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Cavallo bianco # 1

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1. Nell’Apocalisse, questo è il modo in cui Giovanni descrive la Parola in quanto al suo significato spirituale o interiore:

Vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco. E colui che lo cavalcava è stato chiamato fedele e verace, perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco; ha molte gemme sul capo e porta scritto un nome che egli solo conosce. È vestito di un mantello intriso di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Le schiere celesti lo seguivano su cavalli bianchi, vestite di bianco, di puro lino finissimo. Sul mantello e sulla coscia porta scritto il suo nome: Re dei re e Signore dei signori. (Apocalisse 19:11-12, 13-14, 16).

Soltanto dal significato interiore si possono conoscere le implicazioni di questa descrizione particolareggiata. È evidente che ogni singolo dettaglio - il il cielo che è aperto; il cavallo che è di colore bianco; colui che lo cavalcava; il suo giudicare e combattere con giustizia; i suoi occhi nella forma della fiamma di fuoco; che avesse molte gemme sul capo; il fatto che avesse un nome che nessuno conosceva tranne lui; il suo essere avvolto in un mantello intriso di sangue; le schiere celesti, avvolte in fine lino bianco e puro, che lo seguivano su cavalli bianchi; che avesse un nome scritto sul suo mantello e sulla coscia - rappresenta e significa qualcosa. Si dice chiaramente che questa è la descrizione della Parola, e che è il Signore è la Parola, poiché si dice, il suo nome è chiamato la Parola di Dio; e poi si dice che sulla sua veste e sulla coscia porta scritto il nome; Re dei re e Signore dei signori.

[2] Se interpretiamo le singole parole, possiamo vedere che descrivono il senso spirituale

o interiore della Parola. Il cielo che si apre rappresenta e significa il senso interiore della Parola, che si vede nel cielo e quindi viene visto in questo mondo dalle persone a cui il cielo è stato aperto. Il cavallo bianco rappresenta e significa la comprensione della Parola in relazione al suo contenuto più profondo; la ragione di questo significato del cavallo bianco sarà chiarita di seguito. Senza dubbio, colui che era seduto sul cavallo è il Signore in quanto Parola ed è quindi la Parola, dal momento che si dice, il suo nome è la Parola di Dio. Egli è descritto come fedele e giudice giusto, perché è il bene; e come verace, e che combatte con giustizia, perché è la verità, dal momento che il Signore stesso è la giustizia. Che i suoi occhi sono una fiamma di fuoco significa la Divina verità che procede dal Divino bene del suo Divino amore. Il suo avere molte gemme sul capo, significa tutte le specie di bene e di verità che appartengono alla fede. Il suo avere un nome che egli solo conosce, significa che ciò che la Parola è in quanto al suo significato interiore non è accessibile a nessuno, tranne a lui e a coloro ai quali egli lo rivela. Il suo essere avvolto in un mantello intriso di sangue significa la Parola nel suo significato letterale, che ha subito violenza. Le schiere celesti che lo seguivano su cavalli bianchi indicano le persone che hanno la capacità d’intendere i contenuti più profondi della Parola. Il loro essere rivestiti con fine lino, bianco e puro, significa che queste persone hanno la consapevolezza della verità che deriva dall’agire rettamente. Il suo avere un nome scritto sul mantello e sulla coscia significa ciò che è vero e ciò che è bene; e ciò che è bene e ciò che è vero, sono simili.

[3] Si può vedere da questo e da quello che precede e che segue questo passo della Parola che qui abbiamo una previsione che nell’ultimo tempo della chiesa il significato spirituale

o interiore della Parola sarà dischiuso. Cosa accadrà poi è descritto nei versi Apocalisse 19:17-21.

Non è necessario dimostrare qui che questo è il significato di queste parole, dal momento che i particolari sono stati illustrati in Arcana Coelestia nel seguente ordine:

il Signore è la Parola, perché egli è la Divina verità: 2533, 2813, 2894, 5272, 8535; la Parola è la Divina verità: 4692, 5075, 9987; si dice che Colui che sedeva sui cavalli giudica e combatte con giustizia perché il Signore è la giustizia; il Signore si chiama giustizia, perché ha salvato il genere umano dal proprio della sua volontà: 1813, 2025, 2026, 2027, 9715, 9809, 10019, 10152; la giustizia è una forma di merito che appartiene unicamente al Signore da solo: 9715, 9979;

