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Matteo 13

Studie

   

1 ORA in quel giorno stesso, Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso del mare.

2 E molte turbe si raunarono appresso di lui, talchè egli, entrato in una navicella, si pose a sedere; e tutta la moltitudine stava in piè in su la riva.

3 Ed egli ragionava loro molte cose, in parabole, dicendo: Ecco, un seminatore uscì fuori a seminare.

4 E mentre egli seminava, una parte della semenza cadde lungo la strada, e gli uccelli vennero, e la mangiarono tutta.

5 Ed un’altra cadde in luoghi pietrosi, ove non avea molta terra, e subito nacque, perciocchè non avea profondo terreno;

6 ma, essendo levato il sole, fu riarsa; e, perciocchè non avea radice, si seccò.

7 Ed un’altra cadde sopra le spine, e le spine crebbero, e l’affogarono.

8 Ed un’altra cadde in buona terra, e portò frutto, qual granel cento, qual sessanta, qual trenta.

9 Chi ha orecchie da udire, oda.

10 Allora i discepoli, accostatisi, gli dissero: Perchè parli loro in parabole?

11 Ed egli, rispondendo, disse loro: Perciocchè a voi è dato di conoscere i misteri del regno de’ cieli, ma a loro non è dato.

12 Perciocchè, a chiunque ha, sarà dato, ed egli soprabbonderà; ma, a chiunque non ha, eziandio quel ch’egli ha gli sarà tolto.

13 Perciò, parlo io loro in parabole, perchè veggendo non veggono, udendo non odono, e non intendono.

14 E si adempie in loro la profezia d’Isaia, che dice: Bene udirete, ma non intenderete; ben riguarderete, ma non vedrete.

15 Perciocchè il cuore di questo popolo è ingrassato, e odono gravemente con gli orecchi, e chiudono gli occhi; acciocchè non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io non li sani.

16 Ma, beati gli occhi vostri, perchè veggono; e le vostre orecchie, perchè odono.

17 Perciocchè, io vi dico in verità, che molti profeti e giusti hanno desiderato di veder le cose che voi vedete e non le hanno vedute; e di udir le cose che voi udite, e non le hanno udite.

18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore.

19 Quando alcuno ode la parola del regno, e non l’intende, il maligno viene, e rapisce ciò ch’era stato seminato nel cuor di esso. Un tale è la semenza seminata lungo la strada.

20 E colui che è seminato in luoghi pietrosi è colui che ode la parola, e subito con allegrezza la riceve;

21 ma non ha radice in sè, anzi è di corta durata: ed avvenendo tribolazione, o persecuzione, per la parola, incontanente è scandalezzato.

22 E colui che è seminato fra le spine è colui che ode la parola; ma la sollecitudine di questo secolo e l’inganno delle ricchezze, affogano la parola; ed essa diviene infruttuosa.

23 Ma colui che è seminato nella buona terra è colui che ode la parola, e l’intende; il quale ancora frutta, e fa qual cento, qual sessanta, qual trenta.

24 EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un uomo che seminò buona semenza nel suo campo.

25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico, e seminò delle zizzanie per mezzo il grano, e se ne andò.

26 E quando l’erba fu nata, ed ebbe fatto frutto, allora apparvero eziandio le zizzanie.

27 E i servitori del padron di casa vennero a lui, e gli dissero: Signore, non hai tu seminata buona semenza nel tuo campo? onde avvien dunque che vi son delle zizzanie?

28 Ed egli disse loro: Un uomo nemico ha ciò fatto. E i servitori gli dissero: Vuoi dunque che andiamo, e le cogliamo?

29 Ma egli disse: No; che talora, cogliendo le zizzanie, non diradichiate insieme con esse il grano.

30 Lasciate crescere amendue insieme, infino alla mietitura; e nel tempo della mietitura, io dirò a’ mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci, per bruciarle; ma accogliete il grano nel mio granaio.

31 EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un granel di senape, il quale un uomo prende, e lo semina nel suo campo.

32 Esso è bene il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto è la maggiore di tutte l’erbe, e divien albero, talchè gli uccelli del cielo vengono, e si riparano ne’ suoi rami.

33 Egli disse loro un’altra parabola: Il regno de’ cieli è simile al lievito, il quale una donna prende, e lo ripone dentro tre staia di farina, finchè tutta sia levitata.

34 Tutte queste cose ragionò Gesù in parabole alle turbe; e non parlava loro senza parabola;

35 acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta: Io aprirò la mia bocca in parabole; io sgorgherò cose occulte fin dalla fondazione del mondo.

36 ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo.

37 Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell’uomo.

38 E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno.

39 E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli.

40 Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo.

41 Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d’iniquità;

42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.

43 Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.

44 DI nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, il quale un uomo, avendolo trovato, nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e compera quel campo.

45 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un uomo mercatante, il qual va cercando di belle perle.

46 E trovata una perla di gran prezzo, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e la compera.

47 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad una rete gettata in mare, la qual raccoglie d’ogni maniera di cose.

48 E quando è piena, i pescatori la traggono fuori in sul lito; e postisi a sedere, raccolgono le cose buone ne’ lor vasi, e gettan via ciò che non val nulla.

49 Così avverrà nella fin del mondo: gli angeli usciranno, e metteranno da parte i malvagi d’infra i giusti;

50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.

51 Gesù disse loro: Avete voi intese tutte queste cose? Essi gli dissero: Sì, Signore.

52 Ed egli disse loro: Perciò ogni Scriba, ammaestrato per lo regno de’ cieli, è simile ad un padrone di casa, il qual trae fuori dal suo tesoro cose vecchie, e nuove.

53 ORA, quando Gesù ebbe finite queste parabole si dipartì di là.

54 Ed essendo venuto nella sua patria, li insegnava nella lor sinagoga, talchè essi stupivano, e dicevano: Onde viene a costui cotesta sapienza, e coteste potenti operazioni?

55 Non è costui il figliuolo del falegname? sua madre non si chiama ella Maria? e i suoi fratelli Giacomo, e Iose, e Simone, e Giuda?

