2009. Non sarai più chiamato Abramo, il tuo nome sarà Abraham. Che questo significhi che il Signore avrebbe dismesso il suo uomo esterno e che avrebbe assunto la veste Divina è evidente dal significato di nome; e anche dal significato di Abramo e, successivamente, di Abraham. L'espressione questo sarà il tuo nome, quando usata nella Parola, significa la qualità, cioè che la persona è di una tale qualità, come è evidente da ciò che è stato esposto nel primo volume 1 (n. 144, 145, 1754). E dato che il nome significa la qualità, il nome comprende nel suo insieme ogni cosa che è nell'uomo. Perché nel cielo non si ha riguardo al nome di chicchessia; ma quando qualcuno viene nominato, o quando si pronuncia la parola nome, emerge l'idea della qualità della persona, cioè di tutte le cose che le appartengono, che sono in relazione con lui e che sono in lui; quindi nella Parola nome significa qualità. Affinché questa nozione risulti chiara possiamo addurre dalla Parola di un numero di ulteriori passi a conferma. Come nella benedizione di Mosè:
Jehovah ti benedica e ti protegga; Jehovah faccia risplendere i suoi volti su di te e abbia compassione di te. Jehovah levi i suoi volti in alto e ti doni pace. Così porranno il mio nome sui figli di Israele (Numeri 6:24-27)
Da ciò è evidente cosa s’intenda per nome e per porre il nome di Jehovah sui figli di Israele, cioè che Jehovah li benedice, li protegge, li illumina, è misericordioso, dona; e quindi che queste sono le qualità di Jehovah ovvero del Signore.
[2] Nel Decalogo:
Non pronunciare il nome del tuo Dio invano; poiché Jehovah non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano (Esodo 20:7; Deuteronomio 5:11)
dove pronunciare il nome di Dio invano non significa il nome, ma tutte le cose in generale e in particolare che sono da lui, e quindi tutte le cose in generale e in particolare che appartengono al suo culto, nessuna delle quali deve essere disprezzata, ancora meno bestemmiata e contaminata da ciò che è sporco.
Nella preghiera del Signore:
Sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; si fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra (Luca 11:2)
dove anche per nome non si intende il nome, ma tutte le cose dell’amore e della fede; poiché queste appartengono a Dio ovvero al Signore e sono da lui; e dato che queste sono sante, il regno del Signore viene e la sua volontà è compiuta sulla terra come nei cieli, quando queste sono così considerate.
[3] Che nome significhi tali cose è evidente da tutti i passi nella Parola dell'Antico e del Nuovo Testamento in cui ricorre la parola nome.
Come in Isaia:
In quel giorno direte: Lodate Jehovah, invocate il suo nome, proclamate le sue opere tra i popoli, fate conoscere la grandezza del suo nome (Isaia 12:4)
dove invocare il nome di Jehovah e far conoscere la grandezza del suo nome, non significa affatto porre il culto nel nome, o credere che Jehovah non sia invocato pronunciando il suo nome, ma conoscendo la sua qualità, e quindi attraverso tutte le cose in generale e particolare che sono da lui.
Nello stesso profeta:
Perciò onorate Jehovah nell'Urim; il nome di Jehovah il Dio di Israele nelle isole del mare (Isaia 24:15)
dove onorare Jehovah nell'Urim è onorarlo dalle cose sante dell’amore; e onorare il nome di Jehovah il Dio d'Israele nelle isole del mare, è onorarlo dalle cose sante della fede.
[4] Nello stesso profeta:
O Jehovah nostro Dio, ricorderemo solo il tuo nome (Isaia 26:13)
Susciterò uno da settentrione, ed egli verrà; dal sorgere del sole e invocherà il mio nome (Isaia 41:25)
dove ricordare il nome di Jehovah, e invocare il suo nome, significa adorare dai beni dell'amore e dalle verità della fede. Coloro che vengono da settentrione sono quelli al di fuori della chiesa, che ignorano il nome di Jehovah, e nondimeno invocano il suo nome quando vivono nella carità reciproca e adorano il creatore dell'universo in quanto Divinità; perché invocare Jehovah consiste nell'adorazione e nella qualità di essa, e non nel nome. Che il Signore sia presente presso le nazioni può anche essere visto sopra, n. 932, 1032, 1059.
