Bible

 

Levitico 3

Studie

   

1 Quand’uno offrirà un sacrifizio di azioni di grazie, se offre capi d’armenti, un maschio o una femmina, l’offrirà senza difetto davanti all’Eterno.

2 Poserà la mano sulla testa della sua offerta, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i sacerdoti, figliuoli d’Aaronne, spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

3 E di questo sacrifizio di azioni di grazie offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

4 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

5 E i figliuoli d’Aaronne faranno fumare tutto questo sull’altare sopra l’olocausto, che è sulle legna messe sul fuoco. Questo è un sacrifizio di soave odore, fatto mediante il fuoco all’Eterno.

6 Se l’offerta ch’egli fa come sacrifizio di azioni di grazie all’Eterno è di capi di gregge, un maschio o una femmina, l’offrirà senza difetto.

7 Se presenta come offerta un agnello, l’offrirà davanti all’Eterno.

8 Poserà la mano sulla testa della sua offerta, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i figliuoli d’Aaronne ne spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

9 E di questo sacrifizio di azioni di grazie offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso, tutta la coda ch’egli staccherà presso l’estremità della spina, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

10 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

11 E il sacerdote farà fumare tutto questo sull’altare. E’ un cibo offerto mediante il fuoco all’Eterno.

12 Se la sua offerta è una capra, l’offrirà davanti all’Eterno.

13 Poserà la mano sulla testa della vittima, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i figliuoli d’Aaronne ne spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

14 E della vittima offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

15 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

16 E il sacerdote farà fumare tutto questo sull’altare. E’ un cibo di soave odore, offerto mediante il fuoco. Tutto il grasso appartiene all’Eterno.

17 Questa è una legge perpetua, per tutte le vostre generazioni, in tutti i luoghi dove abiterete: non mangerete né grassosangue".

   

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Arcana Coelestia # 9393

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Nuova Gerusalemme e dottrina celeste # 35

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35. L'uomo ha due facoltà, una delle quali è chiamata volontà, e l'altra, intelletto (n. 35, 641, 3539, 3623, 5969, 10122). Queste due facoltà costituiscono l'uomo stesso (n. 10076, 10109, 10110, 10264, 10284). La qualità dell'uomo è secondo queste due facoltà presso di lui (n. 7342, 8885, 9282, 10264, 10284). In virtù di esse l'uomo si distingue dalla bestie, per la ragione che l'intelletto dell'uomo può essere elevato dal Signore, e vedere le Divine verità, e allo stesso la sua volontà può essere elevata e percepire i Divini beni; e quindi l'uomo può essere congiunto al Signore attraverso queste due facoltà, che lo costituiscono. Diverso è per le bestie (nn. 4525, 5114, 5302, 6323, 9231). Dal momento che l'uomo può essere congiunto al Signore, egli non può morire in quanto al suo interiore, che costituisce il suo spirito, ma vive per sempre (n. 5302). L'uomo non è uomo dalla sua forma, ma dal bene e dalla verità, che sono della sua volontà e dell'intelletto (n. 4051, 5302).

Come tutte le cose nell'universo sono in relazione con il bene e la verità, così pure tutte le cose dell'uomo sono in relazione con la volontà e l'intelletto (n. 803, 10122). Perché la volontà è il ricettacolo del bene, e l'intelletto è il ricettacolo della verità (n. 3332, 3623, 5835, 6065, 6125, 7503, 9300, 9930). Verità è sinonimo di fede, perché la fede è dalla verità; e ben e sinonimo di amore, perché il bene è dall'amore, e l'amore è dal bene; perché ciò che un uomo crede, lo chiama verità; e ciò che un uomo ama, lo chiama bene (n. 4353, 4997, 7178, 10122, 10367). Quindi l'intelletto è il ricettacolo della fede, e la volontà è il ricettacolo del bene; e la fede e l'amore sono nell'uomo, quando sono nel suo intelletto e nella sua volontà, perché la vita dell'uomo non è in alcun altro luogo (n. 7179, 10122, 10367). E siccome l'intelletto dell'uomo è in grado di ricevere la fede nel Signore, e la volontà, di ricevere l'amore per il Signore, egli per mezzo della fede e dell'amore è in grado di essere congiunto con il Signore, e colui che è in grado di essere congiunto con il Signore per mezzo della fede e dell'amore, non può morire per l'eternità (n. 4525, 6323, 9231). L'amore è congiunzione nel mondo spirituale (n. 1594, 2057, 3939, 4018, 5807, 6195, 6196, 7081, 7086, 7501, 10130).