56 E non son le sue sorelle tutte appresso di noi? onde vengono dunque a costui tutte queste cose?

57 Ed erano scandalizzati di lui. E Gesù disse loro: Niun profeta è sprezzato, se non nella sua patria, e in casa sua.

58 Ed egli non fece quivi molte potenti operazioni, per la loro incredulità.

   


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

Komentář

 

Esplorare il significato di Matteo 13

Napsal(a) Ray and Star Silverman (strojově přeloženo do Italiano)

The Sower, by Vincent van Gogh

Capitolo 13.


Parole della rigenerazione


1. In quello stesso giorno, Gesù, uscito di casa, si sedette in riva al mare.

2. E molte folle si radunarono presso di lui, tanto che, salito su una nave, si mise a sedere; e tutte le folle stavano sulla riva.


Questo episodio inizia con le parole: "In quello stesso giorno" (Matteo 13:1). È ancora il sabato e Gesù è ancora attivo; questa volta, però, invece di guarire le folle, predica loro: "E grandi folle si radunarono a lui, tanto che egli salì su una barca e si mise a sedere; e tutta la folla stava sulla riva" (Matteo 13:2).

L'episodio precedente, visto dal punto di vista spirituale, riguardava l'importanza della rigenerazione. In questo episodio successivo, Gesù racconta sette parabole che descrivono il processo che ha chiamato "il segno del profeta Giona". Le sette parabole descrivono l'unico vero miracolo che dovremmo cercare: il miracolo della rigenerazione. È un miracolo che possiamo comprendere e di cui possiamo far parte, perché è il miracolo che ci trasforma da esseri naturali in esseri spirituali.

Gesù rivela i dettagli di questo miracolo in sette parabole perfettamente collegate tra loro. 1


Il seminatore: la prima parabola della rigenerazione


3. Ed Egli parlò loro di molte [cose] in parabole, dicendo: "Ecco, uscì un seminatore per seminare;

4. E nel seminare, alcuni semi caddero lungo la strada, e vennero gli uccelli e li divorarono.

5. E altri [semi] caddero su [luoghi] rocciosi, dove non c'era molta terra, e subito spuntarono, perché non c'era profondità di terra;

6. E quando il sole si alzò, fu bruciato; e poiché non aveva radici, appassì.

7. E altri caddero tra le spine, e le spine spuntarono e li soffocarono.

8. Ma altri caddero sulla buona terra e diedero frutti, alcuni cento, altri sessanta, altri trenta.

9. Chi ha orecchie per intendere intenda".

10. E i discepoli, venuti, gli dissero: "Perché parli loro in parabole?".

11. Ed Egli, rispondendo, disse loro: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.

12. Perché a chi ha, gli sarà dato e avrà in abbondanza; ma a chi non ha, gli sarà tolto anche quello che ha".

13. Per questo parlo loro in parabole, perché non vedendo non vedono e non udendo non capiscono.

14. E in loro si compie la profezia di Isaia, che dice: "Udendo udrete e non comprenderete, guardando guarderete e non vedrete".

15. Perché il cuore di questo popolo è diventato grossolano, le sue orecchie ascoltano male e i suoi occhi sono chiusi, per evitare che vedano con gli occhi, ascoltino con le orecchie, comprendano con il cuore e si convertano e io li guarisca".

16. Ma sono felici i vostri occhi, perché vedono, e le vostre orecchie, perché ascoltano".

17. Perché vi dico che molti profeti e giusti hanno desiderato di vedere ciò che voi guardate e non avete visto, e di udire ciò che voi udite e non avete udito.

18. Ascoltate dunque la parabola del seminatore.

19. Quando qualcuno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il malvagio e coglie ciò che è stato seminato nel suo cuore; questo è colui che è stato seminato lungo la strada.

20. E quello che è stato seminato su luoghi rocciosi è colui che ascolta la Parola e subito la accoglie con gioia.

21. E non ha radici in se stesso, ma è temporaneo; e quando arriva l'afflizione o la persecuzione a causa della Parola, è subito causa di inciampo.

22. E chi ascolta la Parola è seminato tra le spine; e le angustie di questo tempo e l'inganno delle ricchezze soffocano la Parola ed essa diventa infruttuosa.

23. E quello seminato sulla buona terra è colui che ascolta la Parola e comprende, che porta anche frutto e ne fa, chi cento, chi sessanta, chi trenta".


Il processo di rigenerazione inizia nello stesso modo in cui inizia la vita: un seme viene seminato in un terreno fertile. Come dice Gesù: "Ecco, un seminatore uscì a seminare" (Matteo 13:1). Il seminatore che va a seminare è Dio, e i semi che sparge sono le verità della sua Parola. A volte questi semi cadono lungo la strada e gli uccelli li divorano prima che possano attecchire. Questo è ciò che accade quando le persone non hanno comprensione della Parola. Anche i semi che tendono ad attecchire vengono rapidamente portati via dagli "uccelli": i nostri voli di fantasia in cui inventiamo nozioni distorte ed egoistiche di ciò che la Parola insegna realmente.

E poi ci sono i semi che cadono su terreni sassosi. Anche se la terra è poco profonda, questi semi mettono radici e spuntano rapidamente. Ma quando esce il sole, si bruciano facilmente e appassiscono. Sono paragonabili a quei momenti in cui inizialmente comprendiamo la Parola e siamo entusiasti delle nostre nuove intuizioni. Ma quando arrivano le prove e le tentazioni, non riusciamo a sopportare il calore. Non abbiamo preso a cuore questi nuovi insegnamenti. E così, mancando di radici profonde, non siamo in grado di sopportare il calore delle prove. La nostra fede si inaridisce e appassisce.

Altri semi cadono tra le spine. Quando le spine crescono, la nuova pianta viene soffocata. Questo rappresenta i momenti in cui ci lasciamo prendere dalle preoccupazioni del mondo e dall'accumulo di ricchezze. Queste preoccupazioni materialistiche si accumulano fino a quando siamo totalmente pre-occupati della vita terrena, preoccupandoci poco del cielo. Le preoccupazioni del mondo hanno soffocato la possibilità di iniziare una nuova vita.

