De obras de Swedenborg

 

Arcana Coelestia #6771

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6771. ‘Et audivit Pharao verbum hoc, et quaesivit occidere Moschen’: quod significet quod scientificum falsum eo appercepto destruere vellet verum quod legis a Divino, constat ex significatione ‘audire’ quod sit appercipere, de qua n. 5017; ex repraesentatione ‘Pharaonis’ quod sit scientificum quod contra vera Ecclesiae, ita falsum, de qua n. 6651, 6679, 6683; ex significatione ‘ 1 occidere’ quod sit 2 destruere, de qua n. 6767, ita ‘ 3 quaerere occidere’ est velle destruere; et ex repraesentatione ‘Moschis’ quod sit lex Divina, et verum Divinum, de qua n. 6752, ita verum quod legis Divinae; dicitur verum quod legis Divinae, non lex Divina, quia adhuc agitur de progressu legis Divinae in Humano Domini; ex his constat quod per ‘audivit Pharao verbum hoc, et quaesivit occidere Moschen’ significetur quod scientificum falsum eo appercepto destruere vellet verum quod legis Divinae.

Notas a pie de página:

1. The Manuscript inserts quaesire (but quaerere is intended)

2. The Manuscript inserts velle.

3. quaesire, in the First Latin Edition.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

De obras de Swedenborg

 

Arcana Coelestia #1659

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1659. Significato interiore

Le cose contenute in questo capitolo appaiono come se fossero prive di valenza rappresentativa, in quanto si tratta solo delle guerre tra diversi re, del salvataggio di Lot da parte di Abramo, e infine di Melchisedek. E quindi sembra che non contengano alcun arcano celeste. Ma queste cose, come tutto il resto, celano nel senso interno gli arcani più profondi, che seguono in una serie continua da quelli che precedono, e sono connessi in una serie continua con quelle che seguono.

[2] In quelli che precedono, si fa riferimento al Signore, alla sua istruzione, e anche al suo uomo esterno, che doveva essere congiunto all'interno mediante le conoscenze. Ma dato che il suo uomo esterno era, come detto in precedenza, di una natura tale che aveva in sé cose ereditate dalla madre, che impedivano la congiunzione, e nondimeno, dovevano essere espulse per mezzo di combattimenti e tentazioni, prima che il suo uomo esterno potesse essere congiunto all'uomo interno, ovvero la sua essenza umana alla Divina essenza, i combattimenti sono il tema trattato in questo capitolo; e sono rappresentati e significati nel senso interno dalle guerre. È noto all'interno della chiesa che Melchisedek rappresentava il Signore, e pertanto che il Signore s'intende nel senso interno laddove ricorre il nome di Melchisedek. Si può concludere da questo, che non solo le cose riguardanti Melchisedek, ma anche il resto, sono rappresentative; perché non è stata scritta una sola sillaba nella Parola che non sia stata mandata dal cielo e di conseguenza, in cui gli angeli non vedono cose celesti.

[3] Anche in tempi remoti, molte cose erano rappresentate dalle guerre che furono chiamate le guerre di Jehovah e che non significavano altro che i combattimenti della chiesa e degli appartenenti alla chiesa, cioè le loro tentazioni, che non sono altro che combattimenti e guerre con i mali in loro stessi, e conseguentemente con l'orda diabolica che eccita i mali, e profonde ogni sforzo per distruggere la chiesa e l'uomo della chiesa. Che non si intenda altro nella Parola per guerre può essere chiaramente visto dal fatto che nulla può essere trattato nella Parola se non il Signore e il suo regno, e la chiesa; perché essa è Divina e non umana, di conseguenza celeste e non mondana, e pertanto con il termine guerre, nient'altro può essere inteso nel senso interno. Questo sarà più evidente da ciò che segue.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.