Bible

 

Genesi 36:5

Studie

       

5 Ed Oholibama partorì Ieus, e Ialam, e Cora. Questi sono i figliuoli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

Komentář

 

Padre

  
Rudolf von Arthaber with his Children, by Friedrich von Amerling

Padre nella Parola significa ciò che è più interiore, e nelle cose che seguono l'ordine del Signore, significa ciò che è buono. Nel senso più alto, Padre significa il Signore stesso, il creatore. Nella generazione dei figli naturali è il padre che fornisce l'anima o il ricettacolo più interiore della vita, e un'eredità interna, e la madre che fornisce tutta la sostanza che l'anima usa per formare il suo corpo, più un'eredità esterna. In questo processo l'anima viene dal Signore attraverso il padre, e non dal padre, poiché tutta la vita viene dal Signore.

La persona saggia chiama il Signore suo padre e la chiesa sua madre perché i suoi amori interiori provengono dal Signore, ma vengono dati forma e attualità attraverso le verità insegnate dalla chiesa. Le cose così prodotte sono i "figli" spirituali di una persona.

Nel Nuovo Testamento, quando si parla di Gesù e del Padre, ciò che si intende è la manifestazione esteriore con il divino stesso come anima all'interno. Poiché Gesù è nato da una madre naturale, aveva un corpo naturale e un'eredità ebraica naturale. Durante la sua vita, mentre era tentato dagli inferi, lentamente si spogliò di tutto ciò che aveva da sua madre e lo sostituì con ciò che aveva dentro di sé, il Padre. Facendo questo, si fece uno con il Padre che era il suo intimo, così da poter dire veramente: "Io e il Padre mio siamo uno".

(Odkazy: Apocalisse Rivelata 170; Arcana Coelestia 1815, 3703 [4]; Divina Provvidenza 330 [1,2]; La Vera Religione Cristiana 103 [1,2])

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Divina Provvidenza # 330

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330. Per dimostrare quanto è perniciosa la credenza nella predestinazione, così com’è comunemente intesa, è necessario esaminare ed argomentare queste quattro affermazioni.

Primo. Una predestinazione che non sia per il cielo è contro il Divino amore e la sua infinità. È stato mostrato in Divino amore e Divina sapienza Che Jehovah o il Signore è il Divino amore, e che questo amore è infinito, ed è la realtà essenziale di ogni vita; e inoltre che l'uomo è stato creato ad immagine di Dio, secondo la somiglianza di Dio. Poiché ogni uomo (si veda n. 328) viene formato dal Signore nell'utero, in quella immagine, secondo quella somiglianza; ne consegue che il Signore è il Padre celeste di tutti gli uomini, e che gli uomini sono suoi figli spirituali; così infatti Jehovah o il Signore è chiamato nella Parola, e così sono chiamati gli uomini. Perciò egli dice:

Non chiamate padre il vostro padre sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, colui che è nei cieli (Matteo 23:9)

Con ciò si intende che egli solo è il Padre quanto alla vita, e che il padre terreno è tale solo riguardo all'abito della vita, che è il corpo. Dunque nel cielo nessun altro si chiama Padre, eccetto il Signore. Molti passi nella Parola indicano chiaramente che gli uomini che non invertono quella vita si chiamano figli, generati da Dio.

[2] Si può dunque comprendere che il Divino amore è in ogni uomo, sia egli malvagio o buono. Di conseguenza il Signore, che è il Divino amore, non può agire con gli uomini che come un padre sulla terra coi suoi figli, e infinitamente meglio, perché il Divino amore è infinito; ed egli non può allontanarsi da nessuno, perché la vita di ognuno viene da lui. Sembra che si allontani dai malvagi, ma sono i malvagi che si allontanano da lui; nondimeno, egli amorevolmente li conduce. Perciò il Signore dice:

Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; bussate, e vi sarà aperto. Chi mai tra voi, se il figlio gli chiede del pane, gli dà una pietra? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Matteo 7:711)

e altrove:

Egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Matteo 5:45)

È anche noto nella chiesa che il Signore vuole la salvezza di tutti, e non vuole la morte di nessuno. Si può dunque comprendere che una predestinazione che non sia per il cielo è contro il Divino amore.

[3] Secondo. Una predestinazione che non sia per il cielo è contro la Divina sapienza e la sua infinità. Il Divino amore, tramite la sua Divina sapienza, provvede ai mezzi grazie ai quali ogni uomo può essere salvato. Quindi affermare che vi sia una predestinazione che non è per il cielo, significa dire che egli non può provvedere ai mezzi per i quali si ottiene la salvezza, mentre questi mezzi sono alla portata di tutti, come si è mostrato più sopra; e questi mezzi provengono dalla Divina Provvidenza, che è infinita. Se vi sono uomini che non si salvano, è perché il Divino amore vuole che l'uomo senta in sé la felicità e la beatitudine del cielo, poiché altrimenti non vi sarebbe alcun cielo per lui. Ma questo sentimento può manifestarsi, soltanto se all'uomo appare di pensare e volere da se stesso: perché senza questa apparenza nulla potrebbe essergli dato, ed egli non sarebbe neppure un uomo. È per questo che vi è una Divina Provvidenza, risultante dalla Divina sapienza che scaturisce dal Divino amore.

