Mula sa Mga gawa ni Swedenborg

 

Cielo e inferno # 1

Pag-aralan ang Sipi na ito

  
/ 603  
  

1. Prefazione dell’Autore

Il Signore parlando ai suoi discepoli della fine dei tempi, cioè nell’ultimo periodo della chiesa, 1 dice, all’avvicinarsi della predetta fine, in merito al successivo stato di amore e fede: 2

Subito dopo l’afflizione di quei giorni il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scosse. Ed allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; ed allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuolo dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli. (Matteo 24:29-31)

Coloro che si soffermano sul mero significato letterale di queste parole, hanno la convinzione che alla fine dei tempi, quando vi sarà il giudizio universale, tutte queste cose avranno luogo, così come sono descritte nel senso letterale, cioè che il sole e la luna si oscureranno e le stelle cadranno dal cielo, e che il segno del Signore apparirà nel cielo, ed egli stesso sarà visto sulle nubi, con gli angeli e con le trombe al seguito; inoltre è predetto in altri passi che l’intero universo sarà distrutto, e poi sorgerà un nuovo cielo e una nuova terra. Tale è la convinzione della maggior parte degli uomini nella chiesa, nel presente. Ma coloro che sono in questa fede ignorano i segreti che sono nascosti in ogni minimo dettaglio della Parola; in realtà in ogni singolo vocabolo della Parola vi è un significato interiore che concerne le cose spirituali e celesti anziché le cose naturali e mondane, così come appaiono nel senso letterale. E questo è vero non solo per il significato di gruppi di parole, ma per ciascuna parola. 3 Perché la Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze 4 , affinché vi possa essere un significato interiore in ogni singolo particolare di essa. Quale sia questo significato lo si può vedere da tutto ciò che è stato scritto al riguardo in Arcana Coelestia [pubblicato nel 1749-1756]; e dalle citazioni attinte da quell’opera, nell’illustrazione del Cavallo Bianco [dell’Apocalisse, pubblicato nel 1758] cui si fa riferimento nell’Apocalisse.

È in conformità di quel significato spirituale, che deve essere inteso l’avvento del Signore dal cielo, sulle nuvole, di cui al passo sopra citato. Ivi il sole che si oscura significa il Signore quanto all’amore; 5 la “luna” si riferisce alla fede; 6 le stelle indicano la conoscenza del bene e della verità, o dell’amore e della fede; 7 il “segno del Figlio dell’uomo nel cielo” indica la manifestazione della Divina verità; le “tribù della terra” significano tutte le cose concernenti la verità ed il bene, o la fede e l’amore; 8 “l’avvento del Signore sulle nuvole del cielo, in gloria e potenza,” significa la sua presenza nella Parola e la sua rivelazione; 9 le “nuvole” significano il senso letterale della Parola, 10 e la “gloria” il senso interiore della Parola; 11 gli “angeli con gran suono di tromba” indicano il cielo quale sorgente della Divina verità. 12 Tutto questo chiarisce cosa deve intendersi con queste parole del Signore, vale a dire che alla fine della chiesa, quando non vi sarà più alcun amore, e quindi alcuna fede, il Signore svelerà il significato interiore della Parola e rivelerà i segreti del cielo. I segreti rivelati nelle seguenti pagine riguardano il cielo e l’inferno, nonché la vita dell’uomo dopo la morte. L’uomo della chiesa attualmente ha una scarsa conoscenza del cielo e dell’inferno, o della sua vita dopo la morte, sebbene questi argomenti siano contemplati e descritti nella Parola; ciò nondimeno molti di quelli nati in seno alla chiesa, negano queste cose, dicendo nel loro intimo, “Chi mai è venuto da quel mondo e ha confermato queste cose?” Per evitare che questo atteggiamento negazionista, invalso specialmente presso quelli pervasi dalla saggezza mondana, possa contaminare e traviare le persone semplici nel cuore e nella fede, mi è stato concesso di essere associato agli angeli e di parlare con loro, come tra uomo e uomo, e anche di vedere come sono i cieli e gli inferni, e questo da tredici anni, ormai; quindi, adesso posso descrivere ciò che ho visto è udito, nell’auspicio che l’ignoranza possa essere illuminata, e l’incredulità, dissipata. Le presenti rivelazioni sono estese ora perché questo deve intendersi per la venuta del Signore.