Tuttavia, ci sono alcuni semi che cadono su un terreno buono. Questi rappresentano ciò che accade quando ascoltiamo la Parola, la comprendiamo e la mettiamo in pratica. Questi sono i semi che "caddero in un terreno buono e portarono frutto" (Matteo 13:8).

Spesso considerata come "la parabola di tutte le parabole", questa semplice storia riguarda il primo passo del processo di rigenerazione. Il "seminatore", che è il Signore, pianta in noi semi di bontà e di verità. Ci prendiamo cura di questo seme, nutrendolo e coltivandolo? Lo innaffiamo regolarmente con la verità? Lo esponiamo regolarmente alla calda luce del sole di atti di gentilezza e amore? E, soprattutto, lo abbiamo accolto nel buon terreno di un cuore umile? Se è così, abbiamo fatto il primo passo nel cammino del nostro sviluppo spirituale.


Grano e zizzania: La seconda parabola della rigenerazione


24. Un'altra parabola espose davanti a loro, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che semina buon seme nel suo campo.

25. E mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico, seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne andò per la sua strada.

26. E quando il grano germogliò e portò frutto, apparve anche la zizzania.

27. E i servi del padrone di casa, venuti, gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene allora la zizzania?".

28. Ma egli disse loro: "Un uomo, un nemico, ha fatto questo". E i servi gli dissero: "Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?".

29. Ma egli disse: "No, per evitare che, mentre raccogliete la zizzania, sradichiate il grano insieme ad essa".

30. Lasciate che l'uno e l'altro crescano insieme fino alla mietitura, e al tempo della mietitura dirò ai mietitori: 'Prima raccogliete la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; ma raccogliete il grano nel mio granaio'".


Gesù procede poi a raccontare una seconda parabola. Mentre la prima parabola della serie enfatizza la semina del buon seme da parte di Dio, questa seconda parabola enfatizza la semina del male da parte del nemico. I semi buoni producono grano che sarà raccolto e messo nei granai; i semi cattivi produrranno zizzania che sarà raccolta e bruciata (Matteo 13:24-30). Dobbiamo notare che Gesù non spiega immediatamente questa parabola. Al livello più semplice, i ben disposti tra le folle potrebbero intendere che le persone ricevono sia semi buoni che semi cattivi - idee buone e idee cattive. Potrebbero anche intendere che le buone idee porteranno a buoni risultati, mentre le cattive idee porteranno a cattivi risultati.

Questo sarebbe sufficiente per coloro che non sono ancora in grado di comprendere meglio, ma i discepoli vogliono saperne di più. "Spiegaci la parabola della zizzania", dicono (Matteo 13:36). E così Gesù continua a dire loro: "Chi semina il buon seme è il Figlio dell'uomo" (Matteo 13:37). A questo punto non c'è più confusione nella mente dei discepoli. Egli è stato con loro abbastanza a lungo e ha parlato abbastanza spesso del "Figlio dell'uomo", che essi sanno che si sta riferendo a se stesso. Gesù ha già detto: "Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Matteo 8:20); “Il Figlio dell'uomo ha il potere di rimettere i peccati sulla terra" (Matteo 9:6); “Il Figlio dell'uomo è venuto mangiando e bevendo e si dice che sia un mangione e un bevitore, amico degli esattori e dei peccatori" (Matteo 11:19); e poi, cosa più significativa, "Il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato" (Matteo 12:8).

Per i discepoli, quindi, è abbastanza chiaro che "Colui che semina il buon seme" è Gesù il Divino Predicatore. È Gesù stesso che semina i semi della verità nel cuore degli uomini. E poi aggiunge: "Il campo è il mondo, i semi buoni sono i figli del regno, ma la zizzania è i figli del malvagio. Il nemico che li ha seminati è il diavolo, la mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Perciò, come la zizzania viene raccolta e bruciata nel fuoco, così sarà alla fine di questa età" (Matteo 13:38-40).

Gesù si riferisce ora di nuovo al "Figlio dell'uomo": "Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti quelli che offendono e quelli che praticano l'illegalità e li getteranno nella fornace di fuoco. Ci saranno lamenti e stridore di denti" (Matteo 13:41-42). Va notato che nel corso di questo Vangelo al Figlio dell'uomo viene attribuito un potere sempre maggiore. All'inizio ha "un posto dove posare il capo", poi ha "potere sulla terra di rimettere i peccati" e ora, in questo episodio, ha potere persino sugli angeli: "Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli". Si tratta di un altro drammatico passo avanti, mentre Gesù svela gradualmente la sua vera natura.

Nello stesso modo in cui Gesù rivela gradualmente la sua identità divina, apre anche gradualmente il significato interiore della sua Parola. A questo livello più interiore, Gesù svela meravigliose verità sul processo di rigenerazione, verità che sono essenziali se vogliamo sottoporci agli inevitabili combattimenti della tentazione ed essere rigenerati.

Osservando più da vicino questo processo, la prima cosa da notare è che solo Dio semina il buon seme - le verità celesti. Ma le false idee che nascono dai nostri mali ereditati e dai nostri interessi egoistici invadono immediatamente la nostra mente. Questo è il "nemico" che semina la zizzania in mezzo al grano. Ora siamo in "equilibrio spirituale", uno stato in cui possiamo scegliere tra emozioni celesti e pensieri veri da una parte, e preoccupazioni egocentriche e pensieri falsi dall'altra.

È interessante notare che il nemico piantò la zizzania (desideri malvagi e pensieri falsi) "mentre essi dormivano". Questo è un altro promemoria per rimanere spiritualmente vigili e per non permettere al nemico di entrare. È un invito a riflettere su ciò che potrebbe farci "addormentare" alla presenza del Signore nella nostra vita e ad aumentare la nostra vigilanza per tenere la zizzania fuori dal nostro giardino.


