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Genesi 11:14

पढाई करना

       

14 E Sela, essendo vivuto trent’anni, generò Eber.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

स्वीडनबॉर्ग के कार्यों से

 

Arcana Coelestia #1311

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1311. E Jehovah scese. Che questo significhi il giudizio su di loro è evidente da quanto è accaduto prima e da quanto segue, e anche dal significato di scendere riferito a Jehovah. Da ciò che è accaduto prima, perché il soggetto qui trattato è la costruzione della città e della torre di Babele. Da quanto segue, vale a dire la confusione delle lingue e la dispersione. Dal significato di scendere, quando riferito a Jehovah, per questa espressione ricorre quando ha luogo il giudizio. Jehovah ovvero il Signore è ovunque presente e conosce tutte le cose dall'eternità; dunque non può dirsi di lui che sia sceso a vedere, eccetto che nel senso letterale, ove tali espressioni ricorrono in quanto conformi alle apparenze presso l'uomo. Ma nel senso interno non è così, perché in questo senso il soggetto è esposto come è in sé, e non secondo le apparenze. Dunque nel passo corrente scendere a vedere significa il giudizio.

[2] Il giudizio ha luogo quando il male raggiunge il suo apice o, come si dice nella Parola, quando viene consumato, o quando l'iniquità è consumata. Perché ogni male incontra il suo limite, in ciò oltre il quale non gli è permesso spingersi. Ma quando va al di là di questi limiti, insorge la punizione del male. Così è in particolare e in generale 1 . La punizione del male è ciò che s'intende per il giudizio. Poiché dapprima sembra come se il Signore non veda né osservi che esiste il male - quando un uomo fa il male senza subire punizione – egli suppone che il Signore non si curi della questione. Ma quando subisce la punizione, egli comincia a pensare che il Signore vede, e anche che il Signore infligge la pena. Perciò è detto, secondo queste apparenze, che Jehovah scese a vedere.

[3] Scendere a vedere, si dice di Jehovah, perché egli è l'Altissimo ed è nella sommità, secondo l'apparenza, perché egli non in ciò che è più elevato ma in ciò che è più intimo; e questo è il motivo per cui nella Parola, ciò che è più elevato e ciò che è più intimo hanno lo stesso significato. D'altra parte, il giudizio o la punizione del male, ha luogo in basso e nelle cose più infime. Questo è il motivo per cui si dice, scendere; come anche in Davide:

O Jehovah, piega i tuoi i tuoi cieli e discendi; tocca le montagne ed esse fumeranno; scaglia le folgori e disperdili (Salmi 144:5-6)

dove s'intende la punizione del male, o giudizio.

In Isaia:

Jehovah degli eserciti scenderà a combattere sul monte Sion, e sulla sua collina (Isaia 31:4)

Tu scendesti, e davanti a te sussultarono i monti (Isaia 64:1)

Qui, in maniera simile scendere indica la pena, ovvero il giudizio, inflitto al male.

In Michea:

Jehovah esce dalla sua dimora, scende, e cammina sulle alture della terra, e le montagne si sciolgono sotto di lui (Michea 1:3-4)

फुटनोट:

1. Il male che l'uomo compie è permesso dal Signore, entro limiti a lui solo noti. Il fatto che il male sia permesso non significa in alcun modo né acquiescenza, né adesione del Signore al male dell'uomo. Il permesso - sia pure condizionato e confinato nei limiti imposti – di fare ciò che è male è un corollario della legge fondamentale del Divino amore, in quanto non c'è amore dove non c'è libertà, anche quando tale libertà sia la libertà di agire il male. Ulteriore corollario della legge fondamentale del Divino amore, concatenato al libero arbitrio è la Divina volontà del Signore di salvare e accogliere tutti gli uomini nel cielo, non per atto d'imperio, né per misericordia tout court, a prescindere da quale sia la vita dell'uomo, ma nel rispetto della libertà di azione dell'uomo; libertà che si coniuga con la potenzialità riformatrice del male compiuto dall'uomo. Ciascuno di noi nel corso della propria vita fa esperienza di ogni genere di male compiuto ai danni di altri (oltre che naturalmente, subito), e non di rado da questo particolare vissuto si fa strada nell'intimo di ciascuno la necessità di cambiare la propria condotta e di riformarsi. Evidentemente qui entrano in gioco i mezzi Divini, vale a dire la Divina provvidenza che mitiga e piega il male – nel rispetto della libertà dell'uomo – verso il bene, quando ciò è possibile. Il male, al pari di ogni malattia, può avere un decorso benigno, che sfocia nella riforma e nella rigenerazione dell'uomo, ovvero un decorso infausto che sfocia nella dannazione e nell'allontanamento definitivo dell'uomo dal Signore, quando il primo consolida e conferma volontariamente la propria vita nel male. Più in generale, che siano imposti dei limiti al male, si evince indirettamente dalla costante storica della decadenza e del sistematico avvicendamento di regni e imperi in ogni epoca storica (ndt).

