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Daniel 8:23

Studie

       

23 E alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re dall’aspetto feroce, ed esperto in strattagemmi.

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Daniel 10

Studie

   

1 Il terzo anno di Ciro, re di Persia, una parola fu rivelata a Daniele, che si chiamava Beltsatsar; e la parola è verace, e predice una gran lotta. Egli capì la parola, ed ebbe l’intelligenza della visione.

2 In quel tempo, io, Daniele, feci cordoglio per tre settimane intere.

3 Non mangiai alcun cibo prelibato, né carnevino entraron nella mia bocca, e non mi unsi affatto, sino alla fine delle tre settimane.

4 E il ventiquattresimo giorno del primo mese, come io mi trovavo in riva al gran fiume, che è lo Hiddekel,

5 alzai gli occhi, guardai, ed ecco un uomo, vestito di lino, con attorno ai fianchi una cintura d’oro d’Ufaz.

6 Il suo corpo era come un crisolito, la sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi eran come fiamme di fuoco, le sue braccia e i suoi piedi parevano terso rame, e il suono della sua voce era come un rumore d’una moltitudine.

7 Io solo, Daniele, vidi la visione; gli uomini ch’erano meco non la videro, ma un gran terrore piombò su loro, e fuggirono a nascondersi.

8 E io rimasi solo, ed ebbi questa grande visione. In me non rimase più forza; il mio viso mutò colore fino a rimanere sfigurato, e non mi restò alcun vigore.

9 Udii il suono delle sue parole; e, all’udire il suono delle sue parole, caddi profondamente assopito, con la faccia a terra.

10 Ed ecco, una mano mi toccò, e mi fece stare sulle ginocchia e sulle palme delle mani.

11 E mi disse: "Daniele, uomo grandemente amato, cerca d’intendere le parole che ti dirò, e rizzati in piedi nel luogo dove sei; perché ora io sono mandato da te". E quand’egli m’ebbe detta questa parola, io mi rizzai in piedi, tutto tremante.

12 Ed egli mi disse: "Non temere, Daniele; poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore d’intendere e d’umiliarti nel cospetto del tuo Dio, le tue parole furono udite, e io son venuto a motivo delle tue parole.

13 Ma il capo del regno di Persia m’ha resistito ventun giorni; però ecco, Micael, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso, e io son rimasto là presso i re di Persia.

14 E ora son venuto a farti comprendere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l’avvenire".

15 E mentr’egli mi rivolgeva queste parole, io abbassai gli occhi al suolo, e rimasi muto.

16 Ed ecco uno che aveva sembianza d’un figliuol d’uomo, mi toccò le labbra. Allora io aprii la bocca, parlai, e dissi a colui che mi stava davanti: "Signor mio, a motivo di questa visione m’ha colto lo spasimo, e non m’è più rimasto alcun vigore.

17 E come potrebbe questo servo del mio signore parlare a cotesto signor mio? Poiché oramai nessun vigore mi resta, e mi manca fino il respiro".

18 Allora colui che aveva la sembianza d’uomo mi toccò di nuovo, e mi fortificò.

19 E disse: "O uomo grandemente amato, non temere! La pace sia teco! Sii forte, sii forte". E quand’egli ebbe parlato meco, io ripresi forza, e dissi: "Il mio signore, parli pure poiché tu m’hai fortificato".

20 Ed egli disse: "Sai tu perché io son venuto da te? Ora me ne torno a combattere col capo della Persia; e quand’io uscirò a combattere ecco che verrà il capo di Javan.

21 Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non v’è nessuno che mi sostenga contro quelli là tranne Micael vostro capo.