Il seme di senape: la terza parabola della rigenerazione


31. Un'altra parabola espose davanti a loro, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo, preso, seminò nel suo campo,

32. che è il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto, è più grande dell'erba e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e fanno il nido tra i suoi rami".


La parabola successiva della serie parla del terzo passo del processo rigenerativo. Gesù dice: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo, che è davvero il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto è più grande delle erbe e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e fanno il nido tra i suoi rami" (Matteo 13:31-32). In questa parabola Gesù dà una bella immagine di come il buon seme prolifera, producendo sempre più semi. Le buone idee generano altre buone idee. Un po' di verità può fare molta strada.

In questo contesto, il granello di senape rappresenta la piccola quantità di bontà e verità presente in ognuno di noi quando iniziamo il processo di sviluppo spirituale. È considerato "piccolo" perché crediamo ancora che le cose buone che pensiamo e facciamo provengano da noi stessi. Inizialmente, Dio ci permette di pensare in questo modo perché produce un affetto per l'apprendimento della verità e per il fare del bene, anche se per scopi egoistici. Ci piace il sentimento di merito associato all'apprendimento di ciò che è vero e al fare ciò che è buono. Crediamo di essere saggi e buoni, e ci piace quando gli altri lo notano. È semplicemente così nelle prime fasi della rigenerazione. È una parte normale e naturale del processo. 2

Man mano che si fa più bene e si acquisisce più verità, l'albero continua a crescere sempre più in altezza. Gradualmente la persona viene toccata da verità sempre più elevate e da affetti più interiori: "Gli uccelli del cielo fanno il nido tra i suoi rami" (Matteo 13:32). 3

Tutto questo rappresenta la proliferazione e la moltiplicazione della verità e la nostra continua evoluzione spirituale. Stiamo salendo sempre più in alto sull'albero che un tempo era solo un piccolo seme di senape. Eppure, ci aggrappiamo ancora alla convinzione che queste verità più elevate e questi affetti più interiori abbiano origine dentro di noi. C'è ancora qualcosa di amor proprio e di gloria personale che deve essere identificato e rimosso. Questo porta alla fase successiva del processo di rigenerazione.


Pane lievitato: La quarta parabola della rigenerazione


33. Parlò loro di un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna, avendo preso della farina, nascose in tre satire, finché il tutto fu lievitato".

34. Tutte queste cose Gesù disse alle folle in parabole; e senza parabole non parlò loro,

35. Affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: "Aprirò la mia bocca in parabole; rivelerò cose che sono state nascoste dalla fondazione del mondo".

36. Poi, lasciate le folle, Gesù entrò in casa e i suoi discepoli vennero da lui dicendo: "Spiegaci la parabola della zizzania del campo".

37. Ed Egli, rispondendo, disse loro: "Chi semina il buon seme è il Figlio dell'uomo;

38. E il campo è il mondo; e il buon seme sono i figli del regno; e la zizzania sono i figli degli empi;

39. E il nemico che li semina è il diavolo; e la mietitura è la consumazione dell'età; e i mietitori sono gli angeli.

40. Perciò, come la zizzania viene raccolta e bruciata dal fuoco, così avverrà nella consumazione di questa età.

41. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli ed essi raccoglieranno dal suo regno tutte le offese e coloro che commettono iniquità,

42. e li getterà nella fornace del fuoco, dove ci sarà pianto e stridore di denti.

43. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie per intendere, intenda".


Ora Gesù fa la quarta parabola della serie, dicendo che "Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prese e nascose in tre misure di farina finché non fu tutto lievitato" (Matteo 13:33). Le persone che ascoltavano Gesù non hanno capito tutto ciò che egli intendeva dire con questa breve parabola, ma probabilmente ne hanno colto l'idea generale: il paradiso è un luogo in cui le cose continuano a migliorare sempre di più. Proprio come le buone idee generano altre buone idee, le cose buone continuano ad espandersi come il pane caldo che lievita.

A un livello più interiore, la parabola del pane lievitato parla della necessità e dell'inevitabilità della tentazione per tutti coloro che sono disposti a essere rigenerati. La verità che abbiamo acquisito (parabole del seminatore, del grano e della zizzania e del granello di senape) deve essere provata nel fuoco della tentazione per imparare che senza Dio non possiamo fare nulla. Questo è il quarto passo del processo di sviluppo spirituale.

In questo contesto, il "lievito" rappresenta le idee false che attaccano le idee vere che ci vengono da Dio. Quando queste idee false si scontrano con quelle vere, inizia un processo di fermentazione, che rappresenta la lotta contro le tentazioni a cui siamo sottoposti. Nel processo di fermentazione, il lievito attivato provoca il rilascio di gas sgradevoli. Questo, a sua volta, fa lievitare il pane. Alla fine i gas vengono espulsi, lasciando una bella e deliziosa pagnotta di pane lievitato, pronta per essere mangiata. Il lievito rimane nella pagnotta, ma diventa gradualmente sempre meno attivo. Nel frattempo, ha svolto una funzione importante.

Allo stesso modo, le lotte della tentazione ci portano a vedere e capire che non possiamo fare nulla di veramente buono da soli. L'interesse personale, la preoccupazione per se stessi e la volontà personale devono essere allontanati, come gas sgradevoli, lasciando dietro di sé solo il desiderio di fare il bene perché è bene, senza alcun bisogno di lodi, riconoscimenti o ricompense. Questo perché stiamo iniziando a capire che tutto il bene viene da Dio e nulla da noi stessi. Questo è lo scopo della tentazione: ridurci a una tale sanità mentale da credere onestamente di non meritare nulla. 4 Le preoccupazioni dell'ego che ci hanno guidato, soprattutto il bisogno di essere riconosciuti, premiati o stimati per quello che facciamo, diventano sempre meno attive, come il lievito nel pane lievitato.

