934. Che freddo significa nessun amore, ovvero nessuna carità né fede, e che caldo o fuoco significa amore, ovvero carità e fede, si evince dai seguenti passi della Parola.
In Giovanni si dice alla chiesa di Laodicea:
Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Vorrei tu fossi freddo o caldo. Poiché sei così tiepido, né freddo, né caldo, ti vomiterò dalla mia bocca (Rivelazione 3:15-16)
dove freddo indica l'assenza di carità, e caldo, l'abbondanza di carità.
In Isaia:
Così dice il Signore, Aspetto nella mia dimora, come il calore sereno sopra la luce, come una nube di rugiada al calore della mietitura (Isaia 18:4) in cui il soggetto è la nuova chiesa che deve essere instaurata. Il calore sopra la luce e il calore della mietitura indicano l'amore e la carità.
Nello stesso profeta:
Dice il Signore, il cui fuoco è in Sion, e la cui fornace è in Gerusalemme (Isaia 31:9)
dove il fuoco rappresenta l'amore.
Dei cherubini visti da Ezechiele è detto:
Tra gli esseri viventi vi erano come carboni ardenti, simili a fiaccole che andavano su e giù tra gli esseri viventi; e il fuoco era luminoso, e dal fuoco fuoriuscivano bagliori (Ezechiele 1:13)
[2] E ancora, si dice del Signore, nello stesso capitolo:
E al di sopra della distesa che era sopra le loro teste vi era qualcosa che somigliava a un trono, di fattura simile alla pietra di zaffiro; e su quel trono vi era come un uomo al di sopra di essa; e dai sui fianchi in su ho visto qualcosa che somigliava al carbone ardente circondato dal fuoco; e dai suoi fianchi in giù ho visto qualcosa di simile al fuoco, e vi era splendore intorno ad esso (Ezechiele 1:26-27; 8:2)
Anche qui il fuoco rappresenta l'amore.
In Daniele:
Il vegliardo si è seduto; il suo trono era di fiamme di fuoco, e le sue ruote come fuoco ardente; Un fiume di fuoco fluiva da lui; migliaia di migliaia lo servivano, e miriadi di miriadi erano al suo cospetto (Daniele 7:9-10)
Qui il fuoco rappresenta l'amore del Signore.
In Zaccaria:
Poiché io, dice il Signore, sarò un muro di fuoco intorno a lei (Zaccaria 2:5)
dove si fa riferimento alla nuova Gerusalemme.
In Davide:
Il Signore fa dei suoi angeli, messaggeri e dei suoi ministri, fiamme sfavillanti (Salmi 104:4)
Le fiamme sfavillanti rappresentano lo spirituale celeste.
[3] Poiché fuoco significava amore, esso è anche rappresentativo del Signore, come è evidente dal fuoco sull'altare dell'olocausto che non deve mai estinguersi (Levitico 6:12-13), essendo una rappresentazione della misericordia del Signore. Per questo motivo, prima che Aronne andasse al propiziatorio, doveva bruciare l'incenso con il fuoco preso l'altare degli olocausti (Levitico 16:12-14).
E per la stessa ragione, affinché potesse essere rappresentato che il culto era gradito al Signore, il fuoco è stato fatto scendere dal cielo per consumare l'olocausto (come in Levitico 9:24, e altrove).
Con il fuoco si intende anche nella Parola l'amore di sé e la sua cupidità, con il quale l'amore celeste non può essere in armonia; perciò i due figli di Aronne furono consumati dal fuoco, perché avevano bruciato incenso con un fuoco profano (Levitico 10:1-2).
Fuoco profano è tutto l'amore di sé e del mondo, e tutta la cupidità di questi amori. Inoltre, l'amore celeste appare all'empio come un fuoco ardente che divora, e quindi nella Parola il Signore è rappresentato come un fuoco che consuma, come il fuoco sul monte Sinai, che rappresentava l'amore, o la misericordia del Signore, e che è stato visto dalla gente come un fuoco che consuma; e quindi essi desideravano che Mosè non li lasciasse udire la voce del Signore, e vedere quel grande fuoco, affinché non perissero (Deuteronomio 18:16).
L'amore ovvero la misericordia del Signore ha questo aspetto avverso coloro che sono nel fuoco degli amori di sé e del mondo.