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Geremia 49:12

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12 Poiché così parla l’Eterno: Ecco, quelli che non eran destinati a bere la coppa, la dovranno bere; e tu andresti del tutto impunito? Non andrai impunito, tu la berrai certamente.

Das Obras de Swedenborg

 

Arcana Coelestia # 1453

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1453. Tra Bethel sul mare, e Ai ad oriente, significhi che lo stato del Signore era ancora oscuro, riguardo alla conoscenza delle cose celesti e spirituali; perché una cosa è essere nelle cose celesti, e altro, essere nella conoscenza delle cose celesti. I neonati e i bambini sono maggiormente nelle cose celesti rispetto agli adulti, perché sono nell'amore verso i loro genitori, e nell'amore reciproco, e anche nell'innocenza. Mentre gli adulti sono nella conoscenza delle cose celesti più di neonati e bambini; ma moltissimi tra loro non sono nelle cose celesti dell'amore. Prima che l'uomo venga istruito nelle cose dell'amore e della fede, egli è in uno stato di oscurità in relazione a tali conoscenze. Questo stato è qui descritto con l'espressione, tra Bethel sul mare, e Ai ad oriente, . Con Bethel, come è stato detto, s'intende la conoscenza delle cose celesti; e per Ai, la conoscenza delle cose mondane. La conoscenza delle cose celesti, si dice essere a occidente, quando tale conoscenza è nell'oscurità, perché nella Parola occidente significa ciò che è oscuro; e la conoscenza delle cose mondane si dice essere a oriente quando sono nella chiarezza; perché rispetto all'occidente, l'oriente è nella chiarezza. Che occidente e oriente abbiano questo significato non necessita di conferme, in quanto è evidente a chiunque.

[2] E che Bethel indichi la conoscenza delle cose celesti, può essere visto da altri passi nella Parola, ove ricorre il nome Bethel, come nel prossimo capitolo, dove si dice che

Abramo proseguì il suo viaggio da mezzogiorno fino a Bethel, nel luogo dove era la sua tenda in principio, tra Betel e Ai, nel luogo dove aveva eretto l'altare (Genesi 13:3-4)

dove, il suo viaggio da mezzogiorno a Bethel, significa la progressione nella luce delle conoscenze, riguardo alla quale, qui non è detto che Bethel fosse a occidente e Ai ad oriente. Quando Giacobbe vide la scala, disse:

Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo; ed egli chiamò quel luogo Bethel (Genesi 28:17, 19)

dove allo stesso modo, con Bethel s'intende la conoscenza delle cose celesti. Perché l'uomo è una Bethel, cioè una casa di Dio, e anche una porta del cielo, quando è nella conoscenza delle cose celesti. Quando un uomo deve essere rigenerato, viene introdotto attraverso la conoscenza delle cose spirituali e celesti. E quando egli è stato rigenerato, è allora introdotto, ed è nelle cose celesti e spirituali della conoscenza. In seguito:

Dio disse a Giacobbe: Alzati, va' a Bethel, e dimora lì; costruisci lì un altare a Dio che ti è apparso (Genesi 35:1, 6-7)

dove allo stesso modo Bethel significa le conoscenze.

[3] Che l'arca di Jehovah era a Bethel, e che i figli d'Israele giunsero lì e consultarono Jehovah (Giudici 20:18, 26-27; 1; 1 Samuele 7:16, 10:3) significa simili cose; anche che il re d'Assiria inviò uno dei sacerdoti che egli aveva deportato dalla Samaria, e che dimorò in Bethel, e insegnò loro come dovevano adorare Jehovah (2 Re 17:27-28).

In Amos:

Amasia disse ad Amos, Vattene veggente, ritirati nella terra di Giuda, là mangerai il pane e farai le tue profezie; ma non più a Bethel, perché questo è il santuario del re, e questa è la casa del regno (Amos 7:12-13)

[4] Poi Geroboamo profanò Bethel (1 Re 12:32; 13:1-8; 2 Re 23:15).

Qui Bethel rappresenta l'opposto di prima (si veda Osea 10:15; Amos 3:14-15; 4:5-7).

Ma che Ai indichi la conoscenza delle cose mondane, può essere confermato anche dalle parti storiche e profetiche della Parola (cfr. Giosuè 7:2; 8:1-28; Geremia 49:3-4).

  
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A Bíblia

 

Joshua 8:1-28

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1 Poi l’Eterno disse a Giosuè: "Non temere, e non ti sgomentare! Prendi teco tutta la gente di guerra, lèvati e sali contro ad Ai. Guarda, io do in tua mano il re di Ai, il suo popolo, la sua città e il suo paese.

