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Genesi 16

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1 Or Sarai, moglie d’Abramo, non gli avea dato figliuoli. Essa aveva una serva egiziana per nome Agar.

2 E Sarai disse ad Abramo: "Ecco, l’Eterno m’ha fatta sterile; deh, va’ dalla mia serva; forse avrò progenie da lei". E Abramo dette ascolto alla voce di Sarai.

3 Sarai dunque, moglie d’Abramo, dopo che Abramo ebbe dimorato dieci anni nel paese di Canaan, prese la sua serva Agar, l’Egiziana, e la diede per moglie ad Abramo suo marito.

4 Ed egli andò da Agar, che rimase incinta; e quando s’accorse ch’era incinta, guardò la sua padrona con disprezzo.

5 E Sarai disse ad Abramo: "L’ingiuria fatta a me, ricade su te. Io t’ho dato la mia serva in seno; e da che ella s’è accorta ch’era incinta, mi guarda con disprezzo. L’Eterno sia giudice fra me e te".

6 E Abramo rispose a Sarai: "Ecco, la tua serva è in tuo potere; fa’ con lei come ti piacerà". Sarai la trattò duramente, ed ella se ne fuggì da lei.

7 E l’angelo dell’Eterno la trovò presso una sorgente d’acqua, nel deserto, presso la sorgente ch’è sulla via di Shur,

8 e le disse: "Agar, serva di Sarai, donde vieni? e dove vai?" Ed ella rispose: "Me ne fuggo dal cospetto di Sarai mia padrona".

9 E l’angelo dell’Eterno le disse: "Torna alla tua padrona, e umiliati sotto la sua mano".

10 L’angelo dell’Eterno soggiunse: "Io moltiplicherò grandemente la tua progenie, e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa".

11 E l’angelo dell’Eterno le disse ancora: "Ecco, tu sei incinta, e partorirai un figliuolo, al quale porrai nome Ismaele, perché l’Eterno t’ha ascoltata nella tua afflizione;

12 esso sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà in faccia a tutti i suoi fratelli".

13 Allora Agar chiamò il nome dell’Eterno che le avea parlato, Atta-El-Roi, perché disse: "Ho io, proprio qui, veduto andarsene colui che m’ha vista?"

14 Perciò quel pozzo fu chiamato "il pozzo di Lachai-Roi". Ecco, esso è fra Kades e Bered.

15 E Agar partorì un figliuolo ad Abramo; e Abramo, al figliuolo che Agar gli avea partorito, pose nome Ismaele.

16 Abramo aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.

   

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Arcana Coelestia #1925

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1925. L'angelo di Jehovah la trovò. Che ciò significhi il pensiero dell'uomo interiore, vale a dire nel Signore, può essere visto dalla valenza rappresentativa e dal significato di angelo di Jehovah. L'angelo di Jehovah ricorre diverse volte nella Parola, e ovunque - nel senso buono - rappresenta e significa qualcosa di essenziale nel Signore e dal Signore. Ma ciò che qui rappresenta e significa può essere visto dal contesto. Erano angeli quelli inviati agli uomini e che parlavano attraverso i profeti; eppure ciò di cui essi parlavano non era da loro stessi, ma per loro tramite, poiché il loro stato era allora tale che essi non sapevano altro se non che erano Jehovah, cioè il Signore; e non appena avevano finito di parlare, tornavano nel loro stato precedente e parlavano come da loro stessi.

[2] Questo è stato il caso degli angeli che hanno pronunciato la Parola del Signore, come mi è stato dato di conoscere da un'esperienza molto simile nell'altra vita, riguardo alla quale, per Divina misericordia del Signore, si dirà qui di seguito. Questo è il motivo per cui gli angeli venivano talvolta chiamati Jehovah; come è chiaramente evidente dall'angelo che apparve a Mosè nel rovo, di cui è scritto:

E l'angelo di Jehovah apparve a Mosè in una fiamma di fuoco in mezzo a un rovo. Jehovah vide che egli si era avvicinato per vedere, e Dio lo chiamò dal mezzo del rovo. Dio disse a Mosè: Io sono colui che è. E Dio disse inoltre a Mosè: Così dirai ai figli d'Israele, Jehovah, Iddio dei vostri padri, mi ha mandato a voi (Esodo 3:2, 4, 14-15)

da cui è evidente che fu un angelo che apparve a Mosè come una fiamma nel rovo, e che parlò in quanto Jehovah perché il Signore ovvero Jehovah, parlò per mezzo di lui.

