Giobbe 10

Studio

   

1 L’anima mia si annoia della mia vita. Io mi lascerò scorrere addosso il mio lamento; Io parlerò nell’amaritudine dell’anima mia.

2 Io dirò a Dio: Non condannarmi; Fammi assapere perchè tu litighi meco.

3 Ti par egli ben fatto di oppressare, Di sdegnar l’opera delle tue mani, E di risplendere sopra il consiglio degli empi?

4 Hai tu occhi di carne? Vedi tu come vede l’uomo?

5 Sono i tuoi giorni come i giorni dell’uomo mortale? Sono i tuoi anni come l’età umana?

6 Che tu faccia inchiesta della mia iniquità, E prenda informazione del mio peccato?

7 A te si appartiene di conoscere che io non son reo; E non vi è niuno che riscuota dalla tua mano.

8 Le tue mani mi hanno formato e composto; E tu mi distruggi tutto quanto d’ogn’intorno.

9 Deh! ricordati che tu mi hai formato come dell’argilla; E tu mi fai ritornare in polvere.

10 Non mi hai tu colato come latte, E fatto rappigliar come un cacio?

11 Tu mi hai vestito di pelle e di carne E mi hai contesto d’ossa e di nervi.

12 Tu mi hai data la vita, ed hai usata benignità inverso me; E la tua cura ha guardato lo spirito mio.

13 E pur tu avevi riposte queste cose nel cuor tuo; Io conosco che questo era appo te.

14 Se io ho peccato, tu mi hai notato, E non mi hai assolto della mia iniquità.

15 Se io sono stato reo, guai a me; E se son giusto, non però alzo il capo, Essendo sazio d’ignominia, e veggendo la mia afflizione;

16 E se pur l’alzo, tu mi cacci a giusa di fiero leone, E torni a dimostrarti maraviglioso contro a me.

17 Tu mi produci in faccia nuovi testimoni tuoi; Tu accresci la tua indegnazione contro a me; Eserciti a muta sono sopra me.

18 Perchè dunque mi hai tratto fuor della matrice? Io vi sarei spirato, e l’occhio d’alcuno non mi avrebbe veduto.

19 Io sarei stato come se non avessi giammai avuto essere; Io sarei stato portato dal seno alla sepoltura.

20 I miei giorni non sono eglino poca cosa? cessa dunque, E rimanti da me, sì che io mi rinforzi un poco;

21 Avanti che io me ne vada alla terra delle tenebre, Dell’ombra della morte, onde mai non tornerò;

22 Alla terra d’oscurità simile a caligine; D’ombra di morte, ove non è ordine alcuno; E la quale, quando fa chiaro, è simile a caligine.

   

To many Protestant and Evangelical Italians, the Bibles translated by Giovanni Diodati are an important part of their history. Diodati’s first Italian Bible edition was printed in 1607, and his second in 1641. He died in 1649. Throughout the 1800s two editions of Diodati’s text were printed by the British Foreign Bible Society. This is the more recent 1894 edition, translated by Claudiana.