339. Che si debba credere, cioè avere fede in Dio Salvatore Gesù Cristo, è perché questa è la fede in un Dio visibile, nel quale è Dio invisibile; e la fede in un Dio è visibile, che è Uomo e allo stesso tempo Dio, entra nell'uomo. Infatti, la fede nella sua essenza è spirituale, e nella sua forma è naturale, tale che nell'uomo quella fede diviene spirituale-naturale; perché ogni spirituale è ricevuto nel naturale, affinché sia qualcosa nell'uomo. Lo spirituale nudo, invero, entra nell'uomo, ma non è ricevuto; esso è come l’etere che fluisce e defluisce senza influenzare; perché affinché vi sia influenza, bisogna che vi sia percezione, di conseguenza ricezione, l’una e l'altra nella mente dell'uomo, e questo non ha luogo nell'uomo, se non nel suo piano naturale. D'altra parte però la fede meramente naturale, ovvero la fede priva dell'essenza spirituale, non è la fede ma è solamente una persuasione o una scienza. La persuasione imita la fede negli esterni, ma dato che nei suoi interni non vi è lo spirituale, così non vi è alcuna alcuna possibilità che tale fede sia salvifica. Tale è la fede preso tutti coloro che negano la Divinità dell'Umano del Signore; tale fu anche la fede ariana, e tale ancora la fede sociniana, perché l’una e l'altra rigettano la Divinità del Signore. Che cos'è una fede senza un termine a cui si fissa? Non è essa come la vista nell'universo, la quale cade come nel vuoto e si perde? Non è essa come un uccello che vola al di sopra delle atmosfere, nell’etere dove volteggia come nel vuoto? La dimora di questa fede nella mente dell'uomo può anche essere paragonata alla dimora dei venti nelle ali di Eolo, e alla dimora della luce in una stella cadente; essa si leva come una cometa dalla lunga coda, ma come essa, passa e sparisce; in una parola, la fede in un Dio invisibile è in attualità una fede cieca perché la mente umana non vede il suo Dio; e la luce di questa fede, poiché non è spirituale-naturale, è una luce fatua; e questa luce è come la luce nelle lucciole, e come la luce nelle acque sulfuree, durante la notte; e come la luce in un legno marcio; da questa luce non esiste altro all'infuori di quel che appartiene alla fantasia, nella quale si crede che quel che è apparente, esiste, quantunque non esista. La fede in un Dio invisibile non splende di altra luce, e soprattutto quando si pensa che Dio è Spirito, e si pensa riguardo allo spirito come si pensa riguardo all’etere, che ne risulta da questo se non che l'uomo considera Dio alla stregua dell’etere, e così lo cerca nell'universo, e quando non lo trova, crede che la natura dell'universo è Dio? È da questa origine che viene il naturalismo che regna attualmente. Non disse forse il Signore:
Voi non avete mai udito la voce del Padre, né veduto il suo aspetto (Giovanni 5:37)
Ed inoltre:
Nessuno ha mai veduto Dio; l'unigenito Figlio che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato (Giovanni 1:18)
Non già che alcuno abbia veduto il Padre, eccetto colui che è presso il Padre; egli ha veduto il Padre (Giovanni 6:46)
come pure:
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6)
e infine:
Chi vede me e conosce me, vede e conosce il Padre (Giovanni 14:7 e ss.)
ma ben diversa è la fede nel Signore Dio Salvatore; essendo egli Dio e uomo, e potendo essere avvicinato e visto nel pensiero, la fede in lui non è impercettibile, ma ha un termine a cui si fissa, e una volta ricevuta, rimane. È come quando qualcuno ha veduto un imperatore o un re e, tutte le volte che se se ne ricorda, la sua immagine si presenta. La vista di questa fede è come quando qualcuno vede una candida nube, e nel mezzo di essa un angelo che invita l'uomo a venire verso di lui, affinché sia elevato al cielo; così il Signore appare a coloro che hanno la fede in lui; ed egli si avvicina ad ogni uomo, nella misura in cui l'uomo stesso lo conosce e lo riconosce, il che ha luogo nella misura in cui questi conosce osserva i suoi precetti - che sono di fuggire i mali e di fare il bene - e finalmente egli viene in una casa di quell'uomo, e vi fa la sua dimora tutt'uno con il Padre che è in lui, secondo queste parole in Giovanni:
Gesù disse: chi ha i miei precetti e li osserva, quegli è che mi ama; e chi mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e mi manifesterò a lui; e verremo a lui, e faremo dimora presso di lui (Giovanni 14:21, 23)
queste cose sono state scritte in presenza dei dodici apostoli del Signore, i quali, mentre io le scrivevo, erano stati mandati presso di me dal Signore.