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Giudici 5:26

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26 Con una mano, diè di piglio al piuolo; e, con la destra, al martello degli operai; colpì Sisera, gli spaccò la testa, gli fracassò, gli trapassò le tempie.

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Esplorare il significato di Giudici 5

Napsal(a) New Christian Bible Study Staff, Julian Duckworth (strojově přeloženo do Italiano)

Giudici 5: Il canto di Deborah.

Questo capitolo è un canto di vittoria, che descrive gli eventi di Giudici 4 in un linguaggio poetico ed esuberante. In tutto, c'è un senso di esortare il popolo a rivolgersi al Signore e lodarlo per la vittoria. Cantare questo tipo di canzone era un modo abituale per Israele di gioire dopo una vittoria importante.

Il significato spirituale del canto ha a che fare con la nostra gioia generale e l'affetto per le cose spirituali: gioia per ciò che è vero, per la Parola e per tutto ciò che riguarda il Signore. L'affetto non è semplicemente conoscere le verità spirituali; è la risposta del nostro cuore ad esse, che va ben oltre le parole.

Questo è il motivo per cui i testi dei canti sacri come il capitolo 5 di Giudici sono molto eloquenti e appassionati. Non sono semplicemente un resoconto di ciò che è avvenuto, ma più uno sfogo di lode e gratitudine nel raccontare la storia. Noi sperimentiamo la stessa "musica" interiore quando il nostro cuore sente un profondo affetto spirituale ed è suscitato dalla lode al Signore. Proprio come Deborah e Barak cantavano dopo una battaglia, i nostri canti di gratitudine saranno generalmente sentiti dopo che il Signore ci libera da un periodo di tentazione durante la rigenerazione (vedi l'opera di Swedenborg, Arcana Coelestia 8265).

Il canto stesso riconosce spesso la parte del Signore nella vittoria di Israele:

Nel versetto 4: "Signore, quando sei uscito da Seir, quando hai marciato dal campo di Edom".

Nel versetto 11: "Lì racconteranno le azioni giuste del Signore per i suoi abitanti in Israele".

E nel versetto 13: "Allora il Signore scese per me contro i potenti".

Questi riferimenti servono a ricordarci che tutto è opera del Signore. Dobbiamo fare ciò che è buono come se le nostre azioni facessero la differenza, ma dobbiamo affermare che il Signore realizza tutto ciò che è buono. Questo riconoscimento ci permette di agire dal libero arbitrio, pur comprendendo la verità spirituale che tutto il bene viene dal Signore (Arcana Coelestia 9193).

Questo è enfatizzato attraverso il canto ogni volta che Deborah loda le proprie azioni, così come quelle di Barak e Jael. Per esempio:

Nel verso 7: "La vita del villaggio cessò in Israele finché io, Deborah, sono sorta, una madre in Israele".

Nel verso 12: "Svegliati, svegliati, Deborah! Svegliati, svegliati, canta una canzone! Alzati, Barak, e porta via i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam!"

E nei versi 24-27, quando Jael riceve la piena lode per le sue azioni.

Un altro tema del canto è un lamento per quelle tribù che non sono venute in aiuto di Israele, sebbene solo Issacar e Zabulon siano stati chiamati a combattere. Una città chiamata Meroz è maledetta per non aver aiutato. Il nome 'Meroz' deriva da un verbo che significa "ritirarsi" o "nascondersi" (vedi l'opera di Swedenborg, Cielo e Inferno 18). Questo lamento ci ricorda che le nostre intenzioni di servire il Signore e di combattere le nostre battaglie spirituali possono essere ostacolate dalle nostre volontà divise.