[4] Tuttavia, ciò non è contrario alla verità che tutti sono predestinati per il cielo, e nessuno lo è per l'inferno. Se invece i mezzi di salvezza mancassero, allora la negherebbe; ma si è mostrato (nn. 326, 329) che ognuno è stato dotato dei mezzi di salvezza, e che il cielo è tale che tutti coloro che vivono rettamente (a qualsiasi religione appartengano) vi hanno il loro posto. L'uomo è come la terra che produce frutti di ogni specie: in virtù di questa facoltà, la terra è la terra. Se essa produce anche frutti cattivi, ciò non le toglie la facoltà di produrre anche dei buoni frutti; ma questa facoltà le sarebbe tolta qualora non potesse produrre che frutti cattivi. L'uomo è anche come un oggetto che trasforma i raggi di luce che lo colpiscono. Se egli mostra solo colori sgradevoli la colpa non è della luce: i raggi di luce possono essere mutati anche in colori piacevoli.

[5] Terzo. Supporre che si salvino solamente coloro che sono nati nel grembo della chiesa è un’eresia insensata. Coloro che sono nati fuori della chiesa sono uomini, così come lo sono coloro che sono nati nel suo seno. Essi hanno la stessa origine celeste; sono ugualmente anime viventi e immortali. Hanno anche una religione in virtù della quale riconoscono che vi è un Dio, e che si deve vivere bene; e colui che riconosce un Dio e vive bene, diviene spirituale al livello che gli è proprio e si salva, come si è mostrato più sopra (n. 326).

Qualcuno potrebbe obiettare che non sono battezzati; ma il battesimo salva solo coloro che sono stati lavati spiritualmente, vale a dire rigenerati. Il battesimo è un simbolo e un memoriale della rigenerazione.

[6] Si potrebbe obiettare che essi non conoscono il Signore, e che senza il Signore non c’è salvezza; ma nessuno si salva per il solo fatto di conoscere il Signore: l'uomo si salva perché vive secondo i comandamenti del Signore. Il Signore è conosciuto da chiunque riconosce un Dio, poiché il Signore è il Dio del cielo e della terra, come insegna egli stesso (Matteo 28:18, e altrove). Inoltre, coloro che sono fuori della chiesa hanno l'idea di un Dio personale più dei cristiani; e coloro che hanno l'idea di un Dio personale e vivono bene sono accolti dal Signore. Essi riconoscono altresì che Dio è uno in persona e in essenza, diversamente dai cristiani; e pensano a Dio nella loro vita, poiché considerano i mali come peccati contro Dio, e coloro che li considerano così, significa che pensano a Dio nella loro vita. I cristiani ricevono i comandamenti della loro religione dalla Parola, ma pochi sono coloro che li mettono realmente in pratica nella loro vita.

[7] I cattolici romani non leggono la Parola; e i riformati, che credono alla fede separata dalla carità, non prestano attenzione alle cose che la Parola dice riguardo alla vita, ma solamente a quelle che riguardano la fede, nonostante il fatto che tutta la Parola non sia che una dottrina della vita. Il cristianesimo si trova solo in Europa, l’Islam e le altre religioni non­cristiane si trovano in Asia, nelle Indie, in Africa e in America. Il genere umano in queste parti del globo è dieci volte più numeroso del genere umano che è nella parte del mondo cristiano; e in questa parte pochi sono coloro che mettono in atto la religione nella vita. Cosa dunque può esservi di più folle che credere che solo i cristiani siano salvati, mentre gli altri siano dannati, e che all'uomo spetti il cielo per diritto di nascita e non per modo di vita? Perciò dice il Signore:

Io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente, e siederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; ma i figli del regno saranno rigettati (Matteo 8:11, 12)

[8] Quarto. Supporre che alcuni uomini siano predestinati alla dannazione è un’eresia crudele. È infatti crudele credere che il Signore, che è lo stesso amore e la stessa misericordia, consenta al fatto che una grande moltitudine di uomini nasca per l'inferno, o che tante miriadi di persone nascano dannate ed esecrate, cioè nascano come diavoli e satani; e che in virtù della sua Divina sapienza egli non provveda affinché coloro che vivono bene e riconoscono un Dio non siano gettati nel fuoco e nell’eterno tormento. Il Signore è anche il creatore e il salvatore di tutti, egli solo conduce tutti, e non vuole la morte di nessuno; dunque è crudele credere e pensare che una così grande moltitudine di nazioni e di popoli, sotto la sua guida e il suo sguardo, siano dati in preda al diavolo per predestinazione.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.