From Swedenborg's Works

 

Cielo e inferno #1

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1. Prefazione dell’Autore

Il Signore parlando ai suoi discepoli della fine dei tempi, cioè nell’ultimo periodo della chiesa, 1 dice, all’avvicinarsi della predetta fine, in merito al successivo stato di amore e fede: 2

Subito dopo l’afflizione di quei giorni il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scosse. Ed allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; ed allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuolo dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli. (Matteo 24:29-31)

Coloro che si soffermano sul mero significato letterale di queste parole, hanno la convinzione che alla fine dei tempi, quando vi sarà il giudizio universale, tutte queste cose avranno luogo, così come sono descritte nel senso letterale, cioè che il sole e la luna si oscureranno e le stelle cadranno dal cielo, e che il segno del Signore apparirà nel cielo, ed egli stesso sarà visto sulle nubi, con gli angeli e con le trombe al seguito; inoltre è predetto in altri passi che l’intero universo sarà distrutto, e poi sorgerà un nuovo cielo e una nuova terra. Tale è la convinzione della maggior parte degli uomini nella chiesa, nel presente. Ma coloro che sono in questa fede ignorano i segreti che sono nascosti in ogni minimo dettaglio della Parola; in realtà in ogni singolo vocabolo della Parola vi è un significato interiore che concerne le cose spirituali e celesti anziché le cose naturali e mondane, così come appaiono nel senso letterale. E questo è vero non solo per il significato di gruppi di parole, ma per ciascuna parola. 3 Perché la Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze 4 , affinché vi possa essere un significato interiore in ogni singolo particolare di essa. Quale sia questo significato lo si può vedere da tutto ciò che è stato scritto al riguardo in Arcana Coelestia [pubblicato nel 1749-1756]; e dalle citazioni attinte da quell’opera, nell’illustrazione del Cavallo Bianco [dell’Apocalisse, pubblicato nel 1758] cui si fa riferimento nell’Apocalisse.

È in conformità di quel significato spirituale, che deve essere inteso l’avvento del Signore dal cielo, sulle nuvole, di cui al passo sopra citato. Ivi il sole che si oscura significa il Signore quanto all’amore; 5 la “luna” si riferisce alla fede; 6 le stelle indicano la conoscenza del bene e della verità, o dell’amore e della fede; 7 il “segno del Figlio dell’uomo nel cielo” indica la manifestazione della Divina verità; le “tribù della terra” significano tutte le cose concernenti la verità ed il bene, o la fede e l’amore; 8 “l’avvento del Signore sulle nuvole del cielo, in gloria e potenza,” significa la sua presenza nella Parola e la sua rivelazione; 9 le “nuvole” significano il senso letterale della Parola, 10 e la “gloria” il senso interiore della Parola; 11 gli “angeli con gran suono di tromba” indicano il cielo quale sorgente della Divina verità. 12 Tutto questo chiarisce cosa deve intendersi con queste parole del Signore, vale a dire che alla fine della chiesa, quando non vi sarà più alcun amore, e quindi alcuna fede, il Signore svelerà il significato interiore della Parola e rivelerà i segreti del cielo. I segreti rivelati nelle seguenti pagine riguardano il cielo e l’inferno, nonché la vita dell’uomo dopo la morte. L’uomo della chiesa attualmente ha una scarsa conoscenza del cielo e dell’inferno, o della sua vita dopo la morte, sebbene questi argomenti siano contemplati e descritti nella Parola; ciò nondimeno molti di quelli nati in seno alla chiesa, negano queste cose, dicendo nel loro intimo, “Chi mai è venuto da quel mondo e ha confermato queste cose?” Per evitare che questo atteggiamento negazionista, invalso specialmente presso quelli pervasi dalla saggezza mondana, possa contaminare e traviare le persone semplici nel cuore e nella fede, mi è stato concesso di essere associato agli angeli e di parlare con loro, come tra uomo e uomo, e anche di vedere come sono i cieli e gli inferni, e questo da tredici anni, ormai; quindi, adesso posso descrivere ciò che ho visto è udito, nell’auspicio che l’ignoranza possa essere illuminata, e l’incredulità, dissipata. Le presenti rivelazioni sono estese ora perché questo deve intendersi per la venuta del Signore.

