Arcana Coelestia #592
592. Il Signore disse, Annienterò l'uomo. Che ciò significhi che l'uomo avrebbe annientato se stesso è evidente da ciò che è stato spiegato prima, e cioè che si dice del Signore che punisce, che tenta, che infligge il male, che annienta o uccide e che maledice. Come per esempio, che uccise Er, primogenito di Giuda; e Onan, un altro figlio di Giuda (Genesi 38:7, 10).
Che il Signore fece strage di tutti i primogeniti d'Egitto (Esodo 12:12, 29).
E così in Geremia:
Di quelli che ho ucciso nella mia ira e nel mio furore (Geremia 33:5)
In Davide:
Egli scagliò su di loro il furore della sua collera; rabbia veemente, ira e sdegno, e inviò gli angeli del castigo (Salmi 78:49)
In Amos:
Può una sciagura piombare su una città, senza che il Signore l'abbia causata? (Amos 3:6)
In Giovanni:
Sette coppe d'oro colme dell'ira di Dio, che vive in eterno (Rivelazione 15:1, 7; 16:1)
Tutte queste cose sono attribuite al Signore, e nondimeno, sono del tutto contrarie alla sua natura. Queste cose sono a lui ascritte per il motivo spiegato prima; e anche al fine che gli uomini possano concepire un'autentica idea generale del fatto che il Signore governa e dispone tutte le cose, sia in generale, sia in particolare; e affinché possano successivamente imparare che nulla del male viene dal Signore, né che egli uccide; bensì che è l'uomo a portare su di sé il male, la rovina e la distruzione di se stesso. E tuttavia, non è l'uomo, ma gli spiriti maligni che promuovono e veicolano in lui queste pulsioni maligne; e nondimeno, tali condotte sono imputabili all'uomo, perché egli è persuaso di agire da se stesso. Così ora qui si dice del Signore che annienterebbe l'uomo, quando in realtà era uomo che voleva annientare ed estinguere se stesso.
[2] Tale stato appare in modo evidente da coloro che nell'altra vita sono nel tormento e nell'inferno, e che si lamentano continuamente e attribuiscono tutto il male della loro pena al Signore. Così nel mondo degli spiriti maligni ci sono quelli che raggiungono il loro massimo diletto nel danneggiare e affliggere gli altri; e coloro che sono feriti e puniti pensano che ciò venga dal Signore. Ma gli viene detto, ed è mostrato loro, che neppure il più lieve dei mali viene dal Signore, ma sono loro stessi che lo portano su di sé; perché tale è lo stato e tale l'equilibrio di tutte le cose nell'altra vita, vale a dire che il male torna su colui che ha agito male, e diventa il male della punizione. E per la stessa ragione, è inevitabile. Si dice che questo è consentito al fine di emendarsi dal male. E il Signore trasforma tutto il male della pena in bene; in modo che non vi può essere altro che il bene dal Signore. Ma finora a nessuno è stato svelato cosa sia tale permesso. Ciò che è permesso si crede sia fatto da colui che permette, in quanto egli permette. Ma la questione è piuttosto differente, e riguardo alla stessa, per Divina misericordia del Signore, si tratterà di seguito.
Genesi 6
1
Or quando gli uomini cominciarono a moltiplicare sulla faccia della terra e furon loro nate delle figliuole,
2
avvenne che i figliuoli di Dio videro che le figliuole degli uomini erano belle, e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte.
3
E l’Eterno disse: "Lo spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo; poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoni giorni saranno quindi centoventi anni".
4
In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche di poi, quando i figliuoli di Dio si accostarono alle figliuole degli uomini, e queste fecero loro de’ figliuoli. Essi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi.
5
E l’Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo.
6
E l’Eterno si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.
7
E l’Eterno disse: "Io sterminerò di sulla faccia della terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento d’averli fatti".
8
Ma Noè trovò grazia agli occhi dell’Eterno.
9
Questa è la posterità di Noè. Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio.
10
E Noè generò tre figliuoli: Sem, Cam e Jafet.
11
Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era ripiena di violenza.
12
E Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché ogni carne avea corrotto la sua via sulla terra.
13
E Dio disse a Noè: "Nei miei decreti, la fine d’ogni carne è giunta; poiché la terra, per opera degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra.
14
Fatti un’arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori.
15
Ed ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti; la larghezza, di cinquanta cubiti, e l’altezza, di trenta cubiti.
16
Farai all’arca una finestra, in alto, e le darai la dimensione d’un cubito; metterai la porta da un lato, e farai l’arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un terzo piano.
17
Ed ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere di sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita; tutto quello ch’è sopra la terra, morrà.
18
Ma io stabilirò il mio patto con te; e tu entrerai nell’arca: tu e i tuoi figliuoli, la tua moglie e le mogli de’ tuoi figliuoli con te.
19
E di tutto ciò che vive, d’ogni carne, fanne entrare nell’arca due d’ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina.
20
Degli uccelli secondo le loro specie del bestiame secondo le sue specie, e di tutti i rettili della terra secondo le loro specie, due d’ogni specie verranno a te, perché tu li conservi in vita.
21
E tu prenditi d’ogni cibo che si mangia, e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a loro".
22
E Noè fece così; fece tutto quello che Dio gli avea comandato.