Quando entriamo in questo stato, siamo pronti a servire gli altri senza pensare alla ricompensa. È l'inizio di un nuovo stato di vita. Il seme di senape che diventa un albero i cui rami si riempiono di uccelli è un'immagine della proliferazione e della moltiplicazione della verità nella nostra vita - una fase necessaria e importante della nostra rigenerazione. Ma nella parabola del pane lievitato, mentre il pane lievita e diventa sempre più pieno, vediamo un'immagine della crescita della bontà, quando la vita di carità e di servizio utile diventa il nostro obiettivo essenziale. Come il pane, che nutre e sostiene la vita, diventiamo donatori di vita agli altri.

Soprattutto, riconosciamo che i pensieri più elevati che pensiamo, gli affetti più profondi che proviamo e gli atti di servizio benevolo che compiamo hanno tutti origine in Dio. Poiché comprendiamo che Dio opera attraverso di noi, non desideriamo cercare il merito delle nostre "buone opere". Siamo come "una pagnotta risorta": calda, nutriente e pronta a fornire nutrimento agli altri.


Il tesoro nascosto in un campo: La quinta parabola della rigenerazione


44. "Di nuovo, il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, trovandolo, nasconde e per la gioia va a vendere tutto quello che ha e compra quel campo".


In questo nuovo stato di vita cerchiamo nella Parola le verità che ci aiuteranno a servire meglio gli altri. Quando cerchiamo nella Parola, con l'amore nel cuore e gli usi della vita in mente, troviamo tesori nascosti: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo, che un uomo ha trovato e nascosto; poi, per la gioia, va a vendere tutto quello che ha e compra quel campo" (Matteo 13:44).

Va notato che l'uomo della parabola acquista l'intero campo: "Per la gioia va, vende tutto quello che ha e compra quel campo".

Questo è ciò che accade a noi quando la Parola prende vita e la vediamo per il tesoro raro e meraviglioso che è. Non ci accontentiamo più di una piccola porzione di campo. La nostra fame di verità aumenta in modo direttamente proporzionale al nostro desiderio di essere un essere umano utile. Di conseguenza, amiamo imparare sempre di più; desideriamo una comprensione sempre maggiore dell'intero campo, non solo di una parte di esso. E così facendo continuiamo a scoprire nuovi tesori: meravigliose verità che ci aiuteranno nel processo di rigenerazione, verità che ci aiuteranno ad amare Dio in modo più completo e a servire gli altri in modo più completo.


La Perla di Gran Prezzo: La sesta parabola della rigenerazione


45. "Di nuovo, il regno dei cieli è come un uomo, un mercante, che cerca perle di buona qualità;

46. Il quale, trovata una perla molto preziosa, se ne andò, [e] vendette tutto quello che aveva, e la comprò".


Continuando a cercare nella Parola, troviamo il più grande di tutti i tesori: è l'unica perla, estremamente preziosa, chiamata "la perla di gran prezzo". Come è scritto: "E trovata una perla di gran prezzo, vendette tutto quello che aveva e la comprò" (Matteo 13:45).

La perla di grande prezzo è la vera conoscenza di Dio e il punto di partenza per una vera comprensione della Parola di Dio. Quando si conosce la vera natura di Dio, ogni storia, ogni parabola, perfino ogni singola parola della Parola di Dio, assume un nuovo significato, rivelando l'amore infinito e la tenera misericordia di Dio. Questa perla preziosa è la rivelazione della vera natura di Dio: un Dio divinamente umano che si prende cura di ogni persona come un genitore amorevole si prende cura di un figlio. Questa conoscenza è la più preziosa che potremmo mai scoprire. Pertanto, tra tutti i tesori che si trovano nella Parola del Signore, questa è la verità più preziosa di tutte. Ecco perché è chiamata "perla di grande prezzo". 5

Ci sono, ovviamente, molte perle di saggezza nella Parola del Signore. Ci sono molti "tesori nel campo". Ma la perla di gran prezzo è il tesoro più grande di tutti, perché ci mostra la bellezza interiore di ogni altra perla. Guidati da una corretta comprensione di Dio, impariamo a "dissotterrare" tesori preziosi che giacevano nascosti nel buon terreno del senso letterale della Parola; arriviamo a vedere le meraviglie contenute in ogni storia. Proprio come le dodici porte del cielo sono fatte di un'unica sostanza - la perla - la vera conoscenza di Dio è la porta d'accesso alla comprensione di tutte le altre verità della Parola. Man mano che la nostra comprensione cresce, vediamo come tutte le altre perle sono collegate, come sono perfettamente disposte e come ogni perla ha il suo posto speciale nella Parola di Dio. Proprio come l'anima ordina e dispone i numerosi organi, sistemi e cellule del corpo, una giusta comprensione della vera natura di Dio rivela l'ordine perfetto della Parola. 6

Il modo in cui vediamo Dio diventa, quindi, una pietra di paragone non solo per il modo in cui vediamo la Parola, ma anche per il modo in cui vediamo la vita. La tendenza a vedere Dio come arrabbiato e vendicativo può portare troppo facilmente a giustificare il nostro stesso comportamento rabbioso e vendicativo. La tendenza a vedere Dio come rigido e spietato, a meno che non plachiamo la sua ira con sacrifici, può portare troppo facilmente a giustificare la nostra tendenza a essere esigenti e spietati, a meno che non ci plachino con parole dolci e atti che soddisfano il nostro ego. 7

Tuttavia, una volta acquisita una vera comprensione della natura di Dio, non saremo più sviati da insegnamenti che ci portano a credere che Dio sia arrabbiato, iracondo e spietato, e che richieda un sacrificio per rientrare nelle sue grazie. Questo è il tipo di pensiero sbagliato che ha portato gli antichi israeliti a credere che l'ira di Dio potesse essere placata solo attraverso un sacrificio umano. L'idea che un Dio infinitamente amorevole possa arrabbiarsi, o addirittura guardare con disprezzo i suoi figli, è inaccettabile per la ragione umana. Questo perché Dio è la bontà stessa, l'amore stesso, la misericordia stessa e il perdono stesso. Non è nella sua natura guardare nessuno dei suoi figli con rabbia o addirittura con la fronte aggrottata. Tutto ciò che ci chiede è di osservare i suoi comandamenti, credendo che ci dia il potere di farlo. Così facendo, apriamo la strada per ricevere le benedizioni celesti che Egli ci mette a disposizione in ogni momento e in ogni istante. 8

