Bible

 

Genesi 13:17

Studie

       

17 Levati, va’ attorno per lo paese, per largo e per lungo; perciocchè io tel darò.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

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Arcana Coelestia # 1616

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1616. E Abramo piantò la sua tenda, e dimorò nei querceti di Mamre, che si trovano a Hebron. Che questo significhi che il Signore raggiunse una percezione ancora più interiore è evidente dal significato di piantare una tenda, cioè di muoversi e di fissare la tenda, e di essere congiunti; perché la tenda è il santo del culto, come esposto più sopra (n. 414, 1452) con la quale l'uomo esterno è congiunto con l'interno. E anche dal significato di querceto, cioè percezione, come spiegato sopra (n. 1442, 1443)

dove è nominato il querceto di Moreh, che è la prima percezione; Ma qui, i querceti di Mamre, al plurale, che significano una maggiore percezione, cioè una percezione più interiore. Questa percezione è chiamata i querceti di Mamre, che si trovano a Hebron. Mamre è anche menzionato altrove (come in Genesi 14:13, 18:1, 23:17-19, 35:27), e Hebron allo stesso modo (come in Genesi 35:27; 37:14; Giosuè 10:36, 39; 14:13-15, 15:13, 54, 20:7, 21:11, 13, Giudici 1:10, 20 e in altri luoghi). Ma con quale significato, per Divina misericordia del Signore, si vedrà dove questi passaggi sono spiegati.

[2] Circa il significato dei querceti di Mamre, che si trovano a Hebron, vale a dire, una percezione ancora più interiore, il caso è il seguente. Nella misura in cui le cose che sono dell'uomo esterno sono congiunte con le cose celesti dell'uomo interno, la percezione aumenta e diviene più interiore. La congiunzione con le cose celesti conferisce la percezione. Perché nelle cose celesti che sono dell'amore per il Signore, è la stessa vita dell'uomo interno, o ciò che è lo stesso, nelle cose celesti dell'amore, cioè nell'amore celeste, è presente Jehovah; la cui presenza non viene percepita nell'uomo esterno finché non ha luogo la congiunzione; tutta la percezione è dalla congiunzione.

[3] . Dal senso interno è evidente quale fosse il caso presso il Signore, vale a dire che il suo uomo esterno, o l'essere umano, è stato congiunto con l'essenza Divina per gradi, secondo la moltiplicazione e la fruttificazione delle conoscenze. In nessun modo , alcun uomo può essere congiunto con Jehovah ovvero con il Signore, tranne che per mezzo delle conoscenze; perché per mezzo di conoscenze l'uomo diventa uomo. E così anche il Signore, essendo nato come ogni altro uomo, è stato anche istruito nello stesso modo, ma nelle sue conoscenze, le cose celesti sono state continuamente insinuate, in modo che le conoscenze sono diventate continuamente ricettacoli delle cose celesti e sono diventate esse stesse celesti.

[4] . Egli si è continuamente avanzato in questo modo verso le cose celesti dell'infanzia perché - come è stato detto prima - le cose celesti che sono dell'amore sono insinuate sin dalla prima infanzia e fino alla fanciullezza, e anche fino alla giovinezza, quando l'uomo viene poi imbevuto di conoscenze . Se l'uomo è tale da poter essere rigenerato, queste conoscenze sono permeate di cose celesti che sono dell'amore e della carità e vengono quindi impiantate nelle cose celestiali con le quali è stato dotato dall'infanzia fino alla fanciullezza e alla giovinezza. E così il suo uomo esterno è congiunto con l'uomo interno. Queste conoscenze sono prima impiantate nelle cose celesti con cui è stato dotato nella giovinezza; poi in quelle con cui è stato dotato nella fanciullezza e infine, in quelle con cui è stato dotato nell'infanzia. Allora egli è un bambino, di cui il Signore ha detto che di essi è il regno di Dio. Questo impianto è fatto unicamente dal Signore; e per questo motivo nulla di celeste è nell'uomo, né vi può essere, che non sia dal Signore, e che non appartenga al Signore.

[5] . Ma il Signore dal suo proprio potere congiunse il suo uomo esterno con il suo uomo interno, e riempì le sue conoscenze con le cose celesti e le impiantò nelle cose celesti, e questo in virtù del Divino ordine. Prima nelle cose celesti della sua fanciullezza, successivamente nelle cose celesti dell'età intermedia tra fanciullezza e infanzia; e infine nelle cose celesti della sua infanzia. E nello stesso tempo divenne, in quanto alla sua essenza umana, l'innocenza stessa e l'amore stesso, da cui sono tutta l'innocenza e tutto l'amore nei cieli e sulla terra. Tale innocenza è la vera infanzia, perché è allo stesso tempo sapienza. Ma l'innocenza dell'infanzia, a meno che non diventi – per mezzo delle conoscenze - l'innocenza della sapienza, non è di alcun uso. E quindi nell'altra vita i bambini sono imbevuti di conoscenze. Come il Signore impiantò le conoscenze nelle cose celesti, così ebbe la percezione, perché, come si è detto prima, tutta la percezione è dalla congiunzione. Egli ha avuto la sua prima percezione quando ha impiantato le conoscenze dell'infanzia; quella percezione s'intende con il boschetto di Moreh. E la sua seconda,di cui si tratta qui, che è maggiormente interiore, è rappresentata dai querceti di Mamre, che si trovano a Hebron.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.