Mga talababa:

1. [I rinvii contenuti nelle note in questa edizione, se non altrimenti specificato, sono all'opera Arcana Coelestia di Emanuel Swedenborg, e sono stati inseriti dall'Autore]. La fine dei tempi è il periodo finale della chiesa (Arcana Coelestia 4535, 10622).

2. Le profezie del Signore in Matteo 24, 25, in merito alla fine dei tempi ed alla sua venuta, alla fine della chiesa e al giudizio finale, sono spiegate nelle prefazioni ai capitoli da 26 a 40 della Genesi (nn. 3353-3356, 3486-3489, 3650-3655, 3751-3757, 3897-3901, 4056-4060, 4229-4231, 4332-4335, 4422-4424, 4635-4638, 4661-4664, 4807-4810, 4954-4959, 5063-5071).

3. Sia in generale, sia in ogni particolare della Parola vi è un significato interiore o spirituale (nn. 1143, 1984, 2135, 2333, 2395, 2495, 4442, 9048, 9063, 9086).

4. La Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze, e per questa ragione ogni singola cosa in essa ha un significato spirituale (nn. 1404, 1408, 1409, 1540, 1619, 1659, 1709, 1783, 2900, 9086).

5. Nella Parola il sole significa il Signore, quanto all'amore, e di conseguenza l'amore per il Signore (nn. 1529, 1837, 2441, 2495, 4060, 4696, 7083, 10809).

6. Nella Parola la luna significa il Signore, quanto alla fede, di conseguenza la fede per il Signore (nn. 1529, 1530, 2495, 4060, 4696, 7083).

7. Nella Parola le stelle significano la conoscenza del bene e della verità (nn. 2495, 2849, 4697).

8. Le tribù significano tutte le verità e tutti i beni nel loro insieme, quindi tutte le cose della fede e dell'amore (nn. 3858, 3926, 4060, 6335).

9. La venuta del Signore significa la sua presenza nella Parola, e la rivelazione di essa (nn. 3900, 4060).

10. Nella Parola le nuvole significano la Parola nel senso letterale Arcana Coelestia 4060, 4391, 5922, 6343, 6752, 8106, 8781, 9430, 10551, 10574).

11. Nella Parola gloria significa la Divina verità come è nel cielo e nel significato interiore della Parola (Arcana Coelestia 4809, 5922, 8267, 8427, 9429, 10574).

12. La tromba o il corno significano la Divina verità nel cielo, e rivelata dal cielo (Arcana Coelestia 8158, 8823, 8915); e la “voce” ha un simile significato (nn. 6771, 9926).

  
/ 603  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

Mula sa Mga gawa ni Swedenborg

 

Arcana Coelestia # 6752

Pag-aralan ang Sipi na ito

  
/ 10837  
  

6752. ‘Et vocavit nomen ejus Moscheh’: quod significet quale status tunc, constat ex significatione ‘nominis’ et ‘vocare nomen’ quod sit quale, de qua n. 144, 145, 1754, 1896, 2009, 2724, 3006, 3421, 6674; hic quale status quia cum nominatur aliquis, ipsum nomen tunc significat statum, n. 1946, 2643, 3422, 4298; quale status quod significatur, 1 est 2 quale status legis Divinae in principio apud Dominum, et 3 quale status veri Divini principio apud hominem qui regeneratur 4 . Duo sunt imprimis qui repraesentant Dominum quoad Verbum, nempe Moses et Elias, ‘Moses’ Dominum quoad libros historicos, ‘Elias’ quoad Prophetas; praeterea etiam sunt Elisaeus, et ultimo Johannes Baptista, quare hic est qui intelligitur per ‘Eliam qui venturus’, Matth. 17:10-13; Luc. 1:17;

sed antequam ostendi potest quod ‘Moses’ repraesentet legem Divinam, 5 dicendum est quid lex Divina: lex Divina in lato sensu significat totum Verbum; in minus lato significat Verbum historicum; in stricto 6 quod per Mosen scriptum est; et in strictissimo decem praecepta tabulis lapideis super monte Sinai inscripta; Moses legem 7 in minus lato sensu, tum in stricto, et quoque in strictissimo repraesentat.

