The Bible

 

Amos 6

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1 Guai a quelli che vivon tranquilli in Sion, e fiduciosi sul monte di Samaria! Ai notabili della prima fra le nazioni, dietro ai quali va la casa d’Israele!

2 Passate a Calne e guadate, e di là andate fino a Hamath la grande, poi scendete a Gath dei Filistei: Quelle città stanno esse meglio di questi regni? O il loro territorio è esso più vasto del vostro?

3 Voi volete allontanare il giorno malvagio e fate avvicinare il regno della violenza.

4 Giacciono sul letti d’avorio, si sdraiano sui loro divani, mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli tratti dalla stalla.

5 Vaneggiano al suon del saltèro, s’inventano strumenti musicali come Davide;

6 bevono il vino in larghe coppe e s’ungono con gli oli più squisiti, ma non s’addolorano per la ruina di Giuseppe.

7 Perciò se n’andranno in cattività alla testa dei deportati; e cesseranno i clamori di questi banchettanti.

8 Il Signore, l’Eterno l’ha giurato per sé stesso, dice l’Eterno, l’Iddio degli eserciti: Io detesto la magnificenza di Giacobbe, odio i suoi palazzi, e darò in man del nemico la città con tutto quel che contiene.

9 E avverrà che, se restan dieci uomini in una casa, morranno.

10 Un parente verrà con colui che brucia i corpi a prendere il morto, e portarne via di casa le ossa; e dirà a colui che è in fondo alla casa: "Ce n’è altri con te?" L’altro risponderà: "No". E il primo dirà: "Zitto! Non è il momento di menzionare il nome dell’Eterno".

11 Poiché, ecco, l’Eterno comanda, e fa cadere a pezzi la casa grande e riduce la piccola in frantumi.

12 I cavalli corrono essi sulle rocce, vi si ara egli coi bovi, che voi mutiate il diritto in veleno, e il frutto della giustizia in assenzio?

13 Voi, che vi rallegrate di cose da nulla; voi, che dite: "Non è egli con la nostra forza che abbiamo acquistato potenza?"

14 Poiché, ecco, o casa d’Israele, dice l’Eterno, l’Iddio degli eserciti, io faccio sorgere contro di voi, una nazione che vi opprimerà dall’ingresso di Hamath fino al torrente del deserto.

   

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #576

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576. Che il numero dieci, e anche i decimi, significano i resti, è evidente dai seguenti passi della Parola:

Molte case, grandi e belle, saranno nella desolazione, senza un abitante; perché dieci acri di vigna daranno un bat, e un homer di semi daranno un efa (Isaia 5:9-10)

riferendosi alla distruzione delle cose spirituali e celesti: dieci acri di vigna daranno un bat significa che i resti delle cose spirituali erano pochi; e un homer di semi darà un efa significa che vi erano resti minimi delle cose celesti.

Nello stesso profeta:

E molte cose sono abbandonate in mezzo al paese, ma in esso ci sarà una decima parte, che tornerà, e tuttavia essa deve essere consumata (Isaia 6:12-13)

dove in mezzo al paese significa l'uomo interno; la decima parte significa la minima consistenza dei resti.

In Ezechiele:

Amministrate rettamente la giustizia, abbiate un efa giusto, e un bat giusto: l'efa e il bat devono essere della giusta misura, un bat per contenere un decimo di un homer, e un efa un decimo di un homer; la loro misura sarà rapportata all'homer; e un bat di olio, un decimo di un kor, dieci bat sono un homer (Ezechiele 45:10-11, 14);

in questo passo si fa riferimento alle cose sante del Signore attraverso le misure, con le quali sono intesi i generi delle cose sante. Dieci qui indica i resti delle cose celesti e di quelle spirituali che ne derivano. Se tali santi arcani non fossero contenuti nel presenti passo, quale potrebbe essere l'uso o l'intento di descrivere tante misure determinate da numeri, come si fa in questo e nei precedenti capitoli nello stesso profeta, dove il soggetto è la Gerusalemme celeste e il nuovo tempio?

[2] In Amos:

La vergine Israele è caduta, e non si rialzerà. Così dice il Signore Jehovih, nella città da cui sono fuggiti in mille ne rimarranno cento, e in quella da cui sono fuggiti cento, ne rimarranno dieci alla casa d'Israele (Amos 5:2-3)

dove, parlando dei resti, si dice che molto poco sarebbe rimasto, essendo solo una decima parte, o resti di resti.

Nello stesso profeta:

Detesto l'orgoglio di Giacobbe e i suoi palazzi. La città, e il sua splendore cesseranno, e avverrà che se rimarranno dieci uomini in una casa, anche essi moriranno (Amos 6:8-9) riferendosi ai minimi resti che rimarrebbero.

In Mosè:

L'Ammonita e il Moabita non entreranno nella congregazione del Signore, anche la loro decima generazione non entrerà nella congregazione di Signore per l'eternità (Deuteronomio 23:3)

L'Ammonita e il Moabita significano la profanazione delle cose celesti e spirituali della fede, dei cui resti si fa riferimento in ciò che precede.

[3] Quindi emerge anche che i decimi rappresentano i resti. E così in Malachia:

Portate tutte le decime nel tesoro del tempio, affinché ci possa essere ricchezza nella mia casa; poi mettetemi alla prova in questo, se non si apriranno per voi le cateratte del cielo, per colmarvi di benedizioni (Malachia 3:10)

Affinché ci possa essere ricchezza nella mia casa significa i resti nell'uomo interno, che vengono paragonati alla ricchezza, perché sono insinuati in modo impercettibile tra tanti mali e falsità; ed è da questi resti che ogni benedizione arriva. Che tutta la carità dell'uomo provenga dai resti che sono nell'uomo interno, è stato anche rappresentato nella chiesa ebraica dalla presente legge: che quando si fosse provveduto a prelevare tutte le decime, si sarebbe dovuto beneficiare il Levita, lo straniero, l'orfano e la vedova (Deuteronomio 26:12 ss.).

[4] In virtù del fatto che i resti sono del Signore solo, le decime sono chiamate la santità del Signore; come in Mosè:

Tutte le decime del paese, delle granaglie del suolo, dei frutti dell'albero, appartengono al Signore, la santità del Signore. Tutte le decime della mandria e del gregge, di ogni capo che passa sotto il bastone del pastore, il decimo sarà la santità del Signore (Levitico 27:30-31)

Che il Decalogo consisteva di dieci precetti, o dieci parole, e che il Signore li ha scritti su tavole (Deuteronomio 10:4), significa i resti; e il loro essere stati scritti dalla mano del Signore significa che ciò che rimane appartiene al Signore solo; il loro essere nell'uomo interno era rappresentato dalle tavole.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.