Die Bibel

 

Genesi 16

Lernen

   

1 Or Sarai, moglie d’Abramo, non gli avea dato figliuoli. Essa aveva una serva egiziana per nome Agar.

2 E Sarai disse ad Abramo: "Ecco, l’Eterno m’ha fatta sterile; deh, va’ dalla mia serva; forse avrò progenie da lei". E Abramo dette ascolto alla voce di Sarai.

3 Sarai dunque, moglie d’Abramo, dopo che Abramo ebbe dimorato dieci anni nel paese di Canaan, prese la sua serva Agar, l’Egiziana, e la diede per moglie ad Abramo suo marito.

4 Ed egli andò da Agar, che rimase incinta; e quando s’accorse ch’era incinta, guardò la sua padrona con disprezzo.

5 E Sarai disse ad Abramo: "L’ingiuria fatta a me, ricade su te. Io t’ho dato la mia serva in seno; e da che ella s’è accorta ch’era incinta, mi guarda con disprezzo. L’Eterno sia giudice fra me e te".

6 E Abramo rispose a Sarai: "Ecco, la tua serva è in tuo potere; fa’ con lei come ti piacerà". Sarai la trattò duramente, ed ella se ne fuggì da lei.

7 E l’angelo dell’Eterno la trovò presso una sorgente d’acqua, nel deserto, presso la sorgente ch’è sulla via di Shur,

8 e le disse: "Agar, serva di Sarai, donde vieni? e dove vai?" Ed ella rispose: "Me ne fuggo dal cospetto di Sarai mia padrona".

9 E l’angelo dell’Eterno le disse: "Torna alla tua padrona, e umiliati sotto la sua mano".

10 L’angelo dell’Eterno soggiunse: "Io moltiplicherò grandemente la tua progenie, e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa".

11 E l’angelo dell’Eterno le disse ancora: "Ecco, tu sei incinta, e partorirai un figliuolo, al quale porrai nome Ismaele, perché l’Eterno t’ha ascoltata nella tua afflizione;

12 esso sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà in faccia a tutti i suoi fratelli".

13 Allora Agar chiamò il nome dell’Eterno che le avea parlato, Atta-El-Roi, perché disse: "Ho io, proprio qui, veduto andarsene colui che m’ha vista?"

14 Perciò quel pozzo fu chiamato "il pozzo di Lachai-Roi". Ecco, esso è fra Kades e Bered.

15 E Agar partorì un figliuolo ad Abramo; e Abramo, al figliuolo che Agar gli avea partorito, pose nome Ismaele.

16 Abramo aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.

   

Aus Swedenborgs Werken

 

Arcana Coelestia #1950

studieren Sie diesen Abschnitt

  
/ 10837  
  

1950. La sua mano contro tutti. Che ciò significhi che farà guerra a qualunque falsità, e che la mano di tutti contro di lui, significhi che le falsità reagiranno, si evince dal fatto che per Ismaele, come detto prima, si intende la verità razionale separata dal bene; e quando si dice di questa verità che la sua mano è contro tutti e la mano di tutti contro di essa, è evidente che tale è il significato di queste parole. È stato detto sopra che Abramo rappresenta l'uomo interno del Signore, o ciò che è lo stesso, il suo Divino celeste e spirituale; Isacco, l'uomo interiore del Signore, o il suo Divino razionale; e Giacobbe, l'uomo esteriore del Signore, o il suo Divino naturale. Il versetto corrente tratta del razionale, in quanto separato dall'interno, cioè dal Divino celeste e spirituale. Perché questo razionale mutuava la sua natura dalla vita dell’affezione per la conoscenza esteriore, cioè da Agar l'egiziana, ancella di Sarai, e poiché questa vita riguardava l'uomo esterno, che aveva una natura ereditata dalla madre del Signore, che doveva essere combattuta e espulsa, quindi il razionale è ereditato in quanto privo del bene razionale. Ma dopo che il Signore si umiliò, cioè afflisse e soggiogò la natura ereditaria, per mezzo dei combattimenti vittoriosi contro le tentazioni, e vivificò la sua stessa facoltà razionale con il bene Divino, egli divenne Isacco, cioè, fu rappresentato da Isacco; essendo Ismaele, con sua madre Hagar, allontanati dalla casa.

[2] L’autentica facoltà razionale consiste nel bene e nella verità, cioè nel celeste e nello spirituale. Il bene, o il celeste, è la sua anima o vita; la verità, o lo spirituale, è ciò che riceve la sua vita dal primo. Senza la vita dal bene celeste, il razionale è come è stato descritto, cioè combatte contro tutti e tutti combattono contro di esso. Il bene razionale non combatte mai, ma è assalito; perché è dolce e gentile, paziente e generoso; perché il suo carattere è quello dell'amore e della misericordia. Eppure, benché non combatta, conquista tutto, né pensa al combattimento o alla gloria a causa della vittoria; e questo perché è Divino, ed è al sicuro da se stesso. Perché nessun male può attaccare il bene; non può neppure sopravvivere nella sfera in cui è il bene, perché quando questo si avvicina semplicemente, il male si ritira e precipita da se stesso; perché il male è infernale, e il bene è celeste.

Analogamente per lo spirituale celeste, cioè riguardo alla verità da un’origine celeste, ovvero la verità che proviene dal bene, poiché questa verità è la verità che è formata dal bene, in modo che possa essere chiamata la forma del bene.

[3] Ma la verità separata dal bene, che qui è rappresentata da Ismaele ed è descritta in questo versetto, è del tutto diversa, essendo simile a un asino selvatico che combatte contro tutti, e tutti contro di esso; infatti non pensa ad altro se non ai combattimenti. Il suo piacere principale, o affezione regnante, è quella di conquistare, e quando ciò avviene, si gloria nella vittoria. A questo riguardo è descritto come un onagro o mulo del deserto, cioè l'asino selvatico, che non può stare con gli altri. Tale vita è una vita di verità senza bene, una vita di fede senza carità, e perciò quando un uomo viene rigenerato, questo è effettuato per mezzo della verità della fede, ma allo stesso tempo per mezzo di una vita di carità, che il Signore insinua secondo la progressione nella verità della fede.

  
/ 10837  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.