[2] Quod Lex in lato sensu sit totum Verbum, tam historicum quam propheticum, constat apud Johannem, Nos audivimus ex Lege, quod Christus (Messias) manet in aeternum, 12:34;

quod hic per ‘Legem’ intelligatur etiam Verbum propheticum, patet, nam hoc scriptum est apud Esai. 9:5, 6 [KJV 6, 7];

apud Davidem,

Ps. 110:4;

et apud Danielem, 7:13, 14:

apud eundem,

Ut impleretur Verbum scriptum in Lege, Odio habuerunt Me sine causa, 15:25;

similiter, nam hoc scriptum est apud Davidem, Ps. 35:19:

apud Matthaeum, Amen dico vobis, Usque dum praetereat caelum et terra, iota unum ac unum corniculum non praeteribit de Lege, donec omnia fiant, 5:18 8 ; hic ‘Lex’ in lato sensu pro toto Verbo.

[3] Quod Lex in minus lato sensu sit Verbum historicum, constat apud Matthaeum, Omnia quaecumque volueritis ut faciant vobis homines, sic et vos facite illis; haec enim est Lex et Prophetae, 7:12;

hic distinguitur Verbum in Legem et Prophetas, et quia Verbum 9 est distinctum in Historicum et 10 Propheticum, sequitur quod per ‘Legem’ intelligatur Verbum historicum, et per ‘Prophetas’ Verbum propheticum: similiter apud eundem, 11

In his duobus mandatis Lex et Prophetae pendent, Matth. 22:38-[KJV Matth. 22:40]:

12 apud Lucam,

Lex et Prophetae usque ad Johannem, abhinc regnum Dei evangelizatur, 16:16; 13 Matth. 11:13'.

[4] Quod Lex in stricto sensu sit Verbum quod scriptum est per Mosen, constat apud Mosen,

Cum absolvisset Moses scribere verba Legis hujus super librum, usque dum consummavit illa; praecepit Moses Levitis portantibus arcam Jehovae, dicendo, Accipiendo librum Legis hujus, et ponite illum a latere arcae foederis Jehovae Dei vestri, Deut. 31:24-26; 14 liber Legis' pro Libris Mosis:

apud eundem,

Si non custodias facere omnia verba Legis hujus scripta in libro hoc, omnem morbum et omnem plagam, quae non scripta in libro Legis hujus, occulte mittet Jehovah super te, usque dum perdaris, Deut. 28:58, 61;

similiter:

apud Davidem,

In Lege Jehovae beneplacitum illius, et in Lege Ipsius meditatur diu et noctu, Ps. 1:2;

‘Lex Jehovae’ pro Libris Mosis, nam nondum Libri prophetici, nec historici modo Liber Joschuae et 15 Judicum: praeter 16 in locis ubi dicitur ‘Lex Mosis’, de quibus in mox sequentibus.

[5] Quod Lex in strictissimo sensu sint decem praecepta tabulis lapideis super monte Sinai inscripta, notum est, videatur 17 Jos. 8:32;

sed haec Lex etiam vocatur Testimonium, Exod. 25:16, 21.

[6] Quod Moses repraesentet Legem in minus lato sensu, seu Verbum historicum, tum quoque Legem in stricto, et quoque in 18 strictissimo, constat ex illis locis ubi loco 19 Legis dicitur ‘Moses’, et ubi Lex vocatur ‘Lex Mosis’, ut apud Lucam, Dixit illi Abraham, Habent Mosen et Prophetas, audiunto illos; si Mosen et Prophetas non audiunt, nec si quis ex mortuis resurrexerit, persuadebuntur, 16:29, 31; 20 hic per ‘Mosen et Prophetas’ 21 simile significatur quod per ‘Legem et Prophetas’, 22 nempe Verbum historicum et propheticum, inde patet quod ‘Moses’ sit Lex seu Verbum historicum: apud eundem,

Jesus incipiens a Mose et ab omnibus prophetis, et interpretatus est in omnibus scripturis, quae ad Ipsum pertinerent, 24:27 23 :

apud eundem,

Oportet impleri omnia quae scripta sunt in Lege Mosis et Prophetis et Psalmiis de Me, 24:44:

apud Johannem,

Philippus dixit, Quem scripsit Moses in Lege 24 , invenimus Jesum, 1:46 [KJV 45]:

apud eundem,

In Lege Moses nobis praecepit, 8:5:

apud Danielem,

Defluxit super nos maledictio et juramentum, quod scriptum in Lege Mosis servi Dei, quia peccavimus Ipsi. Sicut scriptum in Lege Mosis, omne malum 25 venit super nos, 9:11, 13:

