Benedizione, gloria, saggezza e ringraziamento
Benedizione, gloria, saggezza e ringraziamento (Apoc. 7) significano cose divine spirituali del Signore.
(Odkazy: Apocalisse Spiegata 7; Apocalisse Rivelata 372; Rivelazione 7, 7:12)
Arcana Coelestia # 1096
1096. Benedetto sia il Signore, il Dio di Sem. Che questo significa ogni bene per coloro che adorano il Signore interiormente si evince dal significato di benedetto. Benedizione implica ogni bene: celeste, spirituale e naturale; e tutti questi sono significati per benedizione, nel senso interno. Nel senso esterno, benedizione, attiene ad ogni bene mondano, corporeo e terreno; ma questi, sono effettivamente benedizioni, solo se sono tali interiormente; perché questa soltanto è la benedizione, perché è eterna, ed è congiunta con ogni felicità, ed è l'autentica essenza della benedizione. Perché, cosa realmente sarebbe se non fosse eterna? Ogni altra cosa cessa di essere. Era consuetudine tra gli antichi dire: Benedetto sia Jehovah, con cui intendevano che ogni benedizione è da lui, cioè ogni bene; e la stessa espressione era anche una formula di ringraziamento, perché il Signore benedice, e ha benedetto; come in Davide (Salmi 28:6; 31:21; 41:13; 66:20; 68:19, 35; 72:18-19; 89:52; 119:12; 124:6; 135:21; 144:1; e molti altri passi).
[2] Benedetto sia Jehovah è detto qui perché Sem, ovvero la chiesa interna, è il soggetto trattato, di cui si dice che sia interna, dalla carità. Nella carità il Signore è presente, e in quanto tale, è qui chiamato Jehovah Dio. Ma non è chiamata così la chiesa esterna, perché anche se il Signore è presente in essa, non lo è nello stesso modo in cui è presente presso l'uomo della chiesa interna. Perché l'uomo della chiesa esterna è nella persuasione di fare i beni della carità da se stesso, e quindi quando il soggetto trattato è l'uomo della chiesa esterna, il Signore è chiamato Dio, come nel seguente versetto riguardante Jafet: Dio moltiplicherà Jafet. Che siano in ogni bene coloro che adorano il Signore interiormente è evidente anche dall'ordine delle cose; perché l'ordine è questo: dal Signore è tutto il celeste, dal celeste è tutto lo spirituale e dallo spirituale è tutto naturale. Questo è l'ordine in cui vengono alla luce tutte le cose, e quindi anche l'ordine dell'influsso.
[3] Il celeste è l'amore per il Signore e verso il prossimo. Dove non c'è amore, il legame viene interrotto, e il Signore non è presente, in quanto fluisce solo attraverso il celeste, cioè attraverso l'amore. Quando non c'è il celeste, non vi può essere alcunché di spirituale, perché tutto lo spirituale è attraverso il celeste, dal Signore. Lo spirituale è la fede, e quindi non c'è fede se non attraverso la carità, ovvero l'amore, dal Signore. È allo stesso modo per il naturale. Secondo questo stesso ordine fluiscono tutti i beni. Da ciò segue che sono in ogni bene coloro che adorano il Signore interiormente, cioè dalla carità; mentre quelli che non lo adorano dalla carità non sono in alcun bene, bensì nella falsificazione del bene, che di per sé è un male, come il piacere dell'odio e dell'adulterio, che considerato in sé non è altro che un piacere sudicio, in cui è anche mutato nell'altra vita.