Footnotes:

1. [I rinvii contenuti nelle note in questa edizione, se non altrimenti specificato, sono all'opera Arcana Coelestia di Emanuel Swedenborg, e sono stati inseriti dall'Autore]. La fine dei tempi è il periodo finale della chiesa (Arcana Coelestia 4535, 10622).

2. Le profezie del Signore in Matteo 24, 25, in merito alla fine dei tempi ed alla sua venuta, alla fine della chiesa e al giudizio finale, sono spiegate nelle prefazioni ai capitoli da 26 a 40 della Genesi (nn. 3353-3356, 3486-3489, 3650-3655, 3751-3757, 3897-3901, 4056-4060, 4229-4231, 4332-4335, 4422-4424, 4635-4638, 4661-4664, 4807-4810, 4954-4959, 5063-5071).

3. Sia in generale, sia in ogni particolare della Parola vi è un significato interiore o spirituale (nn. 1143, 1984, 2135, 2333, 2395, 2495, 4442, 9048, 9063, 9086).

4. La Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze, e per questa ragione ogni singola cosa in essa ha un significato spirituale (nn. 1404, 1408, 1409, 1540, 1619, 1659, 1709, 1783, 2900, 9086).

5. Nella Parola il sole significa il Signore, quanto all'amore, e di conseguenza l'amore per il Signore (nn. 1529, 1837, 2441, 2495, 4060, 4696, 7083, 10809).

6. Nella Parola la luna significa il Signore, quanto alla fede, di conseguenza la fede per il Signore (nn. 1529, 1530, 2495, 4060, 4696, 7083).

7. Nella Parola le stelle significano la conoscenza del bene e della verità (nn. 2495, 2849, 4697).

8. Le tribù significano tutte le verità e tutti i beni nel loro insieme, quindi tutte le cose della fede e dell'amore (nn. 3858, 3926, 4060, 6335).

9. La venuta del Signore significa la sua presenza nella Parola, e la rivelazione di essa (nn. 3900, 4060).

10. Nella Parola le nuvole significano la Parola nel senso letterale Arcana Coelestia 4060, 4391, 5922, 6343, 6752, 8106, 8781, 9430, 10551, 10574).

11. Nella Parola gloria significa la Divina verità come è nel cielo e nel significato interiore della Parola (Arcana Coelestia 4809, 5922, 8267, 8427, 9429, 10574).

12. La tromba o il corno significano la Divina verità nel cielo, e rivelata dal cielo (Arcana Coelestia 8158, 8823, 8915); e la “voce” ha un simile significato (nn. 6771, 9926).

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.

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Arcana Coelestia #4061

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4061. CAPUT XXXI

1. Et audivit verba filiorum Labanis, dicendo, Sumpsit Jacob omnia quae patri nostro, et a quibus patri nostro, fecit omnem copiam hanc.

2. Et vidit Jacob facies Labanis, et ecce nullatenus is cum eo sicut heri nudius tertius.

3. Et dixit JEHOVAH ad Jacobum, Revertere ad terram patrum tuorum, et ad nativitatem tuam, et ero cum te.

4. Et misit Jacob et vocavit Rachelem et Leam agrum ad gregem suum.

5. Et dixit illis, Video ego facies patris vestri, quod nullatenus is ad me sicut heri nudius tertius; et DEUS patris mei fuit cum me.