la somiglianza dei suoi occhi ad una fiamma di fuoco significa la Divina verità che procede dal Divino bene del suo Divino amore, perché gli occhi significano l’intelletto e la verità che appartiene alla fede: 2701, 4403, 4421, 4523, 4534, 6923, 9051, 10569; e una fiamma di fuoco significa il bene dell’amore: 934, 4906, 5215, 6314, 6832;

le gemme sul capo significano tutte le specie di bene e di verità che appartengono alla fede: 114, 3858, 6335, 6640, 9863, 9865, 9868, 9873, 9905;

il suo avere un nome che egli solo conosce, significa che ciò che la Parola è in quanto al suo significato interiore, non è accessibile a nessuno, tranne a lui e a coloro ai quali egli lo rivela, perché il nome significa ciò a cui la cosa denominata realmente somiglia: 144, 145, 1754, 1896, 2009, 2724, 3006, 3237, 3421, 6674, 9310;

il suo essere avvolto in un mantello intriso di sangue significa la Parola nel suo significato letterale, che ha subito violenza, perché un indumento significa la verità, la quale riveste ciò che è bene: 1073, 2576, 5248, 5319, 5954, 9212, 9216, 9952, 10536, e questo con particolare riferimento alle forme più esterne di verità, e quindi alla Parola nel senso letterale: Arcana Coelestia 5248, 6918, 9158, 9212; e poiché il sangue significa la violenza inflitta alla verità, da ciò che è falso: 374, 1005, 4735, 5476, 9127;

le schiere celesti che lo seguivano su cavalli bianchi significa le persone che hanno la capacità d’intendere i contenuti più profondi della Parola, perché schiere significa le

persone che hanno la capacità d’intendere la verità e l’amore di fare del bene, che sono caratteristici del cielo e della chiesa: 3448, 7236, 7988, 8019; cavallo significa l’intelletto: 3217, 5321, 6125, 6400, 6534, 6534, 7024, 8146, 8381; e bianco significa la verità che è nella luce del cielo, e quindi significa la verità più profonda: 3301, 3993, 4007, 5319;

il loro essere stati rivestiti con fine lino, bianco e puro, significa che queste persone hanno una consapevolezza della verità che procede dall’agire bene, perché le vesti di lino significano la verità da un’origine celeste, che è la verità derivanti da ciò che è bene: 5319, 9469;

iIl suo avere un nome scritto sul suo mantello e sulla coscia significa ciò che è vero e ciò che è bene e ciò a cui la verità e il bene sono simili, perché un mantello significa ciò che è vero e un nome significa ciò a cui la verità è simile, e la coscia significa la bontà che viene dall’amore: 3021, 4277, 4280, 9961, 10488;

Re dei re e Signore dei signori è il Signore in quanto alla Divina verità e alla Divina bontà; Il Signore è chiamato Re in ragione della sua Divina verità: 3009, 5068, 6148.

Egli è chiamato Signore in ragione della sua Divina bontà: 4973, 9167, 9194.

Possiamo vedere di qui ciò che la Parola è nel suo senso spirituale o interiore, e che non c’è una solo termine in essa che non significhi qualcosa di spirituale; qualcosa che riguarda circa il cielo e la chiesa.

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Arcana Coelestia # 3993

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3993. ‘Removendo abinde omne pecus punctatum et maculosum’: quod significet quod separabitur omne bonum et verum quod ejus cum quo mixtum malum quod est ‘punctatum’, et cum quo mixtum falsum quod est ‘maculosum’, constat ex significatione ‘removere’ quod sit separare; et ex significatione ‘pecudis’, quae hic sunt caprae et agni, quod sint bona et vera, de qua n. 1824, 3519. Quod his et sequentibus hujus capitis arcana insint, inde videri potest quod perplura sint quae 1 in Verbo Divino non memoratu digna forent, nisi in illis arcaniora sint quam qualia apparent in littera, sicut quod Jacob pro mercede petierit pecus punctatum et maculosum in capris, et nigrum in agnis; quod dein in canaliculis posuerit baculos ex corylo et platano decorticatos ad album ante greges Labanis; cum incalescerent, et quoad agnos quod dederit facies gregis ad variegatum et nigrum in grege Labanis; et quod sic non bona sed 2 mala arte dives factus; in his non aliquid Divinum apparet, cum tamen Verbum in omnibus et singulis et quoad minimam iotam Divinum est; et praeterea hoc scire nihil prodest, ne quidem minimum ad salutem, cum tamen Verbum quia Divinum, non nisi quam talia quae conducunt ad salutem et ad vitam aeternam, in se continet;