La perla di grande prezzo, quindi, è la vera comprensione di Dio e dell'amore di Dio per noi. È la consapevolezza che la nostra vita viene direttamente dal Signore, che ci ama con un amore inimmaginabile. Non solo la nostra vita viene direttamente dal Signore, ma il Signore è la nostra vita. Senza il Signore nella nostra vita - in particolare la bontà e la verità che riceviamo da Lui - non avremmo alcuna vita. Anche se il nostro cuore continuerebbe a battere e i nostri polmoni a respirare, saremmo spiritualmente morti.

Pertanto, la conoscenza di Dio e, più specificamente, la conoscenza di come Dio ha manifestato il suo amore per noi attraverso Gesù, è sicuramente la "perla di grande prezzo". Una volta ottenuta questa conoscenza inestimabile, siamo pieni di gratitudine. Come il mercante della parabola, diventiamo perfettamente disposti a vendere tutto ciò che abbiamo; diventiamo perfettamente disposti a rinunciare a tutti i desideri egoistici e, in cambio, a ricevere la pienezza della vita di Dio e tutte le benedizioni che contiene. 9


Il Dragnet: La settima parabola della rigenerazione


47. "Di nuovo, il regno dei cieli è come una sciabica gettata in mare, e raccoglie ogni tipo di pesce;

48. Quando fu piena, la portarono sulla riva e, seduti, raccolsero le cose buone nei recipienti e scacciarono le cattive.

49. Così sarà nella consumazione dell'età: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi dai giusti,

50. e li getteranno nella fornace del fuoco, dove ci sarà pianto e stridore di denti".

51. Gesù dice loro: "Avete compreso tutte queste cose?". Gli rispondono: "Sì, Signore".

52. Ed Egli dice loro: "Per questo, ogni scriba istruito per il regno dei cieli è simile a un uomo e a un padrone di casa che mette fuori dal suo tesoro [cose] nuove e vecchie."


Questo ci porta all'ultima parabola di questa serie. Gesù dice: "Di nuovo, il regno dei cieli è simile a una draga che fu gettata in mare e ne raccolse di ogni genere; quando fu piena, la trassero a riva; e si sedettero e raccolsero il buono in vasi, ma gettarono via il cattivo. Così sarà alla fine dell'era. Gli angeli usciranno, separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace di fuoco. Ci saranno lamenti e stridore di denti" (Matteo 13:47-50). 10

In questa settima e ultima parabola, la "rete gettata in mare" descrive ciò che accade in ognuno di noi dopo la morte. La maggior parte di noi è un misto di bene e di male, di verità e di falsità, di nobili aspirazioni e di desideri egoistici. Tutto questo è descritto dalla draga che viene gettata in mare e riportata a riva, piena di "ogni sorta". Tuttavia, se il nostro cuore è al posto giusto e se desideriamo sinceramente imparare ciò che è vero e fare ciò che è giusto, le nostre false credenze e i nostri desideri sbagliati non possono danneggiarci in modo permanente. La dolce guida di Dio non finisce con la morte.

Al contrario, continuiamo a vivere, pienamente umani, ma senza corpi materiali. A seconda delle decisioni prese sulla terra, continuiamo a imparare, a crescere e a diventare la versione migliore di noi stessi. Gli angeli istruttori ci guidano e ci insegnano mentre continuiamo a prepararci per il paradiso. Ci aiutano a scartare gradualmente le false idee e le vane ambizioni a cui ci siamo aggrappati (perché non ne sapevamo di più). E ci insegnano nuove verità che possiamo usare come vasi per ricevere la bontà di Dio mentre continuiamo a imparare di più sulla vita celeste.

Alla fine, ci sarà una separazione finale tra ciò che è buono in noi e ciò che è malvagio. A quel punto, il male e le cose false saranno separate e allontanate dalla nostra coscienza, mentre tutto ciò che è buono e vero in noi diventerà parte della nostra natura essenziale. Questa è la fase finale del processo di sviluppo spirituale. È un processo che inizia sulla terra e continua per tutta l'eternità. Sebbene non saremo mai rigenerati al punto da poter dire: "Ora sono perfetto", continueremo ad avvicinarci sempre più alla perfezione. 11

Al termine di questa serie di parabole, Gesù dice ai suoi discepoli: "Avete compreso tutte queste cose?". (Matteo 13:47). A questo punto, la loro risposta semplice e sincera è sufficiente. Dicono: "Sì, Signore". Gesù non mette in dubbio la loro risposta e non li esamina sulla loro comprensione. Invece, parla loro come se fossero ormai scribi ben istruiti, dicendo: "Ogni scriba istruito sul regno dei cieli è simile a un uomo e a un padrone di casa che tira fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie" (Matteo 13:52).

Gli studiosi di Bibbia sono per lo più d'accordo nel ritenere che si riferisca alle Scritture ebraiche ("antiche") e agli insegnamenti di Gesù ("nuovi"). Ma potrebbe anche riferirsi alla lettera delle Sacre Scritture ("vecchie") e allo spirito delle Sacre Scritture, che è continuamente nuovo quando il Signore rivela sempre più verità interiori. Quando il nuovo e l'antico sono visti come un tutt'uno, questi insegnamenti contengono un potere incredibile - un potere dato per guidarci, proteggerci e benedirci mentre continuiamo a crescere ed evolverci per sempre. 12


"Dove ha preso quest'uomo questa saggezza?".


53. E quando Gesù ebbe finito queste parabole, passò di là.

54. E, giunto nel suo paese, li ammaestrava nella loro sinagoga, tanto che essi si meravigliavano e dicevano: "Da dove viene a quest'uomo questa sapienza e questi poteri?