26 apud Joschuam, Joschua scripsit super lapide altaris copiam Legis Mosis, 8:32;

[7] ‘Lex Mosis’ dicitur quia per ‘Mosen’ repraesentatur Dominus quoad Legem, hoc est, quoad Verbum, 27 in [minus] lato sensu quoad Verbum historicum; inde 28 est quod tribuatur Mosi, quod 29 est Domini, ut apud Johannem, Moses dedit vobis Legem: Moses dedit vobis circumcisionem; si circumcisionem accipit homo in sabbato, ita ut non solvatur Lex Mosis, 7:19, 22, 23:

apud Marcum, Moses dixit, Honora patrem tuum et matrem tuam, 7:10:

apud eundem,

Jesus respondens dixit illis, Quid vobis praecepit Moses? Dixerunt, Moses permisit libellum repudii scribere, et dimittere, 10:3, 4 30 : et quia ob repraesentationem tribuitur Mosi, quod Domini est, dicitur et ‘Lex Mosis’, et ‘Lex Domini’, apud Lucam, Cum impleti sunt dies purificationis illorum, juxta Legem Mosis, deduxerunt Ipsum in Hierosolymam ut sisterent Domino quemadmodum scriptum est in Lege Domini quod omnis masculus aperiens uterum, sanctum Domino vocandus, et ut darent sacrificium juxta quod dictum in Lege Domini, par turturum et duos pullos 31 columbarum, 2:22-24, 39.

[8] Quia ‘Moses’ repraesentabat Legem, licuit illi intrare ad Dominum super monte Sinai, et non solum recipere tabulas Legis ibi sed etiam audire Legis statuta et judicia, et illa mandare populo; et quoque dicitur quod inde in Mosen crederent in aeternum, Dixit Jehovah ad Mosen, Ecce Ego veniam ad te in nebula nubis, ut audiat populus quando locutus fuero ad te, et etiam in te credant in aeternum, Exod. 19:9;

‘in nebula nubis’ dicitur quia per ‘nubem’ intelligitur Verbum in littera; inde quoque cum Moses intravit ad Dominum super monte Sinai, dicitur quod intraverit ‘in nubem’, Exod. 20:18, 24:2, 18, 32 34:2-5;

quod ‘nubes’ sit sensus litteralis Verbi, videatur Praefatio ad Gen. xviii, tum n. 4060, 4391, 5922, 6343 fin. ;

[9] et quia repraesentabat Legem seu Verbum, ideo quoque, Cum 33 descendit de monte Sinai, radiabat cutis facierum ejus cum loqueretur; et dabat super facies suas velamen, Exod. 34:28 ad fin. ;

‘radiatio 34 facierum’ significabat internum Legis, nam 35 hoc est in luce caeli, et ideo vocatur gloria, n. 5922, 36 et ‘velamen’ significabat externum 37 Legis; quod ‘velaret faciem cum loqueretur cum populo’, erat quia internum illi obtectum erat, et ita obscuratum 38 isti populo ut non sustinuerint aliquid lucis inde; quod ‘facies’ sit internum, videatur n. 1999, 2434, 39 3527, 3573, 4066, 4796-4805, 5102, 5695. Quia per ‘Mosen’ repraesentabatur Dominus quoad Verbum historicum, et per ‘Eliam’ Dominus quoad Verbum propheticum, idcirco cum transformatus Dominus, Visi sunt Moses et Elias cum Ipso colloquentes, Matth. 17:3;

nec alii cum Domino, 40 quando in mundo Divinum Ipsius apparuit, colloqui potuerunt quam qui repraesentabant Verbum, nam collocutio 41 cum Domino est per Verbum 42 ; quod ‘Elias’ repraesentaverit Dominum quoad Verbum, videatur n. 2762, 5247 fin;

[10] et quia uterque, tam ‘Moses’ quam ‘Elias’, simul repraesentabat totum Verbum, idcirco ubi agitur de Elia, quod mitteretur ante Dominum, 43 memoratur uterque apud Malachiam,

Mementote Legis Mosis, servi mei, quam praecepi illi in Chorebo pro toto Israele, statutorum et judiciorum: En Ego mittens vobis Eliam prophetam, antequam venit dies Jehovae magnus et terribilis, 3:22-24 [KJV 4:4-6];

involvunt illa, quod praecederet qui annuntiaret Adventum 44 secundum Verbum.