6. Et vos scitis quod in omni vi mea servivi patri vestro.

7. Et pater vester fefellit me, et mutavit mercedem meam decem modis, et non dedit ei DEUS ad malefaciendum mecum.

8. Si sic dicebat, Punctata erit merces tua, et pepererunt omnes greges punctata; et si sic dicebat, Variegata erit merces tua, et pepererunt omnes greges variegata.

9. Et eripuit DEUS acquisitionem patris vestri, et dedit mihi.

10. Et factum in tempore incalescendi gregem, et sustuli oculos meos, et vidi in somnio, et ecce hirci ascendentes super gregem variegati, punctati et grandinati.

11. Et dixit ad me angelus DEI in somnio, Jacob; et dixi, Ecce me.

12. Et dixit, Tolle quaeso oculos tuos, et vide omnes hircos ascendentes super gregem variegatos, punctatos et grandinatos, quia vidi omne quod Laban facit tibi.

13. Ego DEUS Bethelis, quo unxisti statuam, quo vovisti Mihi votum, nunc surge, exi e terra hac, et revertere ad terram nativitatis tuae.

14. Et respondit Rachel et Leah, et dixerunt ei, An amplius nobis portio et hereditas in domo patris nostri?

15. Annon alienae existimatae sumus ei, quia vendidit nos, et comedit etiam comedendo argentum nostrum?

16. Quia omnes divitiae, quas eripuit DEUS a patre nostro, nobis illae et filiis nostris; et nunc omne quod dixit DEUS ad te, fac.

17. Et surrexit Jacob, et sustulit filios suos, et feminas sua super camelos.

18. Et abduxit omnem acquisitionem suam, et omnem substantiam suam quam comparavit, acquisitionem emptionis suae quam comparavit in Paddan Aram, ad veniendum ad Jishakum patrem suum terram Canaan.

19. Et Laban iverat ad tondendum gregem suum, et furati Rachel teraphim qui patri suo.

20. Et furatus Jacob cor Labanis Aramaei, per quod non indicavi ei, quod fugiens is.

21. Et fugit is, et omne quod ei, et surrexit, et transivit fluvium et posuit facies suas montem Gilead.

22. Et indicatum Labani in die tertio, quod fugit Jacob.

23. Et accepit fratres suos secum, et persecutus post eum via septem dierum, et adjunxit eum in monte Gilead.

24. Et venit DEUS ad Labanem Aramaeum in somnio noctu, et dixit ei, Cave tibi ne forte loquaris cum Jacobo a bono usque ad malum.

25. Et assecutus Laban Jacobum, et Jacob fixit tentorium suum in monte, et Laban fixit cum fratribus suis in monte Gilead.

26. Et dixit Laban Jacobo, Quid fecisti, et furatus es cor meum, et abduxisti filias meas, sicut captivas gladio?

27. Quare occultasti ad fugiendum, et furatus es me, et non indicasti mihi? et miserim te in laetitia, et in canticis, in tympano, et in cithara.

28. Et non permisisti mihi osculari filios meos, et filias meas, nunc stulte egisti faciendo.

29. Sit DEO manus mea ad faciendum cum vobis malum, et DEUS patris vestri nocte praeterita dixit ad me, dicendo, Cave tibi a loquendo cum Jacobo a bono usque ad malum.

30. Et nunc eundo ivisti, quia desiderando desideravisti ad domum patris tui; quare furatus es deos meos?

31. Et respondit Jacob et dixit Labani, Quia timui, quia dixi, Forte rapies filias tuas a mecum.

32. Cum quo invenis deos tuos, non vivet coram fratribus nostris; lustra tibi quid mecum, et accipe tibi; et non scivit Jacob quod Rachel furata illos.

33. Et venit Laban in tentorium Jacobi, et in tentorium Leae, et in tentorium ambarum ancillarum, et non invenit; et exivit e tentorio Leae et venit in tentorium Rachelis.

34. Et Rachel accepit teraphim, et posuit illos in stramento cameli, et sedit super illis; et contrectabat Laban omne tentorium, et non invenit.