[2] 3 ex illis et ex similibus alibi, quisque concludere potest quod arcanum inibi sit, et quod singula, tametsi talia sunt in sensu litterae, diviniora ferant intus; quid autem intus ferunt, nusquam alicui constare potest nisi ex sensu interno, hoc est, nisi sciat quomodo haec percipiuntur ab angelis, 4 ii enim in sensu spirituali sunt cum homo in historico naturali; qui bini sensus, quam remoti appareant a se invicem, tametsi conjunctissimi sunt, ab his et reliquis luculenter patere potest. Ipsum arcanum quod in his et sequentibus hujus capitis inest, quidem aliquatenus sciri potest ab illis quae prius de Labane et de Jacobo dicta sunt, quod nempe ‘Laban’ sit tale bonum per quod bona et vera genuina introduci possint, et quod ‘Jacob’ sit bonum veri; sed quia pauci sciunt quid sit naturale correspondens bono spirituali, et pauciores quid bonum spirituale, et quod correspondentia esse debeat, et adhuc pauciores quod bonum quoddam apparens ut bonum sit medium introducendi bona et vera genuina, ideo arcana quae de illis agunt, non facile ad captum possunt exponi, nam in umbram intellectus cadunt, et est sicut 5 quis aliena lingua loquitur, et in ea utcumque clare exponit rem, usque audiens non intelligit; sed tametsi ita est, usque dicendum quia quid Verbum in sensu interno recondit, aperiendum est.

[3] Agitur hic in sensu supremo de Domino quomodo Ipse Naturale Suum Divinum fecit; et in sensu 6 repraesentativo de naturali apud hominem quomodo Dominus id regenerat, et redigit ad correspondentiam cum interiore ejus homine, hoc est, cum illo qui victurus post obitum corporis, 7 et tunc spiritus hominis vocatur, qui cum solutus est a corpore, secum habet omnia quae externi hominis sunt, praeter ossa et carnem; nisi correspondentia interni hominis cum externo facta 8 fuerit in tempore seu in vita corporis, postmodum non fit; de conjunctione utriusque per regenerationem a Domino in sensu interno hic agitur.

[4] Actum est de communibus veris, quae homo recipere et agnoscere debet antequam regenerari potest; per ‘decem filios Jacobi ex Lea et ancillis’ illa significata sunt; et postquam illa receperit et agnoverit, de conjunctione externi hominis cum interiore, seu naturalis cum spirituali, quod significatum est per ‘Josephum’;

nunc secundum ordinem agitur de fructificatione boni et multiplicatione veri, quae tunc primum existit quando conjunctio facta est, et tantum existit quantum conjunctio fit; haec sunt quae significantur per gregem quem sibi Jacobus comparavit per gregem Labanis; ‘grex’ ibi significat bonum et verum, ut alibi multoties in Verbo, ‘grex Labanis’ bonum quod per Labanem repraesentatur, quod quale sit, supra dictum est; ‘grex Jacobi’ significat bonum et verum genuinum, quod comparatur per illud.

[5] Sed quomodo bona et vera genuina comparantur, hic describitur; sed hoc nullatenus comprehendi potest nisi sciatur quid per punctatum, quid per maculosum, quid per nigrum, et quid per album, in sensu interno significatur, quapropter hic primum de illis agendum: punctatum et maculosum est quod ex nigro et albo; ‘nigrum’ significat in genere malum, in specie proprium hominis, quia hoc non nisi quam malum est; ‘tenebricosum’ autem significat falsum, et in specie principia falsi; ‘album’ in sensu 9 interno significat verum, proprie Justitiam et Meritum Domini, et inde justitiam et meritum Domini apud hominem; hoc album vocatur candidum, splendet enim a luce quae a Domino; ‘album’ autem in opposito sensu significat justitiam propriam, seu meritum proprium; verum enim absque bono secum habet tale meritum, nam cum quis facit bonum, non ex bono veri, tunc semper vult retribui, nam propter se facit, at cum 10 verum facit ex bono, tunc illustratur 11 illud ex luce quae a Domino; inde patet quid ‘maculosum’, quod nempe sit verum cum quo mixtum falsum; et quid ‘punctatum’, quod nempe sit bonum cum quo mixtum malum.