Mga talababa:

1. The following word or phrase is crossed out in the Manuscript, but it does appear in the first edition.

2. qualis [or qualiter] lex Divina

3. verum Divinum

4. The Manuscript inserts, nam Moses hic repraesentat Dominum quoad Legem Divinam in principio et verum Divinum apud hominem qui regeneratur.

5. The Manuscript inserts prius.

6. The Manuscript inserts sensu Verbum.

7. The Manuscript inserts Divinam.

8. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

9. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

10. The Manuscript inserts in.

11. The Manuscript inserts Omnes Prophetae et Lex usque ad Johannem prophetarunt, 11:13:

apud eundem,

12. The Manuscript inserts et.

13. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

14. The Manuscript inserts hic.

15. The Manuscript inserts Liber.

16. The Manuscript deletes in and inserts a.

17. The Manuscript inserts Exod. xxv:

18. strictiori

19. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

20. quod

21. idem significetur ac

22. quod per Legem et Prophetas intelligantur Verbum tam Historicum quam Propheticum, supra videatur; et quia omne Verbum intelligitur, et per prophetas Verbumpropheticum, patet quod per Mosen... (about 8 to 10 undeciphered words follow here).

23. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

24. The Manuscript inserts et Prophetis.

25. The Manuscript inserts hoc.

26. The Manuscript inserts et in strictissimo sensu pro Decem praeceptis.

27. The Manuscript inserts et.

28. quoque tribuitur

29. The following two (or in some cases more) words are transposed in the Manuscript.

30. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

31. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

32. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

33. descenderet

34. facies

35. internum est

36. The Manuscript inserts et est in luce coeli, .

37. ejus

38. The following word or phrase is crossed out in the Manuscript, but it does appear in the first edition.

39. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

40. cum

41. The Manuscript inserts Domini cum angelis et cum homine, et reciproca horum.

42. The Manuscript inserts, Verbum enim scriptum est aeque pro Angelis ac pro homine.

43. The Manuscript places this after idcirco.

44. Domini

  
/ 10837  
  

This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

Ang Bibliya

 

Genesi 30

pag-aaral

   

1 Rachele, vedendo che non dava figliuoli a Giacobbe, portò invidia alla sua sorella, e disse a Giacobbe: "Dammi de’ figliuoli; altrimenti, muoio".

2 E Giacobbe s’accese d’ira contro Rachele, e disse: "Tengo io il luogo di Dio che t’ha negato d’esser feconda?"

3 Ed ella rispose: "Ecco la mia serva Bilha; entra da lei; essa partorirà sulle mie ginocchia, e, per mezzo di lei, avrò anch’io de’ figliuoli".

4 Ed ella gli diede la sua serva Bilha per moglie, e Giacobbe entrò da lei.

5 E Bilha concepì e partorì un figliuolo a Giacobbe.

6 E Rachele disse: "Iddio m’ha reso giustizia, ha anche ascoltato la mia voce, e m’ha dato un figliuolo". Perciò gli pose nome Dan.

7 E Bilha, serva di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figliuolo.

8 E Rachele disse: "Io ho sostenuto con mia sorella lotte di Dio, e ho vinto". Perciò gli pose nome Neftali.

9 Lea, vedendo che avea cessato d’aver figliuoli, prese la sua serva Zilpa e la diede a Giacobbe per moglie.

10 E Zilpa, serva di Lea, partorì un figliuolo a Giacobbe.

11 E Lea disse: "Che fortuna!" E gli pose nome Gad.

12 Poi Zilpa, serva di Lea, partorì a Giacobbe un secondo figliuolo.

13 E Lea disse: "Me felice! ché le fanciulle mi chiameranno beata. Perciò gli pose nome Ascer.

14 Or Ruben uscì, al tempo della mietitura del grano, e trovò delle mandragole per i campi, e le portò a Lea sua madre. Allora Rachele disse a Lea: "Deh, dammi delle mandragole del tuo figliuolo!"

15 Ed ella le rispose: "Ti par egli poco l’avermi tolto il marito, che mi vuoi togliere anche le mandragole del mio figliuolo?" E Rachele disse: "Ebbene, si giaccia egli teco questa notte, in compenso delle mandragole del tuo figliuolo".

16 E come Giacobbe, in sulla sera, se ne tornava dai campi, Lea uscì a incontrarlo, e gli disse: "Devi entrare da me; poiché io t’ho accaparrato con le mandragole del mio figliuolo". Ed egli si giacque con lei quella notte.

