From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #4442

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4442. ‘Et exivit Hamor pater Shechemi ad Jacobum ad loquendum cum eo’: quod significet consultationem de vero Ecclesiae illius, constat ex repraesentatione ‘Hamoris patris Shechemi’ quod sit antiquorum verum, de qua n. 4430, 4431; ex repraesentatione ‘Jacobi’ quod sit Ecclesia Antiqua externa, de qua mox supra n. 4439; et ex significatione ‘loqui cum eo’ quod sit consultare; inde per illa verba significatur consultatio de vero Ecclesiae illius.

Qui non scit quod nomina in Verbo significent res, mirabitur quod per haec verba, ‘Exivit Hamor pater Shechemi ad Jacobum ad loquendum cum eo’ significetur consultatio veri Ecclesiae apud antiquos cum vero quod secundum Ecclesiam 1 Antiquam apud posteros Jacobi instaurandam; sed non mirabitur, qui scit quod talis sensus internus Verbi sit; ne quidem illi qui morem scribendi apud antiquos ex libris eorum sibi notum fecerant; commune enim fuerat apud illos introducere res quasi colloquentes, ut sapientiam, intelligentiam, scientias, et similia; et quoque indere illis nomina per quae talia significabantur; veterum dii et semidei non aliud fuerunt, et quoque personae quas finxerunt ut res historice concinnarent:

[2] veteres sophi hunc morem tulerunt ab Antiqua Ecclesia, quae per multum orbis Asiatici dispersa fuit, n. 1238, 2385; nam qui ab Ecclesia Antiqua 2 fuerunt, res sacras per repraesentativa et significativa concinnarunt; Antiqua autem Ecclesia hoc tulit ex ore antiquissimorum qui ante diluvium, n.

920, 1409, 1977, 2896, 2897; et hi a caelo, nam communicationem cum caelo habuerunt, n. 784, 1114-1125; primum enim caelum, quod est ultimum trium, in talibus repraesentativis et significativis est; inde est quod Verbum tali stilo conscriptum sit; sed Verbum prae veterum scriptis hoc peculiare habet quod singulae res in continua serie repraesentent caelestia et spiritualia regni Domini ac in supremo sensu Ipsum Dominum; et quod ipsa historica etiam talia sint; et quod magis, quod reales correspondentiae sint, et hae continuae per tres caelos a Domino.

Footnotes:

1. Ecclesiae quae secundum

2. illa

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

The Bible

 

Matteo 25

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1 Allora il regno de’ cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrar lo sposo.

2 Or cinque d’esse erano stolte e cinque avvedute;

3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avean preso seco dell’olio;

4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avean preso dell’olio ne’ vasi.

5 Or tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose e si addormentarono.

6 E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro!

7 Allora tutte quelle vergini si destarono e acconciaron le loro lampade.

8 E le stolte dissero alle avvedute: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.

9 Ma le avvedute risposero: No, che talora non basti per noi e per voi; andate piuttosto da’ venditori e compratevene!

10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che eran pronte, entraron con lui nella sala delle nozze, e l’uscio fu chiuso.

11 All’ultimo vennero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici!

12 Ma egli, rispondendo, disse: Io vi dico in verità: Non vi conosco.

13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

14 Poiché avverrà come di un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servitori e affidò loro i suoi beni;

15 e all’uno diede cinque talenti, a un altro due, e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.

16 Subito, colui che avea ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque.

17 Parimente, quello de’ due ne guadagnò altri due.

18 Ma colui che ne avea ricevuto uno, andò e, fatta una buca in terra, vi nascose il danaro del suo padrone.

19 Or dopo molto tempo, ecco il padrone di que’ servitori a fare i conti con loro.

20 E colui che avea ricevuto i cinque talenti, venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: Signore, tu m’affidasti cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.

21 E il suo padrone gli disse: Va bene, buono e fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore.

22 Poi, presentatosi anche quello de’ due talenti, disse: Signore, tu m’affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due.

23 Il suo padrone gli disse: Va bene, buono e fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore.

24 Poi, accostatosi anche quello che avea ricevuto un talento solo, disse: Signore, io sapevo che tu sei uomo duro, che mieti dove non hai seminato, e raccogli dove non hai sparso;

25 ebbi paura, e andai a nascondere il tuo talento sotterra; eccoti il tuo.

26 E il suo padrone, rispondendo, gli disse: Servo malvagio ed infingardo, tu sapevi ch’io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;

27 dovevi dunque portare il mio danaro dai banchieri; e al mio ritorno, avrei ritirato il mio con interesse.

28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a colui che ha i dieci talenti.