35. Et dixit ad patrem suum, Ne succenseatur in oculis domini mei, quia non possum surgere a coram te, quia via feminarum mihi; et scrutatus est, et non invenit teraphim.

36. Et succensuit Jacobo, et jurgatus est in Labanem; et respondit Jacob et dixit Labani, Quae praevaricatio mea, quod peccatum meum, quod insecutus es post me?

37. Quia contrectasti omnia vasa mea, quid invenisti ab omnibus vasis domus tuae? pone huc coram fratribus meis et fratribus illis, et dijudicent inter ambos nos.

38. His viginti annis ego tecum; oves tuae et caprae tuae non abortiverunt, et arietes gregis tui non comedi.

39. Discerptum non adduxi ad te, ego indemnificavi id, e manu mea requisivisti id, furatum die et furatum nocte.

40. Fui, in die comedit me aestus et frigus in nocte, et expulsus somnus meus ab oculis meis.

41. His mihi viginti annis in domo tua servivi tibi, quatuordecim annis in duabus filiabus tuis, et sex annis in grege tuo, et mutavisti mercedem meam decem modis.

42. Nisi DEUS patris mei, DEUS Abrahami et pavor Jishaki, fuisset mihi, quod nunc vacuum misisses me; miseriam meam et fatigationem volarum mearum vidit DEUS, et dijudicavit nocte praeterita.

43. Et respondit Laban, et dixit ad Jacobum, Filiae filiae meae, et filii filii mei, et grex grex meus, et omne quod tu videns, mihi hoc; pepererunt?

44. Et nunc ito, pangamus foedus ego et tu, et sit in testem inter me et inter te.

45. Et accepit Jacob lapidem, et erexit illum in statuam.

46. Et dixit Jacob fratribus suis, Colligite lapides; et acceperunt lapides, et fecerunt acervum; et comederunt ibi super acervo.

47. Et vocavit illum Laban Jegar Sahadutha; et Jacob vocavit illum Galeed.

48. Et dixit Laban, Acervus hic testis inter me et inter te hodie propterea vocavit nomen illius Galeed.

49. Et Mizpah, quia dixit, Spectet JEHOVAH inter me et inter te quia latebimus vir a socio suo.

50. Si affligas filias meas, et si accipias feminas supra filia meas, nullus vir nobiscum, vide; DEUS testis inter me et inter te.

51. Et dixit Laban Jacobo, Ecce acervus hic, et ecce statu quam erexi inter me et inter te.

52. Testis acervus hic, et testis statua, si ego non transibo ad te acervum hunc, et si tu non transibis ad me acervum hunc et statuam hanc, ad malum.

53. DEUS Abrahami, et Deus Nahoris judicent inter nos, DEUS patris eorum; et juravit Jacob in pavorem patris sui Jishaki.

54. Et sacrificavit Jacob sacrificium in monte, et vocavit fratres suos ad comedendum panem, et comederunt panem, et pernoctaverunt in monte.

55. Et mane surrexit Laban in matutino, et osculatus filios suos, et filias suas, et benedixit illis, et ivit, et reversus Laban ac locum suum.

CONTENTA

Agitur hic in sensu interno de separatione boni et veri quae per ‘Jacobum et ejus mulieres’ 1 repraesentantur, a bono per ‘Labanem’ significato, ut illa conjungerentur Divino ex stirpe Divine directa; tum de statu utriusque circa separationem.

Footnotes:

1. The editors of the third Latin edition made a minor correction here. For details, see the end of the appropriate volume of that edition.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

The Bible

 

Matteo 26

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1 Ed avvenne che quando Gesù ebbe finiti tutti questi ragionamenti, disse ai suoi discepoli:

2 Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il Figliuol dell’uomo sarà consegnato per esser crocifisso.

3 Allora i capi sacerdoti e gli anziani del popolo si raunarono nella corte del sommo sacerdote detto Caiàfa,

4 e deliberarono nel loro consiglio di pigliar Gesù con inganno e di farlo morire.