La volontà è l'autentica essenza della vita dell'uomo perché è il ricettacolo del bene; e l'intelletto rappresenta la sussistenza della vita che deriva dal primo, perché è il ricettacolo della verità (n. 3619, 5002, 9282). Dunque la vita della volontà è la principale vita dell'uomo, e la vita dell'intelletto, procede di lì (n. 585, 590, 3619, 7342, 8885, 9282, 10076, 10109, 10110) come la luce procede dal fuoco o dalla fiamma (n. 6032, 6314). Ogni cosa che entra nell'intelletto e allo stesso tempo nella volontà, è appropriata all'uomo, ma non ciò che è ricevuto soltanto nell'intelletto (n. 9009, 9069, 9071, 9133, 9182, 9386, 9393, 10076, 10109, 10110).

Le cose che sono ricevute nella volontà e di lì nell'intelletto, diventano parte integrante della vita dell'uomo (n. 8911, 9069, 9071, 10076, 10109, 10110). Ogni uomo anche è amato e stimato dagli altri secondo il bene della sua volontà e di lì, del suo intelletto. Perché colui la cui volontà e il cui intelletto sono retti, è amato e stimato; viceversa colui che intende rettamente, ma non agisce rettamente è respinto e non è tenuto nella minima considerazione (n. 8911, 10076).

Anche dopo la morte l'uomo rimane quale è la sua volontà e il suo intelletto (n. 9069, 9071, 9386, 10153) e quelle cose che erano dell'intelletto e non allo stesso tempo della volontà svaniscono perché non sono nello spirito dell'uomo (n. 9282). In altre parole, l'uomo dopo la morte rimane quale è il suo amore e quale è la sua fede, ovvero quale quale è il suo bene e quale è la sua verità; e le cose che sono della fede e non allo stesso tempo dell'amore, ovvero le cose che sono della verità e non allo stesso tempo del bene, svaniscono, perché esse non sono nell'uomo, e dunque non sono dell'uomo (n. 553, 2363, 10153). L'uomo è in grado di comprendere dall'intelletto ciò che egli non fa dalla volontà, ovvero può comprendere ciò che non vuole, perché è contrario al suo amore (n. 3539).

La volontà e l'intelletto costituiscono una mente (n. 35, 3623, 5835, 10122). Queste due facoltà devono agire come una affinché l'uomo possa essere uomo (n. 3623, 5835, 5969, 9300). In quale stato di perversione sono coloro il cui intelletto e la cui volontà non agiscono unanimemente (n. 9075). Tale è lo stato degli ipocriti, degli ingannatori, degli adulatori e dei simulatori (n. 2426, 3573, 4799, 8250). La volontà e l'intelletto sono ridotti a uno nell'altra vita, e lì non è permesso avere una mente divisa (n. 8250).

Ogni dogma della chiesa ha il suo proprio concetto da cui la sua qualità è percepita (n. 3310). La capacità d'intendere un dogma è conforme a quel concetto, e senza un'idea intellettuale l'uomo non potrebbe concepire alcuna idea delle parole, né della cose (n. 3825).

Le idee dell'intelletto si estendono ampiamente intorno alle società degli spiriti e degli angeli (n. 6599, 6600-6605, 6609, 6613). Le idee dell'intelletto dell'uomo sono dischiuse nell'altra vita e appaiono chiaramente alla vista nella loro qualità (n. 1869, 3310, 5510). Di quale tenore appare la qualità delle idee di alcuni (n. 6200, 8885).