[5] Nello stesso profeta:
Le nazioni vedranno la tua giustizia, e tutti i re, la tua gloria. Sarai chiamato con un nuovo nome che la bocca di Jehovah pronuncerà (Isaia 62:2)
dove tu sarai chiamato con un nuovo nome significa diventare un'altra persona, cioè essere creato di nuovo o rigenerato, e quindi essere di tale qualità.
In Michea:
Tutti i popoli cammineranno ciascuno nel nome del suo dio. Noi cammineremo nel nome di Jehovah nostro Dio per sempre e per l'eternità (Michea 4:5)
per camminare nel nome del suo dio, s’intende il culto profano. Camminare nel nome di Jehovah, è il culto autentico.
In Malachia:
Al sorgere del sole e fino al tramonto, il mio nome è grande tra le nazioni; e in ogni luogo è offerto l'incenso nel mio nome e un'offerta pura; perché il mio nome è grande tra le nazioni (Malachia 1:11)
dove per nome non s’intende il nome, ma il culto; che è la qualità di Jehovah, ovvero del Signore, secondo cui egli desidera essere adorato.
[6] In Mosè:
Nel luogo che Jehovah tuo Dio, ha scelto tra tutte le tribù per porre il suo nome, e affinché il suo nome dimori, lì porterai tutto ciò che ti comando (Deuteronomio 12:5, 11, 14; 16:2, 6, 11)
dove porre il suo nome e far dimorare il suo nome, non significa il nome, ma il culto, e quindi la qualità di Jehovah, ovvero del Signore, in ragione della quale egli deve essere adorato. La sua qualità è il bene dell'amore e la verità della fede e il nome di Jehovah dimora presso coloro che sono in questi.
In Geremia:
Andate, dunque, nella mia dimora di Shiloh, dove ho posto da principio il mio nome (Geremia 7:12)
dove allo stesso modo nome indica il culto, e quindi la dottrina della vera fede. Chiunque può vedere che Jehovah non dimora in colui che semplicemente conosce e pronuncia il suo nome, poiché il solo nome, senza alcuna idea, conoscenza o fede riguardo alla sua qualità, è una semplice parola. Quindi è evidente che il nome è la qualità e la conoscenza della qualità.
[7] In Mosè:
A quel tempo, Jehovah scelse la tribù di Levi, affinché fosse al suo servizio e benedicesse nel suo nome (Deuteronomio 10:8)
dove benedire nel nome di Jehovah non è far questo attraverso il nome, ma per mezzo delle cose che appartengono al nome di Jehovah, di cui sopra.
In Geremia:
Questo è il suo nome per cui essi lo chiameranno, Jehovah nostra giustizia (Geremia 23:6)
dove il nome indica la giustizia, che è la qualità del Signore, cui fanno riferimento queste parole.
In Isaia:
Jehovah mi ha chiamato dal seno materno, dalle viscere di mia madre ha pronunciato il mio nome (Isaia 49:1)
dove anche, si fa riferimento al Signore; nominare il suo nome significa istruire rispetto alla sua qualità
[8] Che nome significhi la qualità è ancora più chiaramente evidente in Giovanni, in Apocalisse:
Ci sono alcuni nomi in Sardi che non hanno macchiato le loro vesti, e cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. Il vincitore sarà coperto di vesti bianche e non cancellerò il suo nome dal libro della vita; e riconoscerò il suo nome davanti al Padre mio e davanti agli angeli. Scriverò sul vincitore il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la Nuova Gerusalemme, che scende dal cielo, dal mio Dio insieme al mio nuovo nome (Rivelazione 3:4-5,
12.)
dove che il nome non sia il nome, ma la qualità, è evidente; il nome nel libro della vita non significa altro; e la qualità s’intende anche per riconoscere il suo nome davanti al Padre e per scrivere su di lui il nome di Dio, della città e il nuovo nome; e lo stesso vale per i nomi di cui si dice che sono stati scritti da qualche parte nel libro della vita e nel cielo (Rivelazione 13:8, 17:8, Luca 10:20).
