Arcana Coelestia # 1748
1748. Né un laccio, né un legaccio di scarpe. Che questo significhi tutte le cose naturali e corporee che non sono pure, si evince dal significato di legaccio di scarpe. Nella Parola la pianta del piede e il tallone significano ciò che è più infimo del naturale, come mostrato sopra, n. 259. La scarpa è ciò che copre la pianta del piede e del tallone. Una scarpa significa quindi ciò che è ancora più naturale, quindi il corporeo stesso. Il significato di scarpa è correlato al soggetto trattato. Quando si riferisce ai beni, assume un significato benigno; mentre quando fa riferimento al male, assume un cattivo significato. Come qui, dove si tratta delle sostanze del re di Sodoma, con cui s'intendono, il male e la falsità. Per legaccio di scarpe s'intende ciò che è naturale e impuro. Per laccio s'intende la falsità, e per con legaccio, il male, e questo è il più infimo di tutti, perché la parola è un diminutivo.
[2] Che tali cose siano significate per scarpa, si evince anche da altri passi della Parola, come quando Jehovah apparve a Mosè in mezzo a un cespuglio e disse a Mosè:
Non avvicinarti oltre. Togliti i sandali dai tuoi piedi, poiché il luogo sul quale stai è terra santa (Esodo 3:5)
Il principe dell'esercito di Jehovah disse ugualmente a Giosuè:
Togliti i sandali dai tuoi piedi, poiché il luogo in cui sei è santo (Giosuè 5:15)
Qui chiunque può comprendere che le scarpe non avrebbero in alcun modo pregiudicato la santità, purché l'uomo fosse santo in sé. E che ciò è stato detto per il motivo che la scarpa rappresentava ciò è più infimo del naturale e del corporeo, che doveva essere dismesso.
[3] Che essa rappresenti il naturale e il corporeo impuro, si evince anche in Davide:
Moab è il catino del mio lavacro, su Edom poggio i miei sandali (Salmi 60:8)
Il comando ai discepoli implica un simile significato:
Da chiunque non vi riceverà, né ascolterà le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dei vostri piedi (Matteo 10:14, Marco 6:11, Luca 9:5)
dove la polvere dei piedi ha lo stesso significato di scarpa, cioè l'impurità del male e della falsità, perché la pianta del piede è il naturale infimo. Fu ordinato loro di far questo perché a quel tempo erano in pensavano che gli arcani celeste fossero custoditi solo nelle immagini rappresentative e non nelle nude verità.
[4] Poiché scarpa significa il naturale infimo, togliersi le scarpe o perdere le scarpe, significa che si dovrebbe dismettere le cose più infime di ciò che è naturale; come nel caso di colui che non era disposto a compiere il dovere di cognato, esposto in Mosè:
Se l'uomo non è disposto ad adempiere ai doveri del cognato, allora la moglie di suo fratello si avvicinerà alla presenza degli anziani, gli toglierà la scarpa dal piede e sputandolo in faccia, dirà: Così sarà fatto all'uomo che non vuole ricostruire la casa di suo fratello. E il suo nome sarà chiamato in Israele, la casa dello scalzo (Deuteronomio 25:5-10)
volendo con ciò intendere chi è privo di ogni carità naturale.
[4] Che scarpa significhi l'infimo naturale, anche in un senso benigno, è altrettanto evidente dalla Parola, Come in Mosè, riguardo ad Asher:
Benedetto sia Asher tra i figli; sia il favorito tra i suoi fratelli, e intinga il suo piede nell'olio. In ferro e l'ottone sarà la tua scarpa (Deuteronomio 33:24-25)
dove la scarpa significa l'infimo naturale. Scarpa di ferro è la verità naturale; scarpa di ottone, è il bene naturale, come è evidente dal significato di ferro e ottone (vedi n. 425, 426). E poiché scarpa significava il naturale infimo e corporeo, divenne immagine di ciò che è inutile e vile. Perché il naturale infimo e corporeo è quanto vi è di più inutile di tutte le cose nell'uomo. Questo era inteso da Giovanni Battista, quando disse:
Viene uno che è più potente di me, al quale io non sono degno di sciogliere i legacci dei sandali (Luca 3:16; Marco 1:7; Giovanni 1:27)
Genesi 14
1
Or avvenne, al tempo di Amrafel re di Scinear, d’Arioc re di Ellasar, di Kedorlaomer re di Elam, e di Tideal re dei Goim,
2
ch’essi mossero guerra a Bera re di Sodoma, a Birsha re di Gomorra, a Scinear re di Adma, a Scemeber re di Tseboim e al re di Bela, che è Tsoar.
