25. Che dopo la vita nel mondo naturale ognuno viva per sempre, si deve al fatto che dopo non si è più corporei, ma spirituali; e il sé spirituale, una volta separato da ciò che è naturale, mantiene la sua natura essenziale per sempre, perché lo stato di una persona non può cambiare dopo la morte.
Inoltre il sé spirituale di ciascuno è legato al Divino, dal momento che può pensare e anche amare il Divino, ed essere guidato in ogni cosa che procede dal Divino, come ad esempio negli insegnamenti della chiesa. Il sé spirituale può di conseguenza essere legato al Divino nella volontà e nel pensiero, le due facoltà dell'uomo spirituale che costituiscono la sua vita. Chiunque sia così legato con il Divino che non può mai morire, perché il Divino è presente in lui e lo lega a sé.
[2] L'uomo è stato creato in modo che la sua mente abbia la forma del cielo. La forma del cielo deriva dal Divino stesso, come è stato mostrato in Cielo e Inferno (È il Divino del Signore che forma e modella il cielo, nn. 7-12; 78-86. L’uomo è stato creato in modo da essere un’immagine del cielo in scala minima, n. 57. Il cielo considerato nel suo insieme somiglia ad un singolo essere umano, nn. 59-66. Quindi un angelo ha una forma umana perfetta, 73-77. Invero, il sé spirituale di ciascuno è un angelo.
[3] Ho avuto una serie di conversazioni con gli angeli su questo tema. Essi erano estremamente sorpresi che ci siano moltissimi tra coloro che sono considerati intelligenti nel mondo cristiano, i quali rifiutano totalmente qualsiasi idea di immortalità riguardo alla vita loro propria, e credono che l'anima dell’uomo sia dispersa dopo la morte, come quella di un animale. Essi non riescono a percepire la differenza nel modo in cui gli esseri umani e gli animali vivono. Gli esseri umani hanno pensieri che possono elevarsi al di sopra di loro, e il pensiero si può spingere fino a Dio, al cielo, all'amore, alla fede, al bene spirituale e morale, alla verità e simili questioni, elevandosi quindi fino al Divino stesso, e congiungendosi a lui attraverso tutti questi mezzi. Gli animali, invece, non possono elevarsi oltre la loro natura terrena, per intrattenere questi pensieri. Di conseguenza il loro lato spirituale non può essere separato dal loro naturale dopo la morte, 1
e seguitare a vivere come fa invece l’uomo. Anche questo è il motivo per cui la vita di un animale cessa quando la sua vita naturale giunge al termine.
[4] Gli angeli hanno detto che il motivo per cui molte persone cosiddette intelligenti nel mondo cristiano non credono che la loro vita sia immortale è che nel cuore negano l'esistenza del Divino e riconoscono la natura al suo posto. Coloro il cui pensiero si fonda su tali premesse non possono concepire alcuna vita eterna per mezzo del legame con il Divino; e per conseguenza non possono scorgere alcuna differenza tra la condizione degli esseri umani è quella degli animali; perché avendo bandito il Divino dai loro pensieri, hanno anche bandito l’idea dell’eternità.
[5] Gli angeli hanno aggiunto che in ogni individuo vi è un livello più elevato o più intimo della vita, qualcosa di più eccelso e profondo su cui il Divino del Signore agisce per primo e più strettamente, e da cui governa i restanti accessi interni appartenenti al sé spirituale e naturale dell’uomo, e li dispone
[6] Quando è stato chiesto agli angeli se coloro che negano l'esistenza del Divino e le Divine verità - che sono il mezzo con cui la vita dell’uomo è legata al Divino stesso – nondimeno, vivono per sempre, hanno risposto che questi, al pari di quelli che riconoscono il Divino, mantengono la capacità di pensare e volere, e quindi di credere e amare ciò che procede dal Divino; e che questa capacità di pensare e volere permette loro di vivere ugualmente per sempre. Hanno aggiunto che questa capacità deriva da quell’accesso intimo che ciascuno possiede, cui si è fatto cenno appena sopra. Essi hanno fornito ampia evidenza del fatto che anche quelli che sono nell'inferno hanno questa capacità, che permette loro di ragionare e parlare contro le Divine verità. Questo è il motivo per cui ogni persona, qualunque sia la sua indole, vive per sempre.
[7] In forza del fatto che dopo la morte ognuno vive per sempre, nessun angelo, né spirito ha alcun pensiero della morte. In realtà, essi non sanno cosa vuol dire morire. Ogni volta quindi che la morte è menzionata nella Parola, gli angeli intendono con essa la dannazione, che è la morte in senso spirituale, oppure la continuazione della vita e la resurrezione. 2
Quanto precede è da intendersi ad ulteriore conferma del fatto che tutti i nati, ed in seguito morti dal principio della creazione, sono vivi, alcuni nel cielo e altri nell'inferno.
Note a piè di pagina: