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Esodo第26章:13

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13 E il cubito di qua, e il cubito di là, che sarà di soverchio nella lunghezza de’ teli della Tenda, soprabbondi ne’ lati del Tabernacolo, di qua e di là, per coprirlo.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

来自斯威登堡的著作

 

Dottrina sulla Sacra Scrittura#97

学习本章节

  
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97. Deve essere noto che il senso letterale della Parola è una custodia delle verità autentiche in esso celate.E la custodia consiste in ciò, che quel senso può essere spiegato in modi differenti secondo la capacità d’intendere, senza però che per questo il suo senso interno ne risulti offeso o violato. Infatti non nuoce che il senso letterale della Parola sia inteso in modo differente dall’uno e dall’altro. Ciò che nuoce è che si pervertano le Divine verità ivi nascoste; perché in tal modo si fa violenza alla Parola. Il senso letterale della Parola protegge queste verità, affinché ciò non avvenga. Tale difesa è messa in atto a beneficio di coloro che sono nelle falsità della loro religione, ma non si sono consolidati in queste falsità; invero, costoro non fanno alcuna violenza.

[2] Questa protezione s’intende nella Parola con i cherubini posti all’ingresso del giardino di Eden, dopo che Adamo con la mogli ne furono cacciati. Di tali cherubini si leggono queste parole:

Quando Jehovah Dio ebbe espulso l’uomo, pose i cherubini ad oriente del giardino di Eden, e la fiamma di spada roteante, per custodire la via per l’albero della vita (Genesi 3:23-24)

Con i cherubini s’intende la protezione ciò che è posto per protezione. Con la via per l’albero della vita s’intende la via d’accesso al Signore, che è dato agli uomini attraverso la Parola; per la fiamma di spada roteante s’intende la Divina verità nel suo piano più remoto - vale a dire la Parola nel suo senso letterale - che, al pari della spada può essere rivolto in un verso o nell’altro.

[3] Lo stesso s’intende per i cherubini d’oro posti sulle due estremità del propiziatorio, che era sopra l’arca del tabernacolo (Esodo 25:18-21). In ragione di tale significato dei cherubini, il Signore parlò a Mosè tra i cherubini (Esodo 25:22; 37:9; Numeri 7:89). Che il Signore non parli all’uomo se non nella pienezza, e che la Parola nel suo senso letterale sia la Divina verità nella sua pienezza, è stato esposto più sopra (n. 37-49)

Né altro s’intende per i cherubini sulle cortine del tabernacolo (Esodo 26:1, 31) poiché le cortine e i veli del tabernacolo rappresentavano l’ultimo piano del cielo e della chiesa, e quindi anche della Parola (n. 46). Neppure altro s’intende per i cherubini nel tempio di Gerusalemme (1 Re 6:23-28); e per i cherubini scolpiti sulle pareti e sulle porte del tempio ( 1 Re 6:29, 32, 35). Lo stesso dicasi per i cherubini nel nuovo tempio (Ezechiele 41:18-20). Si veda anche più sopra n. 47.

[4] Dato che per i cherubini era intesa la protezione posta al fine di impedire che il Signore, il cielo e la Divina verità - quale è nell’interiore della Parola - fossero immediatamente accessibili, ma soltanto in modo mediato, attraverso l’ultimo piano, per questa ragione si dice che del re di Tiro:

Tu che eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza […] Tu fosti nel giardino di Eden […] ogni pietra preziosa era tuo rivestimento […] tu cherubino posto come baluardo. Io ti ho perduto, cherubino protettore, nel mezzo delle pietre di fuoco (Ezechiele 28:12, 14, 16).

Per Tiro s’intende la chiesa in quanto alle conoscenze della verità e del bene, quindi per il re di Tiro, s’intende la Parola, dove sono e hanno origine quelle conoscenze. Che qui la Parola nel suo ultimo piano - che è il suo senso letterale - sia intesa per quel re, ei cherubini, per la sua, si evince dal fatto che si dice, tu che eri un modello di perfezione, ogni pietra preziosa era tuo rivestimento, tu cherubino posto come baluardo, e anche, cherubino protettore. Che per le pietre preziose, nominate in quel passo, s’intendano le verità nel senso letterale della Parola, si vede più sopra (n.45). Per i cherubini s’intende la Divina verità nel suo ultimo piano, in quanto protezione; perciò si dice in Davide:

Jehovah inclinò i cieli e discese […] e cavalcò su di un cherubino (Salmi 18:10-11)

Pastore d’Israele […] che siedi sopra i cherubini, rivelati con fulgore (Salmi 80:2)

Jehovah […] che assiso tra i cherubini (Salmi 99:1)

Cavalcare sopra i cherubini, sedere sopra di essi e stare assiso tra essi implica il poggiare sopra l’ultimo senso della Parola.