   

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Nuova Gerusalemme e dottrina celeste # 81

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81. Estratti da Arcana Coelestia:

L'amore di sé e l'amore del mondo. Come l'amore per il Signore e l'amore per il prossimo, ovvero la carità, costituiscono il cielo, così l'amore di sé e l'amore del mondo, dove regnano, costituiscono l'inferno; e perciò questi amori sono opposti ai primi (n. 2041, 3610, 4225, 4776, 6210, 7366, 7369, 7489, 7490, 8232, 8678, 10455, 10741-10743, 10745). Tutti i mali procedono dall'amore di sé e dall'amore del mondo (n. 1307, 1308, 1321, 1594, 1691, 3413, 7255, 7376, 7488, 7489, 8318, 9335, 9348, 10038, 10742). Dall'amore di sé e dall'amore del mondo procedono il disprezzo per gli altri, l'inimicizia, l'odio, la vendetta, la crudeltà, l'inganno e tutto il male e la malvagità conseguenti (n. 6667, 7372-7374, 9348, 10038, 10742).

Questi mali si precipitano con un impeto corrispondente alla misura in cui sono liberi da vincoli, e l'amore di sé aspira fino al trono di Dio (n. 7375, 8678).

L'amore di sé e l'amore del mondo sono distruttivi della società umana e dell'ordine celeste (n. 2045, 2057).

Il genere umano su questi amori ha fondato governi e si è sottomesso al loro dominio, allo scopo di ottenerne protezione (n. 7364, 10160, 10814).

Dove questi amori regnano, il bene dell'amore e il bene della fede sono rigettati, soffocati o pervertiti (n. 2041, 7491, 7492, 7643, 8487, 10455, 10743).

In questi due amori non c'è la vita, ma la morte spirituale (n. 7494, 10731, 10741).

La qualità di questi amori (n. 1505, 2219, 2363, 2364, 2444, 4221, 4227, 4948, 4949, 5721, 7366-7377, 8678).

Tutta la cupidità e la lussuria procedono dall'amore di sé e dall'amore del mondo (n. 1668, 8910).

L'amore di sé e l'amore del mondo possono servire come mezzi, ma in nessun modo per uno scopo (n. 7377, 7819, 7820).

Quando l'uomo è riformato, quegli amori sono mutati, e servono come mezzi, non per uno scopo, quindi essi sono come le piante dei piedi, e non come la testa (n. 8995, 9210).

Presso coloro che sono nell'amore di sé e nell'amore del mondo, non c'è un interno, ma un esterno; perché l'interno è chiuso verso il cielo, mentre l'esterno è aperto verso il mondo (n. 10396, 10400, 10409, 10411, 10422, 10429).

Coloro che sono nell'amore di sé e nell'amore del mondo non conoscono cosa sia la carità, la coscienza e la vita del cielo (n. 7490).

Nella misura i cui l'uomo è nell'amore di sé e nell'amore del mondo, così egli non riceve il bene e la verità della fede che fluiscono continuamente presso di lui, dal Signore (n. 7491).

Color che sono nell'amore di sé e nell'amore del mondo, non sono trattenuti da vincoli interiori, ma da vincoli esteriori; e se questi sono rimossi, si precipitano in ogni genere di mali (n. 10744-10746).

Tutti nel mondo spirituale si rivolgono secondo i loro amori; coloro che sono nell'amore per il Signore e nell'amore per il prossimo, sono rivolti verso il Signore; viceversa, quelli che sono nell'amore di sé e nell'amore del mondo, volgono le spalle al Signore (n. 10130, 10189, 10420, 10742).

La qualità del culto in cui prevale l'amore di sé (n. 1304, 1306-1308, 1321, 1322).

Il Signore governa il mondo, servendosi dei malvagi, conducendoli attraverso gli amori loro propri, che sono in relazione all'amore di sé e all'amore del mondo (n. 6481, 6495).

I malvagi, al pari dei retti, possono svolgere funzioni e uffici, fare il bene e adempiere agli usi, perché essi hanno in considerazione gli onori, la carriera e le loro ricompense, per il bene dei quali agiscono esteriormente come i retti (n. 6481, 6495).

Coloro che sono negli inferni, sono nei mali, e di lì, nelle falsità, sono nell'amore di sé e nell'amor del mondo. Si veda in proposito Cielo e inferno (n. 551-565).

  
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