5 Ma dicevano: Non durante la festa, perché non accada tumulto nel popolo.

6 Or essendo Gesù in Betania, in casa di Simone il lebbroso,

7 venne a lui una donna che aveva un alabastro d’olio odorifero di gran prezzo, e lo versò sul capo di lui che stava a tavola.

8 Veduto ciò, i discepoli furono indignati e dissero: A che questa perdita?

9 Poiché quest’olio si sarebbe potuto vender caro, e il denaro darlo ai poveri.

10 Ma Gesù, accortosene, disse loro: Perché date noia a questa donna? Ella ha fatto un’azione buona verso di me.

11 Perché i poveri li avete sempre con voi; ma me non mi avete sempre.

12 Poiché costei, versando quest’olio sul mio corpo, l’ha fatto in vista della mia sepoltura.

13 In verità vi dico che per tutto il mondo, dovunque sarà predicato questo evangelo, anche quello che costei ha fatto, sarà raccontato in memoria di lei.

14 Allora uno dei dodici, detto Giuda Iscariot, andò dai capi sacerdoti e disse loro:

15 Che mi volete dare, e io ve lo consegnerò? Ed essi gli contarono trenta sicli d’argento.

16 E da quell’ora cercava il momento opportuno di tradirlo.

17 Or il primo giorno degli azzimi, i discepoli s’accostarono a Gesù e gli dissero: Dove vuoi che ti prepariamo da mangiar la pasqua?

18 Ed egli disse: Andate in città dal tale, e ditegli: Il Maestro dice: il mio tempo è vicino; farò la pasqua da te, co’ miei discepoli.

19 E i discepoli fecero come Gesù avea loro ordinato, e prepararono la pasqua.

20 E quando fu sera, si mise a tavola co’ dodici discepoli.

21 E mentre mangiavano, disse: In verità io vi dico: Uno di voi mi tradirà.

22 Ed essi, grandemente attristati, cominciarono a dirgli ad uno ad uno: Sono io quello, Signore?

23 Ma egli, rispondendo, disse: Colui che ha messo con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.

24 Certo, il Figliuol dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a quell’uomo per cui il Figliuol dell’uomo è tradito! Meglio sarebbe per cotest’uomo, se non fosse mai nato.

25 E Giuda, che lo tradiva, prese a dire: Sono io quello, Maestro? E Gesù a lui: L’hai detto.

26 Or mentre mangiavano, Gesù prese del pane; e fatta la benedizione, lo ruppe, e dandolo a’ suoi discepoli, disse: Prendete, mangiate, questo è il mio corpo.

27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo:

28 Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati.

29 Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.

30 E dopo ch’ebbero cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi.

31 Allora Gesù disse loro: Questa notte voi tutti avrete in me un’occasion di caduta; perché è scritto: Io percoterò il pastore, e le pecore della greggia saranno disperse.

32 Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea.

33 Ma Pietro, rispondendo, gli disse: Quand’anche tu fossi per tutti un’occasion di caduta, non lo sarai mai per me.

34 Gesù gli disse: In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte.

35 E Pietro a lui: Quand’anche mi convenisse morir teco, non però ti rinnegherò. E lo stesso dissero pure tutti i discepoli.

36 Allora Gesù venne con loro in un podere detto Getsemani, e disse ai discepoli: Sedete qui finché io sia andato là ed abbia orato.

37 E presi seco Pietro e i due figliuoli di Zebedeo, cominciò ad esser contristato ed angosciato.

38 Allora disse loro: L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate meco.

39 E andato un poco innanzi, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.

40 Poi venne a’ discepoli, e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: Così, non siete stati capaci di vegliar meco un’ora sola?

41 Vegliate ed orate, affinché non cadiate in tentazione; ben è lo spirito pronto, ma la carne è debole.

42 Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza ch’io lo beva, sia fatta la tua volontà.