55. Non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama forse Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giose, Simone e Giuda?

56. E le sue sorelle, non sono forse tutte con noi? Da dove dunque questo [Uomo] ha tutte queste cose?".

57. E si offesero in Lui; ma Gesù disse loro: "Un profeta non è senza onore, se non nella sua patria e nella sua casa".

58. E lì non fece molte opere di potenza, a causa della loro incredulità.


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Quando Gesù ha raccontato le sette parabole della rigenerazione, ha parlato a un pubblico ricettivo. Ma nell'episodio successivo le cose cambiano. Torna a casa, a Nazareth, per confrontarsi con un pubblico molto meno ricettivo. Anzi, sono dubbiosi, scettici, persino ostili.

La scena è una sinagoga nel suo paese. Egli è entrato nella sinagoga nel tentativo di istruirli, ma essi non sono aperti al suo insegnamento. Non vedono nulla della sua divinità e non possono immaginare che la sua sapienza e il suo potere vengano dal cielo. Invece,

dicono: "Da dove ha preso quest'uomo questa sapienza e queste opere potenti"? (Matteo 13:54). La loro domanda non è posta in uno stato di rispettoso timore. Piuttosto, è detta in modo sprezzante, poiché leggiamo che sono "offesi" (Matteo 13:57). Lo vedono ancora come il figlio del falegname, il figlio di Maria e uno dei cinque fratelli.

Il contrasto tra la ricettività dei discepoli, con il loro semplice "Sì, Signore", e il rifiuto a Nazareth è impressionante. In un episodio precedente, Gesù aveva detto ai capi religiosi che "un profeta più grande di Giona" è in mezzo a loro, così come un uomo di sapienza "più grande di Salomone" (Matteo 12:42). Sebbene Gesù sia davvero un profeta più grande di Giona, comprende anche che "un profeta non è senza onore se non nel suo paese e nella sua casa" (Matteo 13:57). E per questo "non vi compì molte opere potenti a causa della loro incredulità" (Matteo 13:58).

La storia del rifiuto di Gesù a Nazareth parla a ciascuno di noi dei modi sottili in cui anche noi possiamo rifiutarlo. Nella nostra prima lettura della Parola di Dio, le storie letterali possono deliziarci in modo infantile, ma non andiamo oltre a considerarle come storie per bambini. Non vediamo che ogni storia della Parola è una parabola che può essere aperta all'eternità e che la Parola di Dio è un campo pieno di tesori nascosti. La consideriamo semplicemente un libro per bambini, forse piacevole, ma non divino. Questo significa considerarlo solo un libro sul "figlio di un falegname" e vedere Gesù solo come il figlio di Maria. La tendenza a spiegare la santità della Parola ci lascia in una posizione in cui possiamo trarre poca ispirazione dai suoi insegnamenti o dal messaggio di Gesù. E così, Dio non può fare opere potenti in noi a causa della nostra incredulità. 13

Poznámky pod čarou:

1. HD 203: "Ogni rigenerazione è operata dal Signore, attraverso le verità di fede e una vita conforme ad esse".

2Arcana Coelestia 4145[2]: “Ogni persona che viene rigenerata si trova dapprima in un bene mediato, affinché serva a introdurre i beni e le verità autentiche; ma dopo aver servito a questo scopo, questo bene viene separato e la persona viene portata al bene che fluisce in modo più diretto. Così, la persona che viene rigenerata si perfeziona per gradi. Per esempio: una persona che si sta rigenerando crede inizialmente che il bene che pensa e fa provenga da se stessa e che quindi sia meritevole. Questo perché la persona non sa o non comprende ancora che il bene può provenire da un'altra fonte, né che può essere altrimenti che una persona debba essere ricompensata, perché è stato fatto da se stessa. Se all'inizio una persona non credesse a questo, non farebbe mai del bene. Ma con questo mezzo le persone vengono iniziate non solo all'affetto di fare il bene, ma anche alla conoscenza del bene e del merito. Quando le persone vengono condotte in questo modo all'affetto di fare il bene, iniziano a pensare e a credere in modo diverso. In particolare, cominciano a pensare e a credere che il bene fluisce dal Signore e che con il bene che fanno da soli non meritano nulla. Infine, quando si trovano nell'affetto di volere e fare il bene, rifiutano del tutto il merito personale, anzi ne hanno un'avversione, e sono affetti da bene da bene. Quando una persona è in questo stato, il bene fluisce direttamente".

3. La maggior parte delle traduzioni dice "uccelli dell'aria" o "uccelli del cielo", ma Swedenborg traduce con "uccelli del cielo" per la corrispondenza con i pensieri superiori. La parola greca tradotta come "aria" o "cielo" è οὐρανοῦ (ouranou) che può essere tradotta come "aria", "cielo" o "cielo". Gli uccelli che volano in alto sopra la terra hanno spesso una vista più acuta e una visione più ampia. Grazie alla loro "visione a volo d'uccello", spesso corrispondono alla capacità umana di avere pensieri più elevati. Vedere Arcana Coelestia 5149[3]: “Per "uccelli" si intendono le cose dell'intelletto come i pensieri, le idee, i ragionamenti, i principi, quindi le verità o le falsità.... Gli uccelli del cielo che abitavano tra i rami dell'albero indicano le verità".

4Arcana Coelestia 2273[2]: “Le tentazioni che si superano sono accompagnate dalla convinzione che tutti gli altri siano più degni di loro e che si sia infernali piuttosto che celesti; infatti, mentre si è in tentazione, si presentano alla persona tali idee. Se dopo le tentazioni le persone si avvicinano a pensieri contrari a questi ... si devono subire tentazioni simili, e a volte più gravi, fino a quando le persone sono ridotte a una tale sanità mentale da credere di non aver meritato nulla".