3
Tutti questi ultimi si radunarono nella valle di Siddim, ch’è il Mar salato.
4
Per dodici anni erano stati soggetti a Kedorlaomer, e al tredicesimo anno si erano ribellati.
5
E nell’anno quattordicesimo, Kedorlaomer e i re ch’erano con lui vennero e sbaragliarono i Refei ad Ashteroth-Karnaim, gli Zuzei a Ham, gli Emei nella pianura di Kiriathaim
6
e gli Horei nella loro montagna di Seir fino a El-Paran, che è presso al deserto.
7
Poi tornarono indietro e vennero a En-Mishpat, che è Kades, e sbaragliarono gli Amalekiti su tutto il loro territorio, e così pure gli Amorei che abitavano ad Hatsatson-Tamar.
8
Allora il re di Sodoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Tseboim e il re di Bela, che è Tsoar, uscirono e si schierarono in battaglia contro quelli, nella valle di Siddim:
9
contro Kedorlaomer re di Elam, Tideal re dei Goim, Amrafel re di Scinear e Arioc re di Ellasar: quattro re contro cinque.
10
Or la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; e i re di Sodoma e di Gomorra si dettero alla fuga e vi caddero dentro; quelli che scamparono fuggirono al monte.
11
E i vincitori presero tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra, e tutti i loro viveri, e se ne andarono.
12
Presero anche Lot, figliuolo del fratello di Abramo, con la sua roba; e se ne andarono. Lot abitava in Sodoma.
13
E uno degli scampati venne a dirlo ad Abramo, l’Ebreo, che abitava alle querce di Mamre l’Amoreo, fratello di Eshcol e fratello di Aner, i quali aveano fatto alleanza con Abramo.
14
E Abramo, com’ebbe udito che il suo fratello era stato fatto prigioniero, armò trecentodiciotto de’ suoi più fidati servitori, nati in casa sua, ed inseguì i re fino a Dan.
15
E, divisa la sua schiera per assalirli di notte, egli coi suoi servi li sconfisse e l’inseguì fino a Hobah, che è a sinistra di Damasco.
16
E ricuperò tutta la roba, e rimenò pure Lot suo fratello, la sua roba, e anche le donne e il popolo.
17
E com’egli se ne tornava dalla sconfitta di Kedorlaomer e dei re ch’eran con lui, il re di Sodoma gli andò incontro nella valle di Shaveh, che è la valle del re.
18
E Melchisedec, re di Salem, fece portar del pane e del vino. Egli era sacerdote dell’Iddio altissimo.
19
Ed egli benedisse Abramo, dicendo: "Benedetto sia Abramo dall’Iddio altissimo, padrone de’ cieli e della terra!
20
E benedetto sia l’Iddio altissimo, che t’ha dato in mano i tuoi nemici!" E Abramo gli diede la decima d’ogni cosa.
21
E il re di Sodoma disse ad Abramo: "Dammi le persone, e prendi per te la roba".
22
Ma Abramo rispose al re di Sodoma: "Ho alzato la mia mano all’Eterno, l’Iddio altissimo, padrone dei cieli e della terra,
23
giurando che non prenderei neppure un filo, né un laccio di sandalo, di tutto ciò che t’appartiene; perché tu non abbia a dire: Io ho arricchito Abramo.
24
Nulla per me! tranne quello che hanno mangiato i giovani, e la parte che spetta agli uomini che son venuti meco: Aner, Eshcol e Mamre; essi prendano la loro parte".