43 E tornato, li trovò che dormivano perché gli occhi loro erano aggravati.

44 E lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole.

45 Poi venne ai discepoli e disse loro: Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l’ora e giunta, e il Figliuol dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori.

46 Levatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino.

47 E mentre parlava ancora, ecco arrivar Giuda, uno dei dodici, e con lui una gran turba con spade e bastoni, da parte de’ capi sacerdoti e degli anziani del popolo.

48 Or colui che lo tradiva, avea dato loro un segnale, dicendo: Quello che bacerò, è lui; pigliatelo.

49 E in quell’istante, accostatosi a Gesù, gli disse: Ti saluto, Maestro! e gli dette un lungo bacio.

50 Ma Gesù gli disse: Amico, a far che sei tu qui? Allora, accostatisi, gli misero le mani addosso, e lo presero.

51 Ed ecco, un di coloro ch’eran con lui, stesa la mano alla spada, la sfoderò; e percosso il servitore del sommo sacerdote, gli spiccò l’orecchio.

52 Allora Gesù gli disse: Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendon la spada, periscon per la spada.

53 Credi tu forse ch’io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in quest’istante più di dodici legioni d’angeli?

54 Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?

55 In quel punto Gesù disse alle turbe: Voi siete usciti con spade e bastoni come contro ad un ladrone, per pigliarmi. Ogni giorno sedevo nel tempio ad insegnare, e voi non m’avete preso;

56 ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le scritture de’ profeti. Allora tutti i discepoli, lasciatolo, se ne fuggirono.

57 Or quelli che aveano preso Gesù, lo menarono a Caiàfa, sommo sacerdote, presso il quale erano raunati gli scribi e gli anziani.

58 E Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero alla corte del sommo sacerdote; ed entrato dentro, si pose a sedere con le guardie, per veder la fine.

59 Or i capi sacerdoti e tutto il Sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro a Gesù per farlo morire;

60 e non ne trovavano alcuna, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni.

61 Finalmente, se ne fecero avanti due che dissero: Costui ha detto: Io posso disfare il tempio di Dio e riedificarlo in tre giorni.

62 E il sommo sacerdote, levatosi in piedi, gli disse: Non rispondi tu nulla? Che testimoniano costoro contro a te? Ma Gesù taceva.

63 E il sommo sacerdote gli disse: Ti scongiuro per l’Iddio vivente a dirci se tu se’ il Cristo, il Figliuol di Dio.

64 Gesù gli rispose: Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora innanzi vedrete il Figliuol dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire su le nuvole del cielo.

65 Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: Egli ha bestemmiato: che bisogno abbiamo più di testimoni? Ecco, ora avete udita la sua bestemmia;

66 che ve ne pare? Ed essi, rispondendo, dissero: E’ reo di morte.

67 Allora gli sputarono in viso e gli diedero de’ pugni; e altri lo schiaffeggiarono,

68 dicendo: O Cristo profeta, indovinaci: chi t’ha percosso?

69 Pietro, intanto, stava seduto fuori nella corte; e una serva gli si accostò, dicendo: Anche tu eri con Gesù il Galileo.

70 Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: Non so quel che tu dica.

71 E come fu uscito fuori nell’antiporto, un’altra lo vide e disse a coloro ch’eran quivi: Anche costui era con Gesù Nazareno.

72 Ed egli daccapo lo negò giurando: Non conosco quell’uomo.

73 Di li a poco, gli astanti, accostatisi, dissero a Pietro: Per certo tu pure sei di quelli, perché anche la tua parlata ti dà a conoscere.

74 Allora egli cominciò ad imprecare ed a giurare: Non conosco quell’uomo! E in quell’istante il gallo cantò.

75 E Pietro si ricordò della parola di Gesù che gli avea detto: Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. E uscito fuori, pianse amaramente.