5La Vera Religione Cristiana 184: “La Trinità divina è come la perla di grande prezzo; ma quando viene divisa in Persone, è come una perla divisa in tre parti, che si rovina completamente e irrimediabilmente". Vedi anche La Vera Religione Cristiana 163: “Questi tre, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sono tre componenti essenziali di un unico Dio. Sono uno come lo sono la nostra anima, il nostro corpo e le cose che facciamo".

6Apocalisse Rivelata 916: “La conoscenza del Signore è l'universale di tutte le cose della dottrina e quindi di tutte le cose della chiesa; da essa deriva la vita e l'anima di tutto il culto, perché il Signore è il tutto in tutti del cielo e della chiesa, e quindi in tutte le cose del culto. Il motivo per cui il riconoscimento e la conoscenza del Signore uniscono tutte le conoscenze di verità e di bene della Parola è che c'è una connessione di tutte le verità spirituali e, se ci credete, la loro connessione è come quella di tutte le membra, i visceri e gli organi del corpo. Pertanto, poiché l'anima contiene tutte queste cose nel loro ordine e nella loro connessione... l'"unica perla preziosa" è il riconoscimento e la conoscenza del Signore".

7La Vera Religione Cristiana 163: “Una giusta idea di Dio è nella chiesa come il santuario e l'altare nel tempio, come la corona sul capo e lo scettro nella mano di un re che siede sul suo trono. Da questa dottrina dipende tutto il corpo della teologia, come una catena dal suo primo anello; e, se ci credete, il posto in cielo è in funzione dell'idea che uno ha di Dio, perché è una specie di pietra di paragone con cui si verifica l'oro e l'argento, cioè la natura del bene e della verità in una persona".

8La Vera Religione Cristiana 56: “Poiché Dio vuole solo ciò che è buono, non può fare altro che ciò che è buono.... [Si vede quindi quanto siano illusi coloro che pensano, e ancor più coloro che credono, e ancor più coloro che insegnano, che Dio possa dannare qualcuno, maledire qualcuno, mandare qualcuno all'inferno, predestinare un'anima alla morte eterna, vendicare torti, adirarsi o punire. Non può nemmeno allontanarsi dall'uomo, né guardarlo con sguardo severo. Queste e altre cose sono contrarie alla sua essenza; e ciò che è contrario alla sua essenza è contrario al suo stesso essere".

9Apocalisse Spiegata 1044[3]: “L'"unica perla preziosa" significa la conoscenza del Signore e della sua Divinità. Le parole: 'Vendette tutto quello che aveva e lo comprò' significano il rifiuto di ciò che è proprio [proprium] per ricevere la vita dal Signore".

10. Gesù parla nel "linguaggio della parabola". L'espressione "fornace ardente" si riferisce al calore ardente dell'egocentrismo; l'espressione "stridore di denti" si riferisce al bisogno smodato di avere ragione e alle violente discussioni che ne conseguono. Vedere Cielo e Inferno 573: “Poiché per fuoco infernale si intende tutta la brama di fare il male che scaturisce dall'amore per se stessi, questo stesso fuoco indica anche il tipo di tormento che si verifica negli inferi. Questo perché gli impulsi che nascono da quell'amore sono impulsi a ferire le persone che non offrono rispetto, deferenza e riverenza. Nella misura in cui la rabbia prende il sopravvento, e l'odio e la vendetta che derivano dalla rabbia, le persone sono spinte ad attaccare ferocemente gli altri. Quando questo impulso è insito in ognuno di noi, in una comunità in cui non ci sono vincoli esterni, né timori per la legge o per la perdita della reputazione o della posizione o del profitto o della vita, tutti attaccano gli altri per pura malvagità.... Questi atti di ferocia e tortura sono ciò che si intende per fuoco dell'inferno, perché sono il risultato delle loro ossessioni".

11. Per una descrizione completa ed esauriente di questo stadio, si veda Paradiso e inferno, Parte II: "Il mondo degli spiriti e lo stato dell'uomo dopo la morte", 429-535. In questa sezione del libro Swedenborg descrive il Mondo degli Spiriti come una dimora temporanea tra il paradiso e l'inferno. È qui che le persone buone hanno l'opportunità di liberarsi delle false nozioni che hanno impedito loro di essere tutto ciò che potevano essere. Poiché sono buone, amano la verità e sono quindi facilmente preparate al paradiso dagli angeli istruttori. Le persone malvagie, invece, rifiutano ogni istruzione, credendo di sapere già cosa è meglio. Alla fine mettono da parte le loro maschere ipocrite e diventano ciò che sono veramente, prendendo posto in un mondo in cui tutti gli altri pensano di sapere cosa sia meglio, un mondo pieno di discussioni e di litigi. Nel linguaggio biblico, questo incessante disaccordo e discordia è chiamato "lamento e stridore di denti". Non è una punizione, è solo ciò che alcuni scelgono come stile di vita.

12. DeVerbo 20: "Tutta la santità della Parola è nel suo senso letterale, e non c'è santità in senso spirituale senza il senso letterale. Sarebbe come una casa senza fondamenta... come un corpo umano senza pelle... come il vino senza un recipiente che lo contenga.... Tutta la potenza della verità divina risiede nel senso letterale della Parola; il senso spirituale senza il senso letterale non ha potenza, ma il senso letterale che contiene il senso spirituale ha potenza".

13. Quando Swedenborg intervistò alcuni diavoli dell'inferno, chiese loro cosa pensassero dei Dieci Comandamenti. Ecco una parte di quella conversazione, tratta da Amore coniugale 521[5]: “Poi ho spostato la conversazione su questioni più serie e ho chiesto se avessero mai pensato che l'adulterio è un peccato. Che cos'è il peccato?", risposero. Non sappiamo cosa sia". Ho chiesto se si fossero mai ricordati che l'adulterio è contrario al sesto comandamento del Decalogo. Risposero: "Che cos'è il Decalogo? Non è forse il catechismo? Cosa c'entra quel libretto per bambini con uomini come noi?".

Bible

 

Matthew 12:33

Studie

       

33 Either make the tree good, and his fruit good; or else make the tree corrupt, and his fruit corrupt: for the tree is known by his fruit.