성경

 

Genesi 2:19

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19 Or il Signore Iddio, avendo formate della terra tutte le bestie della campagna, e tutti gli uccelli del cielo, li menò ad Adamo, acciocchè vedesse qual nome porrebbe a ciascuno di essi; e che qualunque nome Adamo ponesse a ciascuno animale, esso fosse il suo nome.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

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L’Amore Coniugale #193

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193. (8) Che la donna è in realtà plasmata nella moglie dell'uomo, secondo la descrizione nel libro della Creazione. Si dice in questo libro che la donna è stata creata da una costola dell'uomo; e che quando è stata portata all'uomo, questi disse:

Ella è ossa dalle mie ossa e carne della mia carne, e si chiamerà ishah [donna], perché è stata estratta da ish [uomo] (Genesi 2:22-23)

Da una costola del petto, nella Parola, nel suo significato spirituale, si intende nient'altro che la verità naturale. Questo è significato dalle costole che l'orso afferra tra i denti, in Daniele 7:5. Perché per gli orsi sono intesi coloro che, leggendo la Parola nel suo senso naturale, vedono le verità in essa senza comprenderle; per il petto dell’uomo è inteso ciò che di più essenziale e peculiare lo contraddistingue dal seno di una donna. Che questa sia la sapienza può essere visto sopra al n. 187.; perché la verità sostiene la sapienza come una costola sostiene il petto. Queste cose sono significate perché è il petto il luogo in cui tutte le cose che riguardano l'uomo sono nel loro centro.

[2] Da questi significati appare che la donna è stata creata a partire dall'uomo, dalla trascrizione della sua sapienza, che è sapienza dalla verità naturale, e che l'amore di questa da parte dell'uomo è stato trasferito alla donna in modo che possa diventare amore coniugale; inoltre, che questo è stato fatto al fine che nell'uomo ci possa essere, non l'amore di se stesso, ma l'amore di sua moglie, che, per una disposizione innata in lei, non può che convertire l'amore di sé presso l'uomo in amore per lei. E ho sentito che questo avviene attraverso l'amore di sé della moglie, inconsciamente nell'uomo, e inconsciamente nella moglie. Risulta da questo che nessun uomo può mai amare il coniuge di un amore autenticamente coniugale, se è nell'amore di sé è nell'orgoglio della propria intelligenza.

[3] Quando questo segreto della creazione della donna a partire dall’uomo è stato compreso, si può vedere in modo analogo che nel matrimonio la donna è, per così dire, così come è stata creata o plasmata partendo dall’uomo; e che questo avviene per mezzo della moglie, o meglio dal Signore attraverso la moglie, che infonde nelle donne la disposizione per indurle ad agire. Perché la moglie riceve in sé l'immagine dell'uomo, attraverso il suo appropriarsi delle sue affezioni (v. sopra, n. 183.); e dalla congiunzione della volontà interiore dell'uomo con la propria, di cui si tratterà qui di seguito; e anche dalla sua appropriazione delle diramazioni dell’anima dell’uomo, di cui allo stesso modo si tratterà qui di seguito. Da questo è chiaro, che la donna si costituisce in moglie secondo la descrizione nel libro della creazione, intesa interiormente dalle cose di suo marito di cui si appropria, anche estraendole dal suo petto.

  
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L’Amore Coniugale #183

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183. La seconda narrazione: Mi è apparso nella regione orientale un boschetto di palme e allori disposti a spirale. Mi sono avvicinato, sono entrato camminando nelle vie tortuose attraverso alcuni giri della spirale; e alla fine del percorso ho visto un giardino, che costituiva il centro del boschetto. C'era un piccolo ponte che li separava, e un cancello sul lato verso il boschetto, e un cancello anche sul lato opposto. Mi sono avvicinato, e il custode ha aperto il cancello. Gli ho chiesto:

- Qual è il nome di questo giardino?"

Egli ha detto:

- Adramandoni, cioè, la gioia dell'amore coniugale. Sono entrato, e vi erano ulivi, e da albero ad albero erano attaccate e pendevano viti e arbusti in fiore. In mezzo al giardino c'era un cerchio erboso su cui mariti e mogli erano seduti, e giovani uomini e fanciulle in coppie, e su un terreno elevato nel mezzo della cerchio c'era una piccola fontana con un alto getto per la forza del suo flusso. Come sono arrivato vicino al cerchio ho visto due angeli in viola e scarlatto, che conversavano con quelli che erano seduti sull'erba. Essi stavano conversando sull'origine dell'amore coniugale e sulle sue delizie. E poiché la conversazione verteva su questo amore, vi era viva attenzione e piena ricezione, e quindi l'esaltazione nel discorso degli angeli, come dal fuoco dell'amore.

[2] Dalla loro conversazione ho riassunto brevemente questo. Parlavano prima delle difficoltà di rintracciare e di percepire l’origine dell'amore coniugale, perché la sua origine è Divina e celeste; perché essa è Divino amore, Divina sapienza e Divino uso, i quali tre procedono dal Signore come uno, e quindi fluiscono come uno nelle anime degli uomini, e attraverso le anime nelle menti, e di lì nelle affezioni interiori e nei pensieri, e attraverso questi nei desideri in prossimità del corpo, e da questi attraverso il petto nella regione genitale, dove tutte le cose, dalla prima origine sono insieme, e insieme alle successive costituiscono l’amore coniugale. Dopo questo gli angeli hanno detto:

- Questa conversazione abbia luogo tra domanda e risposta, perché la percezione di un oggetto acquisita solo dall’udito, anche se recepita, non rimane a meno che l'ascoltatore ragiona da se stesso e pone delle domande a riguardo.

[3] Poi alcuni di quella adunanza coniugale hanno detto agli angeli: Abbiamo sentito che l'origine dell'amore coniugale è Divina e celeste, perché viene dalla influsso del Signore nelle anime degli uomini; e che, in quanto procede dal Signore, è amore, sapienza, e uso, che sono i tre elementi essenziali che insieme fanno un’unica Divina essenza; e che nulla, se non la Divina essenza può procedere da Lui e fluire nella parte più profonda dell'uomo, che è chiamata la sua anima; e che nella loro discesa nel corpo questi tre sono trasformati in ciò che è affine e corrispondente. Ora dunque ci chiediamo, in primo luogo, cosa si intende per il terzo procedimento fondamentale Divino, denominato uso? Gli angeli hanno risposto:

- L'amore e la sapienza senza l'uso sono solo idee del pensiero astratto, che dopo qualche indugio svaniscono come il vento. Ma nell’uso i due si uniscono e fanno uno che è chiamato autentico. L'amore non può rimanere privo di compimento, perché l’amore è il movimento stesso della vita, né la sapienza può esistere e sussistere salvo attraverso l’amore con esso, mentre esso è in azione; e quell’azione è l'uso. Noi quindi definiamo uso, il compimento di ciò che è bene per amore della sapienza. L'uso è il bene stesso.

[4] Dal momento che questi, tre amore, sapienza, e uso, fluiscono nelle anime degli uomini, è evidente il perché si dica che tutto il bene viene da Dio; perché ogni cosa fatta dall’amore per mezzo della sapienza è chiamata bene; e un uso è anche una cosa compiuta. Che cosa è l'amore senza la sapienza, se non qualcosa d’illusorio? E che cosa è l'amore con la sapienza, ma senza l’uso, se non un soffio della mente? Mentre, soltanto l'amore e la sapienza insieme all'uso fanno l'uomo, e sono l'uomo stesso. La qual cosa forse vi sorprenderà, essi rendono possibile la riproduzione dell’uomo; poiché nel seme dell'uomo è la sua anima, in perfetta forma umana, coperto dalle più pure sostanze della natura, da cui un corpo è costituito nel grembo della madre. Questo uso è il supremo ed il più esteriore del Divino amore e della Divina sapienza.