17 E Dio esaudì Lea, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figliuolo.

18 Ed ella disse: "Iddio m’ha dato la mia mercede, perché diedi la mia serva a mio marito". E gli pose nome Issacar.

19 E Lea concepì ancora, e partorì a Giacobbe un sesto figliuolo.

20 E Lea disse: "Iddio m’ha dotata di buona dote; questa volta il mio marito abiterò con me, poiché gli ho partorito sei figliuoli". E gli pose nome Zabulon.

21 Poi partorì una figliuola, e le pose nome Dina.

22 Iddio si ricordò anche di Rachele; Iddio l’esaudì, e la rese feconda;

23 ed ella concepì e partorì un figliuolo, e disse: "Iddio ha tolto il mio obbrobrio".

24 E gli pose nome Giuseppe, dicendo: "L’Eterno m’aggiunga un altro figliuolo".

25 Or dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Labano: "Dammi licenza, ch’io me ne vada a casa mia, nel mio paese.

26 Dammi le mie mogli, per le quali t’ho servito, e i miei figliuoli; e lasciami andare; poiché tu ben conosci il servizio che t’ho prestato".

27 E Labano gli disse: "Se ho trovato grazia dinanzi a te, rimanti; giacché credo indovinare che l’Eterno mi ha benedetto per amor tuo".

28 Poi disse: "Fissami il tuo salario, e te lo darò".

29 Giacobbe gli rispose: "Tu sai in qual modo io t’ho servito, e quel che sia diventato il tuo bestiame nelle mie mani.

30 Poiché quel che avevi prima ch’io venissi, era poco; ma ora s’è accresciuto oltremodo, e l’Eterno t’ha benedetto dovunque io ho messo il piede. Ora, quando lavorerò io anche per la casa mia?"

31 Labano gli disse: "Che ti darò io?" E Giacobbe rispose: "Non mi dar nulla; se acconsenti a quel che sto per dirti, io pascerò di nuovo i tuoi greggi e n’avrò cura.

32 Passerò quest’oggi fra mezzo a tutti i tuoi greggi, mettendo da parte, di fra le pecore, ogni agnello macchiato e vaiolato, e ogni agnello nero; e di fra le capre, le vaiolate e le macchiate. E quello sarà il mio salario.

33 Così, da ora innanzi, il mio diritto risponderà per me nel tuo cospetto, quando verrai ad accertare il mio salario: tutto ciò che non sarà macchiato o vaiolato fra le capre, e nero fra gli agnelli, sarà rubato, se si troverà presso di me".

34 E Labano disse: "Ebbene, sia come tu dici!"

35 E quello stesso giorno mise da parte i becchi striati e vaiolati e tutte le capre macchiate e vaiolate, tutto quello che avea del bianco e tutto quel ch’era nero fra gli agnelli, e li affidò ai suoi figliuoli.

36 E Labano frappose la distanza di tre giornate di cammino fra se e Giacobbe; e Giacobbe pascolava il rimanente de’ greggi di Labano.

37 E Giacobbe prese delle verghe verdi di pioppo, di mandorlo e di platano; vi fece delle scortecciature bianche, mettendo allo scoperto il bianco delle verghe.

38 Poi collocò le verghe che avea scortecciate, in vista delle pecore, ne’ rigagnoli, negli abbeveratoi dove le pecore venivano a bere; ed entravano in caldo quando venivano a bere.

39 Le pecore dunque entravano in caldo avendo davanti quelle verghe, e figliavano agnelli striati, macchiati e vaiolati.

40 Poi Giacobbe metteva da parte questi agnelli, e faceva volger gli occhi delle pecore verso tutto quello ch’era striato e tutto quel ch’era nero nel gregge di Labano. Egli si formò così dei greggi a parte, che non unì ai greggi di Labano.

41 Or avveniva che, tutte le volte che le pecore vigorose del gregge entravano in caldo, Giacobbe metteva le verghe ne’ rigagnoli, in vista delle pecore, perché le pecore entrassero in caldo vicino alle verghe;

42 ma quando le pecore erano deboli, non ve le metteva; così gli agnelli deboli erano di Labano, e i vigorosi di Giacobbe.

43 E quest’uomo diventò ricco oltremodo, ed ebbe greggi numerosi, serve, servi, cammelli e asini.