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Genesi 14:13

Estudio

       

13 E uno degli scampati venne a dirlo ad Abramo, l’Ebreo, che abitava alle querce di Mamre l’Amoreo, fratello di Eshcol e fratello di Aner, i quali aveano fatto alleanza con Abramo.

De obras de Swedenborg

 

Arcana Coelestia #1735

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1735. Sia benedetto Dio altissimo. Che questo significhi l'uomo interno nel Signore, si evince da ciò che è stato detto appena sopra, riguardo all'uomo interno. Nella chiesa antica Jehovah era chiamato Dio altissimo per la ragione che l'altezza rappresentava e quindi significava ciò che è interno, e quindi altissimo significava ciò che è intimo. Da qui il culto nell'antica fu celebrato su alture, montagne e colline. Ciò che è intimo è nella stessa relazione con ciò che è esterno e con ciò che è più esteriore, come la cima con ciò che è in basso e con ciò che è estremamente in basso. Ciò che è più in alto o il celeste dell'amore, o l'amore stesso. Jehovah, o l'uomo interno nel Signore, era l'autentico amore celeste, ovvero l'amore stesso, a cui nessun altro attributo è adatto se non quello di puro amore, quindi di pura misericordia verso tutto il genere umano che è tale da voler salvare tutti e renderli felici per l'eternità e di donare loro tutto ciò che si possiede. Così per pura misericordia, guidare tutti quelli che sono desiderosi di seguirlo, al cielo, cioè a se stesso, per la potente forza dell'amore. Questo amore stesso è Jehovah.

[2] Di nulla può dirsi “sono” o “è” tranne dell'amore. Da questo amore – dato che nell'amore, o dall'amore stesso - è l'essenza stessa di tutta la vita, cioè la vita stessa. E poiché solo Jehovah è l'essere della vita, o la vita stessa, dato che egli solo è amore, ciascuna e tutte le cose. Derivano da lì il loro essere e la loro vita. Né alcuno può vivere da se stesso se non unicamente Jehovah, cioè il Signore solo. E dato che nessuno può essere né vivere da se stesso tranne il Signore solo, è una fallacia dei sensi il fatto che agli uomini sembra di vivere da se stessi. Gli angeli percepiscono chiaramente che non vivono da se stessi, ma dal Signore, perché vivono nell'essere stesso della vita del Signore, cioè nell'amore. Ciò nondimeno a loro, al di sopra di tutti gli altri, viene dato l'apparenza di vivere da se stessi, insieme con un'ineffabile felicità. Questo dunque è vivere nel Signore, che è impossibile a meno che non viviamo nel suo amore, cioè nella carità verso il prossimo.

  
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