[5] Infine, gli angeli hanno detto:

- Questa sia la conclusione, che tutta la fecondità, tutta la riproduzione, e tutta la prolificazione provengono originariamente dall'influsso dell’amore, della sapienza, e dell'uso da parte del Signore; l’influsso diretto del Signore nelle anime degli uomini; indiretto nelle le anime degli animali, e ancora più indiretto nei vegetali. E ogni genere di influsso è veicolato nelle parti più esteriori a partire da quelle più interiori. È chiaro che la fecondità, la riproduzione e la prolificazione sono il perpetuarsi della creazione; perché la creazione non può avere altra fonte che il Divino amore, la Divina sapienza e il Divino uso. Tutte le cose dell'universo sono quindi generate e formate dall’uso, nell’uso, e per l'uso.

[6] In seguito quelli che erano seduti sul tappeto d’erba hanno chiesto agli angeli: Da dove vengono i piaceri dell'amore coniugale, i quali sono innumerevoli e ineffabili?

Gli angeli hanno risposto: Vengono dagli usi dell’amore e della sapienza. E questo lo si può vedere dal fatto che se uno ama essere savio per il bene autentico dell’uso, egli è nella disposizione e nella potenza dell’amore coniugale, e nella misura in cui egli è in queste due, si trova nelle corrispondenti delizie. Gli usi producono questo effetto, perché quando l'amore agisce per mezzo della sapienza i due sono nel reciproco piacere, e giocano come fossero bambini, e crescendo, entrano in una gioviale congiunzione. Così è nei fidanzamenti, nelle cerimonie nuziali, nei matrimoni, e nelle riproduzioni; e questi si susseguono nella diversità, in eterno. Queste cose avvengono tra l'amore e la sapienza interiore nell’uso; ma queste delizie in principio sono impercettibili, e divengono sempre più tangibili non appena discendono per gradi e giungono al corpo. Queste procedono per gradi, dall’anima, nell’intimo della mente, e di qui nella sua parte esteriore, quindi nell’intimo del petto, e di qui nella regione genitale.

[7] Eppure queste delizie del matrimonio celeste nell’anima, non sono affatto percepite dall’uomo; ma si introducono gradualmente nell’intimo della mente, sotto forma di armonia e purezza; nella parte esteriore della mente sotto forma di beatitudine, gradevolezza e gioia; mentre nel profondo del petto sotto forma di piacere dell’intima amicizia; e nella regione genitale, per mezzo del costante influsso dall’anima, in forma di autentica percezione dell’amore coniugale, quale delizia delle delizie. Questi giochi coniugali dell’amore e della sapienza che hanno luogo nell’anima, nel loro procedere nel profondo del petto divengono durevoli e si manifestano in una varietà infinita di piaceri; e in virtù della formidabile comunicazione del profondo del petto con la regione genitale, questi piaceri lì divengono piaceri dell’amore coniugale, i quali sono elevati al di sopra di tutte le delizie del cielo e del mondo, a motivo del fatto che l’uso dell’amore coniugale è il più eccelso di tutti gli usi, poiché da lì ha luogo la procreazione della razza umana, e dalla razza umana, il cielo angelico.

[8] A questo gli angeli hanno aggiunto: Coloro che non hanno il desiderio di divenire savi dal Signore per il bene dell’uso, ignorano l’infinità varietà delle delizie, che scaturiscono dall’amore autenticamente coniugale. Perché quelli che non amano divenire savi dalle verità autentiche, ma amano essere nella follia dalle falsità, desiderano per effetto di questa follia, compiere usi malvagi a causa di passioni che imprigionano l’anima; da ciò consegue che i giochi dei matrimoni celesti, dell’amore e della sapienza sono sempre più in relazione con l’amore autenticamente coniugale, con la sua disposizione, la sua potenza e le sue delizie. A questo gli ascoltatori hanno risposto che essi percepivano che l’amore coniugale progredisce in misura corrispondente al desiderio di divenire savi, per il bene degli usi, dal Signore. E gli angeli hanno replicato:

- Cosi è.

E sul capo di alcuni di loro sono apparse ghirlande di fiori.

Questi hanno chiesto:

- Perché avviene questo?

Gli angeli hanno detto:

- Perché essi hanno compreso più profondamente.

Tutti poi hanno lasciato il giardino e quelli che erano nel mezzo.

  
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