[3] Affinché la Parola possa venire all'uomo con parole di suono articolato e nel piano naturale esteriore, il Signore si serve del ministero degli angeli, permeandoli del Divino e assopendo ciò che è loro proprio, in modo tale che in quel momento non sanno altro se non che loro stessi siano Jehovah. In questo modo il Divino di Jehovah, che è nelle cose più elevate, scende in ciò che è più in basso, nella natura, in cui è l'uomo, in quanto alla vista e all'udito. Così fu per l'angelo che parlò a Gedeone, di cui è detto nel libro dei Giudici:

L'angelo di Jehovah apparve a Gedeone e gli disse: Jehovah è con te, uomo forte e valoroso. E Gedeone gli disse: "In me, mio Signore; perché allora tutto questo ci è accaduto? E Jehovah lo guardò e disse: Va' nella tua forza. E Jehovah gli disse: Sicuramente sarò con te (Giudici 6:12, 14, 16)

e poi è detto:

E Gedeone vide che egli era l'angelo di Jehovah. E Gedeone disse, Signore Jehovah, ho dunque visto l'angelo di Jehovah faccia a faccia. E Jehovah gli disse: Pace a te; non temere (Giudici 6:22-23)

Anche in questo caso era un angelo, ma si trovava allora in uno stato tale che non sapeva altrimenti che era Jehovah ovvero il Signore.

[4] Così in un altro passo nel libro dei Giudici:

L'angelo di Jehovah salì da Ghilgal a Bochim, e disse: Ti ho fatto salire dall'Egitto e ti ho fatto entrare nella terra promessa ai vostri padri. Ho giurato questo, io non vanificherò la mia alleanza con voi per l'eternità (Giudici 2:1)

dove allo stesso modo un angelo parla in nome di Jehovah, dicendo che li aveva guidati fuori dal paese d'Egitto, quando invece l'angelo non li condusse fuori, ma Jehovah, come è stato detto molte volte altrove. Da tutto ciò possiamo vedere in che modo gli angeli hanno parlato attraverso i profeti, vale a dire che Jehovah stesso ha parlato, ma attraverso gli angeli, e gli angeli non hanno parlato da loro stessi.

Che la Parola è dal Signore è evidente da molti passi, come in Matteo:

Si adempia ciò che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, dicendo: Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio (Matteo 1:22-23)

oltre ad altri passi. Dato che quando il Signore parla con gli uomini, lo fa attraverso gli angeli, perciò talvolta nella Parola il Signore è anche chiamato angelo; e allora per angelo, come già detto, s'intende qualcosa di essenziale nel Signore e dal Signore; come, nel presente caso, il pensiero interiore del Signore. Perciò l'angelo è chiamato in questo capitolo Jehovah e anche Dio, come nel versetto 13: E invocò Jehovah che le parlava, Tu Dio mi vedi.

[5] In altri luoghi anche alcuni specifici attributi del Signore sono indicati dagli angeli.

Come in Giovanni:

Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese (Rivelazione 1:20)

Non ci sono angeli delle chiese, ma per angeli si intende ciò che è della chiesa, quindi ciò che è del Signore in relazione alle chiese. E ancora:

Vidi il muro della Santa Gerusalemme alto e grande; aveva dodici porte, e sulle porte dodici angeli, e nomi scritti che sono i nomi delle dodici tribù dei figli di Israele (Rivelazione 21:12)

dove per i dodici angeli s'intende lo stesso che per le dodici tribù, vale a dire, tutte le cose della fede, e quindi il Signore, da cui è la fede e tutto ciò che è inerente alla fede. E ancora:

E vidi un altro angelo volare in mezzo al cielo, che portava con sé il vangelo eterno (Rivelazione 14:6)

dove per angelo s'intende il vangelo, che è unicamente dal Signore.

[6] In Isaia:

L'angelo dei suoi volti li salvò; nel suo amore e nella sua compassione li ha salvati, li ha sollevati e sostenuti per tutti i giorni dell'eternità (Isaia 63:9)

dove per angelo dei suoi volti si intende la misericordia del Signore verso l'intero genere umano, nel redimerli. Così fu detto da Giacobbe quando benedisse i figli di Giuseppe:

L'angelo che mi ha redento da tutti i mali benedica questi giovinetti (Genesi 48:16),

dove anche la redenzione, che è dal Signore, è rappresentata dall'angelo.

In Malachia:

Il Signore che cercate, verrà improvvisamente al suo tempio; e così anche l'angelo dell'alleanza che voi desiderate (Malachia 3:1)

qui è chiaramente evidente che il Signore è simboleggiato dall'angelo, dal momento che è chiamato angelo dell'alleanza, in relazione al suo avvento.

E ancora più chiaramente appare che il Signore è rappresentato da un angelo, in Esodo:

Ecco, mando un angelo davanti a te, per custodirti nel cammino e per portarti nel luogo che ho preparato. Egli non tollererà la tua trasgressione, perché il mio nome è in lui (Esodo 22:20-21)

Quindi ora è evidente che per angelo nella Parola si intende il Signore; ma cosa s'intenda del Signore, appare dalla serie e dalla contesto nel senso interno.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.