2 E tu tratterai Ai e il suo re come hai trattato Gerico a il suo re; ne prenderete per voi soltanto il bottino e il bestiame. Tendi un’imboscata dietro alla città".

3 Giosuè dunque con tutta la gente di guerra si levò per salire contro ad Ai. Egli scelse trentamila uomini valenti e prodi, li fe’ partire di notte, e diede loro quest’ordine:

4 "Ecco, vi fermerete imboscati dietro alla città; non v’allontanate troppo dalla città, e siate tutti pronti.

5 Io e tutto il popolo ch’è meco ci accosteremo alla città; e quando essi ci usciranno contro come la prima volta, ci metteremo in fuga dinanzi a loro.

6 Essi c’inseguiranno finché noi li abbiam tratti lungi dalla città, perché diranno: Essi fuggono dinanzi a noi come la prima volta. E fuggiremo dinanzi a loro.

7 Voi allora uscirete dall’imboscata e v’impadronirete della città: l’Eterno, il vostro Dio, la darà in vostra mano.

8 E quando avrete preso la città, la incendierete; farete come ha detto l’Eterno. Badate bene, questo è l’ordine ch’io vi do".

9 Così Giosuè li mandò, e quelli andarono al luogo dell’imboscata, e si fermarono fra Bethel e Ai, a ponente d’Ai; ma Giosuè rimase quella notte in mezzo al popolo.

10 E la mattina levatosi di buon’ora, passò in rivista il popolo, e salì contro Ai: egli con gli anziani d’Israele, alla testa del popolo.

11 E tutta la gente di guerra ch’era con lui, salì, si avvicino, giunse dirimpetto alla città, e si accampò al nord di Ai. Tra lui ed Ai c’era una valle.

12 Giosuè prese circa cinquemila uomini, coi quali tese un’imboscata fra Bethel ed Ai, a ponente della città.

13 E dopo che tutto il popolo ebbe preso campo al nord della città e tesa l’imboscata a ponente della città, Giosuè, durante quella notte, si spinse avanti in mezzo alla valle.

14 Quando il re d’Ai vide questo, la gente della città si levò in fretta di buon mattino; e il re e tutto il suo popolo usciron contro a Israele, per dargli battaglia al punto convenuto, al principio della pianura; perché il re non sapeva che c’era un’imboscata contro di lui dietro la città.

15 Allora Giosuè e tutto Israele, facendo vista d’esser battuti da quelli, si misero in fuga verso il deserto.

16 E tutto il popolo ch’era nella città fu chiamato a raccolta per inseguirli; e inseguirono Giosuè e furon tratti lungi dalla città.

17 Non ci fu uomo, in Ai e in Bethel, che non uscisse dietro a Israele. Lasciaron la città aperta e inseguirono Israele.

18 Allora l’Eterno disse a Giosuè: "Stendi verso Ai la lancia che hai in mano, perché io sto per dare Ai in tuo potere". E Giosuè stese verso la città la lancia che aveva in mano.

19 E subito, non appena ebbe steso la mano, gli uomini dell’imboscata sorsero dal luogo dov’erano, entraron di corsa nella città, la presero, e s’affrettarono ad appiccarvi il fuoco.

20 E la gente d’Ai, volgendosi indietro, guardò, ed ecco che il fumo della città saliva al cielo; e non vi fu per loro alcuna possibilità di fuggire né da una parte né dall’altra, perché il popolo che fuggiva verso il deserto s’era voltato contro quelli che lo inseguivano.

21 E Giosuè e tutto Israele, vedendo che quelli dell’imboscata avean preso la città e che il fumo saliva dalla città, tornarono indietro, e batterono la gente d’Ai.

22 Anche gli altri usciron dalla città contro a loro; cosicché furon presi in mezzo da Israele, avendo gli uni di qua e gli altri di là; e Israele li batté in modo che non ne rimase né superstite né fuggiasco.

23 Il re d’Ai lo presero vivo, e lo menarono a Giosuè.

24 Quando Israele ebbe finito d’uccidere tutti gli abitanti d’Ai nella campagna, nel deserto dove quelli l’aveano inseguito, e tutti furon caduti sotto i colpi della spada finché non ne rimase più, tutto Israele tornò verso Ai e la mise a fil di spada.

25 Tutti quelli che caddero in quel giorno, fra uomini e donne, furon dodicimila: vale a dire tutta la gente d’Ai.

26 Giosuè non ritirò la mano che avea stesa con la lancia, finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti d’Ai.

27 Israele prese per se soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l’ordine che l’Eterno avea dato a Giosuè.

28 Giosuè arse dunque Ai e la ridusse in perpetuo in un mucchio di ruine, com’è anch’oggi.