[6] Apparent actualiter colores in altera vita tam pulchri et splendidi ut non describi queant, n. 1053, 1624; sunt illi ex variegatione lucis et umbrae in albo et nigro, sed lux ibi, tametsi ut lux coram oculis apparet, non tamen est sicut lux in mundo; lux in caelo in se habet intelligentiam et sapientiam, nam Divina Intelligentia et Sapientia a Domino ut lux ibi sistitur, et quoque illuminat universum caelum, n. 2776, 3138, 3167, 3190, 3195, 3222, 3223, 3225, 3339-3341, 3485, 3636, 3643, 3862; umbra etiam in altera vita, tametsi ut umbra apparet, non tamen est sicut umbra in mundo, umbra enim ibi est absentia lucis, proinde carentia intelligentiae et sapientiae; inde nunc album et nigrum, quae quia ex luce ibi in qua est intelligentia et sapientia, et ex umbra quae est carentia earum, existunt, patet quod per illa, nempe per album et nigrum, significentur talia quae supra dicta sunt; inde nunc colores qui sunt modificationes lucis et umbrae in albis et nigris, ut in planis, variegationes inde sunt quae vocantur colores, n. 1042, 1043, 1053;

[7] 12 ex his nunc constare potest quid punctatum, seu signatum et discretum punctis, nempe nigris et albis, quod sit bonum cum quo mixtum malum, tum quid maculosum quod sit verum cum quo mixtum falsum; haec sunt quae ex bono Labanis desumpta sunt, inservitura introducendis bonis et veris genuinis; sed quomodo haec inservire possint, est arcanum, quod quidem clare sisti potest coram illis qui in luce caeli sunt, quia in hac, ut dictam, est intelligentia, sed non clare coram illis qui in luce mundi sunt, nisi lux mundi illorum illustrata sit a luce caeli, ut apud illos qui regenerati sunt; quisque enim regeneratus videt bona et vera in naturali suo lumine ex luce caeli, nam lux caeli facit visum ejus intellectualem, et lumen mundi visum naturalem; at quomodo se habent, paucis usque dicendum est;

[8] apud hominem non datur bonum purum, seu bonum cum quo non mixtum est malum, nec verum purum, seu verum cum quo non mixtum est falsum; voluntarium enim hominis non est nisi quam malum, e quo continue in intellectuale ejus influit falsum, nam sicut notum est, homo hereditario secum trahit malum successive a parentibus cumulatum; ex hoc 13 ipse actualiter producit malum et facit suum, et adhuc malum a se superaddit; sed mala apud hominem sunt varii generis; sunt mala cum quibus bona non misceri possunt, et sunt mala cum quibus possunt; similiter falsa; nisi hoc foret, nusquam aliquis homo potuisset regenerari; mala et falsa cum quibus non misceri possunt bona et vera, sunt quae contraria sunt amori in Deum, et amori erga proximum, sicut sunt odia, vindictae, crudelitates, et inde contemptus aliorum prae se; tum quoque inde persuasiones falsi; at mala et falsa cum quibus misceri possunt bona et vera, sunt quae non contraria sunt amori in Deum et amori erga proximum, ut pro exemplo:

[9] si quis amat se prae aliis, et ex illo amore studet excellere aliis in vita morali et civili, in scientificis et doctrinalibus, et ad dignitates evehi, et quoque ad opes prae aliis et tamen agnoscit et adorat Deum, officia ex corde praestat proxima ac justum et aequum ex conscientia agit, malum illius amoris sui es cum quo bonum et verum misceri possunt; est enim 14 malum quod proprium est hominis,

15 in quod hereditario nascitur, quod si ei cito auferretur, foret ignem vitae ejus primae exstinguere; at qui amat se prae aliis, et ex illo amore contemnit alios prae se, odio habet qui non honorant, et quasi adorant, et jucundum odii in vindicta e crudelitate propterea sentit, talis amoris malum est cum quo bonum et verum misceri non possunt, nam sunt contraria.

