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Levitico第3章

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1 Quand’uno offrirà un sacrifizio di azioni di grazie, se offre capi d’armenti, un maschio o una femmina, l’offrirà senza difetto davanti all’Eterno.

2 Poserà la mano sulla testa della sua offerta, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i sacerdoti, figliuoli d’Aaronne, spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

3 E di questo sacrifizio di azioni di grazie offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

4 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

5 E i figliuoli d’Aaronne faranno fumare tutto questo sull’altare sopra l’olocausto, che è sulle legna messe sul fuoco. Questo è un sacrifizio di soave odore, fatto mediante il fuoco all’Eterno.

6 Se l’offerta ch’egli fa come sacrifizio di azioni di grazie all’Eterno è di capi di gregge, un maschio o una femmina, l’offrirà senza difetto.

7 Se presenta come offerta un agnello, l’offrirà davanti all’Eterno.

8 Poserà la mano sulla testa della sua offerta, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i figliuoli d’Aaronne ne spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

9 E di questo sacrifizio di azioni di grazie offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso, tutta la coda ch’egli staccherà presso l’estremità della spina, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

10 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

11 E il sacerdote farà fumare tutto questo sull’altare. E’ un cibo offerto mediante il fuoco all’Eterno.

12 Se la sua offerta è una capra, l’offrirà davanti all’Eterno.

13 Poserà la mano sulla testa della vittima, e la sgozzerà all’ingresso della tenda di convegno; e i figliuoli d’Aaronne ne spargeranno il sangue sull’altare tutt’intorno.

14 E della vittima offrirà, come sacrifizio mediante il fuoco all’Eterno, il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora,

15 i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni.

16 E il sacerdote farà fumare tutto questo sull’altare. E’ un cibo di soave odore, offerto mediante il fuoco. Tutto il grasso appartiene all’Eterno.

17 Questa è una legge perpetua, per tutte le vostre generazioni, in tutti i luoghi dove abiterete: non mangerete né grassosangue".

   

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Nuova Gerusalemme e dottrina celeste#221

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221. I sacrifici. Olocausti e sacrifici significavano tutte le cose del culto dal bene dell'amore, e dalle verità della fede (n. 923, 6905, 8680, 8936, 10042). Olocausti e sacrifici significavano anche le Divine cose celesti, che sono le cose intime della chiesa, da cui è derivato il culto (n. 2180, 2805, 2807, 2830, 3519). Con sfumature e differenze, secondo la varietà del culto (n. 2805, 6905, 8936). Perciò vi erano molte specie di sacrifici, e vari procedimenti da osservare in essi, e vari animali con cui erano officiati (n. 2830, 9391, 9990). Le varie cose che essi significavano in generale, può scorgersi dalla decodificazione dei particolari nel senso interno (n. 10042). Significato particolare delle bestie sacrificate (n. 10042).

Arcani del cielo sono contenuti nei rituali e nei procedimenti dei sacrifici (n. 10057). In generale, essi contenevano gli arcani inerenti la glorificazione dell'Umano del Signore; e specularmente, arcani inerenti la rigenerazione e purificazione dell'uomo dai mali e dalle falsità; perciò essi furono prescritti in relazione a vari peccati, crimini, e purificazioni (n. 9990, 10022, 10042, 10053, 10057). Cosa s'intende per imposizione delle mani sulle bestie sacrificate (n. 10023). Cosa per le parti inferiori delle bestie sacrificate, essendo queste al di sotto delle loro parti superiori, negli olocausti (n. 10051). Cosa per le offerte di alimenti (n. 10079). Cosa per le offerte di bevande (n. 4581, 10137). Cosa per il sale (n. 10300). Cosa per l'altare, e tutti i suoi particolari (n. 921, 2777, 2784, 2811, 2812, 4489, 4541, 8935, 8940, 9388, 9389, 9714, 9726, 9963, 9964, 10028, 10123, 10151, 10242, 10245, 10344). Cosa per il fuoco dell'altare (n. 934, 6314, 6832). Cosa per mangiare le cose del sacrificio (n. 2187, 8682). I sacrifici non costituivano un precetto, come lo è la carità e la fede; quindi essi erano semplicemente permessi, e mostrati nella Parola (n. 922, 2180). Perché essi furono consentiti (n. 2180, 2818).

Che gli olocausti e i sacrifici, riguardavano agnelli, capre, pecore, capretti, montoni e buoi, e in una parola erano chiamati pane, è evidente dai seguenti passi:

E il sacerdote lo brucerà sull'altare; è il pane dell'offerta fatta con il fuoco a Jehovah (Lev. 3:11, 16)

I figli di Aronne saranno santi al loro Dio, non profaneranno il nome del loro Dio; perché sono incaricati di presentare le offerte a Jehovah, fatte mediante il fuoco, il pane del loro Dio. Considererete dunque santo il sacerdote, perché egli presenta le offerte al vostro Dio. Nessun discendente della stirpe di Aronne, in cui vi siano deformità, potrà accostarsi all'altare per offrire il pane del suo Dio (Lev. 21:6, 8, 17, 21)

Comunica ai figli d'Israele le mie prescrizioni, affinché presentino nei tempi stabiliti, la mia offerta, il mio pane, per i miei sacrifici fatti col fuoco, per un profumo di riposo (Num. 28:2)

Colui che ha toccato una cosa impura, non mangerà delle cose sante, ma si laverà il suo corpo nell'acqua; e poi mangerà delle cose sante, perché è il suo pane (Lev. 22:6-7)

Essi offrono un pane contaminato sul mio altare (Mal 1:7)

Quindi ora, come si è detto sopra (n. 214), la Santa Cena include e comprende tutto il culto Divino istituito nella Chiesa israelita; perché gli olocausti e i sacrifici in cui il culto di quella chiesa principalmente consisteva sono stati chiamati pane. Quindi, anche la Santa Cena è il loro compimento.

Da quanto è stato osservato, può essere visto ora ciò che s'intende con il pane in Giovanni:

Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico, Mosè non ha dato loro altro che pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane del cielo, perché il pane di Dio è colui che è disceso dal cielo, e dà la vita al mondo. Essi gli dissero: Signore, dacci sempre questo pane. Gesù disse loro, Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà più sete. Chi crede in me ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. Questo è il pane che discende dal cielo; chiunque ne mangia non morirà. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno (Giovanni 6:31-35, 47-51).

Da questi passi, e da quanto è stato detto sopra, appare che il pane è tutto il bene che procede dal Signore, perché il Signore stesso è nel suo proprio bene; e quindi che pane e vino nella Santa Cena sono tutto il culto del Signore dal bene dell'amore e dalla fede.

  
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