[5] La Divina verità nella Parola e la sua qualità vengono descritte attraverso i cherubini nei capitoli primo, nono e decimo di Ezechiele. Poiché nessuno può intendere le singole cose di quella descrizione, a meno che non ne sia stato aperto il senso spirituale, per tale ragione mi è stato svelato in modo sommario in relazione a tutto ciò che si dice sui cherubini nel capitolo primo di Ezechiele, ed è il seguente:

Vi si descrive la Divina sfera esterna della Parola (v. 1:4);

Tale sfera è rappresentata come un uomo (v. 1:5);

È congiunta con le cose spirituali e celesti (v. 1:6);

Descrizione del senso naturale della Parola descritto (v. 1:7);

Descrizione dello spirituale e del celeste della Parola, congiunto al suo naturale (v. 1:8-9);

Il Divino amore del bene e della verità (celeste, spirituale e naturale) presente distintamente e

congiuntamente in essa (v. 1:10-11);

Quel bene e quella verità nella Parola tendono ad essere uno (v. 1:12);

Descrizione della sfera della Parola dal Divino bene e dalla Divina verità del Signore, da cui la

Parola vive (v. 1:13-14);

Descrizione della dottrina del bene e della verità nella Parola e dalla Parola (v. 1:15-21);

Divino bene del Signore sopra di essa, in essa e da essa (v. 1:22-25);

Il Signore è sopra ai cieli (v. 1:26);

Il Divino amore e la Divina sapienza appartengono al Signore (v. 1:27-28).

Questi sommari contenuti sono stati vagliati anche con la Parola del cielo, e sono stati trovati conformi ad essa.

Il Signore è venuto nel mondo per adempiere tutte le cose della Parola, e per divenire con ciò la Divina verità, ovvero la Parola, anche nell’ultimo piano

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Ezechiele第1章

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1 Or avvenne l’anno trentesimo, il quinto giorno del quarto mese, che, essendo presso al fiume Kebar, fra quelli ch’erano stati menati in cattività, i cieli s’aprirono, e io ebbi delle visioni divine.

2 Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della cattività del re Joiakin),

3 la parola dell’Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele, figliuolo di Buzi, nel paese dei Caldei, presso al fiume Kebar; e la mano dell’Eterno fu quivi sopra lui.

4 Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento di tempesta, una grossa nuvola con un globo di fuoco che spandeva tutto all’intorno d’essa uno splendore; e nel centro di quel fuoco si vedeva come del rame sfavillante in mezzo al fuoco.

5 Nel centro del fuoco appariva la forma di quattro esseri viventi; e questo era l’aspetto loro: avevano sembianza umana.

6 Ognuno d’essi aveva quattro facce, e ognuno quattro ali.

7 I loro piedi eran diritti, e la pianta de’ loro piedi era come la pianta del piede d’un vitello; e sfavillavano come il rame terso.

8 Avevano delle mani d’uomo sotto le ali ai loro quattro lati; e tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali.

9 Le loro ali s’univano l’una all’altra; camminando, non si voltavano; ognuno camminava dritto dinanzi a sé.

10 Quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevan tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d’aquila.

11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che s’univano a quelle dell’altro, e due che coprivan loro il corpo.

12 Camminavano ognuno dritto davanti a sé, andavano dove lo spirito li faceva andare, e, camminando, non si voltavano.

13 Quanto all’aspetto degli esseri viventi, esso era come di carboni ardenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco sfavillante, e dal fuoco uscivan de’ lampi.

14 E gli esseri viventi correvano in tutti i sensi, simili al fulmine.

15 Or com’io stavo guardando gli esseri viventi, ecco una ruota in terra, presso a ciascun d’essi, verso le loro quattro facce.

16 L’aspetto delle ruote e la loro forma eran come l’aspetto del crisolito; tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro forma eran quelli d’una ruota che fosse attraversata da un’altra ruota.

17 Quando si movevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato, e, andando, non si voltavano.

18 Quanto ai loro cerchi, essi erano alti e formidabili; e i cerchi di tutte e quattro eran pieni d’occhi d’ogn’intorno.

19 Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si movevano allato a loro; e quando gli esseri viventi s’alzavan su da terra, s’alzavano anche le ruote.

20 Dovunque lo spirito voleva andare, andavano anch’essi; e le ruote s’alzavano allato a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

21 Quando quelli camminavano, anche le ruote si movevano; quando quelli si fermavano, anche queste si fermavano; e quando quelli s’alzavano su da terra, anche queste s’alzavano allato d’essi, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote.

22 Sopra le teste degli esseri viventi c’era come una distesa di cielo, di colore simile a cristallo d’ammirabile splendore, e s’espandeva su in alto, sopra alle loro teste.

23 Sotto la distesa si drizzavano le loro ali, l’una verso l’altra; e ne avevano ciascuno due che coprivano loro il corpo.

24 E quand’essi camminavano, io sentivo il rumore delle loro ali, come il rumore delle grandi acque, come la voce dell’Onnipotente: un rumore di gran tumulto, come il rumore d’un accampamento; quando si fermavano, abbassavano le loro ali;

25 e s’udiva un rumore che veniva dall’alto della distesa ch’era sopra le loro teste.

26 E al disopra della distesa che stava sopra le loro teste, c’era come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura d’un uomo, che vi stava assiso sopra, su in alto.

27 Vidi pure come del rame terso, come del fuoco, che lo circondava d’ogn’intorno dalla sembianza dei suoi fianchi in su; e dalla sembianza dei suoi fianchi in giù vidi come del fuoco, come uno splendore tutto attorno a lui.

28 Qual è l’aspetto dell’arco ch’è nella nuvola in un giorno di pioggia, tal era l’aspetto di quello splendore che lo circondava. Era una apparizione dell’immagine della gloria dell’Eterno. A questa vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce d’uno che parlava.