[10] Sit quoque pro exemplo, si quis credit se purum esse a peccatis, et ita abstersum sicut qui per aquas abluitur a sordibus, cum semel paenitentiam egit, et 16 poenitentialia imposita absolvit, aut post confessionem enuntiatum tale a confessore audivit, aut postquam sacram cenam frequentavit is si novam vitam vivit, in affectione boni et veri, illud falsum est cum quo bonum mixtum esse potest; at 17 si vivit vitam carnis et mundi, ut prius, tunc est falsum cum quo bonum misceri nequit. Porro, qui credit salvari hominem ex bene credere, et non ex bene velle, et tamen bene vult et inde bene facit, id falsum est cui adjungi potest bonum et verum, non autem si non bene vult et inde bene facit.

[11] Tum, si quis ignorat quod resurgit homo post mortem et inde non credit resurrectionem, ut et qui novit sed usque dubitat et paene negat, et tamen in vero et bono vivit, cum illo falso etiam misceri potest bonum et verum; at qui in falso et malo vivit, tunc cum falso illo non misceri potest, quia contraria sunt, et falsum destruit verum, et malum destruit bonum.

[12] Adhuc, simulatio et astutia quae pro fine habet bonum, sive proximi, sive patriae, sive Ecclesiae, est prudentia; mala quae ei admixta sunt, misceri possunt cum bono, ex fine et propter finem; at simulatio et astutia quae pro fine habet malum, non est prudentia, sed est astus et dolus; cum hoc bonum nullatenus potest conjungi, nam dolus qui est finis mali, inducit infernale omnibus et singulis quae apud hominem, ac in medio ponit malum, et ad peripherias rejicit bonum, qui ordo est ipse ordo infernalis:

ita in innumerabilibus aliis.

[13] Quod sint mala et falsa 18 quibus adjungi 19 queunt bona et vera, solum constare potest ex eo quod tot diversa dogmata et doctrinalia sint quorum 20 plura sunt prorsus haeretica, et tamen in unoquovis 21 sunt qui salvantur: tum quod inter gentes quae extra Ecclesiam sunt, etiam sit Ecclesia Domini, et tametsi in falsis sunt, usque illi qui 22 vitam charitatis vivunt, salventur n. 2589-2604, quod fieri nequicquam potuisset nisi mala sint cum quibus misceri 23 possunt bona, et falsa cum quibus vera; mala enim cum quibus miscentur bona, et falsa cum quibus vera, mirabiliter in ordinem disponuntur a Domino, non enim conjunguntur, minus uniuntur, sed adjunguntur et applicantur, et quidem ita ut in medio quasi in centro sint bona cum veris, et per gradus ad circuitus seu peripherias, talia mala et falsa; inde est quod haec illustrentur ab illis, et variegentur sicut alba et nigra a luce e medio aut e centro; 24 hic est ordo caelestis. Haec sunt quae per ‘punctata et maculosa’ in sensu interno significantur.

Фусноте:

1. The Manuscript places this after digna.

2. The Manuscript inserts potius.

3. The Manuscript has exinde

4. The Manuscript inserts cum leguntur ab homine.

5. The Manuscript has qui

6. The Manuscript has interno

7. The Manuscript has qui

8. The Manuscript has sit

9. The Manuscript has bono

10. The Manuscript has habet bonum

11. The Manuscript has verum

12. The Manuscript has inde

13. The Manuscript has etiam

14. The Manuscript has proprium hominis, in quod etiam haereditario nascitur, quod si cito auferretur

15. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

16. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

17. The Manuscript has cum

18. The Manuscript inserts cum.

19. The Manuscript has queant

20. The Manuscript has perplurima

21. The Manuscript has sint

22. The Manuscript has in vita

23. The Manuscript has possint

24. The Manuscript has et hic ordo

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

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Arcana Coelestia # 2025

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2025. Darò a te e alla tua discendenza dopo di te la terra dove soggiorni. Che ciò significhi che il Signore acquisì a sé tutto ciò che è nel suo stesso potere, che s’intende con la terra dove soggiorni, è evidente dal significato di soggiorno che sta per istruzione (si veda n. 1463. E dato che un uomo acquisisce la vita a se stesso, specialmente per mezzo dell'istruzione nelle conoscenze mondane, nelle questioni dottrinali e nelle conoscenze della fede, quindi soggiorno significa la vita così acquisita. E dato che fa riferimento al Signore, soggiorno significa la vita che procurò a sé per mezzo di conoscenze, combattimenti contro le tentazioni e le conseguenti vittorie; e poiché si procurò da sé quella vita con le sue stesse forze, questo qui s’intende con terra dove soggiorni.

