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Genesi 11:13

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13 Ed Arfacsad, dopo ch’egli ebbe generato Sela, visse quattrocentotre anni, e generò figliuoli e figliuole.


To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.

स्वीडनबॉर्ग के कार्यों से

 

Arcana Coelestia #1311

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1311. E Jehovah scese. Che questo significhi il giudizio su di loro è evidente da quanto è accaduto prima e da quanto segue, e anche dal significato di scendere riferito a Jehovah. Da ciò che è accaduto prima, perché il soggetto qui trattato è la costruzione della città e della torre di Babele. Da quanto segue, vale a dire la confusione delle lingue e la dispersione. Dal significato di scendere, quando riferito a Jehovah, per questa espressione ricorre quando ha luogo il giudizio. Jehovah ovvero il Signore è ovunque presente e conosce tutte le cose dall'eternità; dunque non può dirsi di lui che sia sceso a vedere, eccetto che nel senso letterale, ove tali espressioni ricorrono in quanto conformi alle apparenze presso l'uomo. Ma nel senso interno non è così, perché in questo senso il soggetto è esposto come è in sé, e non secondo le apparenze. Dunque nel passo corrente scendere a vedere significa il giudizio.

[2] Il giudizio ha luogo quando il male raggiunge il suo apice o, come si dice nella Parola, quando viene consumato, o quando l'iniquità è consumata. Perché ogni male incontra il suo limite, in ciò oltre il quale non gli è permesso spingersi. Ma quando va al di là di questi limiti, insorge la punizione del male. Così è in particolare e in generale 1 . La punizione del male è ciò che s'intende per il giudizio. Poiché dapprima sembra come se il Signore non veda né osservi che esiste il male - quando un uomo fa il male senza subire punizione – egli suppone che il Signore non si curi della questione. Ma quando subisce la punizione, egli comincia a pensare che il Signore vede, e anche che il Signore infligge la pena. Perciò è detto, secondo queste apparenze, che Jehovah scese a vedere.

[3] Scendere a vedere, si dice di Jehovah, perché egli è l'Altissimo ed è nella sommità, secondo l'apparenza, perché egli non in ciò che è più elevato ma in ciò che è più intimo; e questo è il motivo per cui nella Parola, ciò che è più elevato e ciò che è più intimo hanno lo stesso significato. D'altra parte, il giudizio o la punizione del male, ha luogo in basso e nelle cose più infime. Questo è il motivo per cui si dice, scendere; come anche in Davide:

O Jehovah, piega i tuoi i tuoi cieli e discendi; tocca le montagne ed esse fumeranno; scaglia le folgori e disperdili (Salmi 144:5-6)

dove s'intende la punizione del male, o giudizio.

In Isaia:

Jehovah degli eserciti scenderà a combattere sul monte Sion, e sulla sua collina (Isaia 31:4)

Tu scendesti, e davanti a te sussultarono i monti (Isaia 64:1)

Qui, in maniera simile scendere indica la pena, ovvero il giudizio, inflitto al male.

In Michea:

Jehovah esce dalla sua dimora, scende, e cammina sulle alture della terra, e le montagne si sciolgono sotto di lui (Michea 1:3-4)

फुटनोट:

1. Il male che l'uomo compie è permesso dal Signore, entro limiti a lui solo noti. Il fatto che il male sia permesso non significa in alcun modo né acquiescenza, né adesione del Signore al male dell'uomo. Il permesso - sia pure condizionato e confinato nei limiti imposti – di fare ciò che è male è un corollario della legge fondamentale del Divino amore, in quanto non c'è amore dove non c'è libertà, anche quando tale libertà sia la libertà di agire il male. Ulteriore corollario della legge fondamentale del Divino amore, concatenato al libero arbitrio è la Divina volontà del Signore di salvare e accogliere tutti gli uomini nel cielo, non per atto d'imperio, né per misericordia tout court, a prescindere da quale sia la vita dell'uomo, ma nel rispetto della libertà di azione dell'uomo; libertà che si coniuga con la potenzialità riformatrice del male compiuto dall'uomo. Ciascuno di noi nel corso della propria vita fa esperienza di ogni genere di male compiuto ai danni di altri (oltre che naturalmente, subito), e non di rado da questo particolare vissuto si fa strada nell'intimo di ciascuno la necessità di cambiare la propria condotta e di riformarsi. Evidentemente qui entrano in gioco i mezzi Divini, vale a dire la Divina provvidenza che mitiga e piega il male – nel rispetto della libertà dell'uomo – verso il bene, quando ciò è possibile. Il male, al pari di ogni malattia, può avere un decorso benigno, che sfocia nella riforma e nella rigenerazione dell'uomo, ovvero un decorso infausto che sfocia nella dannazione e nell'allontanamento definitivo dell'uomo dal Signore, quando il primo consolida e conferma volontariamente la propria vita nel male. Più in generale, che siano imposti dei limiti al male, si evince indirettamente dalla costante storica della decadenza e del sistematico avvicendamento di regni e imperi in ogni epoca storica (ndt).

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Micah 2

पढाई करना

   

1 Guai a quelli che meditano l’iniquità e macchinano il male sui loro letti, per metterlo ad effetto allo spuntar del giorno, quando ne hanno il potere in mano!

2 Agognano dei campi, e li rapiscono; delle case, e se le prendono; così opprimono l’uomo e la sua casa, l’individuo e la sua proprietà.

3 Perciò così parla l’Eterno: Ecco, io medito contro questa stirpe un male, al quale non potrete sottrarre il collo; e non camminerete più a test’alta, perché saranno tempi cattivi.

4 In quel giorno si farà su di voi un proverbio, si canterà un lamento, e si dirà: "E’ finito! Noi siamo interamente rovinati! Egli passa ad altri la parte del mio popolo! Vedete, com’egli me la toglie! I nostri campi li distribuisce agli infedeli!"

5 Perciò tu non avrai più alcuno che tiri la cordicella per far le parti, nelle raunanza dell’Eterno.

6 "Non profetate!" Vanno essi ripetendo. Anche se non si profetizzino cotali cose, non si eviterà l’ignominia.

7 O tu che porti il nome di casa di Giacobbe, è forse l’Eterno pronto all’ira? E’ questo il suo modo d’agire? Le mie parole non son esse favorevoli a colui che cammina rettamente?

8 Ma da qualche tempo il mio popolo insorge come un nemico; voi portate via il mantello di sopra alla veste a quelli che passan tranquillamente, che tornano dalla guerra.

9 Voi cacciate le donne del mio popolo dalla case che son la loro delizia; voi rapite per sempre la mia gloria ai loro figliuoletti.

10 Levatevi, andatevene! Perché questo non è luogo di riposo; a motivo della sua contaminazione, esso vi distruggerà d’una distruzione orrenda.

11 Se uno andasse dietro al vento, e spacciasse menzogne, dicendo: "Io predirò per te vino e bevande forti!" quello sarebbe l’oracolo di questo popolo.

12 Io ti radunerò, o Giacobbe, ti radunerò tutto quanto! Certo io raccoglierò il rimanente d’Israele; io li farò venire assieme come pecore in un ovile, come un gregge in mezzo al suo pascolo; il luogo sarà affollato di uomini.

13 Chi farà la breccia salirà innanzi a loro; essi faran la breccia, e passeranno per la porta e per essa usciranno, il loro re camminerà davanti a loro, e l’Eterno sarà alla loro testa.