Bibliorum

 

Amos 4

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1 Ascoltate questa parola, vacche di Basan, che state sul monte di Samaria, voi, che opprimete gli umili, che maltrattate i poveri, che dite ai vostri signori: "Portate qua, che beviamo!"

2 Il Signore, l’Eterno, l’ha giurato per la sua santità: Ecco, verranno per voi de’ giorni, in cui sarete tratte fiori con degli uncini, e i vostri figliuoli con gli ami da pesca;

3 voi uscirete per le brecce, ognuna dritto davanti a sé, e abbandonerete i vostri palazzi.

4 Andate a Bethel, e peccate! a Ghilgal e peccate anche di più! Recate ogni mattina i vostri sacrifizi, e ogni tre giorni le vostre decime!

5 Fate fumare sacrifizi d’azioni di grazie con lievito! Bandite delle offerte volontarie, proclamatele! Poiché così amate di fare, o figliuoli d’Israele, dice il Signore, l’Eterno.

6 E io, dal canto mio, v’ho lasciati a denti asciutti in tutte le vostre città; v’ho fatto mancare il pane in tutte le vostre dimore; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.

7 E v’ho pure rifiutato la pioggia, quando mancavano ancora tre mesi alla mietitura; ho fatto piovere sopra una città, e non ho fatto piovere sopra un’altra città; una parte di campo ha ricevuto la pioggia, e la parte di su cui non ha piovuto è seccata.

8 Due, tre città vagavano verso un’altra città per bever dell’acqua, e non potean dissetarsi; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.

9 Io vi ho colpito di ruggine e di carbonchio; le locuste han divorato i vostri numerosi giardini, le vostre vigne, i vostri fichi, i vostri ulivi; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.

10 Io ha mandato fra voi la peste, come in Egitto; ho ucciso i vostri giovani per la spada, e ho catturato i vostri cavalli; v’ho fatto salire al naso il puzzo de’ vostri accampamenti; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.

11 Io vi ho sovvertiti, come quando Dio sovvertì Sodoma e Gomorra, e voi siete stati come un tizzone strappato dal fuoco; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno.

12 Perciò, io ti farò come ho detto, o Israele; e poiché io farò questo contro di te, preparati, o Israele, a incontrare il tuo Dio!

13 Poiché, eccolo colui che forma i monti e crea il vento, e fa conoscere all’uomo qual è il suo pensiero; colui che muta l’aurora in tenebre, e cammina sugli alti luoghi della terra; il suo nome è l’Eterno, l’Iddio degli eserciti.

   

from the Writings of Emanuel Swedenborg

 

Arcana Coelestia #592

Studere hoc loco

  
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592. Il Signore disse, Annienterò l'uomo. Che ciò significhi che l'uomo avrebbe annientato se stesso è evidente da ciò che è stato spiegato prima, e cioè che si dice del Signore che punisce, che tenta, che infligge il male, che annienta o uccide e che maledice. Come per esempio, che uccise Er, primogenito di Giuda; e Onan, un altro figlio di Giuda (Genesi 38:7, 10).

Che il Signore fece strage di tutti i primogeniti d'Egitto (Esodo 12:12, 29).

E così in Geremia:

Di quelli che ho ucciso nella mia ira e nel mio furore (Geremia 33:5)

In Davide:

Egli scagliò su di loro il furore della sua collera; rabbia veemente, ira e sdegno, e inviò gli angeli del castigo (Salmi 78:49)

In Amos:

Può una sciagura piombare su una città, senza che il Signore l'abbia causata? (Amos 3:6)

In Giovanni:

Sette coppe d'oro colme dell'ira di Dio, che vive in eterno (Rivelazione 15:1, 7; 16:1)

Tutte queste cose sono attribuite al Signore, e nondimeno, sono del tutto contrarie alla sua natura. Queste cose sono a lui ascritte per il motivo spiegato prima; e anche al fine che gli uomini possano concepire un'autentica idea generale del fatto che il Signore governa e dispone tutte le cose, sia in generale, sia in particolare; e affinché possano successivamente imparare che nulla del male viene dal Signore, né che egli uccide; bensì che è l'uomo a portare su di sé il male, la rovina e la distruzione di se stesso. E tuttavia, non è l'uomo, ma gli spiriti maligni che promuovono e veicolano in lui queste pulsioni maligne; e nondimeno, tali condotte sono imputabili all'uomo, perché egli è persuaso di agire da se stesso. Così ora qui si dice del Signore che annienterebbe l'uomo, quando in realtà era uomo che voleva annientare ed estinguere se stesso.

[2] Tale stato appare in modo evidente da coloro che nell'altra vita sono nel tormento e nell'inferno, e che si lamentano continuamente e attribuiscono tutto il male della loro pena al Signore. Così nel mondo degli spiriti maligni ci sono quelli che raggiungono il loro massimo diletto nel danneggiare e affliggere gli altri; e coloro che sono feriti e puniti pensano che ciò venga dal Signore. Ma gli viene detto, ed è mostrato loro, che neppure il più lieve dei mali viene dal Signore, ma sono loro stessi che lo portano su di sé; perché tale è lo stato e tale l'equilibrio di tutte le cose nell'altra vita, vale a dire che il male torna su colui che ha agito male, e diventa il male della punizione. E per la stessa ragione, è inevitabile. Si dice che questo è consentito al fine di emendarsi dal male. E il Signore trasforma tutto il male della pena in bene; in modo che non vi può essere altro che il bene dal Signore. Ma finora a nessuno è stato svelato cosa sia tale permesso. Ciò che è permesso si crede sia fatto da colui che permette, in quanto egli permette. Ma la questione è piuttosto differente, e riguardo alla stessa, per Divina misericordia del Signore, si tratterà di seguito.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

Commentarius

 

Iniquity, transgression and sin

  

In the Word three terms are used to refer to bad actions: transgression, iniquity, and sin. Transgression is the least bad. It means a violation of what is true in an external context, a violation of what is right and orderly. Iniquity is next and denotes acts that violate more interior truths. Sin is the worst. It is a violation of what is holy and righteous, a violation against the Lord. Sin is the deepest kind of evil. Regarding iniquity -- to be in charity, or live a life of charity is to live a life where the acts and thoughts that have top priority are those that have within them a love for the neighbor. Sometimes our love of self, our inborn desire to put ourselves first, is stronger than our charity and we do something for ourselves at the expense of our neighbor, or even do harm to our neighbor. Such an act, if our motive is selfish, is an iniquity.

(Notae: Arcana Coelestia 9156, 9965 [2-3])