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Genesi 11

पढाई करना

   

1 Or tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.

2 E avvenne che, essendo partiti verso l’Oriente, gli uomini trovarono una pianura nel paese di Scinear, e quivi si stanziarono.

3 E dissero l’uno all’altro: "Orsù, facciamo dei mattoni e cociamoli col fuoco!" E si valsero di mattoni invece di pietre, e di bitume invece di calcina.

4 E dissero: "Orsù, edifichiamoci una città ed una torre di cui la cima giunga fino al cielo, e acquistiamoci fama, onde non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra".

5 E l’Eterno discese per vedere la città e la torre che i figliuoli degli uomini edificavano.

6 E l’Eterno disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti il medesimo linguaggio; e questo è il principio del loro lavoro; ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare.

7 Orsù, scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!"

8 Così l’Eterno li disperse di la sulla faccia di tutta la terra, ed essi cessarono di edificare la città.

9 Perciò a questa fu dato il nome di Babel perché l’Eterno confuse quivi il linguaggio di tutta la terra, e di la l’Eterno li disperse sulla faccia di tutta la terra.

10 Questa è la posterità di Sem. Sem, all’età di cent’anni, generò Arpacshad, due anni dopo il diluvio.

11 E Sem, dopo ch’ebbe generato Arpacshad, visse cinquecento anni e generò figliuoli e figliuole.

12 Arpacshad visse trentacinque anni e generò Scelah; e Arpacshad, dopo aver generato Scelah,

13 visse quattrocento anni e generò figliuoli e figliuole.

14 Scelah visse trent’anni e generò Eber;

15 e Scelah, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotre anni e generò figliuoli e figliuole.

16 Eber visse trentaquattro anni e generò Peleg;

17 ed Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocento trenta anni e generò figliuoli e figliuole.

18 Peleg visse trent’anni e generò Reu;

19 e Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò figliuoli e figliuole.

20 Reu visse trentadue anni e generò Serug;

21 e Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò figliuoli e figliuole.

22 Serug visse trent’anni e generò Nahor;

23 e Serug, dopo aver generato Nahor, visse duecento anni e generò figliuoli e figliuole.

24 Nahor visse ventinove anni e generò Terah;

25 e Nahor, dopo aver generato Terah, visse centodiciannove anni e generò figliuoli e figliuole.

26 Terah visse settant’anni e generò Abramo, Nahor e Haran.

27 E questa è la posterità di Terah. Terah generò Abramo, Nahor e Haran; e Haran generò Lot.

28 Haran morì in presenza di Terah suo padre, nel suo paese nativo, in Ur de’ Caldei.

29 E Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie d’Abramo era Sarai; e il nome della moglie di Nahor, Milca, ch’era figliuola di Haran, padre di Milca e padre di Isca.

30 E Sarai era sterile; non aveva figliuoli.

31 E Terah prese Abramo, suo figliuolo, e Lot, figliuolo di Haran, cioè figliuolo del suo figliuolo, e Sarai sua nuora, moglie d’Abramo suo figliuolo, e uscirono insieme da Ur de’ Caldei per andare nel paese di Canaan; e, giunti a Charan, dimorarono quivi.

32 E il tempo che Terah visse fu duecentocinque anni; poi Terah morì in Charan.