Tutta la volontà del bene e l'intelletto conforme alla verità è dal Signore, ma non altrettanto l'intelletto conforme alla verità e separato dalla volontà del bene (n. 1831, 3514, 5482, 5649, 6027, 8685, 8701, 10153). L'intelletto è illuminato dal Signore (n. 6222, 6608, 10659). Il Signore concede a coloro che sono illuminati di vedere e comprendere la verità (n. 9382, 10659). L'illuminazione dell'intelletto varia secondo lo stato della vita dell'uomo (n. 5221, 7012, 7233). L'intelletto è illuminato nella misura in cui l'uomo riceve le verità nella volontà, cioè nella misura in cui egli vuole agire conformemente ad esse (n. 3619). Coloro che leggono la Parola dall'amore della verità e dall'amore degli usi della vita, hanno il loro intelletto illuminato; ma non altrettanto color che leggono la Parola per amore della fama, dell'onore e delle ricchezze (n. 9382, 10548, 10549, 10551). L'illuminazione è una reale elevazione della mente nella luce del cielo (n. 10330); dall'esperienza (n. 1526, 6608).

La luce dal cielo è l'illuminazione dell'intelletto, come la luce del mondo lo è per la vista (n. 1524, 5114, 6608, 9128). La luce del cielo è la Divina verità, da cui è tutta la sapienza e l'intelligenza (n. 3195, 3222, 5400, 8644, 9399, 9548, 9684). L'intelletto dell'uomo è illuminato da quella luce (n. 1524, 3138, 3167, 4408, 6608, 8707, 9128, 9399, 10569).

L'intelletto è conforme alle verità dal bene da cui è formato (n. 10064). L'intelletto è ciò che è formato dalle verità dal bene, ma non ciò che è formato dalle falsità dal male (n. 10675). L'intelletto è formato da ciò che è visibile attraverso l'esperienza e le scienze, dalle verità, dalle cause delle cose, dalle loro relazioni e conseguenze nell'ordine (n. 6125). L'intelletto consiste nel vedere e percepire se una cosa è vera, prima di confermarla, ma non nell'essere capace di confermare ogni cosa (n. 4741, 7012, 7680, 7950, 8521, 8780).

La luce della conferma, senza la propedeutica percezione della verità è la luce naturale, e può essere in possesso anche di coloro che non sono savi (n. 8780). Vedere e percepire se una cosa è vera, prima di confermarla, è una facoltà data solo a coloro che hanno a cuore la verità per amore della verità, e quindi a coloro che sonno nella luce spirituale (n. 8780). Ogni dogma, perfino ciò che è falso può essere confermato, fino a farlo apparire vero (n. 2243, 2385, 4677, 4741, 5033, 6865, 7950).

In che modo la facoltà razionale è concepita e nasce nell'uomo (n. 2094, 2524, 2557, 3030, 5126). Essa è dall'influsso della luce del cielo, dal Signore, attraverso l'uomo interno nelle conoscenze interiori ed esteriori; e l'elevazione che ne deriva (n. 1895, 1899, 1902). La facoltà razionale nasce dalle verità, e non dalle falsità; dunque, secondo la qualità delle verità, tale è la facoltà razionale (n. 2094, 2524, 2557). La facoltà razionale è aperta e formata dalle verità, dal bene, ed è chiusa e distrutta dalle falsità, dal male (n. 3108, 5126). L'uomo che è nelle falsità dal male, non è razionale; di conseguenza, l'uomo non è razionale in ragione della capacità di ragionare su ogni soggetto (n. 1944).

Difficilmente l'uomo conosce la distinzione tra volontà e intelletto, perché difficilmente è in grado di distinguere il pensiero dalla volontà (n. 9995).

Di più sulla volontà e l'intelletto può essere noto e concluso da ciò che è stato detto sopra del bene e della verità, perché s'intenda la volontà in luogo del bene, e l'intelletto in luogo della verità, perché la volontà è del bene, e l'intelletto è della verità.

  
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