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Cielo e inferno #445

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445. 46) La resurrezione dell'uomo dalla morte e la sua ammissione alla vita eterna

Quando il corpo non è più in grado di dar corso alle sue funzioni nel mondo naturale che corrispondono ai pensieri ad alle affezioni del proprio spirito, di cui lo spirito è dotato dal mondo spirituale, si dice che l'uomo muore. Questo avviene quando la respirazione dei polmoni ed i battiti del cuore cessano. Nondimeno l'uomo non muore; egli è solo separato dal corpo che ha usato nel mondo, mentre l'uomo stesso continua a vivere. Si dice che l'uomo continui a vivere perché l'uomo non è tale in ragione del suo corpo, ma del suo spirito, perché è lo spirito che pensa nell'uomo, ed il pensiero e l'affezione è ciò che costituisce l'uomo. Evidentemente, allora, la morte dell'uomo è soltanto il suo passaggio da un mondo in un altro. Ed è per questo che nella Parola, nel suo senso interiore morte significa resurrezione e prosecuzione della vita. 1

Fotnoter:

1. Nella Parola morte significa resurrezione, perché quando un uomo muore la sua vita sopravvive all'estinzione del corpo (Arcana Coelestia 3498, 3505, 4618, 4621, 6036, 6221).

  
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Cielo e inferno #582

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582. 61) Aspetto, disposizione e numero degli inferni

Nel mondo spirituale, cioè, nel mondo dove sono gli spiriti e gli angeli, appaiono gli stessi oggetti visibili nel mondo naturale, cioè, dove sono gli uomini. Nell'apparenza esteriore non vi è differenza. In quel mondo sono visibili pianure e montagne, colline e rocce, e valli; e anche acque, e molte altre cose che si vedono sulla terra. Eppure tutte queste cose hanno un'origine spirituale, e sono quindi viste dagli occhi di spiriti e angeli, e non dagli occhi di uomini, perché gli uomini sono nel mondo naturale. Gli esseri spirituali vedono tali cose come esse sono da un'origine spirituale, mentre gli esseri naturali vedono le stesse cose da un'origine naturale. Di conseguenza l'uomo con gli occhi non può in alcun modo vedere gli oggetti che sono nel mondo spirituale, a meno che non gli sia permesso di essere nello spirito, ovvero dopo la morte, quando diventa uno spirito. D'altra parte, un angelo o uno spirito non è in grado di vedere alcunché nel mondo naturale, salvo che non sia presso un uomo che è autorizzato a comunicare con lui. Perché gli occhi dell'uomo sono idonei a ricevere la luce del mondo naturale, mentre gli occhi degli angeli e degli spiriti sono idonei a ricevere la luce del mondo spirituale; seppure gli occhi dei due sono esattamente uguali nell'aspetto. Che il mondo spirituale sia tale, l'uomo naturale non può comprenderlo, e men che meno l'uomo sensuale, che non crede in nulla che non possa vedere con gli occhi del corpo e toccare con le mani. Siccome il suo pensiero proviene da tale percezione, non può che essere materiale e non spirituale. Essendo tale la relazione tra mondo spirituale e mondo naturale, l'uomo difficilmente può credere dopo la morte che egli non è più nel mondo dove è nato e da cui è partito. Per questo motivo la morte è chiamata semplicemente una traslazione da un mondo in un altro simile al primo. (Che i due mondi siano simili può essere visto in precedenza, ove si è trattato delle rappresentazioni e delle apparenze nel cielo, nn. 170-176.).

  
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