[2] Che il Signore si procurò tutto per sé con le sue proprie forze, e con le sue proprie forze unì l’essenza umana alla Divina essenza e la Divina essenza all'essenza umana; e che egli solo divenne così giustizia, è chiaramente evidente nei profeti.

Come in Isaia:

Chi è costui che viene da Edom, avanzando nella moltitudine delle sue forze? Ho calpestato da solo il torchio, e della gente del popolo, nessuno era con me. Mi guardai intorno e non c’era nessuno che mi aiutasse, e io ero stupito. E non c'era nessuno che mi sostenesse; perciò il mio braccio fu la mia salvezza (Isaia 63:1, 3, 5)

Edom indica l'essenza umana del Signore; Forza e braccio, indicano il potere; che questo fosse da ciò che era suo proprio, è chiaramente manifesto nell’espressione non c'era nessuno che aiutasse e nessuno che sostenesse, e che il suo braccio fu la sua salvezza".

[3] Nello stesso profeta:

Egli vide che non c'era nessuno, ed era meravigliato che non ci fosse nessuno a intercedere; e il suo braccio fu la sua salvezza, e la sua giustizia lo sostenne. E si rivestì di giustizia come di una corazza e indossò l’elmo della salvezza sul suo capo (Isaia 59:16-17)

intendendo allo stesso modo che dalla sua propria potenza divenne giustizia. Che il Signore sia la giustizia è affermato in Daniele:

Settanta settimane sono decretate per espiare l'iniquità, per portare la giustizia dei secoli, per suggellare la visione e il profeta, e per ungere il santo dei santi (Dan. 9:24).

E in Geremia:

Susciterò in Davide un germoglio giusta, ed egli regnerà da re, agirà con intelligenza, ed eserciterà il giudizio e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato, e Israele dimorerà in sicurezza; e questo è il suo nome con cui lo chiameranno, Jehovah nostra giustizia (Geremia 23:5-6; 33:15-16)

Per questa ragione egli è anche chiamato dimora della giustizia, in Geremia (31:23, 50:7); e in Isaia (9:6), meraviglioso ed eroe.

[4] La ragione per cui il Signore così spesso attribuisce al Padre ciò che è suo è stata spiegata sopra, n. 1999, 2004; perché Jehovah era in lui, e di conseguenza in tutto ciò che era suo. Questo può essere spiegato da ciò che è simile, benché non uguale nell'uomo. L'anima di un uomo è in lui; e dato che è in lui, è nel suo intimo, cioè nell’intimo del suo pensiero e della sua azione. Qualunque cosa non abbia in sé la sua anima, non è sua. L'anima del Signore era la vita stessa, ovvero l'essere stesso [esse] , che è Jehovah, perché era stato concepito da Jehovah; e di conseguenza Jehovah ovvero la vita stessa era nel suo intimo; e dato che la vita stessa, ovvero l'essere stesso, che è Jehovah era sua, come l'anima è l'uomo, allo stesso modo, ciò che che era di Jehovah era suo; esattamente ciò che dice il Signore, che egli è nel seno del Padre (Giovanni 1:18), e che tutto ciò che e del Padre, è suo (Giovanni 16:15, 17:10-11).

[5] Dal bene, che appartiene a Jehovah, egli unì la Divina essenza all'essenza umana; e dalla verità egli unì l'essenza umana alla Divina essenza; così egli fece ogni cosa sia in generale, sia in particolare, da se stesso. Invero, la sua essenza umana fu lasciata a se stessa, affinché combattesse da solo contro tutti gli inferni e li sconfiggesse. E dato che aveva la vita in se stesso che era sua propria, li sconfisse dal suo proprio potere e dalle sue stesse forze, come è anche chiaramente affermato nei profeti, nei passi che sono stati citati. Di conseguenza, poiché acquisì ogni cosa dalle sue proprie forze, divenne giustizia, liberò il mondo degli spiriti dai geni e dagli spiriti infernali, e quindi liberò il genere umano dalla distruzione - poiché il genere umano è governato per mezzo degli spiriti - e per questo tramite è redento. Per questo motivo così spesso egli è chiamato nella Parola dell'Antico Testamento il liberatore, il redentore e il salvatore, che è il significato del suo nome, Gesù.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.