arco di Elam, la sua principal forza.

36 Io farò venire contro Elam i quattro venti dalle quattro estremità del cielo; li disperderò a tutti quei venti, e non ci sarà nazione, dove non arrivino de’ fuggiaschi d’Elam.

37 Renderò gli Elamiti spaventati dinanzi ai loro nemici, e dinanzi a quelli che cercan la loro vita; farò piombare su loro la calamità, la mia ira ardente, dice l’Eterno; manderò la spada ad inseguirli, finch’io non li abbia consumati.

38 E metterò il mio trono in Elam, e ne farò perire i re ed i capi, dice l’Eterno.

39 Ma negli ultimi giorni avverrà ch’io trarrò Elam dalla cattività, dice l’Eterno.