The Bible

 

Genesi 15

Study

   

1 Dopo queste cose, la parola dell’Eterno fu rivolta in visione ad Abramo, dicendo: "Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima".

2 E Abramo disse: "Signore, Eterno, che mi darai tu? poiché io me ne vo senza figliuoli, e chi possederà la mia casa è Eliezer di Damasco".

3 E Abramo soggiunse: "Tu non m’hai dato progenie; ed ecco, uno schiavo nato in casa mia sarà mio erede".

4 Allora la parola dell’Eterno gli fu rivolta, dicendo: "Questi non sarà tuo erede; ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà erede tuo".

5 E lo menò fuori, e gli disse: "Mira il cielo, e conta le stelle, se le puoi contare". E gli disse: "Così sarà la tua progenie".

6 Ed egli credette all’Eterno, che gli contò questo come giustizia.

7 E l’Eterno gli disse: "Io sono l’Eterno che t’ho fatto uscire da Ur de’ Caldei per darti questo paese, perché tu lo possegga".

8 E Abramo chiese: "Signore, Eterno, da che posso io conoscere che lo possederò?"

9 E l’Eterno gli rispose: "Pigliami una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione".

10 Ed egli prese tutti questi animali, li divise per mezzo, e pose ciascuna metà dirimpetto all’altra; ma non divise gli uccelli.

11 Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò.

12 E, sul tramontare del sole, un profondo sonno cadde sopra Abramo; ed ecco, uno spavento, una oscurità profonda, cadde su lui.

13 E l’Eterno disse ad Abramo: "Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi, e saranno oppressi per quattrocento anni;

14 ma io giudicherò la gente di cui saranno stati servi; e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze.

15 E tu te n’andrai in pace ai tuoi padri, e sarai sepolto dopo una prospera vecchiezza.

16 E alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l’iniquità degli Amorei non e giunta finora al colmo".

17 Or come il sole si fu coricato e venne la notte scura, ecco una fornace fumante ed una fiamma di fuoco passare in mezzo agli animali divisi.

18 In quel giorno l’Eterno fece patto con Abramo, dicendo: "Io do alla tua progenie questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate;

19 i Kenei, i Kenizei, i Kadmonei,

20 gli Hittei, i Ferezei, i Refei,

21 gli Amorei, i Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei".

   

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #1807

Study this Passage

  
/ 10837  
  

1807. E disse: Guarda ora verso il cielo. Che questo significhi la rappresentazione del regno del Signore in una visione mentale dell'universo, si può vedere dal significato di cielo. Cielo nella Parola, nel senso interno, non significa il cielo che appare alla vista, ma il regno del Signore, universalmente e nel particolare. Quando un uomo che guarda alle cose interne attraverso quelle esteriori vede i cieli, non pensa a tutto il cielo stellato, ma al cielo angelico; e quando vede il sole, non pensa al sole, ma al Signore, come il sole del cielo. Così anche quando vede la luna e anche le stelle; e quando vede l'immensità dei cieli, non pensa alla loro immensità, ma al potere incommensurabile e infinito del Signore. È lo stesso quando vede tutte le altre cose, perché non c'è nulla che non sia rappresentativo.

[2] Allo stesso modo per le cose sulla terra; come quando osserva l'alba, non pensa all'alba, ma al sorgere di tutte le cose dal Signore, e alla progressione nel giorno della sapienza. Così, quando vede giardini, boschetti e aiuole, l'occhio non fissa alcun albero, fioritura, foglia o frutto; ma alle cose celesti che questi rappresentano; né fissa alcun fiore, e la sua bellezza e piacevolezza; ma ciò che rappresentano nell'altra vita. Perché non c'è niente di bello e piacevole nei cieli o sulla terra, che non sia in qualche modo rappresentativo del regno del Signore; si veda in proposito ciò che è stato detto in n. 1632. Questo è guardare verso il cielo, che significa una rappresentazione del regno del Signore in una visione mentale dell'universo.

[3] Il motivo per cui tutte le cose nel cielo e sulla terra sono rappresentative, è che esse sono venute ad esistenza e sussistono continuamente per influsso del Signore attraverso attraverso il cielo. È come per il corpo umano, che esiste e sussiste per mezzo dell'anima; in proposito, tutte le cose del corpo, sia in generale, sia nel particolare, sono rappresentative dell'anima. L'anima è nell'uso e nel fine, mentre il corpo è nell'esercizio di questi. Tutti gli effetti, qualsiasi essi siano, sono allo stesso modo rappresentativi degli usi, che ne sono le cause; e gli usi sono rappresentativi dei fini che appartengono ai principi.

[4] Coloro che sono nelle idee Divine non si soffermano mai nella vista esteriore, ma da questa e attraverso questa vedono costantemente le cose interiori. Gli autentici soggetti interni sono quelli inerenti il regno del Signore, dunque quelli che sono nell'autentico fine. È lo stesso per la Parola del Signore; colui che è nelle cose Divine, non considera mai la Parola nel suo senso letterale, ma lo considera come rappresentativo e significativo delle cose celesti e spirituali della chiesa e del regno del Signore. Per lui il senso letterale è semplicemente un mezzo per veicolare il suo pensiero. Tale era la vista del Signore.

  
/ 10837  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.