Bible

 

Amos 6

Studie

   

1 GUAI a quelli che sono agiati in Sion, e che se ne stanno sicuri nel monte di Samaria, luoghi famosi per capi di nazioni, a’ quali va la casa d’Israele!

2 Passate in Calne, e vedete; e di là andate in Hamat la grande; poi scendete in Gat de’ Filistei; non valevano que’ regni meglio di questi? non erano i lor confini maggiori de’ vostri?

3 Voi, che allontanate il giorno malvagio, e fate accostare il seggio della violenza;

4 che giacete sopra letti di avorio, e lussuriate sopra le vostre lettiere; e mangiate gli agnelli della greggia, e i vitelli tolti di mezzo della stia;

5 che fate concento al suon del salterio; che vi divisate degli strumenti musicali, come Davide;

6 che bevete il vino in bacini, e vi ungete de’ più eccellenti olii odoriferi; e non sentite alcuna doglia della rottura di Giuseppe.

7 Perciò, ora andranno in cattività, in capo di quelli che andranno in cattività; e i conviti de’ lussurianti cesseranno.

8 Il Signore Iddio ha giurato per l’anima sua, dice il Signore Iddio degli eserciti: Io abbomino l’alterezza di Giacobbe, e odio i suoi palazzi, e darò in man del nemico la città, e tutto ciò che vi è dentro.

9 Ed avverrà che se pur dieci uomini rimangono in una casa, morranno.

10 E lo zio, o il cugin loro li torrà, e li brucerà, per trarre le ossa fuor della casa; e dirà a colui che sarà in fondo della casa: Evvi ancora alcuno teco? Ed esso dirà: Niuno. E colui gli dirà: Taci; perciocchè egli non è tempo di ricordare il Nome del Signore.

11 Perciocchè, ecco, il Signore dà commissione di percuotere le case grandi di ruine, e le case piccole di rotture.

12 I cavalli romperanno essi le zolle su per le rocce? o vi si arerà co’ buoi? conciossiachè voi abbiate cangiato il giudicio in veleno, e il frutto della giustizia in assenzio;

13 voi, che vi rallegrate di cose da nulla; che dite: Non abbiamo noi acquistate delle corna con la nostra forza?

14 Perciocchè, ecco, io fo sorgere contro a voi, o casa d’Israele, una nazione, che vi oppresserà dall’entrata di Hamat, fino al torrente del deserto, dice il Signore Iddio degli eserciti.

   


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

Komentář

 

Dio

  
Ancient of Days, by William Blake

Il Signore è l'amore stesso, espresso sotto forma di saggezza. L'amore, quindi, è la sua essenza, il suo intimo. La saggezza - la comprensione amorosa di come mettere in atto l'amore - è un po' più esterna, dando all'amore un modo di esprimersi.

Quando la Bibbia parla di "Geova", rappresenta quell'amore intimo che è l'essenza del Signore. Che l'amore è uno, intero e completo in sé, e anche Geova è uno, un nome applicato solo al Signore. La saggezza, tuttavia, si esprime in una grande varietà di pensieri e idee, ciò che gli Scritti chiamano collettivamente verità divina. Ci sono anche molti dei immaginari, e a volte gli angeli e le persone possono essere chiamati dei (il Signore disse che Mosè sarebbe stato come un dio per Aronne). Così, quando la Bibbia chiama il Signore "Dio", nella maggior parte dei casi si riferisce alla verità divina.

In altri casi, "Dio" fa riferimento a quello che viene chiamato l'umano divino. Il caso è questo:

Come esseri umani non possiamo impegnare direttamente il Signore come amore divino. È troppo potente e troppo puro. Dobbiamo invece avvicinarci a Lui comprendendolo attraverso la verità divina. La verità divina, quindi, è il Signore in forma umana, una forma che possiamo avvicinare e comprendere. Così "Dio" è usato anche in riferimento a questo aspetto umano, perché è espressione di verità.

(Odkazy: Apocalisse Rivelata 21; Arcana Coelestia 300, 391, 624, 2001, 2769, 2807 [2], 4287 [4], 6905, 7268, 10154)

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Ze Swedenborgových děl

 

Arcana Coelestia # 2769

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2769. 'And He said to him, Abraham' means the Lord's perception from Divine Truth. This is clear from the meaning of 'saying' - in the historical parts of the Word - as perceiving, dealt with in 1898, 1919, 2080, 2619, and from the representation of 'Abraham' as the Lord. This perception sprang from Divine Truth, as may be seen from the consideration that the name GOD is used, not JEHOVAH. For in the Word when truth is the subject the name God occurs, but when good is the subject the name Jehovah, see 2586. This explains why the name God is used in the present verse and in those that follow as far as verse 11, in that temptation is the subject in those verses, and why Jehovah is used in verse 11 and those that follow, in that deliverance is the subject in these verses. For it is from truth that all temptation and condemnation come about, but from good that all deliverance and salvation are effected. Truth condemns but good saves, see 1685, 2258, 2335.

  
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Thanks to the Swedenborg Society for the permission to use this translation.