[9] Nel cielo chiunque è noto all’altro unicamente dalla qualità; e nel senso letterale, ciò è espresso dal nome, come tutti possono vedere dalla considerazione che sulla terra il nome si presenta nell'idea dell'ascoltatore in accordo con la sua qualità, ed è con questa idea che è noto e distinto dagli altri. Nell'altra vita le idee rimangono, ma i nomi periscono; e maggiormente è così tra gli angeli. Quindi nel senso interno il nome è la qualità ovvero da esso è nota la qualità. Nello stesso libro:
Sulla testa di colui che siede sul cavallo bianco vi sono molti diademi; e porta un nome scritto che nessuno conosce tranne egli stesso. È vestito con un indumento intinto nel sangue; e il suo nome è chiamato il Verbo di Dio (Rivelazione 19:12-13)
dove che il nome sia il Verbo di Dio, e quindi che sia la qualità di colui che si è seduto sul cavallo bianco, è detto a chiare lettere.
[10] Che conoscere il nome di Jehovah sia la sua qualità, vale a dire tutto il bene dell'amore e tutta la verità della fede, è evidente da queste parole del Signore:
O Padre giusto, io ti ho conosciuto, e questi anche hanno conosciuto che tu mi hai mandato; poiché ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere; affinché l'amore con cui mi hai amato possa essere in in loro, e io in loro (Giovanni 17:25-26)
[11] E che il nome di Dio ovvero del Signore sia tutta la dottrina della fede concernente l'amore e la carità, che s’intende con credere nel suo nome, è evidente da queste parole nello stesso vangelo:
A quanti lo hanno ricevuto, ha dato il potere di essere figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome (Giovanni 1:12)
Se chiederete qualsiasi cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osservate i miei comandamenti (Giovanni 14:13-15)
Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome, egli ve lo concederà. Queste cose vi comando, che vi amiate l’un l’altro (Matteo 18:20)
In Matteo:
Dove due o più sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Matteo 18:20)
Per quelli che sono radunati nel nome del Signore s’intende coloro che sono nella dottrina della fede riguardo all'amore e alla carità, e quindi chi è nell’amore e nella carità. Nello stesso vangelo:
Sarete odiati da tutte le nazioni a causa del mio nome (Matteo 10:22; 24:9-10, Marco 13:10)
dove per a causa del mio nome significa chiaramente a causa della sua dottrina.
[12] Che il nome in sé sia irrilevante, e che tutto sia messo in atto da ciò che il nome implica, vale a dire, tutta la carità e la fede, è chiaramente evidente da queste parole in Matteo:
Non abbiamo profetizzato nel tuo nome, e scacciato demoni nel tuo nome, e compiuto prodigi nel tuo nome? Ma allora io dirò, non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da me, voi operatori d'iniquità (Matteo 7:22-23)
da cui è evidente che coloro che pongono il culto in un nome, come gli ebrei nel nome di Jehovah, e come fanno i cristiani nel nome del Signore, non sono per questo più degni, perché il nome non giova a nulla; ma giova che siano di un carattere tale come il Signore ha comandato; perché questo è credere nel suo nome; e inoltre, che si dica che non vi è salvezza in nessun altro nome salvo che in quello del Signore, significa che non c'è nessuna altra dottrina, cioè nulla se non l'amore reciproco, che è la vera dottrina della fede, e quindi in nessuno diverso dal Signore, perché tutto l'amore e la fede che ne deriva sono da lui solo.