Commento

 

Libertà di parola. Libero pensiero. Libera religione.

Da New Christian Bible Study Staff (tradotto automaticamente in Italiano)

Sunrise over a field of grain.

Daniele 6:7-23Luca 19:37-40La Vera Religione Cristiana 814Divina Provvidenza 144Divina Provvidenza 38Cielo e Inferno 598Atti 9Daniele 3Isaia 1:16)

Dalle opere di Swedenborg

 

Divina Provvidenza #38

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38. Nessun uomo immerso nei piaceri che derivano dalle cupidità del male può sapere alcunché dei piaceri delle affezioni del bene in cui si trova il cielo angelico, poiché questi due generi di piaceri sono assolutamente opposti fra loro interiormente, e quindi nel loro aspetto esteriore. Tuttavia, in superficie essi differiscono poco, infatti ogni amore ha i suoi piaceri, anche l’amore del male in coloro che sono nelle corrispondenti cupidità, come l’amore di commettere adulterio, di vendicarsi, di defraudare, di rubare, di abbandonarsi alla crudeltà; ed ancora, nei più malvagi, di bestemmiare le cose sante della chiesa, e di spandere veleno contro Dio. La sorgente di questi piaceri è l’amore di dominare in virtù dell’amore di sé. Questi piaceri derivano dalle cupidità che ossessionano gli accessi più profondi della mente, da cui scorrono nel corpo stimolando cose impure che eccitano le nostre fibre. Quindi, dal piacere della mente, secondo le cupidità, nasce il piacere del corpo. In cosa consistano e quali siano le cose impure che eccitano le nostre fibre, è concesso ad ognuno di saperlo dopo la morte, nel mondo spirituale: si tratta, in generale, di cose simili a cadaveri, escrementi, sterco, cose puzzolenti e fetide, poiché i loro inferni traboccano di tali immondizie, che sono corrispondenze (si veda in Divino Amore e Divina Sapienza, dal n. 422-424). Tuttavia, dopo che l’uomo entra nell’inferno, questi turpi piaceri si trasformano in crudeli tormenti. Abbiamo detto queste cose affinché si possa comprendere in cosa consiste e qual’è la felicità del cielo, di cui ora tratteremo, poiché ogni cosa si conosce dal suo opposto.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

La Bibbia

 

Daniel 6:7-23

Studio

      

7 Tutti i capi del regno, i prefetti e i satrapi, i consiglieri e i governatori si sono concertati perché il re promulghi un decreto e pubblichi un severo divieto, per i quali chiunque, entro lo spazio di trenta giorni, rivolgerà qualche richiesta a qualsivoglia dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa de’ leoni.

8 Ora, o re, promulga il divieto e firmane l’atto perché sia immutabile, conformemente alla legge dei Medi e de’ Persiani, che è irrevocabile".

9 Il re Dario quindi firmò il decreto e il divieto.

10 E quando Daniele seppe che il decreto era firmato, entrò in casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchi, pregava e rendeva grazie al suo Dio, come soleva fare per l’addietro.

11 Allora quegli uomini accorsero tumultuosamente, e trovarono Daniele che faceva richieste e supplicazioni al suo Dio.

12 Poi s’accostarono al re, e gli parlarono del divieto reale: "Non hai tu firmato un divieto, per il quale chiunque entro lo spazio di trenta giorni farà qualche richiesta a qualsivoglia dio o uomo tranne che a te, o re, deve essere gettato nella fossa de’ leoni?" Il re rispose e disse: "La cosa è stabilita, conformemente alla legge dei Medi e de’ Persiani, che è irrevocabile".

13 Allora quelli ripresero a dire in presenza del re: "Daniele, che è fra quelli che son stati menati in cattività da Giuda, non tiene in alcun conto né te, o re, né il divieto che tu hai firmato, ma prega il suo Dio tre volte al giorno".

14 Quand’ebbe udito questo, il re ne fu dolentissimo, e si mise in cuore di liberar Daniele; e fino al tramonto del sole fece di tutto per salvarlo.

15 Ma quegli uomini vennero tumultuosamente al re, e gli dissero: "Sappi, o re, che è legge dei Medi e de’ Persiani che nessun divieto o decreto promulgato dal re possa essere mutato".

16 Allora il re diede l’ordine, e Daniele fu menato e gettato nella fossa de’ leoni. E il re parlò a Daniele, e gli disse: "L’Iddio tuo, che tu servi del continuo, sarà quegli che ti libererà".

17 E fu portata una pietra, che fu messa sulla bocca della fossa; e il re la sigillò col suo anello e con l’anello de’ suoi grandi, perché nulla fosse mutato riguardo a Daniele.

18 Allora il re se ne andò al suo palazzo, e passò la notte in digiuno; non si fece venire alcuna concubina e il sonno fuggì da lui.

19 Poi il re si levò la mattina di buon’ora, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa de’ leoni.

20 E come fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce dolorosa, e il re prese a dire a Daniele: "Daniele, servo dell’Iddio vivente! Il tuo Dio, che tu servi del continuo, t’ha egli potuto liberare dai leoni?"

21 Allora Daniele disse al re: "O re, possa tu vivere in perpetuo!

22 Il mio Dio ha mandato il suo angelo e ha chiuso la bocca de’ leoni che non m’hanno fatto alcun male, perché io sono stato trovato innocente nel suo cospetto; e anche davanti a te, o re, non ho fatto alcun male".

23 Allora il re fu ricolmo di gioia, e ordinò che Daniele fosse tratto fuori dalla fossa; e Daniele fu tratto fuori dalla fossa, e non si trovò su di lui lesione di sorta, perché s’era confidato nel suo Dio.