29 Poiché a chiunque ha sarà dato, ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

30 E quel servitore disutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il pianto e lo stridor dei denti.

31 Or quando il Figliuol dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria.

32 E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri;

33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

34 Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v’è stato preparato sin dalla fondazione del mondo.

35 Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e m’accoglieste;

36 fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi.

37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai t’abbiam veduto aver fame e t’abbiam dato da mangiare? o aver sete e t’abbiam dato da bere?

38 Quando mai t’abbiam veduto forestiere e t’abbiamo accolto? o ignudo e t’abbiam rivestito?

39 Quando mai t’abbiam veduto infermo o in prigione e siam venuti a trovarti?

40 E il Re, rispondendo, dirà loro: In verità vi dico che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me.

41 Allora dirà anche a coloro della sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato pel diavolo e per i suoi angeli!

42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere;

43 fui forestiere e non m’accoglieste; ignudo, e non mi rivestiste; infermo ed in prigione, e non mi visitaste.

44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: Signore, quando t’abbiam veduto aver fame, o sete, o esser forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione, e non t’abbiamo assistito?

45 Allora risponderà loro, dicendo: In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto ad uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me.

46 E questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.

   

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Arcana Coelestia #2385

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2385. ‘Et laboraverunt ad inveniendum januam’: quod significet usque ut non videre possent aliquid verum quod duceret ad bonum, constat a significatione ‘januae’ quod sit introductio et aditus, et quod sit ipsum verum quia hoc introducit ad bonum, de qua supra n. 2356; hic autem per ‘januam’ significantur cognitiones quae introducunt 1 ad verum; nam janua, ut supra n. 2356 dictum, erat ante domum, nam 2 dicitur quod Lot ‘exiverit ad januam, et ostium clauserit post se’, vers. 6, inde ‘laborare ad inveniendum januam’ est non videre aliquid verum quod duceret ad bonum: tales fiunt illi, imprimis ultimis temporibus, qui ex ratiocinatione excludunt doctrinalia, ac nihil credunt nisi prius capiant;

[2] vita mali tunc continue in rationale eorum influit, et quoddam lumen fallax ex igne affectionum mali infundit et facit ut videant falsa sicut ver quemadmodum solent qui in lumine nocturno vident phantasmata; eadem dein confirmantur multis, et fiunt doctrinalia; sicut sunt illorum qui dicunt quod vita quae est affectionis, nihil faciat, sed solum fides quae est cogitationis:

[3] quod principium unumquodvis qualecumque sit, si vel foret ipsum falsum, semel captum, innumeris possit confirmari ac ita in externa forma sisti, sicut foret ipsum veram, cuivis non esse potest; inde haereses, a quibus semel confirmatis nusquam receditur: sed ex falso principio non nisi quam falsa profluunt, quibus si interjecta sunt vera, usque cum principium falsum per illa confirmatur, fiunt vera falsificata, quia inquinata ab essentia principii:

[4] aliter prorsus si ipsum verum pro principio accipitur, et hoc confirmatur, ut pro exemplo quod amor in Dominum, et charitas erga proximum, sint a quibus pendet omnis lex et de quibus loquantur omnes prophetae, ac ita quod illa sint essentialia omnis doctrinae et cultus, tunc illuminaretur mens ab innumerabilibus quae in Verbo quae alioquin latent occultata in obscuro principii falsi; immo tunc dissiparentur haereses, et ex pluribus fieret una Ecclesia, utcumque doctrinalia inde fluentia aut illuc ducentia, tum ritualia, differrent;

[5] talis fuit Antiqua Ecclesia, quae per 3 plura regna erat extensa, nempe per Assyriam, Mesopotamiam, Syriam, Aethiopiam, Arabiam, Lybiam, Aegyptum, Philistaeam usque ad Tyrum et Zidonem, per terram Canaanem cis et trans Jordanem; apud eos doctrinalia et ritualia differebant, sed usque Ecclesia una fuit quia charitas iis essentialis; et tunc fuit regnum Domini in terris sicut in caelis, nam caelum tale est, videatur n. 684, 690; si ita regerentur omnes sicut unus homo a Domino, forent enim sicut membra et organa unius corporis quae tametsi non simili forma nec simili functione, usque se referant ad unum cor, a quo omnia et singula in sua forma, quae ubivis varia, pendent; tunc quisque diceret [de alio]: 4 In quacumque doctrina, et in quocunque cultu externo foret, hic frater meus', video quod colat Dominum et quod sit bonus.

Footnotes:

1. introducant, in the First Latin Edition

2. The Manuscript inserts ostium autem ad domum.

3. The Manuscript inserts primo tempore.

4. The Manuscript has Non possum damnare illum quod aliter sentiat, video etc. This is deleted and the above inserted, but with est, not hic.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.