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Vita #1

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1. Una fede separata dalla carità distrugge la chiesa e tutto ciò che essa rappresenta Insegnamenti sulla vita per la nuova Gerusalemme tratti dal Decalogo

I. La religione concerne il modo in cui si vive, e la via religiosa alla vita è fare il bene

Chiunque abbia una religione sa e riconosce che chi conduce una buona vita è salvato e chi conduce una vita cattiva è dannato. Quindi è notorio e riconosciuto che se si conduce una buona vita, si pensa rettamente non solo riguardo a Dio ma anche al nostro prossimo, il che non è il caso se si conduce una vita cattiva. Ciò che amiamo costituisce la nostra vita e qualunque cosa noi amiamo, non solo la facciamo liberamente, ma anche liberamente la pensiamo. Così diciamo che la vita è fare il bene perché fare il bene è inseparabile dal pensare rettamente. Se questo agire e questo pensare non coincidono in noi, non fanno parte della nostra vita. Questo, tuttavia, necessita di essere spiegato come segue.

  
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Vita #101

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101. XIII. L’uomo deve astenersi dai mali come peccati, e combattere contro di essi come da se stesso.

È conforme al disegno Divino che l’uomo agisca liberamente e secondo ragione, perché agire liberamente e secondo ragione è agire da se stesso. Invero, queste due facoltà, libertà e ragione, non sono proprie dell’uomo, ma sono dal Signore in lui; egli non è mai privato di queste due facoltà, perché senza di esse non potrebbe essere riformato. Cioè, senza la libertà e la ragione, non può fare penitenza, non può combattere il male e quindi, neanche portare un frutto che sia conforme al pentimento (Matteo 3:8; Luca 3:8). Così, essendo l’uomo dotato di libertà e ragione dal Signore, ed operando in virtù di esse, ne consegue che egli non agisce da se stesso, ma come da se stesso.

  
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Vita #91

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91. È opinione comune oggigiorno che la salvezza dipenda dal credere l'una o l'altra cosa che la chiesa insegna, e che la salvezza non consista nell'osservare i precetti del Decalogo, in particolare, non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, sia in senso stretto, sia in un senso più ampio. Perché si dice che Dio non guarda alle opere, ma alla fede, quando in realtà chiunque sia in questi mali è privo di fede autentica (si veda n. 42­52). Si consulti la propria ragione e si vedrà chiaramente che nessun assassino, adultero, ladro o mentitore può avere fede, essendo catturato da tali cupidità. Si vedrà anche chiaramente che queste cupidità non si possono dissolvere in nessun altro modo se non con la determinazione a fuggire i corrispondenti mali, in quanto sono peccati, cioè perché sono infernali e diabolici. Perciò chi pensa di essere salvato votandosi a credere l'una o l'altra cosa che la chiesa insegna, e si abbandona a quei mali, non può che essere uno stolto, secondo ciò che il Signore insegna in Matteo 7:26. Questo genere di chiesa è descritto così in Geremia:

Fermatevi alla porta del tempio di Jehovah e là proclama queste parole: Così ha detto Jehovah Sebaoth il Dio d'Israele: Migliorate le vostre vie e le vostre opere; non confidate su parole fallaci dicendo: Il Tempio di Jehovah, il Tempio di Jehovah, il Tempio di Jehovah, il Signore è lì Rubate, uccidete, commettete adulterio, giurate il falso, e poi venite a presentarvi al mio cospetto, in questa casa che porta il mio nome e dite: Noi siamo stati liberati; mentre continuate ancora a commettere tutte quelle abominazioni? Cosa è diventata questa casa, una spelonca di ladroni? Ecco, io ho veduto, dice Jehovah (Geremia 7:2, 3, 4, 9, 10, 11)

  
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