Bible

 

Daniel 8:2

Studie

       

2 Ero in visione; e, mentre guardavo, ero a Susan, la residenza reale, che è nella provincia di Elam; e, nella visione, mi trovavo presso il fiume Ulai.

Bible

 

Daniel 10:9

Studie

       

9 Udii il suono delle sue parole; e, all’udire il suono delle sue parole, caddi profondamente assopito, con la faccia a terra.

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Divina Provvidenza # 101

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101. Ma molti uomini, e principalmente coloro che sono persuasi nella fede separata dalla carità, non sanno di trovarsi all'inferno, quando sono impegnati in azioni malvagie. Essi non sanno nemmeno che cosa siano i mali, perché non pensano affatto ai mali, affermando di non trovarsi sotto il giogo della legge: dunque la legge non li condanna. Non potendo affatto contribuire alla loro salvezza, essi non possono rimuovere da sé alcun male, e non possono fare volontariamente alcun bene. Sono questi che evitano di pensare al male, e poiché omettono di pensarvi, essi lo compiono continuamente. In Dottrina della Nuova Gerusalemme sulla Fede, dal n. 61-68, è stato mostrato che è ad essi che allude il Signore in Matteo – 25:32, 33, 41­46, chiamandoli “capri”. Di questi, al versetto 41 si dice: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato al diavolo e ai suoi angeli.

[2] Coloro che non pensano affatto ai mali che esistono in loro, vale a dire coloro che non esaminano se stessi, e di conseguenza non si astengono da questi mali, possono solo ignorare che cosa sia il male, e dunque amarlo in virtù del piacere che procura loro. Infatti chi ignora cosa sia il male, ama il male; e chi evita di pensare al male è continuamente nel male; è come un cieco incapace di vedere, poiché il pensiero vede il bene e il male, come l'occhio vede il bello e il brutto. Egli è nel male se pensa e vuole il male, e se crede che il male resti celato agli occhi del Signore; e che, se appare, venga perdonato. Ciò significa credere di essere liberi dal male. Se qualcuno si astiene dal commettere azioni malvagie, ciò non avviene perché sono peccati contro Dio, ma per timore della legge e della perdita della reputazione; lo compie tuttavia nel suo spirito, perché è lo spirito che pensa e comprende. Di conseguenza, qualsiasi cosa pensi nel suo spirito in questo mondo egli continua a farlo dopo la morte, quando diviene spirito.

[3] Nel mondo spirituale, dove ciascuno di noi giunge dopo la morte, non ci viene chiesto: « Qual'è stata la tua fede? » né: « Qual'è stata la tua dottrina? », ma: « Qual'è stata la tua vita? », cioè che tipo di persona siamo, poiché è risaputo che la qualità della vita di un uomo dipende dalla qualità della sua fede e della sua dottrina. La vita crea da se stessa una dottrina ed una fede.

  
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